TUMORE AL POLMONE – Combinazione Amivantamab e Lazertinib versus Osimertinib nel cancro al polmone non a piccole cellule di nuova diagnosi positivo per mutazione di EGFR

ESMO 2023

Combinazione Amivantamab e Lazertinib di Johnson & Johnson VERSUS Osimertinib di AstraZeneca nel cancro al polmone non a piccole cellule di nuova diagnosi positivo per mutazione di EGFR

Nello studio MARIPOSA, Amivantamab ( Rybrevant ) e Lazertinib ( Leclaza ) hanno ridotto il rischio di progressione o morte del 30% rispetto a Osimertinib ( Tagrisso ) nei pazienti con carcinoma polmonare non a piccole cellule ( NSCLC ), di nuova diagnosi, con mutazione nel gene EGFR.

Rispetto al gruppo Osimertinib, il regime Amivantamab – Lazertinib ha migliorato il tempo mediano di sopravvivenza senza progressione della malattia di 7,1 mesi, raggiungendo i 23,7 mesi.

Dallo studio è emerso che la combinazione Amivantamab e Lazertinib potrebbe diventare un nuovo standard di cura di prima linea per il tumore NSCLC in fase avanzata con mutazione di EGFR.

Tuttavia, la sfida a Tagrisso è appena iniziata, e potrebbe rivelarsi lunga. Uno dei parametri decisivi sarà il miglioramento della sopravvivenza globale.

Dalla combinazione Amivantamab e Lazertinib ci si aspetta una migliore sopravvivenza libera da progressione, dato il suo meccanismo d’azione. Lazertinib, come Osimertinib, è un inibitore a piccola molecola di EGFR. Amivantamab è un anticorpo bispecifico EGFRxMET, con MET noto come via di fuga di EGFR.

Per ora, la combinazione Amivantamab e Lazertinib ha mostrato una tendenza incoraggiante verso un’ulteriore estensione della vita dei pazienti, riducendo il rischio di morte del 20% rispetto a Osimertinib, sebbene il numero non abbia raggiunto la significatività statistica.

In precedenza un altro studio di fase 3 chiamato FLAURA2 aveva dimostrato che la combinazione di Osimertinib con la chemioterapia era in grado di ridurre il rischio di progressione o morte del 38% rispetto alla monoterapia con Osimertinib nel tumore NSCLC, coem trattamento di prima linea.

L’aggiunta della chemioterapia a Osimertinib aveva prolungato la sopravvivenza mediana libera da progressione di circa 9 mesi.

Tagrisso è un farmaco orale con buona tollerabilità. Rybrevant, invece, come tutti gli anticorpi bispecifici, ha un profilo di sicurezza meno favorevole.

Fonte: Fierce Pharma, 2023

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TUMORE AL POLMONE – L’FDA ha approvato Keytruda per il cancro polmonare non-a-piccole cellule resecabile ( T maggiore o uguale a 4 cm o N+ ) in combinazione con chemioterapia nel setting neoadiuvante / adiuvante

MSD

La FDA ( Food and Drug Administration ) ha approvato Keytruda ( Pembrolizumab ) per il trattamento dei pazienti con carcinoma polmonare non-a-piccole cellule ( NSCLC ) resecabile ( T maggiore o uguale a 4 cm o positivo per linfonodi ) in combinazione con chemioterapia come trattamento neoadiuvante, poi continuato in monoterapia come trattamento adiuvante dopo l’intervento chirurgico

I risultati dello studio KEYNOTE-671 hanno il potenziale di cambiare l’attuale paradigma terapeutico per il cancro polmonare non a piccole cellule resecabile di dimensioni superiori a 4 centimetri o con coinvolgimento linfonodale, offrendo un regime basato sull’immunoterapia che ha dimostrato miglioramenti statisticamente significativi in termini di sopravvivenza globale ( OS ) e sopravvivenza libera da eventi ( EFS ) rispetto a un regime placebo e chemioterapico.

Keytruda continua a cambiare il modo in cui il cancro polmonare non-a-piccole cellule viene trattato nella malattia precoce e metastatica, indipendentemente dall’espressione di PD-L1.

