INTELLIGENZA ARTIFICIALE APPLICATA ALLA MEDICINA

Intelligenza artificiale.2

INTELLIGENZA ARTIFICIALE ( IA/AI ): MOLTE PERSONE HANNO UNA CONOSCENZA SUPERFICIALE E NON CONOSCONO LE SUE APPLICAZIONI NEL SETTORE MEDICO ( DIAGNOSI & TERAPIA )

Il Motore di Ricerca Bing aggiornato ( https://lnkd.in/dDMEJgUU ) offre una ricerca migliore, risposte più complete, una nuova esperienza di chat e la capacità di generare contenuti.

Le funzionalità di intelligenza artificiale entrano in gioco con una chat interattiva che può fornire domande per guidare verso una ricerca più specifica. Potrebbe, ad esempio, aiutare a diagnosticare una malattia o individuare la terapia più appropriata

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I MOTORI DI RICERCA POSSONO ESSERE UN UTILE STRUMENTO PER IL CORRETTO IMPIEGO DEI FARMACI
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Alcuni esempi:

1) comunicare al medico gli studi clinici del proprio farmaco;

2) fornire al medico profili di efficacia / sicurezza dei propri farmaci secondo l’approccio “corretto impiego”;

3) informare il medico su specifici argomenti di interesse ( es tumore al polmone, tumore al rene, tumore alla prostata etc o su malattie rare )

Inoltre, i Database Xagena possono integrare le attività di Formazione ECM

Motori di Ricerca per Specialità Medica:

  1. Cardiobase.it  www.cardiobase.it

  2. Dermabase.it www.dermabase.it

  3. Ematobase.it www.ematobase.it

  4. EndoBase.it www.endobase.it

  5. GastroBase.it www.gastrobase.it

  6. Gynebase.it www.gynebase.it

  7. Neurobase.it www.neurobase.it

  8. OncoBase.it www.oncobase.it 

  9. Pneumobase.it www.pneumobase.it

  10. RareBase.it www.rarebase.it

  11. Reumabase.it www.reumabase.it 

LE NEWS CONTENUTE NEI DATABASE XAGENA SONO TRATTE DALLA LETTERATURA INTERNAZIONALE

Corretto impiego dei Farmaci: Politerapia & Farmacovigilanza passiva

Farmaci.net

Attenzione ai mix di farmaci

Solo in Italia, quasi un milione e mezzo di anziani assume ogni giorno dieci o più farmaci e qualche migliaio di over 75 (trattati per ipertensione, iperlipidemia o diabete) ha sperimentato almeno un episodio di doppia prescrizione, involontaria, di due sostanze identiche consigliate da due medici diversi, con il risultato di un sovradosaggio.

«La politerapia, ovvero l’assunzione concomitante di più farmaci della stessa o di diverse aree terapeutiche, rappresenta un altro pericolo da non sottovalutare, perché tra i vari principi attivi si possono creare interazioni capaci di determinare una risposta clinica diversa da quella attesa», riferisce il professor Garattini. «Così, soprattutto nei pazienti più fragili, l’azione dei singoli medicinali può risultare ridotta, amplificata oppure si verifica una reazione nuova e inaspettata. Per non parlare dell’aumentato rischio di confusione tra pastiglie e pastigliette, con il risultato di una mancata aderenza alla terapia».

Un’indagine condotta presso l’University of Illinois at Chicago (Stati Uniti) e pubblicata sulla rivista Jama internal medicine ha definito questo mix “potenzialmente fatale”, mentre un altro studio, pubblicato sul Journal of american geriatrics society, ha mostrato come la politerapia possa determinare nel sistema nervoso centrale cambiamenti tali da influenzare addirittura la capacità di camminare del paziente, che diminuisce e rallenta.

Farmacovigilanza attiva e non farmacovigilanza passiva

« Al momento, gli effetti collaterali non vengono individuati da ricerche specifiche, ma sono raccolti sulla base di segnalazioni spontanee, effettuate da cittadini e operatori sanitari che si trovano di fronte a un evento avverso », chiarisce Garattini. « A mio parere, sarebbe utile una farmacovigilanza diversa, attiva, continua e gestita a livello centrale, per ricercare e valutare la tossicità dei medicinali con gli stessi principi scientifici con cui se ne valutano i benefici». E allo stesso modo, a parere del professore, sarebbe utile una revisione del Prontuario farmaceutico nazionale, l’elenco dei medicinali commercializzati in Italia che consente a medici e farmacisti di prescrivere o dispensare le terapie in maniera informata, con l’indicazione di quelli rimborsabili (oggi circa novemila) e quelli a carico del cittadino (circa settemila).

«L’ultimo aggiornamento risale al 1993», illustra Garattini. «Nel frattempo, sono stati introdotti nuovi farmaci e altri sono usciti dal prontuario: forse varrebbe la pena ristabilire quali possono essere dispensati dal Servizio sanitario nazionale e quali no, perché dimostrare la sicurezza dei medicinali rimborsabili è una responsabilità dell’Agenzia italiana del farmaco, l’autorità nazionale competente in questo settore».

Nel frattempo, che cosa fare? Ovviamente, il paziente non ha le competenze necessarie per destreggiarsi nel settore e rischia di cadere in falsi allarmismi o, al contrario, di sottovalutare il rischio.

Ad esempio, un recente allarme – lanciato da una meta-analisi condotta su oltre 446 mila individui e pubblicata sul British medical journal – sostiene che gli antinfiammatori non steroidei (Fans) aumentano il rischio di infarto miocardico, stimato in +24 per cento per il celecoxib, +48 per cento per l’ibuprofene, +50 per cento per il diclofenac, +53 per cento per il naprossene e +58 per cento per il rofecoxib, quest’ultimo ritirato dal commercio in Italia dal settembre 2004. Quindi, come comportarsi? Il pericolo vale per tutti? Con quali cure sostituire quelle sospette ? ( Tratto da Famiglia Cristiana: LINK )

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