INCANTI

 

The big picture: gardener of Eden | Photography | The Guardian

Quando il fotografo Robbie Lawrence si mise in viaggio per visitare i Linn Botanic Gardens situati sulla penisola di Rosneath, Jim Taggart, che se ne prendeva cura fin dal 1971, aveva già superato gli ottant’anni. Alle spalle una storia straziante quanto bella: suo figlio Jamie, che da un certo punto in avanti lo aveva sostituito nei viaggi all’estero alla ricerca di nuove piante, era scomparso nella regione montuosa a nord del Vietnam. Il corpo fu ritrovato molti anni dopo, e Taggart decise che i giardini avrebbero continuato a vivere e prosperare in memoria del figlio.

Jim Taggart è morto cinque anni fa. Robbie Lawrence ha trasformato l’esperienza vissuta in quell’eden riscaldato dalla Corrente del Golfo in un libro, A Voice Above the Linn, arricchito da alcune poesie di John Burnside.

Snapshot: 'A Voice Above the Linn' by Robbie Lawrence

A Voice Above the Linn by Robbie Lawrence - Document Scotland

Robbie Lawrence travels the dark backwaters of the Deep South

A Voice Above the Linn by Robbie Lawrence - Document Scotland

Robbie Lawrence and the magic of a secluded botanical garden

INCANTIultima modifica: 2024-11-01T15:37:06+01:00da hyponoia

9 pensieri riguardo “INCANTI”

  1. Mannaggia, per una volta che mi aveva convinto fino in fondo a comperare un libro… e che libro! Non che altri che propone, non meritino. Anzi, i suoi suggerimenti letterari hanno sempre la garanzia della sua competenza e, soprattutto, sensibilità. Questo, però, va detto, solo a sfogliarlo è davvero un incanto, come dev’esserlo l’immenso giardino da lui creato. Un incanto d’eleganza a cominciare dalla copertina. Già, il solo accarezzarla dev’essere emozione al tatto. La bellezza delle foto amplificata dal bianco candore che gli fa da cornice. Foto meravigliose e delicate. Immagino poi, la poetica dei versi che le fanno da sottofondo musicale. Sì, solo a sfogliarlo, anche se in modo virtuale, mi è sembrato di sentire anche gli odori di quel giardino recintato in quelle pagine. Già mi chiedevo dove lo avrei tenuto ed avevo pensato, sì certo, assieme agli altri, ma non nella posizione verticale. E’ un libro che deve stare poggiato sullo scaffale. Disteso nel ripiano più in basso in modo che possa essere guardato. E spazio intorno, come in una radura tutta sua, in modo che i suoi odori non siano confusi dall’odore commerciale degli altri libri. Sì, lo prendo – ho pensato – perché questo è un libro che non ha prezzo… e, invece, non ha prezzo un cazzo. Come il volo di un’ape o farfalla, volteggiando da un fiore all’altro, da una foto all’altra, l’occhio mi si è posato su quel piccolissimo dettaglio. Come l’infarto di un’emozione: trecentosessantacinque virgola novantacinque euri!!! Con un improvviso nodo alla gola, il respiro quasi cianotico e i muscoli irrigiditi, ho faticato ad arrivare alla cassetta dei medicinali. Con la mano sempre più rigida, ho fatto cadere la mia collezione di preservativi alla fragola, al mango ed alla mela delizia prima di trovare, finalmente, una compressa di cardioaspirina che, a fatica, ho infilato sotto la lingua. Quando mi sono ripreso, ero sul pavimento, fra medicine e preservativi. Ho capito che avevo perso i sensi, ma il peggio era passato. L’ho scampata bella. In realtà, sono più fragile di quanto possa sembrare.

    (Buongiorno fannì, in bocca al lupo)

  2. Mannaggia, ce l’ha proprio impresso nel DNA: lui scrive, descrive e sublima ma immancabilmente spoetizza. Ed è lampante come quell’atto sovversivo lo diverta, io lo sento che prima di darsi a me ha già goduto immaginando il mio sconcerto, il mio fremito di disappunto. Oggi ad esempio, sempre per restare fedele alla sua impostazione discorsiva, prima ha magnificato il libro e poi ha avuto da ridire su quei “trecentosessantacinque virgola novantacinque euri”. E poteva fermarsi lì? nossignore, ci è andato giù pesante fino a farsi venire un infarto per “arrivare alla cassetta dei medicinali” e far cadere a bella posta la “collezione di preservativi” dei cui sapori “ovviamente” doveva rendermi edotta. Però, ora che ci penso, proprio lui che è così attento ai particolari ha glissato sulla taglia, dunque mi chiedo: non vuole risultare spavaldo denunciando una doppia x oppure, e ipotizzo senza malizia, sa che nell’eventualità di doversi appuntare sul petto una xs non salirebbe sul podio? Chiusa parentesi.
    Ritornando ai fortini in lattice, se non lo conoscessi come lo conosco, se non sapessi che non è immune ai pruriti dialettici, gli chiederei: ma esattamente che sapore ha la mela delizia? sa di cannella o cosa? Ma sono accorta quanto basta per non proferire parola, perché mi lasciassi andare gli servirei su un piatto d’argento l’opportunità di una replica salace, campo in cui è maestro. Quindi faccio finta di non essere passata da qui e bon.

  3. Buon pomeriggio Arien. Mercoledì vedo il lupo, anche se già da martedì sarò nella sua tana. Per la cronaca, non ho paura del lupo, pezzato o meno che sia dico Viva il lupo! 😉

  4. In fondo era vero, piano piano aveva imparato a conoscerlo e a decodificarne ogni comportamento da sapere sempre e con anticipo dove sarebbe andato a parare. Non a caso, quando lui scese dal treno fu lei ad andargli incontro e, un attimo prima di abbracciarlo, dirgli: “Era ora, se venivi a piedi arrivavi prima!”

    Anche lui, però, aveva imparato a conoscerla. Non così a fondo come lei, ma quanto bastava perché, sceso dal treno, andasse dritto incontro a lei e dicendole: “Finalmente Fannì”, l’avrebbe abbracciata forte.

    Qualche minuto ed il treno ripartì perdendosi il meglio.

    “Mi spiace per il ritardo ma, in ogni caso, temo di non essere io la persona che stesse aspettando”, le disse lui con un sorriso fra il divertito e l’impacciato.
    “Ahahah, dai Gì non fare lo scemo. Ti conosco troppo bene per sbagliarmi”, gli rispose lei prendendolo sottobraccio.
    Un poco più distanti:
    “La prego, guardi che ha sbagliato persona”, gli disse lei uscendo a fatica dall’abbraccio (non solo a fatica, ma anche un poco dispiaciuta perché era stato così stretto che, ad occhio e croce, aveva una taglia XXL).
    “Ahahah, fanculati Fannì. Ti avrei riconosciuta in mezzo a millemila”, le disse lui prendendola sottobraccio.

    Fu così che le due vittime, comprendendo l’errore del destino in cui erano incappati quei due sconosciuti, con una grande sensibilità, pur di non interrompere quei loro due momenti di felicità decisero di stare al gioco finché sarebbe durato.
    🙂

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