L’approvazione segna la sesta indicazione per Keytruda nel tumore NSCLC. Le altre cinque indicazioni per Keytruda nel cancro al polmone non a piccole cellule includono:

1) in combinazione con Pemeterxed e chemioterapia con Platino per il trattamento di prima linea di pazienti con tumore NSCLC metastatico non-squamoso, senza aberrazioni tumorali genomiche di EGFR o ALK;

2) in combinazione con Carboplatino e Paclitaxel oppure Paclitaxel legato alle proteine per il trattamento di prima linea dei pazienti con tumore NSCLC squamoso metastatico;

3) come agente singolo per il trattamento di prima linea dei pazienti con tumore NSCLC che esprimono PD-L1 [ percentuale di cellule tumorali che evidenziano espressione per PD-L1 ( TPS ) 1% o superiore ] come determinato da un test approvato dalla FDA, senza aberrazioni tumorali genomiche di EGFR o ALK, e rappresenta lo stadio III in cui i pazienti non sono candidati alla resezione chirurgica o alla chemioradioterapia definitiva, o metastatici;

4) come agente singolo per il trattamento di pazienti con tumore NSCLC metastatico i cui tumori esprimono PD-L1 ( TPS 1% o superiore ) come determinato da un test approvato dalla FDA, con progressione della malattia durante o dopo chemioterapia contenente Platino. I pazienti con aberrazioni tumorali genomiche EGFR o ALK dovrebbero avere una progressione della malattia con la terapia approvata dalla FDA per queste aberrazioni prima di ricevere Keytruda;

5) come agente singolo per il trattamento adiuvante dopo resezione e chemioterapia a base di Platino per i pazienti adulti con tumore NSCLC in stadio IB ( T2a 4 cm o superiore ), II o IIIA.

ENGLISH VERSION

Patients with earlier stages of non-small cell lung cancer: Keytruda ( Pembrolizumab ) approved by FDA

FDA ( Food and Drug Administration ) has approved Keytruda based on Pembrolizumab for treatment of patients with resectable ( T greater than or equal to 4 cm or N+ ) non-small cell lung cancer ( NSCLC ) in combination with chemotherapy as neoadjuvant treatment, then continued as a single agent as adjuvant treatment after surgery

The results in the KEYNOTE-671 trial have the potential to change the current treatment paradigm for resectable non-small cell lung cancer that is greater than four centimeters or has lymph node involvement, by offering an immunotherapy-based regimen that has demonstrated statistically significant improvements in overall survival and event-free survival compared to a placebo and chemotherapy regimen.

Keytruda continues to change the way non-small cell lung cancer is treated across earlier and metastatic disease regardless of PD-L1 expression.

The approval marks the sixth NSCLC indication for Keytruda. The five other indications for Keytruda in NSCLC include:

1) in combination with Pemetrexed and Platinum chemotherapy for the first-line treatment of patients with metastatic nonsquamous NSCLC, with no EGFR or ALK genomic tumor aberrations;

2) in combination with Carboplatin and either Paclitaxel or Paclitaxel protein-bound for the first-line treatment of patients with metastatic squamous NSCLC;

3) as a single agent for the first-line treatment of patients with NSCLC expressing PD-L1 [ tumor proportion score ( TPS ) 1% or more ] as determined by an FDA-approved test, with no EGFR or ALK genomic tumor aberrations and is stage III where patients are not candidates for surgical resection or definitive chemoradiation, or metastatic;

4) as a single agent for the treatment of patients with metastatic NSCLC whose tumors express PD-L1 ( TPS 1% or more ) as determined by an FDA-approved test, with disease progression on or after Platinum-containing chemotherapy. Patients with EGFR or ALK genomic tumor aberrations should have disease progression on FDA-approved therapy for these aberrations prior to receiving Keytruda; and

5) as a single agent for adjuvant treatment following resection and Platinum-based chemotherapy for adult patients with stage IB ( T2a 4 cm or more ), II, or IIIA NSCLC.

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TUMORE POLMONARE CON MUTAZIONE IN KRAS: Bias nello studio CodeBreak 200 di Amgen secondo FDA – Bloomberg: Sanofi interessata a Mirati, rivale di Amgen

Sanofi.3

Bloomberg: Sanofi valuta l’acquisto di Mirati mentre la battaglia sui farmaci contro i tumori con mutazioni in KRAS entra in una nuova fase dopo le critiche del Comitato ODAC dell’FDA allo studio CodeBreak 200 di Amgen.
C’è attesa per le decisioni dell’FDA su Lumakras. Per ora non è previsto il ritiro del farmaco, è più probabile l’effettuazione di un altro studio per ottenere l’approvazione definitiva

Sanofi sta valutando una potenziale acquisizione di Mirati, riferisce Bloomberg. Non è chiaro se le due società abbiano avviato trattative.

