Madrigale – Dove avevo la testa

Ora prendo un foglio e ti disegno, prendo un libro e ti romanzo, affitto un orizzonte e ti paesaggio, non è giusto lasciarti non detta, non ha senso tenerti sottintesa, è uno spreco assistere al tuo viso e non farne un dipinto da portare appeso al cuore, precipitare nei tuoi occhi e non raccontarli a tutti, conoscere la tua pelle e non dire a nessuno i brividi che sparge sulla mia, o il tuo odore e non dire a nessuno le fiabe che mi ricorda, non capisco come ho fatto a lasciarti così a lungo disamata, a girare per la vita lasciandoti imbaciata, mi chiedo dove avevo la testa, cos’avevo per la testa, come mai ci ho messo così tanto a perderla, e a non volerla trovare mai più.

Sergio Claudio Perroni

Madrigale – Dove avevo la testaultima modifica: 2019-06-13T17:24:41+02:00da hyponoia

8 pensieri riguardo “Madrigale – Dove avevo la testa”

  1. Se vale per la pittura, come per la musica, quando t’inventi una lingua tutta tua per le emozioni o i sentimenti che ti hanno toccato non so se ti puoi considerare uno scrittore. Credo che hai fatto il salto. Hai rotto gli argini. Sei finito in un altro cielo. Se facessi anch’io il tuo mestiere non t’invidierei per quello, ma per le emozioni e l’amore che avevi dentro quando le hai raccontate così. Avrei voluto essere al tuo posto. Non sarei stato capace di raccontarle così, ma chi se ne fotte, mi sarebbe bastato provarle così.

        1. Eh, altri tempi quelli maestro, altri tempi…si formavano spontaneamente cenacoli in cui la conversazione dava lustro al post, spesso immeritevole di tanta considerazione 🙂

  2. Poi in un assurdo pomeriggio di febbraio, fu la testa a ritrovare me.
    Non ci volle molto. Mai stato così sintetico.
    Presi il disegno e lo cancellai, presi il romanzo e lo strappai, presi il paesaggio e lo bruciai.
    Presi i miei occhi e li asciugai. Presi te e ti odiai.
    Presi me e me ne andai. Presi l’amore e lo bannai.
    Non sono tornato più. Da me.

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