L’Agenzia per la scienza, la tecnologia e la ricerca, Singapore, ha scoperto quanto dura SARS-CoV-2 nel corpo.
Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, “long covid” è uno stato patologico in cui i sintomi di COVID-19, come febbre, annebbiamento del cervello, affaticamento, dolori muscolari e mancanza di respiro, persistono dopo un periodo acuto della malattia e non sono spiegato da altre malattie. Gli scienziati hanno scoperto che molto probabilmente questo è causato da antigeni e particelle virali che rimangono nel corpo. Le copie residue dell’RNA genomico virale promuovono la continua replicazione virale nel nucleo della cellula ospite, che può portare alla riattivazione del sistema immunitario e alla reinfezione in caso di aumento del numero di virus. Anche i pazienti asintomatici COVID-19 con cellule virali residue corrono il rischio di trasmettere il virus ad altri. Inoltre, gli antigeni virali residui possono portare a risultati falsi positivi e ridurre l’accuratezza diagnostica.
Il nuovo studio ha valutato se gli antigeni virali residui e l’RNA virale fossero presenti nei tessuti della pelle, del seno e dell’appendice di due pazienti circa sei mesi e 18 mesi dopo la diagnosi di COVID-19. I risultati dello studio hanno mostrato che gli antigeni e le particelle SARS-CoV-2 persistono nei tessuti umani per più di un anno. Queste cellule residue devono essere diagnosticate e distrutte il prima possibile per accelerare il recupero completo, ridurre la possibilità di reinfezione e aumentare l’accuratezza delle procedure diagnostiche.
Sono necessari studi futuri con campioni più ampi, comprese diverse popolazioni di tutto il mondo, per convalidare e standardizzare i risultati dello studio. Ulteriori ricerche aiuteranno anche a determinare il motivo dell’assenza di antigeni SARS-CoV-2 residui e RNA nei tumori al seno e nelle cellule della pelle e determinare se il tratto gastrointestinale è il vero serbatoio del nuovo coronavirus.