FARMACI PROTAC – Novartis investe sui degradatori del recettore degli androgeni per il cancro alla prostata con un accordo di licenza esclusiva con Arvinas

Novartis Oncology

Degradatore proteico del recettori degli androgeni ARV-766 per il trattamento del tumore alla prostata – PROTAC Androgen Receptor ( AR ) Protein Degrader ARV-766 for the Treatment of Prostate Cancer

Novartis ha stipulato un accordo di licenza esclusiva con Arvinas per lo sviluppo e la commercializzazione della terapia per il cancro alla prostata in fase clinica, per un valore di oltre 1 miliardo di dollari.

Il candidato, ARV-766, è un degradatore del recettore degli androgeni ( AR ) di seconda generazione che ha dimostrato attività in modelli di tumori AR wild-type e tumori con mutazioni o amplificazione del recettore degli androgeni.

Arvinas utilizza la sua piattaforma proprietaria PROTAC Discovery Engine per progettare degradatori proteici mirati, progettati per sfruttare il sistema naturale di smaltimento delle proteine dell’organismo per degradare e rimuovere le proteine che causano malattie.

La transazione include anche la vendita del programma preclinico AR-V7 di Arvinas, una variante di giunzione del recettore degli androgeni.

Secondo i termini degli accordi, Novartis sarà responsabile dello sviluppo clinico e della commercializzazione a livello mondiale di ARV-766 e deterrà tutti i diritti di ricerca, sviluppo, produzione e commercializzazione di AR-V7.

In cambio, Arvinas riceverà un pagamento anticipato di 150 milioni di dollari e avrà diritto a ricevere ulteriori pagamenti legati allo sviluppo e alla sua commercializzazione fino a 1 miliardo di dollari, nonché royalties a scaglioni per ARV-766.

Acquisizione di MorphoSys

L’accordo arriva appena due mesi dopo che Novartis aveva annunciato che avrebbe acquisito MorphoSys per 2,7 miliardi di euro, segnando un impulso significativo alla pipeline oncologica di Novartis.

L’accordo dà a Novartis l’accesso a Pelabresib ( CPI-0610 ), un farmaco che è in valutazione associato a Ruxolitinib ( Jakafi / Jakavi ) di Incyte come trattamento per la mielofibrosi, un raro tumore ematologico.

L’acquisizione include anche Tulmimetostat ( CPI-0209 ), un doppio inibitore in fase iniziale delle proteine EZH1/EZH2 attualmente in fase di test su pazienti con tumori solidi o linfomi.

Fonte: Novartis 2024

La degradazione proteica mirata per agire su bersagli finora ritenuti impossibili

Una revisione racconta lo sviluppo e il futuro delle molecole PROTAC, con la loro possibilità di colpire bersagli proteici finora impossibili da ‘intercettare’ con piccole molecole convenzionali.

Alcune proteine con un ruolo nei tumori e in altre patologie sono ‘inattaccabili’ da parte delle piccole molecole convenzionali usate come inibitori, ma in un prossimo futuro potrebbero diventare anche loro bersaglio di terapie grazie alla degradazione proteica mirata, una modalità terapeutica emergente di cui racconta origini, sviluppi e possibile futuro una review uscita su Nature Reviews Drug Discovery.

Una classe di molecole che possono rendere possibile la modulazione di proteine-bersaglio grazie alla degradazione proteica mirata sono i degradatori proteici per la proteolisi mirata alla chimera o PROTAC: si tratta di piccole molecole eterobifunzionali composte da due domini attivi e un linker, in cui un ligando recluta e lega la proteina di interesse, l’altro recluta e lega una E3 ubiquitina-ligasi. Il legame simultaneo porta all’ubiquitinazione della proteina bersaglio e la sua successiva degradazione da parte del sistema ubiquitina-proteasoma, mentre la molecola PROTAC è riciclata e può legarsi a un’altra proteina-bersaglio.

Oggi, a 20 anni dalle prime PROTAC, la tecnologia è passata dall’accademia all’industria e nel 2019 la prima PROTAC è stata sottoposta a test clinici; nel 2020 i risultati degli studi clinici hanno fornito la prima verifica clinica per questa modalità di intervento contro due bersagli molecolari tumorali ben noti, il recettore per gli estrogeni e il recettore per gli androgeni.

La degradazione proteica mirata è pertanto una nuova modalità terapeutica che potrebbe rivelarsi la chiave per riuscire a colpire bersagli proteici finora impossibili da intercettare con farmaci, inoltre le possibilità con le PROTAC sono molte, tante sono anche biodisponibili per via orale e hanno un’ampia penetrazione nei tessuti.

Fonte: Fondazione Gianni Bonadonna 2022

 

Xagena Oncologia

MelanomaOnline.net OncoGinecologia.net OncoImmunoterapia.net OncologiaMedica.net OncologiaOnline.net TumoriOnline.net TumoriRari.net

OncologiaMedica.net

CANCRO ALLA PROSTATA – Aifa ha approvato Nubeqa a base di Darolutamide nel tumore alla prostata ormonosensibile metastatico

Bayer-Logo

L’Agenzia Italiana del Farmaco ( AIFA ) ha approvato Nubeqa ( Darolutamide ), un inibitore del recettore degli androgeni, più terapia di deprivazione androgenica in associazione alla chemioterapia con Docetaxel, nel trattamento del carcinoma prostatico ormonosensibile metastatico 

Sono stati stimati 41.100 nuovi casi di tumore alla prostata in Italia nel 2023, con un incremento di 5.100 diagnosi in tre anni.

