Il dottor K

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Il dottor k direttore della casa azzurra è un grosso omaccione. Ha movenze lente, ma precise, una folta barba bianca e una voce dal suono dolcissimo. E’ il buon Babbo Natale amato ed atteso da tutti i bambini, che nella magica notte dell’anno, in cui nevica sempre e siamo tutti più buoni, arriva per tempo a donare i regali e a te quell’unico gesto di cui hai tanto bisogno, proprio quello che nessuno mai ti ha donato. Questa sera è in ritardo (lo è sempre del resto), ed è assai contrariato per avere percorso molta strada, con in mano una lunga barba bianca, che in alcuni frangenti, per poco, non veniva travolta dalle zampe impietose delle renne al galoppo. Bisognava accorciarla. Stava, infatti, già uscendo col pensiero di doverla tagliare, quando lungo le scale si sentì accusare da un bimbo -tu non sei un vero Babbo Natale! Quelli veri hanno una lunga barba bianca, la magia per i doni, il tappeto volante e un vestito lucente, tutto d’oro, diamanti, d’argento e di stelle. Non come il tuo che fa proprio schifo! – Dopo queste parole il buon Babbo Natale è distrutto, accasciato, schiantato. Sta pensando che forse sarebbe meglio mollar tutto e rientrare in casa a guardare la televisione, che stasera trasmette il programma dei quiz per i quali è un maestro, anzi un grande dottore, il dottor k. Ma poi pensa che in fondo, comunque, c’è bisogno di lui pur s’è un Babbo Natale assai scarso, alla buona, senza neanche il vestito lucente, il tappeto e la magia per i doni. Per la barba soltanto c’è rimedio, se la può far crescere in fretta strada facendo… E strada facendo, tra l’altro, ha perduto una scarpa per correr dietro alla slitta che l’aveva lasciato appiedato, in un attimo che si era distratto. Saltellando su di un piede, contrariato e in ritardo, come ben sappiamo, finalmente ora è giunto, ha bussato alla porta, tu gli apri, entra in casa, ed in fretta si dirige nell’angolo dov’è acceso il camino e senza perdere tempo, affonda il suo piede gelato nella brace che arde. Si compie il miracolo… Già si scioglie la morsa che teneva serrato il tuo cuore ed a lui il piede destro congelato.

 

 

(c)

Il dottor Kultima modifica: 2019-09-11T19:16:31+02:00da bach1962

Un pensiero riguardo “Il dottor K”

  1. Un racconto infantile a prima vista, ma il finale è guardingo -suggerisce il gelo del cuore, accompagnato da desideri, aspettative. Nonostante si abiti: una casa ben riscaldata, un camino acceso; non sempre emana calore. La solitudine è la consapevolezza di guardare meglio se stesso, non va vista come un handicap.

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