Noi come gli alberi

Masao Yamamoto

Vogliamo imparare in due giorni

una lingua millenaria

che solo gli alberi conoscono:

lasciarsi cullare dall’aria,

mentre le foglie dicono me ne vado

e le radici resto qui.

ALFONSO BREZMES

Alla poesia si torna sempre, anche quando ad essa si predilige la prosa. Perché la poesia è sintesi felice di quello che siamo. In questo caso, leggendo tra le righe, esseri ondivaghi e nondimeno bisognosi di radici. (Alla lunga l’arroccamento non paga, mentre sentirsi parte allarga il cuore).

Noi come gli alberiultima modifica: 2022-11-19T17:13:23+01:00da hyponoia

4 pensieri riguardo “Noi come gli alberi”

  1. Alla fine, la vita è solo la scatola delle robe che ci mettiamo dentro: esperienze, verità, bugie, amarezze, dolciumi, sorrisi, lacrime, amori, amicizie, inimicizie, pensieri profondi e cazzate varie. Il punto, però, non è la vita, ma la scatola perché essa vale per tutto. Ad esempio, anche la poesia è una scatola così come scatola è ogni campo dell’arte o d’altro. Scatole nelle quali mettiamo dentro delle robe. Così, prendendo due versi a caso

    “mentre le foglie dicono me ne vado
    e le radici resto qui”

    possiamo pensare di aver messo poesia nella scatola e, invece, abbiamo solo truccato le carte facendo passare le foglie per effimere, volubili ed inaffidabili e le radici per fedeli certezze.
    Le foglie davvero dicono me ne vado? Un cazzo. A parte che prima di esse, se ne sono andati anche i frutti e, ancor prima, anche i fiori. La verità è che le foglie non scelgono di andarsene anzi, se solo potessero, resterebbero aggrappate al ramo con tutte le loro forze. Così pure le radici che, non dico spesso ma, anche solo una volta all’anno, quattro passi in giro se li farebbero volentieri. Certo, il peso da portare a spasso è tanto ma, quand’erano giovani arbusti avrebbero potuto permettersi anche qualche corsa e invece no. Vederli correre, quella sì che sarebbe stata poesia, ma ciascuno: albero, foglia, fiore o frutto che sia accetta il suo ruolo, i suoi tempi, i suoi spazi. Non c’è poesia in una foglia che cade. Malinconia, quella sì. Come non c’è fedeltà in una radice. Soltanto fatica, quella sì.
    Poi c’è chi resta, chi se ne va e chi no 🙂

  2. Quante volte ti ho detto che credo nel destino? probabilmente troppe per i tuoi gusti. Però, ritornare a questo blog oggi, dopo averlo abbandonato da più di un mese e trovare questa tua dissertazione, non può essere opera del caso. Chiamiamole vibrazioni se vuoi, alle quali tuttavia non so attribuire un significato, nel senso che sono planata qui non per postare ma per nostalgia 🙂

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