Letture Natalizie by Libreria Aiace Roma Montesacro

Etruschi

Le Strade Etrusche

L’aumento dello scambio commerciale tra popolazioni distanti di prodotti agricoli, olio, vino, ceramica e ferro, quest’ultimo materiale molto pesante da trasportare, ha reso necessario non più il semplice utilizzo di animali da soma ma carri grandi, pesanti ed ingombranti.
I percorsi scelti dai commercianti sono poco accidentati, con pendenze adatte al transito di carovane; le Vie etrusche sono costruite adattando e migliorando i preesistenti tracciati della transumanza e delle mulattiere, a volte aprendo nuovi percorsi dove ponevano Stazioni di Sosta con abbeveratoi, fieno per gli animali, legna da ardere prodotti alimentari per i carovanieri, maniscalchi per ferrare muli e cavalli, carpentieri per riparare i carri. In questo modo le carovane potevano percorrere tratti lunghissimi per raggiungere città e popolazioni sempre più distanti.
Gli Etruschi hanno costruito anche basi portuali alla foce dei fiumi per sfruttare commercialmente le vie d’acqua. I commercianti navigatori risalgono con le imbarcazioni i fiumi, sfruttando percorsi stradali lungo il corso del fiume necessari al traino delle imbarcazioni controcorrente. Nei tratti in cui il fiume per sua conformazione non era navigabile si proseguiva su mulattiere per poi riprendere il percorso d’acqua dove diventava di nuovo navigabile. ( Tratto da Etruscan Corner )

Le Abbazie del Lazio

Le Abbazie del Lazio rappresentano, insieme ai Santuari, ai Monasteri, ai Conventi e agli Eremi, i principali luoghi di culto del Lazio. Luoghi, quindi, che arricchiscono notevolmente il patrimonio storico e artistico di questa regione. Molte Abbazie conservano opere d’arte sia di grande pregio che di notevole importanza culturale. Spesso sono stati centri di eventi storici che hanno segnato in un modo o nell’altro la storia del Lazio e d’Italia. Prima fra tutte l’Abbazia di Montecassino tra le più importanti presenti nella nostra penisola.
Altri luoghi di culto sono una grande testimonianza della storia religiosa del Lazio come la splendida Abbazia di Fossanova all’interno del borgo medievale omonimo, l’Abbazia di Valvisciolo affascinate e misteriosa che si affaccia sull’Agro Pontino e l’Abbazia di Farfa che nel corso degli anni ha assunto una sempre maggiore attenzione da parte dei devoti e, soprattutto, dei turisti provenienti da ogni parte del Lazio e d’Italia. ( Tratto da LazioNascosto.it )

Subiaco Monastero

Ferrara, le sue origini nel MedioEvo ?

Non esistono fonti certe sull’etimologia del nome Ferrara anche se appare molto probabile che non nasca in epoca romana e che quindi sia comparso successivamente, nel medioevo. Del resto la città è nata relativamente tardi rispetto ad altri insediamenti vicini come Ravenna, Spina e Voghenza. È senza fondamento anche la derivazione biblica; nessun Ferrato è mai citato nel testo sacro. Mitico pure il fatto che la città sia stata fondata da un certo Marco che qui sarebbe giunto accompagnato, tra gli altri, da una ragazza troiana di nome Ferrara. Si vorrebbe che l’immagine di tale fanciulla sia quella che compare scolpita sulla porta minore della cattedrale, a destra, e detta anticamente Madonna Frara. Si è pensato al ferro che veniva lavorato nel territorio o che il nome sia venuto dal farro, il cereale molto usato dai romani e abbondante nel ferrarese; Farraria, cioè terra dove si coltiva il farro. Altra supposizione è legata alle importanti fiere che si tenevano in zona due volte l’anno. Il luogo dove queste si svolgevano veniva chiamato Feriarum area ( Piazza delle Fiere ). Certo è che la prima sede vescovile sorta dopo il trasferimento forzato da Voghenza veniva chiamata Ferrariola  (Forum Alieni ) e che poco dopo, nel VII secolo, fu fondato il Castrum Ferrariae, più comunemente noto come Castrum bizantino ( Wikipedia )

 

Libreria Aiace Roma in via Ojetti 36 Montesacro – Nomentana – Talenti

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Libri & Letture

Aggiornato al 17 Settembre 2022

L’Emozione della Lettura by Libreria Aiace Roma Montesacro

Russia.San Pietroburgo

SOLOMON VOLKOV, SAN PIETROBURGO, MONDADORI, 1999

Solomon Volkov, attraverso i ritratti delle grandi personalità che vi hanno vissuto, l’autore traccia la storia di San Pietroburgo, una delle città più belle e affascinanti del mondo.

Data di fondazione della città è considerato il 27 maggio 1703 (16 maggio nel calendario giuliano allora in vigore), allorché Pietro il Grande fece iniziare gli scavi della fortezza dei Santi Pietro e Paolo sull’isola delle Lepri, al centro della Neva, in una zona paludosa e selvaggia, praticamente disabitata, dove il fiume sfocia nel golfo di Finlandia. Il nome originale di Sankt Peterburg era stato conferito in lingua nederlandese, poiché Pietro il Grande aveva vissuto e studiato sotto mentite spoglie nei Paesi Bassi per un periodo di tempo ed era divenuto un grande ammiratore della corte e dell’architettura nederlandese.

