Per la maggior parte del 20° secolo, il colesterolo è stato considerato quasi il peggior nemico di un corpo sano. Tuttavia, i risultati degli studi condotti negli ultimi anni dimostrano ogni volta che questa caratteristica non è così univoca. Recentemente, i medici hanno iniziato a dividere il colesterolo in “cattivo” e “buono”: il primo si deposita nei nostri vasi, il secondo lo scarica e lo consegna al fegato, dove il colesterolo viene elaborato ed escreto dal corpo.
Oggi si ritiene che sia l’equilibrio di queste due varietà ad essere importante, e l’abbassamento del colesterolo, al contrario, è tutt’altro che il miglior indicatore, perché è necessario per la sintesi di alcuni ormoni, così come la vitamina D. Anche il rifiuto di cibi grassi per abbassare il livello di questa sostanza è dubbio.
Il burro fa bene alla salute
Il fatto è che circa l’80% del colesterolo contenuto nel corpo è prodotto dal fegato, e solo il restante 20% ci viene dal cibo. Di conseguenza, con una diminuzione del livello di colesterolo proveniente “dall’esterno”, il nostro corpo cercherà di compensare la sua carenza, che, al contrario, può portare ad un aumento del contenuto di questa sostanza nel sangue.
Secondo il leader dello studio Albert Salehi, esiste un recettore GPR183 nel pancreas che si attiva al contatto con uno dei prodotti del colesterolo prodotti dal fegato. Questa scoperta potrebbe consentire lo sviluppo di un modo per bloccare la connessione di questo recettore con il colesterolo o, al contrario, attivarlo. Questo può essere utile per le persone con bassi livelli di colesterolo che impediscono loro di produrre abbastanza insulina, e viceversa per ridurre la quantità di insulina nel corpo. Dopotutto, un aumento del livello di insulina può influenzare l’aumento dell’appetito e, di conseguenza, il peso. Per non parlare del rischio di diabete.