Sintomi come la frequente necessità di urinare, il dolore alla minzione e la presenza di sangue nelle urine vengono spesso sottovalutati dai pazienti, portando alla scoperta della malattia in fase avanzata. L’impatto del tumore della prostata metastatico sulla quotidianità dei pazienti che sviluppano sintomi correlati alla malattia può essere importante: in alcuni casi, queste persone non riescono a dormire o a camminare per il dolore, in particolare alle ossa.

Nello studio di fase III ARASENS, che ha coinvolto più di 1300 pazienti, Darolutamide in associazione alla terapia ormonale e alla chemioterapia ha ridotto in modo significavo il rischio di mortalità del 32,5% rispetto alla terapia di deprivazione androgenica e Docetaxel, nei pazienti con tumore alla prostata metastatico ormonosensibile.

Nubeqa era già stato approvato a febbraio 2021 dall’AIFA per il trattamento dei pazienti con tumore della prostata non-metastatico resistente alla castrazione, a rischio elevato di sviluppare metastasi.

Lo studio ARASENS è stato pubblicato su The New England Journal of Medicine nel 2022.

Darolutamide and Survival in Metastatic, Hormone-Sensitive Prostate Cancer

Darolutamide is a potent androgen-receptor inhibitor that has been associated with increased overall survival among patients with nonmetastatic, castration-resistant prostate cancer. Whether a combination of Darolutamide, androgen-deprivation therapy, and Docetaxel would increase survival among patients with metastatic, hormone-sensitive prostate cancer is unknown.

In this international, phase 3 trial, researchers have randomly assigned patients with metastatic, hormone-sensitive prostate cancer in a 1:1 ratio to receive Darolutamide ( at a dose of 600 mg [ two 300-mg tablets ] twice daily ) or matching placebo, both in combination with androgen-deprivation therapy and Docetaxel. The primary end point was overall survival.

The primary analysis involved 1306 patients ( 651 in the Darolutamide group and 655 in the placebo group ); 86.1% of the patients had disease that was metastatic at the time of the initial diagnosis. At the data cutoff date for the primary analysis ( October 25, 2021 ), the risk of death was significantly lower, by 32.5%, in the Darolutamide group than in the placebo group ( hazard ratio, HR= 0.68; 95% confidence interval, 0.57 to 0.80; P less than 0.001 ). Darolutamide was also associated with consistent benefits with respect to the secondary end points and prespecified subgroups. Adverse events were similar in the two groups, and the incidences of the most common adverse events ( occurring in greater than or equal to 10% of the patients ) were highest during the overlapping Docetaxel treatment period in both groups. The frequency of grade 3 or 4 adverse events was 66.1% in the Darolutamide group and 63.5% in the placebo group; neutropenia was the most common grade 3 or 4 adverse event ( in 33.7% and 34.2%, respectively ).

In this trial involving patients with metastatic, hormone-sensitive prostate cancer, overall survival was significantly longer with the combination of Darolutamide, androgen-deprivation therapy, and Docetaxel than with placebo plus androgen-deprivation therapy and Docetaxel, and the addition of Darolutamide led to improvement in key secondary end points. The frequency of adverse events was similar in the two groups.

Source: The NEw England Journal of Medicine, 2022 [ https://www.nejm.org/doi/full/10.1056/NEJMoa2119115

 

Xagena Oncologia

MelanomaOnline.net OncoGinecologia.net OncoImmunoterapia.net OncologiaMedica.net OncologiaOnline.net TumoriOnline.net TumoriRari.net

OncologiaMedica.net

CARCINOMA A CELLULE RENALI – Studio di fase 3 KEYNOTE-564: Pembrolizumab nel setting adiuvante nel carcinoma a cellule renali

MSD

Pembrolizumab ( Keytruda ) è la prima terapia a mostrare un miglioramento statisticamente significativo di sopravvivenza globale ( OS ) come terapia adiuvante nei pazienti con cancro a cellule renali ( RCC ) a più alto rischio di recidiva dopo nefrectomia

ENGLISH VERSION

Pembrolizumab ( Keytruda ) is the first therapy to show a statistically significant improvement in overall survival ( OS ) as adjuvant therapy in patients with renal cell cancer ( RCC ) at a higher risk of recurrence following nephrectomy

Risultati positivi per Pembrolizumab nel setting adiuvante nello studio di fase 3 KEYNOTE-564 nel carcinoma a cellule renali

Sono stati condivisi i risultati positivi di uno studio in fase avanzata di Pembrolizumab ( Keytruda ), una terapia anti-PD-1 in alcuni pazienti con cancro al rene.

Lo studio di fase 3 KEYNOTE-564 ha valutato Pembrolizumab come trattamento adiuvante nei pazienti con carcinoma a cellule renali ( RCC ) a rischio più elevato di recidiva dopo nefrectomia, ( rimozione chirurgica di un rene ).

