L’Università di Westminster (Regno Unito) ha valutato l’impatto del fisico umano sulla gravità del COVID-19 utilizzando la risonanza magnetica
Precedenti studi hanno riportato gli effetti debilitanti di COVID-19 sulla salute del cuore, delle vie respiratorie, dei reni, del fegato e del pancreas. Tuttavia, non è chiaro se questi effetti siano principalmente dovuti a una grave sindrome respiratoria acuta causata dal coronavirus o a farmaci, infiammazione sistemica, età, uso della ventilazione meccanica o inattività prolungata. Per valutare i fattori di rischio, gli scienziati hanno eseguito scansioni MRI su 1.800 pazienti affetti dall’infezione da coronavirus.
Insieme alle immagini MRI, sono stati ottenuti dati demografici, abitudine al fumo, indice di massa corporea, rapporto vita-fianchi e anamnesi del paziente. I ricercatori hanno posto particolare enfasi sulla posizione del tessuto adiposo nella cavità addominale dei pazienti. I risultati dello studio hanno mostrato che mentre gli IDP di grasso epatico, grasso viscerale e volume muscolare erano indicatori predittivi della gravità del COVID-19, il grasso viscerale era il biomarcatore più utile. Il grasso viscerale è tessuto adiposo bianco intorno agli organi, fegato, pancreas, cuore e intestino. Inoltre, secondo i risultati, i fumatori maschi obesi con condizioni di salute sottostanti hanno maggiori probabilità di sviluppare forme gravi di COVID-19.