Paxlovid, l’antivirale di Pfizer anti-COVID: alta efficacia, assunzione per bocca per 5 giorni, niente ricovero ospedaliero

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L’antivirale di Pfizer, Paxlovid, ha appena ricevuto un parere positivo da parte del Comitato scientifico di EMA ( Agenzia europea per i medicinali )

Si ritiene che Paxlovid funzionerà anche contro la variante Omicron. In base a esperimenti di laboratorio condotti da Pfizer il farmaco sembra essere in grado di attaccare una proteina chiave della variante Omicron.

Il vantaggio sui monoclonali è che Paxlovid è una molecola che si assume per via orale, quindi a domicilio.

Nirmatrelvir, il principio attivo di Paxlovid, si lega alla proteasi principale del virus ( Mpro ), enzima specifico di SARS-CoV-2 necessario per la replicazione del virus. La proteasi, bersaglio del farmaco, è un enzima estremamente conservato.

Paxlovid contiene, anche, Ritonavir che serve a rallentare il metabolismo di azione di Nirmatrelvir, mantenendo in circolazione nell’organismo concentrazioni più elevate del farmaco.

L’inibizione di Mpro rende il virus incapace di replicarsi; nel meccanismo di inibizione non è coinvolto il sistema immunitario dell’ospite. .

Le analisi condotte da Pfizer su oltre 2200 volontari non-vaccinati ad alto rischio di malattia grave hanno confermato gli studi iniziali con numeri più limitati pubblicati in precedenza.

Paxlovid ha dimostrato di ridurre la necessità di ricovero negli adulti ad alto rischio con COVID-19 dell’89% se il trattamento viene somministrato entro 3 giorni dall’insorgenza dei sintomi e dell’88% se somministrato entro 5 giorni.

Solo lo 0.7% dei pazienti trattati con Paxlovid è stato ricoverato in ospedale entro 28 giorni dall’inizio dello studio e nessuno è morto. Al contrario, il 6.5% dei pazienti che hanno ricevuto un placebo è stato ricoverato in ospedale o è deceduto.

Pfizer ha anche rilasciato dati preliminari da uno studio separato che ha esaminato le persone con un rischio inferiore di malattia grave da COVID.

Nello studio sono state coinvolte persone vaccinate portatrici di un fattore di rischio per malattie gravi, nonché pazienti non-vaccinati senza fattori di rischio. Tra questo gruppo di 662 volontari, Paxlovid ha ridotto il rischio di ospedalizzazione e morte del 70%.

I due studi hanno anche valutato la carica virale, ridotta di oltre 10 volte nei pazienti trattati con Paxlovid; questo potrebbe aiutare a ridurre la trasmissione tra le persone infette.

Paxlovid deve essere assunto per 5 giorni: 2 compresse da 150 mg di Nirmatrelvir due volte al giorno e una al giorno da 100 mg di Ritonavir per un totale di 25 pillole.

Nirmatrelvir non viene assunto da solo ma è accompagnato da Ritonavir a basso dosaggio, un altro inibitore della proteasi virale utilizzato per il virus HIV, ma che viene impiegato in questo caso per aumentare i livelli ematici di Nirmatrelvir, senza alcun effetto antivirale.

Fonte: Pfizer

 

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Pfizer: l’antivirale Paxlovid riduce il rischio di ricovero e morte dell’89% nei pazienti COVID se assunto entro 3 giorni dalla comparsa dei sintomi

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Pfizer ha annunciato che gli studi clinici relativi a Paxlovid, un antivirale contro il virus SARS-CoV-2, che viene assunto per via orale, hanno confermato che il farmaco è efficace nell’evitare le conseguenze più gravi del coronavirus. In particolare, riduce i ricoveri e i decessi tra i pazienti a rischio di quasi il 90%, se assunto nei primi 3 giorni dopo la comparsa dei sintomi.

I risultati si basano sulle sperimentazioni realizzate su oltre 2.200 pazienti e hanno confermato i risultati emersi a novembre in una serie di prove preliminari.

Uno studio di laboratorio ha dimostrato anche che Paxlovid può risultare efficace contro la variante Omicron del virus.

Paxlovid è un inibitore della proteasi del virus SARS-CoV-2. L’antivirale può essere prescritto al primo segno di infezione o alla prima consapevolezza di esposizione, aiutando potenzialmente i pazienti ad evitare malattie gravi, che possono portare al ricovero in ospedale e alla morte.

Nirmatrelvir, il principio attivo su cui si basa il farmaco, ha avuto origine nei laboratori Pfizer ed è stato disegnato per bloccare l’attività della proteasi SARS-CoV-2-3CL, un enzima di cui il coronavirus ha bisogno per replicarsi. La sua azione serve ad inibire la replicazione virale in una fase nota come proteolisi, che si verifica prima della replicazione dell’RNA virale.

Negli studi preclinici, Nirmatrelvir non ha dimostrato evidenza di interazioni mutagene del Dna.

In vitro, Nirmatrelvir ha mostrato un’attività antivirale nei confronti delle varianti del virus precedentemente identificate: Alfa, Beta, Delta, Gamma, Lambda e Mu.

L’antivirale si è dimostrato efficace anche contro la proteasi 3CL associata alla variante Omicron di SARS-CoV-2.

Fonte: Pfizer

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