Secondo i risultati di un’analisi provvisoria, la terapia ha dimostrato un miglioramento statisticamente e clinicamente significativo nella sopravvivenza globale rispetto al placebo e il suo profilo di sicurezza era coerente con quello osservato negli studi precedenti.

I dati sulla sopravvivenza libera da malattia emersi dallo studio KEYNOTE-564, che ha supportato l’approvazione di Keytruda come trattamento adiuvante nei pazienti affetti da carcinoma a cellule renali negli Stati Uniti, nell’Unione Europea e in altri Paesi in tutto il mondo.

Il carcinoma a cellule renali è il tipo più comune di cancro del rene negli adulti e rappresenta circa il 90% di tutte le diagnosi di tumore renale.

La malattia è associata a un alto rischio di recidiva, con fino al 40% dei pazienti di nuova diagnosi che manifestano recidiva entro 5 anni dall’intervento.

Oltre all’RCC, Keytruda detiene approvazioni per il trattamento di un’ampia varietà di tumori, inclusi casi specifici di cancro alla vescica, melanoma e linfoma di Hodgkin.

Questo mese, la terapia è stata approvata dalla Food and Drug Administration statunitense in combinazione con la chemioterapia per il trattamento del cancro delle vie biliari.

L’approvazione, che rappresenta la sesta indicazione sul cancro gastrointestinale per i regimi a base di Keytruda negli Stati Uniti, significa che Keytruda può ora essere utilizzato insieme a gemcitabina e cisplatino per trattare pazienti con casi di malattia localmente avanzati non resecabili o metastatici.

Keytruda è stato recentemente approvato anche negli Stati Uniti come parte di un trattamento combinato per pazienti con cancro ai polmoni in stadio iniziale.

ARTICOLO SU XAGENA

Lo studio di fase 3 KEYNOTE-564 che ha valutato Pembrolizumab ( Keytruda ), una terapia anti-PD-1, ha raggiunto il suo endpoint secondario chiave di sopravvivenza globale ( OS ), per il trattamento adiuvante dei pazienti con carcinoma a cellule renali ( RCC ) a rischio intermedio-alto o alto di recidiva dopo nefrectomia o dopo nefrectomia e resezione di lesioni metastatiche.
Nel corso di una revisione dell’analisi intermedia pre-specificata condotta da un Comitato indipendente per il monitoraggio dei dati, Pembrolizumab ha dimostrato un miglioramento statisticamente e clinicamente significativo della sopravvivenza globale rispetto al placebo.
Il profilo di sicurezza di Pembrolizumab era coerente con quello osservato negli studi precedentemente riportati; non sono stati osservati nuovi segnali di sicurezza. ( CONTINUA SU: https://xagena.it/news/e-nefrologia_it_farmaci/38abae704fb4cdba00a26baa58cb4443.html )

Xagena Oncologia

MelanomaOnline.net OncoGinecologia.net OncoImmunoterapia.net OncologiaMedica.net OncologiaOnline.net TumoriOnline.net TumoriRari.net

 

OncologiaMedica.net

 

TERAPIA CON RADIOLIGANDI: CANCRO ALLA PROSTATA – Sono stati presentati i dati di Lutezio (177Lu) vipivotide tetraxetan nello studio di fase III PSMAfore nel corso del Congresso ESMO

Novartis

Lo studio di fase III PSMAfore con Lutezio (177Lu) vipivotide tetraxetan nel cancro alla prostata ha raggiunto il suo endpoint primario di sopravvivenza libera da progressione radiografica ( rPFS ) con un hazard ratio di 0,41. All’analisi aggiornata è stato osservato con Lutezio (177Lu) vipivotide tetraxetan un raddoppio della sopravvivenza senza progressione radiografica ( rPFS ) raggiungendo un valore mediano di 12 mesi, rispetto al braccio di controllo

Lutezio ( 177Lu ) vipivotide tetraxetan ha inoltre dimostrato una migliore qualità di vita rispetto alla dose giornaliera orale di farmaci ARPI ( Abiraterone, Enzalutamide, Darolutamide o Apalutamide ), insieme ad altri endpoint di efficacia clinicamente rilevanti.

L’interpretazione dei dati di sopravvivenza globale ( OS ) alla seconda analisi ad interim è stata inficiata dall’84% di crossover. PSMAfore continuerà a raccogliere dati di sopravvivenza globale.

La terapia con radioligandi è in valutazione su un ampio portfolio di tumori avanzati quali tumore al seno, al colon, neuroendocrino, al polmone, pancreatico, oltre alla prostata.

Tumore alla prostata & Medicina di Precisione

Grazie anche alla terapia con radioligandi, il tumore alla prostata sta entrando nell’era delle terapie mirate.

Nello studio PSMAfore, la terapia con radioligando con Lutezio ha evidenziato un’azione antitumorale selettiva nei pazienti con malattia metastatica resistente alla castrazione. I dati relativi alla sopravvivenza mediana libera da progressione radiografica sono di evidente impatto e più che raddoppiati.

Nello studio PSMAfore è stato confermato il beneficio del trattamento, che era già stato osservato nello studio VISION.

