LIBRO: Porte d’Italia di Edmondo De Amicis

 

De Amicis Edmondo

EDMONDO DE AMICIS, ALLE PORTE D’ITALIA, TREVES, 1892

Il classico di Edmondo De Amicis “Alle porte d’Italia”, fu pubblicato la prima volta nel 1884.

Il legame tra De Amicis e il pinerolese si consolidò nel corso degli anni: trascorse alcune villeggiature estive prima a Piscina presso Cumiana ( 1879 e 1880 ) e poi a Pinerolo dal 1882 al 1884 nella villa Accusani ( denominata “La Graziosa” ) che si trova sulla collina di San Maurizio, in Viale Gabotto, «un punto particolarmente felice per la sua posizione panoramica ma anche per il ricco patrimonio di memorie storiche che il sito racconta».

De Amicis aveva pensato di intitolare il volume “La città dei Principi d’Acaia”, «un evidente segnale di quanto fosse sensibile al ruolo di Pinerolo nella storia della casa sabauda e dei suoi antichi fasti; fu l’editore a suggerire quello che diventò il titolo del libro, una sorta di definizione geografico-politica, di certo più accattivante e sicuramente più consona al momento».

EMANUELE FILIBERTO A PINEROLO

Il signor Giovanni Battista Lombriasco, notaro di Pinerolo, buon cristianaccio, scarso di clienti e di fortuna, ma assestato nei suoi affari, onesto fino alla dabbenaggine, patriotta di cuore, infarinato di latino, e ancora forte e florido benchè scendesse già dalla parte peggiore della sessantina, era tutto glorioso quando si poteva mostrare sul terrazzino del suo piccolo quartiere di piazza San Donato in compagnia di Don Enrique de Benavides, nobile catalano, suo cliente.

E non gli passava nemmeno per il capo che i maligni potessero attribuirgli il matto proposito di convertire il cliente in genero. — “Tanto non lo accecaua la uanità di padre che a tale sposalitio potesse riuolgere sue speranze.„ — Così dice ( e io ci credo ) uno scartafaccio giallognolo, pieno di raspatura di
gallina, col quale un nipote del buon notaro intese di mandare alla posterità un “caso molto mirabile„ seguìto nella sua famiglia; scartafaccio che dormì per più di tre secoli, sotto molte altre carte
mal decifrabili, in mezzo agli atti consolari della città di Pinerolo.

Il nobile Enrique de Benavides, venuto qui da Gerona per la questione intricata d’una eredità lasciatagli da un parente di sua madre, colonnello francese, non si capisce se Mortier o Mornier, del presidio di Pinerolo, aveva affidato l’affare proprio al notaro Lombriasco per la riputazione d’uomo integerrimo di cui
godeva; ma avrebbe potuto attestare alla città intera che un mese e più dopo il primo abboccamento, e quando già s’era stabilita fra loro una certa dimestichezza, il delicato notaro non gli aveva ancora fatto parola della sua famiglia. La relazione era nata per puro accidente.

Un giorno che il Benavides stava ad aspettare nello studio notarile, la señorita Evelina, certa di trovarci suo padre solo, era entrata festosamente, d’un salto, tenendo spiegata davanti a sè una stampa che rappresentava la battaglia di San Quintino, e che le era arrivata allora per le poste, desiderata da
lungo tempo. Visto appena quel signore, aveva fatto l’atto di ritirarsi, vergognandosi e chiedendo scusa; ma era rimasta come inchiodata là dalla maraviglia e dalla gioia quando il signore catalano, letto di sfuggita il titolo vistoso della stampa, aveva detto in tuono di gentile rispetto, e con molta semplicità: — Si occupa della battaglia di San Quintino, señorita ? Io ci sono stato …….

Edmondo De Amicis

Edmondo De Amicis nacque in piazza Vittorio Emanuele I, ora intitolata a suo nome, ad Oneglia, prima che fosse accorpata a Porto Maurizio e ad altri 9 comuni nell’unica città di Imperia nel 1923. All’età di due anni, però, la sua famiglia si trasferì in Piemonte, dapprima a Cuneo, dove il piccolo Edmondo studiò alle scuole primarie, quindi a Torino, dove frequentò il collegio Candellero.

Era di famiglia benestante: il padre Francesco (1791-1863), d’origine genovese, copriva mansioni di regio banchiere di sali e tabacchi. La madre, Teresa Busseti, faceva parte dell’alta borghesia. Sia la sua casa ligure (poi diventata sede della Guardia di Finanza) che quella di Cuneo (poi diventata caserma militare “Carlo Emanuele”, ai bastioni di Stura, con vista sul Monviso) furono ampie ed eleganti.

Dal 1877 circa De Amicis si stabilì in Piemonte, viaggiando tra la casa di Torino e quella di Pinerolo (a circa 40 km da Torino), soprattutto durante i mesi estivi, presso l’elegante villa D’Aquiland, chiamata successivamente villa Accusani e quindi denominata La Graziosa (sul viale Gabotto, in quartiere San Maurizio). Qui scrisse Alle porte d’Italia, dedicato alla città e ai territori valligiani circostanti (un esempio per tutti, il capitolo de Le termopili valdesi, ambientato in zona Gheisa ‘dla tana di Angrogna). Nel 1884 la città di Pinerolo gli conferì la cittadinanza onoraria, con tanto di diploma datato 4 aprile.

De Amicis è conosciuto per essere l’autore del romanzo Cuore, uno dei testi più popolari della letteratura mondiale per ragazzi. ( Wikipedia )

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LIBRO: Porte d’Italia di Edmondo De Amicisultima modifica: 2019-12-29T23:40:23+01:00da tiberis1