In precedenza si diceva che Mirati fosse un obiettivo di fusioni e acquisizioni tra le aziende Big Pharma. Ma i primi dati sulla combinazione dell’inibitore di KRAS Krazati [ Adagrasib ] di Mirati e dell’inibitore di PD-1 Keytruda [ Pembrolizumab ] di Merck ( MSD ) nel carcinoma polmonare non a piccole cellule con KRAS mutato hanno deluso i clinici e hanno messo in dubbio il potenziale di mercato complessivo di Krazati.

In agosto 2023, Mirati ha confermato l’intenzione di condurre uno studio di fase 3 con la combinazione Krazati-Keytruda nei pazienti con carcinoma polmonare non a piccole cellule ( NSCLC ) con mutazione KRAS G12C che presentano alti livelli di espressione di PD- L1. Questo per Mirati potrebbe essere un mercato di successo.

Il rapporto di Bloomberg sull’intenzione di Sanofi di acquisire Mirati, è arrivato lo stesso giorno in cui Amgen, rivale di Mirati nei tumori KRAS-mutati, ha ricevuto la bocciatura del Comitato consultivo della FDA composto da Esperti esterni per uno studio su Lumakras [ Sotorasib ].

Il farmaco di Amgen aveva mostrato un beneficio nel ritardare la progressione della malattia o la morte rispetto alla chemioterapia nello studio CodeBreak 200 di conferma registrativo nei pazienti con cancro al polmone non a piccole cellule con mutazione KRAS G12C. Ma una revisione interna della FDA ha evidenziato diversi problemi di “bias sistemico” nello studio.

Gli Esperti esterni dell’FDA hanno votato 10-2 affermando di non essere in grado di interpretare correttamente l’endpoint primario dello studio in fase avanzata di Amgen, denominato CodeBreak 200.

L’FDA, tuttavia, non sembrerebbe intenzionata a mettere fuori mercato Lumakras in questo momento

In passato, una grave tossicità epatica aveva costretto Amgen ad abbandonare la combinazione Lumarkas con Keytruda, mentre questo effetto collaterale appare gestibile per Krazati.

https://www.fiercepharma.com/pharma/sanofi-weighs-mirati-buy-kras-cancer-drug-battle-enters-new-phase-bloomberg

Gli Esperti della FDA hanno bocciato lo studio CodeBreak 200 riguardante Lumakras, ma per ora il ritiro dal mercato del farmaco sembra improbabile

L’Agenzia regolatoria statunitense FDA ( Food and Drug Adminsitration ) non sembra avere intenzione di mettere fuori mercato il farmaco di Amgen dopo la sua approvazione accelerata nel 2021, almeno non immediatamente, hanno detto i funzionari dell’Agenzia durante l’incontro di giovedì.

Il Comitato consultivo sui farmaci oncologici ( ODAC ) della FDA si è riunito giovedì per valutare i lo studio clinico di fase 3 CodeBreak 200 sul primo inibitore del KRAS Lumakras.

Il giudizio finale è stato negativo ( 10 contro versus 2 a favore ), ma, nonostante questo sembra che Lumakras probabilmente manterrà la sua approvazione accelerata, per ora.

Il gruppo di Esperti esterni ha valutato un’unica domanda: se l’endpoint primario di CodeBreak, ovvero la sopravvivenza libera da progressione ( PFS ), potesse essere interpretato in modo affidabile nello studio di Amgen. Complessivamente, 10 partecipanti al Panel hanno votato “no” e 2 hanno votato “sì”. Non ci sono state astensioni.

Durante l’incontro di giovedì, i funzionari della FDA hanno sottolineato che non stavano chiedendo di convertire l’approvazione accelerata di Lumakras in una approvazione completa e tradizionale. Piuttosto, la FDA è più preoccupata per la messa in discussione dell’adeguatezza complessiva dello studio.

Alla luce di questa posizione, sembra probabile che la FDA potrebbe chiedere ad Amgen di eseguire un altro studio di conferma su Lumakras

Mark Conaway della School of Medicine dell’Università della Virginia ( Stati Uniti ), che ha votato no, ha ammesso che nessuno si aspetta uno studio perfetto, ma è ragionevole aspettarsi che gli studi abbiano ” un piccolo numero di problemi nella procedura e un effetto sufficientemente ampio da resistere alle incertezze causate da tali questioni ”. CodeBreak 200, da parte sua, presenta lo scenario opposto: “ un gran numero di problemi che offuscano l’interpretazione di un piccolo effetto osservato ”.