La città venne concepita fin dall’inizio come porto commerciale e base navale. Nello storico primo viaggio di uno zar nel mar Baltico, a bordo della fregata Standard, Pietro trovò adatta ad un’installazione militare a protezione del porto l’isola posta quindici miglia al largo della foce che presto diventerà Kronštadt.

Un po’ alla volta, nella mente del sovrano prese forma l’idea di una città vera e propria, costruita dal nulla, in una zona peraltro totalmente inospitale. Affidò così l’opera all’architetto ticinese Domenico Trezzini, che aveva da poco realizzato per Federico IV di Danimarca fortificazioni costiere e l’edificio della borsa, e ad architetti di scuola italiana.

La città finì per rappresentare per Pietro la fuga da tutto ciò che non sopportava della vecchia Russia e fu destinata ben presto a divenire la nuova capitale dell’Impero russo. In virtù della sua posizione era una “finestra sull’Occidente”, che permetteva scambi commerciali e culturali. L’obiettivo era tra l’altro quello di fare della Russia uno dei principali partner commerciali della Gran Bretagna. La città si prestava inoltre a divenire la principale base della marina di Pietro il Grande. ( Wikipedia )

 

ARMAND PUIG: I TARRECH, GESÙ, EDIZIONE SAN PAOLO, 2007 – RISPOSTA AGLI ENIGMI

Armand Puig i Tàrrech, nato a La Selva del Camp nel 1953, è professore di Nuovo Testamento presso la Facoltà di Teologia della Catalogna e sacerdote dell’arcidiocesi di Tarragona, dove dirige l’Istituto Superiore di Scienze Religiose SantFructuós. È codirettore del Corpus Biblicum Catalanicum e coordinatore della Bíblia Catalana Interconfessional, nonché autore di numerose opere di esegesi neotestamentaria e di storia medioevale. Presso le Edizioni San Paolo ha pubblicato Gesù. La risposta agli enigmi( 2008 ) e I vangeli apocrifi ( 2010 ).

Gesù di Nàzaret è esistito veramente ? Di quali documenti disponiamo ? I quattro vangeli hanno un fondamento storico ? E cosa nascondono gli scritti apocrifi ? Gesù ebbe davvero fratelli e sorelle ? Si sposò ? Conobbe la comunità essena di Qumran ? Cos’è il regno di Dio che predicava ? E chi erano, nella realtà, i suoi dodici apostoli ? Con instancabile rigore e un linguaggio accessibile a tutti, Armand Puig raccoglie, verifica e ordina gli infiniti indizi che decenni di ricerche hanno portato alla luce. Ne esce un racconto ponderato, storicamente fondato e di straordinaria solidità, che cambierà per sempre il vostro modo di leggere il vangelo.

Vranov, Slovakia. 2019/8/22. Icon of the Christ Pantocrator (Christ "Almighty" or "All-powerful" or "Ruler of All" or "Sustainer of the World"). The church of Saint Elijah. Convent of the Holy Trinity

CARL ARNOLD WILLEMSEN, L’ENIGMA DI OTRANTO, CONGEDO EDITORE 1980

Il mosaico pavimentale della Cattedrale di Otranto è eseguito tra il 1165 e il 1167 dal prete Pantaleone: l’unico superstite di una famiglia di pavimenti simili, di cui rimangono lacerti e frammenti nelle Cattedrali di Trani, Brindisi e Taranto.
Un’opera, questa del prete Pantaleone, al centro di una larga attenzione da parte di storici, filologi, iconologi per i numerosi e complessi problemi che presenta non solo sul painao tecnico e stilistico, ma anche su quello interpretativo e contenutistico.
La pluralità dei temi ispirati alle fonti bibliche, ai cicli mitologici, agli elementi della quotidianità, la stretta simbiosi di storia sacra e di storia profana secondo uno schema di periodizzamento riveniente da categorie teologiche; la finalità didattica e pedagogica, scandite secondo i canoni della Bibbia pauperum; i raffronti con un’area di intervento artistico che annovera le grandi e più eccellenti opere musive della Cappella Palatina e della Martorana a Palermo, della Cattedrale di Monreale e del catino absidale di Cefalù, fanno di quest’opus taessallatum un campo di rilettura sempre più suggestivo e affascinante.
Una rilettura che non può prescindere, oltre che dall’ambiente, dal particolare carattere del territorio idruntino teatro di esperienze culturali diverse, ellenistico-orientale, bizantina, nordico-occidentale, confluite, attraverso lunghi processi e ricorrenti stagioni, entro un preciso alveo di civiltà, dove lo stesso sincretismo originario è mirabilmente condotto a unità. ( Fonte: Congedo Editore )

 

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Aggiornato al 3 Febbraio 2024

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