Più dell’80% dei tumori della prostata esprime in quantità elevate un biomarcatore fenotipico PSMA, rendendolo un promettente target diagnostico e un potenziale target terapeutico per la terapia con radioligandi.

Fonte: Novartis 2023

Xagena Oncologia

MelanomaOnline.net OncoGinecologia.net OncoImmunoterapia.net OncologiaMedica.net OncologiaOnline.net TumoriOnline.net TumoriRari.net

OncologiaMedica.net

CANCRO ALLA VESCICA – Somministrazione intravescicale di Gemcitabina nel carcinoma della vescica non-muscolo-invasivo ad alto rischio e non-responsivo a BCG

ESMO 2023

Studio SunRISe-1: i risultati di una nuova tecnologia a rilascio di farmaci hanno evidenziato la risposta sostenuta e duratura di TAR-200 nei pazienti con carcinoma della vescica non-muscolo-invasivo ad alto rischio e non-responsivi a BCG, una popolazione di pazienti con elevati bisogni insoddisfatti

“ TAR-200 fornisce una risposta sostenuta e duratura. I dati di efficacia e sicurezza di SUNRISE-1 supportano le indagini in corso su TAR-200 in pazienti con carcinoma della vescica non-muscolo-invasivo ( NMIBC ) ad alto rischio e non-responsivi a BCG ”, ha affermato il primo autore Andrea Necchi, MD, Professore associato presso l’Università Vita-Salute Raffaele, Oncologia Medica Genitourinaria presso l’IRCCS Ospedale e Istituto Scientifico San Raffaele di Milano, Italia. Al Congresso ESMO 2023, Necchi ha condiviso i dati della coorte in monoterapia TAR-200 ( Coorte 2 )

 

Esiste un significativo bisogno insoddisfatto tra i pazienti ad alto rischio affetti da cancro della vescica non-muscolo-invasivo ( NMIBC ), che spesso riscontrano esiti negativi e una scarsa qualità di vita con i trattamenti standard esistenti, come la cistectomia radicale.

Informazioni su SunRISe-1

SunRISe-1 è uno studio clinico di fase 2 randomizzato, ad assegnazioni parallele, in aperto che sta valutando la sicurezza e l’efficacia di TAR-200 in combinazione con Cetrelimab, TAR-200 da solo o Cetrelimab da solo per i pazienti con tumore della vescica non-muscolo invasivo in-situ ad alto rischio ( HR-NMIBC CIS ), che non-rispondono a BCG che non sono idonei o rifiutano la cistectomia radicale. I partecipanti sono stati randomizzati in una delle tre coorti: trattamento con TAR-200 in combinazione con Cetrelimab (C1), TAR-200 da solo ( C2 ) o Cetrelimab da solo ( C3 ).

L’endpoint primario è rappresentato dal tasso di risposta completa ( CR ) in qualsiasi momento. Gli endpoint secondari comprendono la durata della risposta ( DoR ), la sopravvivenza globale ( OS ), la farmacocinetica, la qualità di vita, la sicurezza e la tollerabilità.

Informazioni su TAR-200

TAR-200 è un sistema di somministrazione di farmaci, che consente il rilascio controllato di Gemcitabina nella vescica, aumentando il tempo di permanenza e l’esposizione locale al farmaco. La sicurezza e l’efficacia di TAR-200 sono in fase di valutazione in studi di fase 2 e fase 3 in pazienti con cancro della vescica muscolo-invasivo negli studi SunRISe-2 e SunRISe-4 e cancro della vescica non-muscolo-invasivo negli studi SunRISe-1 e SunRISe-3. .

Informazioni su Cetrelimab

Somministrato per via endovenosa, Cetrelimab è un anticorpo monoclonale per il recettore della morte cellulare programmata 1 ( PD-1 ) studiato per il trattamento del cancro della vescica, ma anche del cancro della prostata, del melanoma e del mieloma multiplo come parte di un trattamento combinato.

Informazioni sul cancro della vescica non-muscolo-invasivo ad alto rischio

Il cancro della vescica non-muscolo-invasivo ad alto rischio è un tipo di cancro della vescica non-invasivo che ha maggiori probabilità di recidivare o diffondersi oltre il rivestimento della vescica, chiamato urotelio, e di progredire verso il cancro della vescica muscolo-invasivo rispetto al cancro della vescica non-muscolo-invasivo a basso rischio.

Il carcinoma della vescica non-muscolo-invasivo ad alto rischio costituisce il 15-44% dei pazienti con cancro della vescica non-muscolo-invasivo ed è caratterizzato da un tumore di alto grado e di grandi dimensioni, dalla presenza di tumori multipli e da carcinoma in situ.

La cistectomia radicale è attualmente raccomandata per i pazienti con cancro della vescica non-muscolo-invasivo che falliscono la terapia con BCG, con oltre il 90% di sopravvivenza cancro-specifica se eseguita prima della progressione muscolo-invasiva.

Il cancro della vescica non-muscolo-invasivo colpisce tipicamente i pazienti più anziani; molti potrebbero non essere disposti o non-idonei a sottoporsi a cistectomia radicale. Gli alti tassi di recidiva e progressione possono comportare una significativa morbilità e disagio per questi pazienti.