William Gradishar del Robert H. Lurie Comprehensive Cancer Center Feinberg School of Medicine della Northwestern University ( Stati Uniti ), ha votato contro la sperimentazione clinica di Amgen ma ha sottolineato che Lumakras è attivo ed è ” certamente un farmaco più accettabile, nel complesso, rispetto a Docetaxel ” grazie ai suoi limitati effetti collaterali e alla somministrazione orale più semplice rispetto alla chemioterapia.

La FDA, da parte sua, all’inizio di questa settimana aveva segnalato ” problemi nella conduzione dello studio, alti tassi di censura, perdita di follow-up dei pazienti che hanno ritirato il consenso e potenziale perdita di randomizzazione ” che potrebbero impedire un’analisi adeguata dello studio di fase 3 di Amgen.

https://www.fiercepharma.com/pharma/amgens-lumakras-flunks-fda-expert-meeting-market-withdrawal-looks-unlikely-now

Fonte: Fierce Pharma ( Sintesi dei testi )

 

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TUMORE AL POLMONE – Sopravvivenza a 6 anni con la doppia immunoterapia a base di Nivolumab e Ipilumumab nel carcinoma polmonare non a piccole cellule

BMS

Risultati positivi a 6 anni per la combinazione Opdivo / Yervoy nel cancro del polmone non a piccole cellule

Sono stati presentati i risultati di follow-up a 6 anni di uno studio in fase avanzata su Nivolumab ( Opdivo ) più Ipilimumab ( Yervoy ) in alcuni pazienti con cancro del polmone.

Lo studio di fase 3 CheckMate-227 ha valutato la doppia immunoterapia rispetto alla chemioterapia come trattamento di prima linea nei pazienti con carcinoma polmonare non-a-piccole cellule ( NSCLC ) metastatico, indipendentemente dai livelli di espressione di PD-L1.

Dai risultati è emerso che la combinazione immunoterapica ha continuato a dimostrare benefici durevoli in termini di sopravvivenza a lungo termine.

Nei pazienti con livelli di espressione tumorale di PD-L1 pari o superiori all’1% ( popolazione dell’endpoint primario ) il tasso di sopravvivenza a 6 anni per Nivolumab più Ipilimumab è stato del 22%, contro il 13% per la sola chemioterapia.

Inoltre, un’analisi esplorativa tra i pazienti con livelli di espressione di PD-L1 inferiori all’1%, ha mostrato una sopravvivenza a 6 anni tre volte maggiore tra i pazienti trattati con il regime Nivolumab, rispetto al gruppo chemioterapia.

Il profilo di sicurezza della combinazione è rimasto coerente con i dati precedentemente riportati dallo studio senza che siano stati osservati nuovi segnali di sicurezza.

Il carcinoma polmonare non-a-piccole cellule è il tipo più comune di cancro ai polmoni e rappresenta fino all’85% delle diagnosi.

Le combinazioni a base di Opdivo più Yervoy hanno mostrato benefici significativi in termini di sopravvivenza globale anche nel melanoma metastatico, nel carcinoma a cellule renali avanzato, nel mesotelioma pleurico maligno e nel carcinoma a cellule squamose dell’esofago.

Fonte: Conferenza mondiale sul cancro al polmone IASLC 2023

 

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TUMORE AL POLMONE – Rischio tubercolosi con il farmaco oncologico Gavreto a base di Pralsetinib

 

Gavreto

Nei pazienti trattati con Pralsetinib è stata segnalata tubercolosi, principalmente extrapolmonare. Prima di iniziare il trattamento i pazienti devono essere sottoposti a una valutazione per la ricerca di tubercolosi attiva e inattiva ( latente ), in accordo alle raccomandazioni e procedure locali

Nei pazienti con tubercolosi attiva o latente, la terapia antimicobatterica standard deve essere avviata prima dell’inizio del trattamento con Gavreto

Gavreto è un medicinale antitumorale indicato per il trattamento degli adulti affetti da carcinoma polmonare non a piccole cellule in stadio avanzato causato da alterazioni del gene RET ( noto come NSCLC positivo alla fusione RET ) e che non sono stati trattati con un inibitore di RET.

