Letture by Libreria Aiace Roma Montesacro

Alba.3

La Tragedia della Val di Stava ( Tesero )

Il disastro della Val di Stava fu un’inondazione di fango che si verificò il 19 luglio 1985, nella Val di Stava, provincia autonoma di Trento, in Italia, che provocò la morte di 268 persone. L’inondazione fu causata del cedimento degli argini dei bacini di decantazione della miniera di Prestavel, che causarono la fuoriuscita di circa 180 000 m 3 di fango, che travolse violentemente l’abitato di Stava, nel comune di Tesero. È nota per essere stata una delle più grandi tragedie che abbiano colpito il Trentino-Alto Adige in epoca moderna.

La miniera di Prestavel è situata sulle pendici meridionali del monte Prestavel nel massiccio di Santa sovrastante la valle di Stava. Venne sfruttata in modo saltuario fin dal XVI secolo per la produzione di galena argentifera. Nel 1934 venne accertato l’interesse estrattivo di alcuni filoni di fluorite. Venne gestita dopo la seconda guerra mondiale dalla società Montecatini, alla quale subentrarono fino al 1978 società del gruppo Montedison e quindi dei gruppi EGAM ed Eni. Dal 1980 al 1985 fu gestita dalla società Prealpi mineraria.

Al di sopra dell’abitato di Stava, in località Pozzole, venne costruito nel 1961 il primo bacino di decantazione, dove veniva fatto decantare il materiale di scarto della miniera. L’argine di tale bacino dai progetti iniziali che lo limitavano a 9 m, superò i 25 m. Dal 1969 fu realizzato un secondo bacino di decantazione, a monte del primo. Complessivamente, tra bacino inferiore e superiore si arrivò a circa 50 m di argine. ( Wikipedia )

 

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Chi è Felice in Russia ?

Nikolaj Nekrasov nacque a Nemirov, nell’Oblast di Vinnycja, in Ucraina. Il padre Aleksej era una persona volgare e illetterata, nobile di provincia e ufficiale dell’esercito; anche la madre, la polacca Aleksandra Zakrzewska, vantava origini nobili.

Lasciati gli studi che aveva iniziato nell’Università di San Pietroburgo, Nekrasov debuttò nel 1840 con l’antologia di poesie Sogni e suoni, criticata da Vissarion Grigor’evič Belinskij, che tuttavia divenne in seguito suo amico e ammiratore della sua opera più matura. S’impegnò con bravura e con senso degli affari in un ciclo di progetti editoriali.

L’ultima opera di Nekrasov, Chi è felice in Russia? ( 1866-1877 ), è pure il suo capolavoro, edito dopo la sua morte. La trama narra di sette contadini che vagabondano in tutta la Russia per trovare i motivi della propria tristezza, finisce con intonazioni di felice speranza nel futuro.

Il popolo russo identificò Nekrasov come il «suo» poeta e gli rese omaggio con un funerale che fu uno dei più emozionanti tributi di popolo mai dimostrate a uno scrittore.

Gulag: Il sistema dei Lager in URSS

Gulag ( Glavnoe upravlenie ispravitelno-trudovych lagerej, Direzione principale dei campi di lavoro correttivi – spesso scritto GULag ) è stato il ramo della polizia politica dell’URSS che costituì il sistema penale dei campi di lavoro forzato. Benché questi campi fossero stati pensati per la generalità dei criminali, il sistema è noto soprattutto come mezzo di repressione degli oppositori politici dell’Unione Sovietica.

Il tasso di mortalità nei gulag sovietici nell’anno prebellico era tra il 3 e il 7%, durante la guerra raggiunse il 17%, viste le scarse condizioni di vita, e negli anni del dopoguerra tra lo 0,4 e l’1,2%.

Le assurde quote di produzione, la brutalità, la fame e la durezza di condizioni furono le principali ragioni dell’alto tasso di mortalità, che raggiungeva in molti campi anche l’80% nei primi mesi.

Il taglio e trasporto del legname e il lavoro in miniera erano le attività più comuni e più dure. In una miniera la quota di produzione pro capite poteva raggiungere i tredicimila chili di minerale al giorno. Mancare la quota significava ricevere minori razioni di sostentamento, un ciclo che di solito causava conseguenze fatali, passando attraverso la spossatezza e devitalizzazione. Un uomo in queste condizioni era soprannominato dohodyaga, traducibile approssimativamente con “spacciato”.

I detenuti erano spesso costretti a lavorare in condizioni disumane. A dispetto del clima duro, non erano mai adeguatamente vestiti, nutriti, trattati medicalmente in modo appena sufficiente, né veniva loro fornito alcun mezzo per combattere l’avitaminosi che conduceva a malattie come lo scorbuto o sindromi quali la cecità notturna, detta anche cecità del pollo. Il valore nutrizionale di una razione minima giornaliera era intorno alle 1.200 kilocalorie (5000 kilojoule), principalmente da pane di bassa qualità (distribuito in base al peso e chiamato paika ). Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità la necessità minima per un lavoratore pesante è compresa tra le 3.100-3.900 kilocalorie (da 13.000 a 16.300 kJ) giornaliere.

