Il team UNIGE ha identificato un gene la cui sovraespressione impedisce lo sviluppo del morbo di Parkinson.
La malattia di Parkinson è una malattia neurodegenerativa caratterizzata dalla distruzione dei neuroni dopaminergici. La degenerazione di questi neuroni interferisce con la trasmissione dei segnali che controllano determinati movimenti muscolari e porta a tremori, contrazioni muscolari involontarie o problemi di equilibrio. Oltre alle rare forme monogeniche, la maggior parte dei casi di morbo di Parkinson deriva dall'interazione di diversi fattori di rischio genetici e ambientali. Tuttavia, un elemento comune all'inizio della malattia è la disfunzione mitocondriale nei neuroni dopaminergici. Queste piccole fabbriche all'interno delle cellule sono responsabili della generazione di energia, oltre ad attivare i meccanismi di autodistruzione della cellula quando danneggiata.
Un team di scienziati dell'Università di Ginevra (UNIGE) ha studiato la distruzione di questi neuroni dopaminergici nei moscerini della frutta e nei topi. Gli scienziati hanno identificato una proteina chiave che svolge un ruolo protettivo contro questa malattia e potrebbe essere un nuovo bersaglio terapeutico. La secrezione di questa proteina, come si è scoperto, è regolata da un gene speciale, Fer2. L'assenza di Fer2 provoca condizioni simili al morbo di Parkinson.
I ricercatori hanno testato se l'aumento della quantità di Fer2 nelle cellule potesse avere un effetto protettivo. Quando le mosche sono esposte ai radicali liberi (cosa che accade durante l'invecchiamento), ciò porta alla degradazione dei neuroni dopaminergici. Tuttavia, gli scienziati sono stati in grado di osservare che lo stress ossidativo non ha più un effetto dannoso sulle mosche se producono in eccesso il gene Fer2, supportando l'ipotesi del suo ruolo protettivo. Il prossimo passo è testare l'ipotesi in uno studio su queste persone a rischio di malattia di Parkinson. In precedenza, gli scienziati hanno scoperto che il lavoro nervoso aumenta il rischio di questa patologia e che i primi sintomi del morbo di Parkinson nelle persone possono essere identificati dalla velocità di digitazione.