La profezia di Victor Hugo su Notre Dame de Paris

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Si può profetizzare, narrando? Victor Hugo l’ha fatto in un passaggio di Notre-Dame de Paris. Era il 1831.

Tutti gli occhi si erano alzati verso la cima della chiesa. Quel che vedevano era straordinario. In cima alla galleria più alta, sopra il rosone centrale, c’era un’enorme fiamma che montava tra le due torri con turbini di scintille, una grande fiamma disordinata e furiosa di cui il vento a tratti portava via un limbo nel fumo. Sotto quella fiamma, sotto la cupola balaustrata tagliata a trifogli di brace, due grondaie come fauci di mostri vomitavano senza posa quella pioggia ardente il cui argenteo scroscio risaltava nell’ombra della facciata interiore».

Ora, con buona pace dei più scettici, esiste una concatenazione segreta di eventi che fa sì che ogni uomo e tutte le cose seguano il proprio destino. Se davvero l’incendio di Notre-Dame è da attribuirsi ai lavori in corso, bisogna solo confidare nella Provvidenza affinché i danni siano il più possibile lievi, e nella capacità umana di risorgere dalle proprie ceneri.