Macchine volanti

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Sulla terra mi sono schiantato,
quella che per primo ho visto tanto piccola,
e la terra non me l’ha perdonata.
Ma io perdono la terra,
sono figlio suo, in spirito e carne,
e per secoli prometto
di continuare il mio volo

Tratta da “Sono Gagarin, il figlio della terra”
di Evghenij Evtusenko

Aggiriamoci ancora con “i piedi ben saldi” sulla terra. Qui, dove da sempre ancoriamo le speranze, le nostre piccole o incrollabili certezze (almeno quelle che per molto o breve tempo ci appaiono tali) e dove potendo, quasi tutti o in molti, sceglieremmo di restare. Traiettorie di volo sempre…la diversa prospettiva del nostro sguardo che ci differenzia. “Volare” è una necessità dello spirito, che possiamo esercitare persino in condizioni di costrizione estrema. Volare con il pensiero, con lo sguardo, una carezza, con dei gesti che ci danno forza, un dolore che prima o poi ci farà atterrare.  Conquistare la vetta…di una montagna, di un albero, di una carriera. Più su, sempre più su, al culmine dei pensieri o del cuore di qualcuno. Voliamo in molte direzioni…persino verso il basso, quando ci sembra che la vita più non ci sorregga. La direzione è dritta, fiduciosa, se proviamo a tendere una mano, o scarta di lato, faticosa, se distogliamo lo sguardo. Le scorgiamo nello spazio di orizzonte giallo, rosso, denso di colori inusuali, le nostre piccole e veloci “macchine volanti” attraversare i cieli indefiniti dei nostri sogni, che ancora e per sempre rinnoviamo.