Un team internazionale di scienziati ha scoperto nuovi biomarcatori che possono essere utilizzati per scopi diagnostici e come strumenti per prevedere i rischi dei voli nello spazio profondo.
Nel loro studio, il team, che comprendeva tre scienziati del Lawrence Livermore National Laboratory, ha esaminato campioni di sangue di astronauti spaziali di circa due decenni prima e dopo il volo. Il coautore dello studio Matt Coleman ha dichiarato: “Sapevamo che l’acido nucleico negli esosomi poteva rimanere intatto per 15-20 anni, ma non eravamo sicuri di come i viaggi nello spazio li avrebbero influenzati e se avremmo trovato esosomi intatti contenenti acidi nucleici nel sangue. astronauti dello shuttle vent’anni fa. Come si è scoperto dopo l’analisi, lo spazio ha cambiato l’RNA negli esosomi degli astronauti. Il risultato dell’analisi degli esosomi degli astronauti rispetto al gruppo di controllo è stato infatti diverso, poiché si trovavano in condizioni di gravità ridotta ed erano esposti a dosi di radiazioni cosmiche”.
Nel loro studio, i ricercatori hanno trovato 27 lncRNA alterati espressi in modo differenziato, o biomarcatori del volo spaziale. Qualcosa legato all’essere nello spazio ha cambiato la quantità di RNA nel sangue degli astronauti. Questi cambiamenti influenzano direttamente i geni che vengono attivati o disattivati in importanti funzioni cellulari associate alla neurodegenerazione, alla salute generale e alle malattie cardiovascolari. In precedenza, gli scienziati hanno condiviso un piano ambizioso per monitorare la gravidanza e il parto nei voli spaziali.