Nota informativa importante concordata con le autorità regolatorie europee ( EMA ) e l’Agenzia Italiana del Farmaco ( AIFA )

 

Approfondimenti su Gavreto

Gavreto a base di Pralsetinib nel trattamento degli adulti con tumore del polmone non-a-piccole cellule RET-positivo in stadio avanzato

Gavreto è un medicinale antitumorale indicato per il trattamento degli adulti con cancro del polmone non-a-piccole cellule in stadio avanzato, causato da alterazioni di un gene denominato RET ( noto come NSCLC positivo per la fusione di RET ), che non sono stati trattati con un inibitore di RET.

Gavreto contiene il principio attivo Pralsetinib.

Gavreto è disponibile sotto forma di capsule. La dose raccomandata è di 400 mg al giorno da assumere con un bicchiere d’acqua a stomaco vuoto.

Il principio attivo di Gavreto, Pralsetinib, è un inibitore di RET appartenente a una classe più ampia di medicinali antitumorali noti come inibitori della tirosin-chinasi. …. CONTINUA su FARMACI.NET

 

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ONCOPNEUMOLOGIA – Selpercatinib nel cancro al polmone positivo per la fusione di RET: raggiunto l’endpoint primario di miglioramento della sopravvivenza libera da progressione

Eli Lilly

Lo studio LIBRETTO-431 è stato disegnato per rispondere a un’importante domanda sul trattamento iniziale per le persone con tumore al polmone non-a-piccole cellule in fase avanzata, positivo per la fusione RET. I risultati hanno indicato che Selpercatinib ( Retevmo ) dovrebbe essere considerato un primo standard di cura

Sono stati presentati i risultati di uno studio della terapia mirata con Selpercatinib ( Retevmo ), rispetto all’attuale standard di cura di prima linea in alcuni pazienti affetti da carcinoma polmonare non-a-piccole cellule ( NSCLC ) in fase avanzata.

Lo studio di fase 3 LIBRETTO-431 ha valutato Selpercatinib rispetto alla chemioterapia a base di Platino più Pemetrexed con o senza Pembrolizumab ( Keytruda ) come trattamento iniziale per gli adulti con tumore NSCLC positivo per la fusione RET, avanzato o metastatico.

Un’analisi ad interim di efficacia pre-specificata ha mostrato che lo studio ha raggiunto il suo endpoint primario: il trattamento con Selpercatinib ha dimostrato un miglioramento statisticamente significativo e clinicamente significativo riguardo alla sopravvivenza libera da progressione.

LIBRETTO-431 è il primo studio randomizzato a confrontare la sicurezza e l’efficacia di una terapia mirata con un inibitore PD-1 più chemioterapia nei pazienti oncologici portatori di uno specifico biomarcatore.

Si stima che ogni anno a 2,2 milioni di persone in tutto il mondo venga diagnosticato un cancro ai polmoni. Il tumore NSCLC rappresenta fino all’85% di tutte le diagnosi di cancro al polmone negli Stati Uniti, di cui circa il 50% ha biomarcatori a cui corrisponde una terapia.

Questo studio ha sottolineato l’importanza di test genomici tempestivi e completi per informare le decisioni terapeutiche iniziali per tutti i pazienti con tumore NSCLC.

Lo stato RET – come EGFR, ALK e altri nella famiglia dei driver oncogeni del cancro del polmone – dovrebbe essere ricercato prima di iniziare la terapia antitumorale.

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MUTAZIONE KRAS G12C: Sotorasib nel trattamento del carcinoma polmonare non-a-piccole cellule & del carcinoma colorettale

Amgen.2

SOTORASIB ( LUMAKRAS ) NEL TRATTAMENTO DEL CARCINOMA POLMONARE NON-A-PICCOLE CELLULE & DEL CARCINOMA COLORETTALE

A) Nel carcinoma polmonare non-a-piccole cellule avanzato ( NSCLC ) con mutazione KRAS G12C, Sotorasib ha dimostrato un ritardo nella progressione del sistema nervoso centrale ( SNC ), una più lunga sopravvivenza libera da progressione ( PFS ) del SNC e un più elevato tasso di risposta obiettiva ( ORR ) intracranica rispetto a Docetaxel nell’analisi post-hoc dello studio di fase 3 CodeBreaK 200

B) La combinazione Sotorasib più Panitumumab e FOLFIRI ha mostrato un tasso ORR del 55% nel carcinoma colorettale ( CRC ) metastatico con mutazione KRAS G12C, trattato in precedenza, nello studio di fase 1B CodeBreaK 101

 

Nel corso del Congresso ASCO ( American Society of Clinical Oncology ) 2023 sono stati presentati nuovi dati dal Programma di sperimentazione clinica CodeBreaK, il programma di sviluppo globale più completo nei pazienti con tumori con mutazione KRAS G12C.

