Un amore

Image of Man with Hand on Face by Fraser, Ewan (b.1964)

Ewan Fraser, Man with Hand on Face

E poi ci sono i libri letti tanti anni fa di cui non ti ricordi più. Ma se li hai amati, quei libri, quando ti ricapitano tra le mani al senso di colpa non sfuggi. Li diresti un coro d’anime che non vuole fare i conti con la storia. Che raccoglie ma non cataloga. E dunque cancella. Vale per i libri tanto quanto per gli umani: si resta nella memoria di una sola persona. Nei casi più felici si raddoppia. Ma per far breccia in due cuori ci vuole talento. Per la vita o per la pagina scritta.

[…] Accese la quarta sigaretta, ci sarebbe stato da finire un lavoro ma non ne aveva la minima voglia, dopo tutto non c’era urgenza bastava presentarlo sabato e si era appena a martedì, poi quando gli veniva la voglia di fare l’amore lavorare era molto difficile non che Dorigo fosse un tipo molto sensuale e carico di virilità eppure ogni tanto all’improvviso senza apparenti motivi l’immaginazione si metteva a lavorare e tutto il corso dei pensieri cambiava completamente.

Quando poi l’incontro con una ragazza era combinato, il corpo tutto cominciava ad aspettare, era uno stato doloroso ma insieme bellissimo, difficile da spiegare, quasi la sensazione di essere una vittima che si offriva interamente al sacrificio, l’intero corpo nudo, con abbandono e rigurgito di struggenti energie; le quali gli formicolavano in ogni parte delle membra e dei visceri e della carne. Una carica di forza tremenda, tutt’altro che bestiale e cieca, anzi, lirica e piena di turpitudini oscure.

In queste ore Dorigo dimenticava perfino la propria faccia che gli era sempre dispiaciuta, ch’egli aveva sempre giudicata odiosa; e si illudeva di poter essere perfino desiderato.

Nello stesso tempo l’attesa della donna («Sono Tonino, buongiorno sign…» «Ah, è lei? Quanto tempo che…») gli faceva smarrire ogni sicurezza in sé, ch’era così alta nel lavoro. Di fronte alla donna non era più l’artista ormai quasi celebre, citato internazionalmente, il geniale scenografo, la personalità invidiata, l’uomo immediatamente simpatico, lui stesso si meravigliava di riuscire simpatico così subito ma con le donne era tutto diverso, egli diventava uno qualunque, scostante perfino, se ne era accorto un’infinità di volte, le donne restavano intimidite e più lui si sforzava di mostrarsi disinvolto e spiritoso, più era peggio, la donna lo guardava disorientata e quasi impaurita, ci voleva una grande confidenza perché egli ritrovasse se stesso e si mostrasse naturale ma per arrivare a una vera confidenza ce ne occorreva del tempo, gli inizi erano sempre stentati e laboriosi, come invidiava Maronni che dopo tre parole metteva le ragazze a loro agio, alle volte lo odiava perfino dal dispetto, con le donne i suoi prediletti paradossi erano un gioco completamente sbagliato, se ne accorgeva benissimo, invece di far ridere provocavano disorientamento e disagio, loro avevano l’impressione che lui le prendesse in giro o le volesse snobbare. Si consolava un poco al pensiero che a lungo andare la sua classe riusciva quasi sempre a salvarlo, per lo meno a fargli fare una discreta figura, se non a piacere; la donna infatti intuiva, magari odiandola, la sua superiorità intellettuale, chiusa e orgogliosa, che non riusciva a concedersi apertamente eppure come egli avrebbe desiderato invece abbandonarsi senza riserve gioiosamente come un bambino nell’entusiasmo del gioco.

Dino Buzzati, Un amore

Un amoreultima modifica: 2025-01-20T16:13:13+01:00da hyponoia

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