ENGLISH VERSION

Study SunRISe-1: results of novel drug-eluting technology highlight potential durability of response of TAR-200 in patient population with high unmet need

 

There is a significant unmet need among high-risk patients with non-muscle-invasive bladder cancer ( NMIBC ), who often experience negative outcomes and poor quality of life with existing standard of care treatments, such as radical cystectomy.

About SunRISe-1

SunRISe-1 is a phase 2 randomized, parallel-assignment, open-label clinical study evaluating the safety and efficacy of TAR-200 in combination with Cetrelimab, TAR-200 alone, or Cetrelimab alone for BCG-unresponsive high-risk non-muscle-invasive bladder cancer ( HR-NMIBC ) CIS patients who are ineligible for, or decline, radical cystectomy. Participants are randomized to one of three cohorts: treatment with TAR-200 in combination with Cetrelimab ( C1 ), TAR-200 alone ( C2 ), or Cetrelimab alone ( C3 ). The primary endpoint is complete response ( CR ) rate at any time point. Secondary endpoints include duration of response ( DOR ), overall survival ( OS ), pharmacokinetics, quality of life, safety, and tolerability.

About TAR-200

TAR-200 is a drug delivery system, enabling controlled release of Gemcitabine into the bladder, increasing dwell time and local drug exposure. The safety and efficacy of TAR-200 are being evaluated in phase 2 and phase 3 studies in patients with muscle-invasive bladder cancer in SunRISe-2 and SunRISe-4 and non-muscle-invasive bladder cancer in SunRISe-1 and SunRISe-3.

About Cetrelimab

Administered intravenously, Cetrelimab is a programmed cell death receptor-1 ( PD-1 ) monoclonal antibody being studied to treat bladder cancer, but also prostate cancer, melanoma, and multiple myeloma as part of a combination treatment.

About high-risk non-muscle-invasive bladder cancer

High-risk non-muscle-invasive bladder cancer is a type of non-invasive bladder cancer that is more likely to recur or spread beyond the lining of the bladder, called the urothelium, and progress to invasive bladder cancer compared to low-risk non-muscle-invasive bladder cancer.

High-risk non-muscle-invasive bladder cancer makes up 15-44% of patients with non-muscle-invasive bladder cancer and is characterized by a high-grade, large tumor size, presence of multiple tumors, and carcinoma in-situ.

Radical cystectomy is currently recommended for patients with non-muscle-invasive bladder cancer who fail BCG therapy, with over 90% cancer-specific survival if performed before muscle-invasive progression.

Non-muscle-invasive bladder cancer typically affects older patients; many may be unwilling or unfit to undergo radical cystectomy. The high rates of recurrence and progression can pose significant morbidity and distress for these patients.

Fonte / Source: ESMO Meeting 2023

Xagena Oncologia

MelanomaOnline.net OncoGinecologia.net OncoImmunoterapia.net OncologiaMedica.net OncologiaOnline.net TumoriOnline.net TumoriRari.net

OncologiaMedica.net

CARCINOMA UROTELIALE – Combinazione di Sacituzumab govitecan ed Enfortumab vedotin nella gestione, come seconda linea, del carcinoma uroteliale metastatico resistente al trattamento

Gilead Banner

ESMO23 – Novità nella terapia del carcinoma uroteliale resistente al trattamento: combinazione di due coniugati anticorpo-farmaco – Studio di Fase 1

Lo studio di fase 1 DAD, sta valutando la combinazione Sacituzumab govitecan ( Trodelvy ) ed Enfortumab vedotin ( Padcev ) nella gestione, come seconda linea, del carcinoma uroteliale metastatico resistente al trattamento. Sacituzumab govitecan ed Enfortumab vedotin appartengano alla stessa classe, i coniugati anticorpo-farmaco. E’ stata valutata la tossicità dei due farmaci con l’obiettivo di impiegarli assieme in tutta sicurezza. Ci sono anche dati preclinici che hanno mostrato una certa attività sinergica tra i due coniugati anticorpo-farmaco.

ENGLISH VERSION

Combining Sacituzumab govitecan and Enfortumab vedotin was safe, feasible, and produced high and early response rates in patients with treatment-resistant metastatic urothelial cancer.

Fonte: ESMO Meeting 2023

Coniugati anticorpo-farmaco: Sacituzumab govitecan diretto contro Trop-2 nel trattamento del carcinoma uroteliale metastatico

Sacituzumab govitecan si lega alle cellule tumorali che esprimono l’antigene Trop-2 e viene internalizzato con successivo rilascio di SN-38 da un linker idrolizzabile. L’SN-38 interagisce con la topoisomerasi I e previene la ri-legatura delle rotture del filamento singolo indotte dalla topoisomerasi I. Il conseguente danno al DNA porta all’apoptosi e alla morte cellulare.

I dati di Sacituzumab govitecan relativi ai tumori solidi mostrano tassi di risposta complessiva [ ORR ] superiori al 30%, sopravvivenza libera da progressione mediana [ PFS ] del 7,3% e un profilo di sicurezza gestibile.

