Gli scienziati dell’Università di Hong Kong hanno scoperto che l’efficacia dell’esercizio nelle persone con prediabete dipende dalla microflora intestinale.

Lo studio ha coinvolto 39 volontari maschi a cui è stato diagnosticato il prediabete. Sono stati divisi in 2 gruppi: 20 persone hanno condotto uno stile di vita attivo per 3 mesi e si sono allenati regolarmente, e le restanti 19 non hanno cambiato nulla nel loro stile di vita, dieta ed esercizio fisico. Prima dell’inizio dell’esperimento e subito dopo il suo completamento, i partecipanti al progetto sono stati sottoposti a un’indagine sulla composizione della microflora intestinale e sulle caratteristiche del metabolismo del glucosio.

Nel gruppo che non ha fatto nulla, non sono stati registrati cambiamenti. Ma anche nel gruppo che svolgeva attività fisica regolare, solo il 70% dei volontari ha mostrato un notevole miglioramento del metabolismo del glucosio e una maggiore sensibilità all’insulina.

Un’ulteriore analisi dei dati ha mostrato che in quei pazienti che hanno beneficiato dell’allenamento, la microflora intestinale presentava una serie di differenze rispetto alla microflora di coloro che non avevano beneficiato dell’esercizio. Nel primo sottogruppo, i batteri intestinali producevano più acidi grassi a catena corta ed erano anche più bravi a gestire gli amminoacidi a catena ramificata.

Nella fase successiva, gli scienziati hanno trapiantato feci volontarie in topi obesi. E questo ha portato a un cambiamento nel metabolismo del glucosio e all’insulino-resistenza negli animali.

I ricercatori ritengono che la microflora intestinale influenzi il metabolismo del glucosio e il grado di sensibilità all’insulina. Per le persone con prediabete che non sono aiutate dall’esercizio, un trapianto fecale può essere l’opzione migliore.