La ricerca presentata ha fornito ulteriori elementi a sostegno dell’efficacia di Sotorasib ( Lumakras / Lumykras ) nel carcinoma polmonare non-a-piccole cellule avanzato ( NSCLC ) e nel carcinoma colorettale metastatico ( mCRC ).

 A) Sotorasib & Miglioramento dell’attività cerebrale nei pazienti con tumore polmonare non-a-piccole cellule in fase avanzata 

Sono stati presentati i dati di un’analisi post-hoc dello studio globale di fase 3 CodeBreaK 200 che ha riguardato pazienti con tumore al polmone non-a-piccole cellule ( NSCLC )avanzato e con lesioni del sistema nervoso centrale ( SNC ) trattate / stabili al basale, come valutato da un revisione centrale indipendente in cieco ( BICR ).

In questa analisi utilizzando la valutazione della risposta RANO-BM, Sotorasib ha ritardato il tempo alla progressione della malattia a livello del sistema nervoso centrale, e ha prolungato la sopravvivenza libera da progressione ( PFS ) del sistema nervoso centrale rispetto a Docetaxel.

Inoltre, il tasso di risposta obiettiva ( ORR ) a livello del SNC ( una valutazione della riduzione del tumore a livello cerebrale dopo il trattamento ) è stato più del doppio ( 33,3% vs 15,4% ) nei pazienti trattati con Sotorasib ( n= 18 ) rispetto a Docetaxel ( n= 13 ).

Il profilo di sicurezza in questa analisi è risultato simile a quello della popolazione complessiva di CodeBreaK 200.

Le metastasi a livello cerebrale sono una complicanza comune del tumore NSCLC avanzato con mutazione KRAS G12C, che si verifica in circa il 30-40% dei pazienti. In questa analisi post-hoc di CodeBreaK 200, Sotorasib ha ritardato la sopravvivenza libera da progressione a livello cerebrale di oltre 5 mesi. Sotorasib esercita un potenziale beneficio clinicamente significativo come seconda linea per i pazienti con tumori NSCLC e mutazioni KRAS G12C.

B) Dati incoraggianti per Sotorasib associato a Panitumumab e FOLFIRI nel carcinoma colorettale metastatico

I dati dello studio di fase 1B CodeBreaK 101 – i primi risultati riportati per la combinazione di Sotorasib con Panitumumab ( Vectibix ) e FOLFIRI – hanno mostrato sicurezza ed efficacia incoraggianti nel carcinoma colorettale ( CRC ) metastatico con mutazione KRAS G12C, precedentemente trattato. Tra i 42 pazienti valutabili per la risposta, il tasso di risposta obiettivo confermato è stato del 55% ( IC 95%: 38,7, 70,2 ) e il tasso di controllo della malattia ( DCR ) è stato del 93% ( IC 95%: 80,5, 98,5 ), con risposte osservate indipendentemente dal numero di precedenti linee di terapia e indipendentemente dalla progressione della precedente terapia a base di Irinotecan. La combinazione Sotorasib più Panitumumab e FOLFIRI ha riportato eventi avversi coerenti con quelli attesi per le terapie in studio.

Fonte: AMGEN 2023

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MORTE ANDREA PURGATORI – Il Giallo della Morte di Andrea Purgatori. Un errore diagnostico ? Cancro al polmone con metastasi cerebrali ?