Lo studio TROPHY U-01, che prevedeva 3 coorti, ha valutato Sacituzumab govitecan nel tumore dell’urotelio in fase metastatica.

La coorte 1 comprendeva 100 pazienti con carcinoma uroteliale metastatico in progressione dopo chemioterapia a base di Platino e immunoterapia.

Nella Coorte 1, i pazienti erano stati pretrattati e la metà di loro aveva ricevuto 3 o più linee di trattamento. Un terzo aveva metastasi epatiche. Tutti erano stati esposti alla terapia con Platino. Due pazienti erano stati esposti a Erdafitinib. Il numero mediano di trattamenti precedenti era 3 per la malattia metastatica e c’èra un discreto numero di pazienti con 2 o 3 fattori di rischio prognostici. Una popolazione pesantemente trattata.

Nella Coorte 1, i risultati finali hanno mostrato che il tasso di risposta globale era del 27%, compreso il 5,3% di risposte complete, e il resto erano risposte parziali, 22%.

Quando i pazienti hanno risposto, la durata della risposta è stata di 7,2 mesi, un valore simile a quello riscontrato in altri tumori.

La sopravvivenza libera da progressione mediana è stata di 5,4 mesi, con una sopravvivenza globale di 10,9 mesi.

Fonte: Journal of Clinical Oncology, 2021

Xagena Oncologia

MelanomaOnline.net OncoGinecologia.net OncoImmunoterapia.net OncologiaMedica.net OncologiaOnline.net TumoriOnline.net TumoriRari.net

 

OncologiaMedica.net

CANCRO AL RENE – Pembrolizumab ha migliorato significativamente la sopravvivenza globale rispetto al placebo come terapia adiuvante per alcuni pazienti con carcinoma a cellule renali dopo nefrectomia

MSD

Pembrolizumab ( Keytruda ) è la prima terapia a mostrare un miglioramento statisticamente significativo della sopravvivenza globale ( OS ) come terapia adiuvante nei pazienti con carcinoma a cellule renali a più alto rischio di recidiva dopo nefrectomia

I nuovi risultati sulla sopravvivenza globale si basano sul significativo beneficio in termini di sopravvivenza libera da malattia precedentemente riportato dallo studio KEYNOTE-564

Lo studio di fase 3 KEYNOTE-564 che sta valutando Pembrolizumab ( Keytruda ), un inibitore PD-1, ha raggiunto il suo endpoint secondario chiave di sopravvivenza globale ( OS ), per il trattamento adiuvante dei pazienti con carcinoma a cellule renali ( RCC ) a rischio di recidiva intermedio-alto o alto dopo nefrectomia o dopo nefrectomia e resezione di lesioni metastatiche.

Nel corso di una revisione dell’analisi intermedia pre-specificata condotta da un Comitato indipendente per il monitoraggio dei dati, Pembrolizumab ha dimostrato un miglioramento statisticamente e clinicamente significativo della sopravvivenza globale, rispetto al placebo.

Il profilo di sicurezza di Pembrolizumab è risultato coerente con quello osservato negli studi precedentemente riportati; non sono stati osservati nuovi segnali di sicurezza.

Questo è il secondo studio su Pembrolizumab in uno stadio precoce del cancro a dimostrare un beneficio in termini di sopravvivenza globale, dopo la recente presentazione dei dati sulla sopravvivenza globale negli stadi precoci ( stadi II, IIIA o IIIB ) del cancro polmonare non-a-piccole cellule dallo studio KEYNOTE-671, presentati al Congresso 2023 della Società Europea di Oncologia Medica ( ESMO ).

I nuovi risultati dello studio KEYNOTE-564 hanno mostrato per la prima volta che una terapia ha dimostrato un beneficio di sopravvivenza statisticamente significativo rispetto al placebo nei pazienti con carcinoma a cellule renali a più alto rischio di recidiva dopo un intervento chirurgico

Come riportato in una precedente analisi ad interim pre-specificata con un follow-up mediano di 23,9 mesi, KEYNOTE-564 ha raggiunto il suo endpoint primario di sopravvivenza libera da malattia ( DFS ), riducendo il rischio di recidiva della malattia o di morte del 32% ( hazard ratio, HR=0,68 [ IC 95%, 0,53-0,87 ]; p=0,0010 ) rispetto al placebo.

Questi risultati sulla sopravvivenza libera da malattia, presentati per la prima volta al Congresso annuale dell’American Society of Clinical Oncology ( ASCO ) del 2021, hanno supportato l’approvazione di Keytruda per il trattamento adiuvante dei pazienti affetti da carcinoama a cellule renali negli Stati Uniti, nell’Unione Europea, in Giappone e in altri Paesi in tutto il mondo.

KEYNOTE-564 è uno studio di fase 3 randomizzato, in doppio cieco che sta valutando Keytruda per il trattamento adiuvante dei pazienti con carcinoma a cellule renali sottoposti a nefrectomia e che presentano rischio intermedio-alto, rischio alto o M1 senza evidenza di malattia .