Le condizioni di lavoro erano talmente insopportabili che alcuni prigionieri si provocavano volontariamente gravi lesioni o addirittura amputazioni pur di restare a riposo per un certo periodo.

Gli amministratori rubavano ordinariamente dagli accantonamenti per guadagno personale e per ottenere favori dai superiori. Di conseguenza, i reclusi erano costretti a lavorare ancora più duramente per colmare la differenza. Gli amministratori ed i fidati (prigionieri assegnati a svolgere i lavori di servizio del campo stesso, quali cuochi, fornai e magazzinieri, soprannominati pridurki ) scremavano i medicinali, i tessuti e i generi alimentari più nutrienti.

In alcuni campi si praticava la selezione per eliminazione: quando i prigionieri si allineavano per il turno di lavoro, all’ultimo che si presentava si sparava come monito per gli altri, oppure gli si negava la razione giornaliera di cibo. ( Wikipedia )

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Rivolta contro il Mondo Moderno

Rivolta contro il mondo moderno è un libro del filosofo e pensatore tradizionale Julius Evola, considerato unanimemente la sua opera più importante. Fu pubblicata per la prima volta dall’editore Hoepli di Milano nel 1934.
Si tratta di uno studio di morfologia delle civiltà e di filosofia della storia. Il termine rivolta, come dice lo stesso Evola, non corrisponde al contenuto: «perché non si tratta di uno scritto polemico, l’istanza polemica, la “rivolta”, se mai, è implicita, è una ovvia conseguenza».
L’opera è suddivisa in due parti: la prima si intitola Il mondo della tradizione, la seconda Genesi e volto del mondo moderno.
La prima parte è interamente dedicata ad uno studio comparato delle dottrine delle civiltà tradizionali in cui l’autore indica i principi fondamentali secondo cui si manifesta la vita dell’uomo tradizionale: la dottrina delle due nature, l’esistenza di un ordine fisico e di uno metafisico. Segue l’indicazione del modo con cui l’uomo della tradizione concepisce il diritto, la legge, la guerra, la proprietà, le relazioni fra i sessi, l’immortalità e la razza.
La seconda parte contiene invece un’interpretazione della storia su base tradizionale: si parte dalle origini dell’uomo per arrivare al concetto moderno di evoluzione in senso darwiniano che, secondo la tradizione, è considerato un regresso, un’involuzione. L’autore traccia un affresco della storia letta secondo lo schema ciclico tradizionale delle quattro età: oro, argento, bronzo e ferro nella tradizione occidentale ( Esiodo ) e satya, treta, dvapara e Kali Yuga in quella orientale ( induismo ). ( Wikipedia )
Evola

Il Cuore della Vita Giapponese

Kokoro, in giapponese, può significare «mente», «spirito», «sentimento», «emozione», «pensiero», ma Lafcadio Hearn tradusse questa parola forse in uno dei modi migliori: «il cuore delle cose. Questa raccolta di quindici scritti tocca gli aspetti più profondi della vita giapponese, e contiene alcuni dei più bei racconti che Hearn poté ascoltare durante gli anni trascorsi in quel Paese. Visto con i suoi occhi, il Giappone è un luogo misterioso e romantico, uno sguardo che ha molto influenzato l’idea che l’Occidente, allora, andava formandosi di una cultura esotica e ancora, tutto sommato, insondabile.
In questo libro il Giappone di quei tempi, con la sua etica radicata e diffusa dalle classi più elevate fino a quelle più popolari, i suoi assiomatici doveri del rispetto e del sacrificio, della generosità fino al dono della propria stessa vita, con quella spiritualità profonda che è caratteristica di tutto l’Oriente, offre a Hearn lo spunto per una critica lucidissima e spietata – tanto moderna da essere profetica – dell’Occidente capitalistico, con le sue città disumane, mostruose, inquinate, dove alla pretesa della ricchezza e del predominio culturale sul mondo si contrappone la miseria e la degradazione dei bassifondi, dove l’amoralità delle classi alte, che non hanno altro valore se non il denaro, si accompagna allo sfruttamento sfrenato dell’uomo. Kokoro è uno sguardo capace di cogliere fulmineamente il «cuore delle cose», capace di partire dalla semplicità di un mondo e di una vita ancora tradizionali per rivolgersi dolorosamente alle cose di casa nostra, all’Occidente padrone del mondo, che ha barattato il suo «cuore» con la volontà di potenza. ( Luni Editrice )

Libreria Aiace Roma in via Ojetti 36 Montesacro – Nomentana – Talenti

La libreria Aiace di via Ugo Ojetti 36, Roma, è un punto speciale per i lettori e le lettrici di Roma. Ci potete trovare saggi, romanzi, riviste, raccolte di poesie a prezzi incredibili, perché la caratteristica comune a tutti questi libri è che sono usati. Nessun imbarazzo, quindi: aprendo a caso una pagina o iniziando a divorare il testo non si ha la sensazione di profanare qualcosa di sacro che andrebbe conservato così com’è, bianco, immacolato e senza orecchie laterali. Qualcuno prima di voi ha già letto quel libro e lo ha già arricchito di quella patina antica che lo rende così prezioso.

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Aggiornato al 17 Settembre 2022