“Siete bravi a cucinare, cucinate tutto. Bollite l’aria, disossate le esperienze. Preparate al volo squisiti dialoghi al vapore. Se talvolta vi si dice che le vostre risposte non sono credibili, prontamente rigirate la frittata. Rovesciate il problema, che subito somiglia a una risposta pur non essendolo mai. Altro errore del genoma: io credo ancora che il dialogo non serva a veicolare alcunché. Mi piace ascoltare e parlare di tutto, approfondire ogni cosa per estrarre quanto non ci saremmo mai detti, quanto non avremmo neppure pensato. Un’attività per la quale oggi non c’è più tempo“. Paolo Sortino, Demone custode
Se fossi chiamata a bollare con un solo aggettivo il libro di Sortino, non esiterei a stampigliare sulla quarta di copertina un bel “filosofico”. Ma chiamata dal destino a occuparmi d’altro, aderisco al mio e lascio che la lettura sia mero piacere estetico. Però nessuno può impedirmi di rifletterci su.
Le righe seguenti, scritte in un pomeriggio piovoso che sembra riappropriarsi di una totalità perduta, nascono da quell’approfondire ogni cosa, attività che mi vede trascolorare anno dopo anno nella veste di principiante, giacché, volessi mai provare a eccellere in tal senso, tutto quello che saprei fare sarebbe un ripiegare su speculazioni aeree, aliena come sono ai costrutti inoppugnabili. Ma conosco un blogger che negli “approfondimenti” ci sguazza, e infatti quando si dà alla costruzione di cattedrali di parole eviscera e sviscera, fagocita e sputa fuori assunti e deduzioni che non di rado, proprio in ragione della loro ferrea logicità, non colgo appieno. E nondimeno ne sono irretita, perché mi sembrano rifrazioni di una mente che ha familiarità con l’iperuranio.
Caro Arien, ai miei occhi è questo che sei: dialettica e ratio quando mappi la realtà, ma anche sogno quando, come in un gioco di specchi, restituisci lo spaesamento divertito di un uomo che in una stazione dei treni si imbatte in una sconosciuta che si proclama sua intima, e poi affidi a un finale aperto la possibilità che lui viva proprio con quella donna più promettenti turbamenti. E ancora, come dimenticare quel guizzo giocoso che vede, qui sì in barba a ogni logica, un lupo e una gatta discorrere amabilmente, prima che in lei prevalga l’ineffabile ragione del sonno. Con lui pronto a farsene strenuo custode.