Tu che sai scorgere

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a Mark Lanzano
che indaga la natura delle ombre laterali.

“E’ proprio quando mi rendo conto di parlare da solo
che mi ritrovo in compagnia.”

Tu che sai scorgere
Di solitudini rare il tratto vitreo
La trasparenza buia
Delle ombre laterali
Le labili tracce di scorse primavere
Nel fogliame appassito di un altro suolo
Le traiettorie anomale
Di rondini solitarie
Alle ignote latitudini del cuore
Annoda i fili d’argento
Di una insolita tessitura di nomi propri
Oscurati nella filastrocca indecifrabile
Di una infanzia appena rimirata
Di una preghiera inascoltata
Alla fermata ultima dell’abbandono.

(c)

Tu che sai scorgereultima modifica: 2019-07-19T18:54:00+02:00da bach1962

3 pensieri riguardo “Tu che sai scorgere”

    1. La semplicità del cuore è la cosa che conta maggiormente nella scrittura, così come nella vita. I grandi romanzi non sono scritti “ad effetto”, ma con l’intensa verità che scaturisce dalla semplicità del cuore, che è poi la vera complessità. I grandi romanzi possono pure essere scritti in modo complesso, ma sono tali non per questo, ma perché conservano un nucleo forte, di verità semplice, così come possono essere scritti in modo molto “semplice” pur risultando incredibilmente profondi. La scrittura ad effetto(vuoto) salta subito all’occhio di un lettore, appena un po’ avveduto, perché la si utilizza quando si ha “poco” di veramente indispensabile da raccontare.

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