Letture by Libreria Aiace Roma Montesacro

Freud

Freud: Opere 1886-1895

Questo primo volume delle Opere di Sigmund Freud si apre con la Relazione sui miei viaggi di studio a Parigi e a Berlino e si conclude con gli Studi sull’isteria, scritti in collaborazione con Josef Breuer. Oltre alla «Comunicazione preliminare», scritta a quattro mani, il testo contiene i casi clinici di isteria trattati e firmati da ciascuno dei due autori. Si tratta di un lavoro di estremo interesse, perché vi è concentrata la matrice della psicoanalisi; vi si trovano sovrapposte le varie fasi di sviluppo della tecnica psicoanalitica: l’uso dell’ipnosi nella diretta inibizione dei sintomi, e poi per l’esplorazione di remote esperienze dimenticate, e infine la sua sostituzione con la nuova tecnica d’indagine che diventerà la psicoanalisi. Per la loro ricchezza concettuale, gli Studi sull’isteria fanno presagire i futuri sviluppi della dottrina freudiana, e il lettore ha l’impressione di assistere concretamente alla nascita della psicoanalisi. ( Boringhieri )

 

Un po’ di Emozioni di Fernanda Pivano

C’è un libro dal titolo Un po’ di emozioni ( Fandango ), in cui per la prima volta Fernanda Pivano si racconta liberamente, parla di sentimenti e di vita. L’infanzia a Genova e la giovinezza a Torino, poi Milano e il primo viaggio in America a 20 anni. I suoi amori, la lotta partigiana, ma anche i viaggi in Oriente.

” Ho preferito lasciarle indovinare delle storie, dei personaggi, dei luoghi raccontati. Quello che mi sono chiesta io è stato come sarei riuscita a descrivere lo sconquasso dei miei sentimenti quando mi sono ritrovata, finalmente, sulla tomba di Hemigway e su di quella di Kerouac, o sulla lapide di Ginsberg; o quando ho rivisto la City Lights, quasi irriconoscibile se non fosse stato per le insegne orgogliose di un passato diventato glorioso, uguali a quelle che accoglievano quarant’anni fa poeti animati da sogni e speranze che parevano troppo dirompenti per venire accettati. O forse soltanto capiti. A farmeli capire erano state le mie emozioni, così simili alle loro, isolate in una esistenza che non avrebbe potuto essere più diversa dalla loro nella mia ambigua posizione di vittoriana anarchica che mi aveva permesso, vent’anni prima, di affondare nei sogni e nelle speranze dello scrittore che ha cambiato il modo di scrivere su tutto il Pianeta, come questi poeti ne hanno cambiato il modo di vivere. “

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Storia del Buddhismo

Secondo la tradizione buddhista, il Buddha storico, Siddhārtha Gautama (sanscrito) o Siddhattha Gotama (pāli), del clan dei Śākya, nacque nella cittadina di Kapilavastu (sanscrito) o Kapilavatthu (pāli), odierna Tilaurakot, nel Nepal, all’inizio dell’epoca di Magadha (546-324 a.C.); è perciò anche chiamato Śākyamuni (“saggio dei Śākya”).

Dopo una giovinezza spesa nel lusso sotto la tutela del padre Śuddhodana, re di Kapilavastu (in seguito inglobato dallo stato di Magadha), Siddhārtha entrò in contatto con la realtà del mondo e concluse che la vita reale fosse fatta di ineluttabile sofferenza; rinunciò così alla sua vita di agi per diventare un asceta dedito all’automortificazione. Compresa però l’inutilità di questa pratica, cercò di trovare una propria strada, un cammino di moderazione distante dagli estremi di auto-indulgenza e auto-macerazione.

Sotto un fico sacro, oggi conosciuto come Albero della Bodhi, fece voto di meditare immobile finché non avesse trovato la Verità; dopo tre giorni e tre notti ottenne l’Illuminazione, ma restò nel luogo per altre sette settimane ponderando le sue scoperte. Dopo di ciò, cominciò a viaggiare nella pianura del Gange insegnando la sua dottrina (Dharma) e raccogliendo discepoli da tutte le caste e popolazioni, e fu chiamato o si fece chiamare Buddha, cioè Risvegliato. Poiché tutte le correnti buddhiste riconoscono l’esistenza di altri Buddha oltre a quello storico, è più corretto indicarlo come Gautama Buddha o, come viene spesso indicato in diversi sutra, Buddha Śākyamuni. ( Wikipedia )

 

1943 Declino e caduta della Wehrmacht

Il 1943 fu l’anno horribilis della Wehrmacht. La sconfitta in Tunisia, lo sbarco alleato in Sicilia, la battaglia di Kursk, l’avanzata sovietica a Orel e, infine, lo sbarco a Salerno, furono eventi che segnalarono l’impossibilità, per le forze armate naziste, di vincere la guerra.

La Wehrmacht non stava difendendo la madrepatria, bensì stava combattendo per mantenere conquiste remote, conseguite con una brutale guerra di aggressione.

Eppure l’elite militare tedesco-prussiana, figlia di una cultura bellica basata sul concetto della guerra di movimento e sul principio che la forza di volontà del comandante può prevalere sulle condizioni avverse, fece un respiro profondo e sperò che con qualche accorgimento tattico ed un po’ di fortuna le sorti del conflitto non fossero segnate.