L’endpoint primario è la sopravvivenza libera da malattia valutata dalla revisione dello sperimentatore, mentre gli endpoint secondari includono la sopravvivenza globale e la sicurezza. Nello studio sono stati arruolati 994 pazienti randomizzati in un rapporto 1:1 a ricevere Pembrolizumab ( 200 mg per via endovenosa il giorno 1 di ogni ciclo di tre settimane per un massimo di 17 cicli ) o placebo ( soluzione salina per via endovenosa il giorno 1 di ogni ciclo di tre settimane fino a 17 cicli ).

Il carcinoma a cellule renali è di gran lunga il tipo più comune di cancro del rene; circa nove diagnosi di cancro del rene su 10 riguardano il carcinoma a cellule renali.

Il carcinoma a cellule renali è circa due volte più comune negli uomini che nelle donne.

La maggior parte dei casi di carcinoma a cellule renali vengono scoperti incidentalmente durante test di imaging per altre malattie addominali. <br>

Il carcinoma a cellule renali è associato a un alto rischio di recidiva, con fino al 40% dei pazienti di nuova diagnosi che manifestano recidiva entro 5 anni dall’intervento.

Negli Stati Uniti, si stima che nel 2023 verranno diagnosticati circa 81.800 nuovi casi di cancro al rene e circa 14.900 decessi dovuti alla malattia. Nel mondo, si stima che siano stati diagnosticati circa 431.000 nuovi casi di cancro al rene e oltre 179.000 decessi dovuti alla malattia nel 2020.

 

Xagena Oncologia

MelanomaOnline.net OncoGinecologia.net OncoImmunoterapia.net OncologiaMedica.net OncologiaOnline.net TumoriOnline.net TumoriRari.net

 

OncologiaMedica.net

CANCRO DELLA VESCICA – La chemioterapia a base di Cisplatino più Nivolumab come nuovo standard di cura nel tumore alla vescica non-resecabile o metastatico

BMS Logo Social Default Card

I dati dello studio CheckMate-901 supportano Nivolumab ( Opdivo ) più chemioterapia come terapia standard di prima linea nel cancro della vescica non-resecabile o metastatico

La sopravvivenza globale mediana è stata di 21,7 mesi nel braccio trattato con chemioterapia più Nivolumab e di 18,9 mesi nel braccio trattato con la sola chemioterapia

Secondo uno studio presentato al Congresso ESMO 2023, l’aggiunta di Nivolumab alla chemioterapia di prima linea può migliorare gli esiti di sopravvivenza nei pazienti con cancro della vescica non-resecabile o metastatico.

In questo studio i pazienti che hanno ricevuto Nivolumab in aggiunta a Gemcitabina e Cisplatino hanno riportato miglioramenti significativi nella sopravvivenza globale ( OS ) e nella sopravvivenza libera da progressione ( PFS ).

Nivolumab più Gemcitabina e Cisplatino è la prima combinazione di un inibitore del checkpoint impiegato in modo concomitante con la chemioterapia, come trattamento di prima linea, in grado di migliorare la sopravvivenza globale in questo contesto.

Chemioterapia a base di Cisplatino più Nivolumab come nuovo standard di cura

Nei pazienti con carcinoma uroteliale metastatico, spesso si osserva una scarsa durabilità delle risposte con la sola chemioterapia nel contesto del trattamento di prima linea. Questa è stata a lungo una sfida importante nel trattamento dei pazienti affetti da questa malattia difficile da trattare.

Il beneficio in termini di sopravvivenza osservato con Nivolumab ( Opdivo ) in combinazione con la chemioterapia a base di Cisplatino rappresenta un risultato importante per i pazienti con cancro uroteliale poiché è la prima combinazione concomitante di chemio-immunoterapia a dimostrare un tale miglioramento rispetto alle combinazioni standard di cura a base di Cisplatino.

Questi risultati hanno il potenziale di cambiare la pratica clinica e di trasformare il modo in cui vengono trattati i pazienti idonei al Cisplatino.

ENGLISH VERSION

Data support Nivolumab plus chemotherapy as standard frontline therapy in bladder cancer

The median overall survival was 21.7 months in the Nivolumab-chemotherapy arm and 18.9 months in the chemotherapy-alone arm.

Adding Nivolumab to frontline chemotherapy can improve survival outcomes in patients with unresectable or metastatic bladder cancer, according to a study presented at the ESMO Congress 2023.

Patients who received Nivolumab in addition to Gemcitabine and Cisplatin had significant improvements in overall survival ( OS ) and progression-free survival ( PFS ) in this study.

Nivolumab plus Gemcitabine and Cisplatin is the first frontline concurrent checkpoint inhibitor plus chemotherapy combination to improve overall survival in this setting.

The results support Nivolumab plus Cisplatin-based chemotherapy as a new standard of care.

Fonte: ESMO Meeting 2023

Xagena Oncologia

MelanomaOnline.net OncoGinecologia.net OncoImmunoterapia.net OncologiaMedica.net OncologiaOnline.net TumoriOnline.net TumoriRari.net

 

OncologiaMedica.net

TUMORE AL RENE – Opdivo per via sottocutanea nel trattamento del carcinoma renale a cellule chiare

 

BMS

Opdivo ( Nivolumab ) per via endovenosa ha contribuito a trasformare il trattamento di numerosi tumori solidi negli ultimi dieci anni, tuttavia permane la necessità di ulteriori opzioni di somministrazione per affrontare il carico terapeutico sui pazienti e migliorare l’efficienza dei sistemi sanitari. Opdivo per via sottocutanea, somministrato con una singola iniezione in meno di 5 minuti, offre vantaggi terapeutici sia per i pazienti che per i medici

Sono stati presentati i risultati di uno studio in fase avanzata su una nuova forma iniettabile di Opdivo in alcuni pazienti con cancro del rene.