 

 

Purgatori Andrea

PER LA MORTE DI ANDREA PURGATORI SONO STATI INDAGATI IL PROF GUALDI E UN TECNICO – IL DUBBIO, COME DENUNCIA LA FAMIGLIA, È CHE AL GIORNALISTA SAREBBERO STATE DIAGNOSTICATE METASTASI AL CERVELLO CHE POTREBBERO NON ESSERCI MAI STATE. IL SOSPETTO SAREBBE CONFERMATO DAI RESPONSI FIRMATI DA MEDICI E PROFESSORI UNIVERSITARI – LO SCONTRO TRA DOTTORI SULLE METASTASI AL CERVELLO. UNO DEI 2 DICE: “CURE SBAGLIATE MA LE CONSEGUENZE TERAPEUTICHE NON HANNO INCISO SULLA PROGNOSI” – PER CAPIRE SE FOSSERO PRESENTI METASTASI AL CERVELLO, LA PROCURA HA DECISO CHE… ( Dagospia )

A ricostruire gli ultimi mesi di Purgatori e la sequenza delle diagnosi e delle cure presso alcune cliniche della capitale è il quotidiano il Domani. Tutto inizia il 24 aprile, nemmeno tre mesi fa: Purgatori, descritto come molto attento al suo stato di salute, “si ricovera nella clinica privata Villa Margherita“. Si sente stanco e si sottopone ad alcuni controlli. Da lì emergono valori delle analisi sballate, “riscontrati da una tac e una biopsia”. Da Villa Margherita i risultati vengono inviati “in una famosa clinica sull’Aurelia, la Casa di Cura Pio XI“. Siamo ai primi di maggio: a formulare una pesantissima “diagnosi di tumore al polmone con metastasi diffuse agli organi vicini e al cervello” è “il professor Gianfranco Gualdi, responsabile della radiologia e riconosciuto esperto della materia”. Per il medico la situazione è molto grave e richiede un intervento immediato: a quel punto Purgatori, che prosegue normalmente la propria vita individuale e professionale e si sente bene, viene “dirottato in una terza clinica dove sulla base della diagnosi decidono di iniziare immediatamente cicli di radioterapia ad altissimo dosaggio”. Eppure lui si sente bene, tanto da stupire i medici per la discrepanza tra il suo quadro clinico (“che corrisponde a quello di un malato terminale con un’aspettativa di vita non superiore ai sei mesi“) e le sue condizioni.
Purgatori cerca un centro d’eccellenza per la radioterapia, che conferma la diagnosi e la cura precedentemente stabiliti. Lui continua anche a lavorare, nel frattempo, e registra una puntata della sua trasmissione “Atlantide” il 17 maggio. Pochi giorni dopo le sue condizioni peggiorano: i farmaci lo rendono affaticato e confuso, ma nella prima clinica dove era stato diagnosticato il cancro in fase avanzata spiegano che la terapia sta funzionando. L’equipe medica che lo segue infatti, spiega che le metastasi si sono ridotte. E di molto. Un presunto miglioramento clinico che non trova riscontro nelle condizioni del paziente, che precipitano. Non beve, non mangia, non riesce più a svolgere una vita autonoma come prima. A quel punto scatta un nuovo ricovero a giugno, sempre a Villa Margherita. E lì c’è una nuova tac, dalla quale emerge un’altra verità clinica: non c’è nessuna metastasi al cervello, soltanto alcune ischemie cerebrali.

Ma nonostante la diagnosi sia completamente diversa da quella che ha portato Purgatori a intraprendere la radioterapia, per i medici è coerente col il quadro clinico del paziente. Alla tac segue “due giorni dopo anche una risonanza magnetica al cervello esaminata dal neuroradiologo Alessandro Bozzao, professore ordinario della Sapienza”: l’accertamento “esclude la presenza di metastasi”. Anche in questo caso l’esito dell’esame è di segno opposto rispetto alla diagnosi iniziale, tanto da volere ripetere nuovamente l’esame “incrociandolo con quello eseguito alla Pio XI, prima di emettere il suo verdetto: non solo le metastasi non ci sono, ma non ci sarebbero mai state”. “I famigliari – scrive Il Domani – apprenderebbero pure di «una tremenda lite tra Gualdi e Bozzao», che però resta sulla sua posizione: tutti i radiogrammi effettuati fin dall’inizio confermano la sola diagnosi di ischemia cerebrale, una patologia forse curabile”.