Il conflitto durò ancora due anni, e la responsabilità di ciò è da addebitarsi non solo alla “follia” hiitleriana, ma anche e soprattutto alla casta degli ufficiali prusso-tedeschi che non potevano neppure immaginare di perdere la guerra, perché ciò avrebbe significato far perdere senso e significato al loro gruppo di potere.

Come disse un generale tedesco alla vigilia dello sbarco alleato in Sicilia: “un immediato e temerario assalto verso il nemico, è questa la mia specialità”. E per eseguire questa “Totenritt”, questa cavalcata mortale, la fede doveva sostituire il pensiero razionale: bisognava insomma smettere di pensare. ( Centro Eirene )

Gregory Corso: Poesie – Beat generation

Nato da madre abruzzese e da padre calabrese, fu uno dei poeti statunitensi della Beat Generation, come Kerouac, Ginsberg, Ferlinghetti e Burroughs.
Giramondo come i suoi colleghi più noti, Jack Kerouac e Allen Ginsberg, si avvicinò alla cultura ed alla letteratura nel periodo in cui entrava ed usciva dal riformatorio “…era leggendo Shelley in un carcere minorile che aveva cominciato a scrivere poesie, a sognare la Bellezza con la B maiuscola, a immaginare mondi stellati non legati ai fili della logica inesplicabili”.  «Beat è il viaggio dantesco, il beat è Cristo, il beat è Ivan, il beat è qualunque uomo, qualunque uomo che rompa il sentiero stabilito per seguire il sentiero destinato»
Di Gregory Corso, la scrittrice Fernanda Pivano disse: ” insolente al di là del sopportabile e strafottente nella più assoluta imprevedibilità qualunque cosa abbia detto o scritto ha sempre rivelato il dono di non dire mai una sciocchezza”.
Diceva di lui invece Jack Kerouac: “Gregory era un ragazzino duro dei quartieri bassi che crebbe come un angelo sui tetti e che cantava canzoni italiane con la stessa dolcezza di Caruso e Sinatra”. ( Wikipedia )

Tutta Casa Letto & Chiesa

Si tratta di sei monologhi scritti da Dario Fo e Franca Rame e recitati da quest’ultima. Il contenuto fa riferimento alla condizione femminile, e dal ’77 all’85 modifica i propri contenuti in funzione degli eventi politici che coinvolgono la società civile.
Tra i monologhi: Una donna sola; La mamma frichettona; Abbiamo tutte le stessa storia; Medea.
La mamma frichettona
Il monologo inizia con la donna che per sfuggire alla polizia nel corso di una manifestazione, entra in una sagrestia e finge di confessarsi. Si tratta di una donna della normale borghesia che a suo tempo ha avuto un figlio, che ha cresciuto con tanto amore. Ma il figlio, crescendo, a scuola, assieme ai suoi compagni si arruola nella contestazione, partecipa a manifestazioni, subisce cariche della polizia, viene ferito dalle manganellate. Inutilmente la mamma cerca di metterlo in guardia, di sconsigliarlo. Alla fine pensa che l’unica cosa per proteggerlo è quella di seguirlo. E così anche lei entra nelle manifestazioni, più o meno violente, subisce le cariche della polizia, e alla fine, in una di quelle più aggressive, finisce di perdere il figlio, del quale non riesce ad avere più alcuna notizia. Finisce per entrare in comunità di tipo hippies, prova la droga, l’hascis, poi la distribuisce, diventa quasi una celebrità: la mamma frichettona. Il rapporto con il figlio, che all’inizio è stata la causa del suo scendere in piazza, alla fine diventa un rapporto analogo a quello che ella ha con tutti i giovano contestatori che finiscono per trovare in lei una specie di guida.
Medea
È il racconto di Medea, che aiuta Giasone a conquistare il vello d’oro, e poi parte con lui dopo avere ucciso il fratello e il genitore che si opponevano. I due convivono e hanno due figli. Col passar del tempo, Medea invecchia, e il suo diventa il destino di tutte le donne: quando invecchiano il loro uomo si sente autorizzato ad abbandonarle per andare a vivere con una più giovane. In questo caso, Giasone sposa la figlia del re. Medea si ribella, la trova una ingiustizia, ma tutti la invitano ad accettare il destino: ci sono due figli da allevare, d’altra parte Giasone è un uomo e agli uomini tutto è permesso. Ma Medea non ci sta. Capisce che figli, che pure lei ama spasmodicamente, sono il giogo che l’uomo mette sul collo della donna per costringerla a subire la sua volontà. E allora prende la decisione atroce: uccide i due bambini, liberandosi dal giogo e vendicandosi di Giasone. Poi su un carro alato si alza e si dilegua nel cielo.
Tratto da http://www.dicoseunpo.it/

 

Libreria Aiace Roma in via Ojetti 36 Montesacro – Nomentana – Talenti

La libreria Aiace di via Ugo Ojetti 36, Roma, è un punto speciale per i lettori e le lettrici di Roma. Ci potete trovare saggi, romanzi, riviste, raccolte di poesie a prezzi incredibili, perché la caratteristica comune a tutti questi libri è che sono usati. Nessun imbarazzo, quindi: aprendo a caso una pagina o iniziando a divorare il testo non si ha la sensazione di profanare qualcosa di sacro che andrebbe conservato così com’è, bianco, immacolato e senza orecchie laterali. Qualcuno prima di voi ha già letto quel libro e lo ha già arricchito di quella patina antica che lo rende così prezioso.

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Aggiornato al 20 Settembre 2022

Letture by Libreria Aiace Roma Montesacroultima modifica: 2020-06-15T14:01:25+02:00da tiberis1