A quel punto il giornalista torna a casa, ma le sue condizioni peggiorano: l’8 luglio viene portato in ambulanza all’Umberto I. Le sue condizioni “sono gravissime”. I famigliari, in ospedale, parlano con un radiologo “che in quei momenti concitati si preoccupa di confermare alla famiglia la presenza delle famose metastasi al cervello”. Si tratta di un medico che oltre a lavorare nell’ospedale romano, collaborava con Gualdi alla Pio XI ed «era uno dei firmatari del referto del giorno 8 maggio da cui era partita la diagnosi». Undici giorni dopo il ricovero, il 19 luglio, Andrea Purgatori muore. ( Tratto da Il Fatto Quotidiano )

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ASCO23 PODCAST – Studio TROPION-Lung02: Deruxtecan associato a Pembrolizumab nel carcinoma polmonare non-a-piccole cellule in fase avanzata

Daiichi Sankyo

REPORT DAL CONGRESSO DELL’ASCO ( AMERICAN SOCIETY OF CLINICAL ONCOLOGY ) 2023

PODCAST – STUDIO TROPION-Lung02: Datopotamab deruxtecan ( Dato-DXd ) associato a un inibitore del checkpoint immunitario ( Pembrolizumab ) nel carcinoma polmonare non-a-piccole cellule in fase avanzata

 

Studio TROPION-Lung02

Quasi tutti i pazienti con carcinoma polmonare non a piccole cellule avanzato sperimentano una progressione della malattia dopo la terapia iniziale, sottolineando la necessità di nuovi approcci terapeutici. TROPION-Lung02 è il primo studio a valutare la combinazione di un coniugato anticorpo-farmaco diretto contro TROP2 e un inibitore del checkpoint immunitario ( Pembrolizumab ) con o senza chemioterapia al Platino in questa popolazione di pazienti. I risultati hanno evidenziato il potenziale delle combinazioni di Datopotamab deruxtecan ( Dato-DXd ) di migliorare gli esiti in questi pazienti, che potrebbero rappresentare una nuova opzione terapeutica oltre all’immunoterapia.

TROPION-Lung02 Trial

Nearly all patients with advanced non-small cell lung cancer experience disease progression following initial therapy, underscoring the need for novel therapeutic approaches across treatment lines. TROPION-Lung02 is the first trial to evaluate the combination of a TROP2 directed antibody drug conjugate and an immune checkpoint inhibitor ( Pembrolizumab ) with or without Platinum chemotherapy in patients with advanced non-small cell lung cancer. These updated results signal the potential for Datopotamab deruxtecan combinations to improve outcomes for patients with non-small cell lung cancer and are a promising development in the pursuit of a new standard treatment option beyond immunotherapy.

 

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Tumore al polmone non-a-piccole cellule: Osimertinib associato alla chemioterapia migliora la sopravvivenza libera da progressione

AstraZeneca

Studio FLAURA2: Osimertinib ( Tagrisso ) associato alla chemioterapia ha prodotto significativi miglioramenti riguardo alla sopravvivenza libera da progressione nel cancro ai polmoni non-a-piccole cellule localmente avanzato o metastatico con mutazione EGFR

Sono stati annunciati i risultati di uno studio di fase 3 che ha valutato Osimertinib ( Tagrisso ) in combinazione con la chemioterapia in alcuni pazienti con carcinoma polmonare.

Lo studio FLAURA2 in fase avanzata ha arruolato 586 pazienti con carcinoma polmonare non-a-piccole cellule ( NSCLC ) localmente avanzato o metastatico con mutazione del recettore del fattore di crescita epidermico ( EGFRm ).

I pazienti sono stati trattati con Osimertinib 80 mg una volta al giorno in compresse orali in combinazione con chemioterapia più Cisplatino o Carboplatino ogni 3 settimane per 4 cicli, seguiti da Osimertinib con Pemetrexed di mantenimento ogni 3 settimane.

La combinazione ha dimostrato forti miglioramenti nella sopravvivenza libera da progressione rispetto al solo Osimertinib.

I risultati di sicurezza sono stati coerenti con i profili stabiliti di ciascun medicinale.

Lo studio è in corso e continuerà a valutare l’endpoint secondario della sopravvivenza globale ( OS ).

Si stima che ogni anno a 2,2 milioni di persone in tutto il mondo venga diagnosticato un cancro ai polmoni, con il tumore non-a-piccole cellule che rappresenta fino all’85% di tutti i casi di cancro ai polmoni.

Alla maggior parte di tutti i pazienti con tumore NSCLC viene diagnosticata una malattia avanzata e fino al 15% dei pazienti con tumore NSCLC negli Stati Uniti e in Europa ha EGFRm NSCLC.

La combinazione ha anche dimostrato un miglioramento significativo della risposta patologica completa, un doppio endpoint primario, rispetto alla sola chemioterapia, in un’analisi ad interim precedentemente riportata.

Informazioni tratte dalla Letteratura internazionale su Osimertinib & Tagrisso ( Database OncoBase.it )

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