Lo studio di fase 3 CheckMate-67T ha valutato Opdivo per via sottocutanea, co-formulato con la tecnologia della Ialuronidasi umana ricombinante brevettata da Halozyme, rispetto alla forma endovenosa del farmaco nei pazienti con carcinoma a cellule renali a cellule chiare avanzato o metastatico ( ccRCC ) che avevano ricevuto una precedente terapia sistemica.

Opdivo sottocutaneo ha raggiunto i suoi endpoint farmacocinetici e ha anche dimostrato un tasso di risposta obiettiva non-inferiore rispetto alla somministrazione endovenosa, un endpoint secondario chiave dello studio.

Il carcinoma a cellule renali è il tipo più comune di cancro al rene negli adulti, con oltre 430.000 nuovi casi di malattia diagnosticati in tutto il mondo ogni anno, e il tumore a cellule chiare colpisce circa il 70% dei pazienti affetti da carcinoma a cellule renali.

Opdivo è attualmente approvato in più di 65 Paesi, tra cui Stati Uniti, Unione Europea, Giappone e Cina, per una serie di indicazioni come il cancro del polmone, del rene e dello stomaco.

Opdivo ha recentemente ricevuto l’approvazione dalla Food and Drug Administration ( FDA ) statunitense come trattamento adiuvante per adulti e adolescenti di età pari o superiore a 12 anni con melanoma di stadio 2B o 2C completamente resecato.

La decisione ha reso Opdivo, già approvato negli Stati Uniti per l’uso in alcuni pazienti con melanoma, l’unico inibitore PD-1 indicato come trattamento adiuvante per i pazienti idonei con melanoma completamente resecato in stadio 2B, 2C e 3, nonché con melanoma completamente resecato in stadio 4.

Fonte: Bristol Myers Squibb ( BMS ), 2023

 

Xagena Oncologia

MelanomaOnline.net OncoGinecologia.net OncoImmunoterapia.net OncologiaMedica.net OncologiaOnline.net TumoriOnline.net TumoriRari.net

 

OncologiaMedica.net

 

TUMORE DELLA VESCICA – Pembrolizumab ha migliorato la sopravvivenza libera da malattia nel carcinoma uroteliale muscolo-invasivo dopo intervento chirurgico

MSD

Pembrolizumab ( Keytruda ) ha raggiunto l’endpoint primario di sopravvivenza libera da malattia ( DFS ) in alcuni pazienti con carcinoma uroteliale muscolo-invasivo ( MIUC ) dopo intervento chirurgico

Lo studio di fase 3 AMBASSADOR / KEYNOTE-123 che ha valutato Pembrolizumab ( Keytruda ), la terapia anti-PD-1, ha raggiunto uno dei suoi due endpoint primari di sopravvivenza libera da malattia ( DFS ) per il trattamento adiuvante di pazienti con malattia muscolo-invasiva localizzata carcinoma uroteliale ( MIUC ) e carcinoma uroteliale localmente avanzato rispetto all’osservazione.

Nel corso di una revisione dell’analisi intermedia pre-specificata condotta da un Comitato indipendente per il monitoraggio dei dati, Pembrolizumab ha dimostrato un miglioramento statisticamente e clinicamente significativo della sopravvivenza libera da malattia rispetto all’osservazione in questi pazienti dopo l’intervento chirurgico.

Lo studio continuerà a valutare il suo altro duplice endpoint primario, ovvero la sopravvivenza globale ( OS ).

Il profilo di sicurezza di Pembrolizumab in questo studio era coerente con quello osservato negli studi precedentemente riportati; non sono stati identificati nuovi segnali di sicurezza. I risultati saranno presentati in un prossimo incontro medico e discussi con le autorità di regolamentazione.

Fino alla metà dei pazienti con cancro della vescica sottoposti a intervento chirurgico andranno incontro a recidiva entro un anno, sottolineando la necessità di nuove opzioni terapeutiche in ambito adiuvante.

Pembrolizumab ha il potenziale di prevenire le recidive dopo l’intervento chirurgico nei pazienti con carcinoma uroteliale muscolo-invasivo localizzato o localmente avanzato.

Lo studio è stato sponsorizzato dal National Cancer Institute ( NCI ) degli Stati Uniti, parte del National Institutes of Health ( NIH ).

AMBASSADOR ( KEYNOTE-123 ) è uno studio di fase 3 randomizzato, in aperto che sta valutando Pembrolizumab rispetto all’osservazione per il trattamento adiuvante dei pazienti con MIUC localizzato e carcinoma uroteliale localmente avanzato. I doppi endpoint primari sono la sopravvivenza globale ( OS ) e la sopravvivenza libera da malattia ( DFS ), mentre gli endpoint secondari includono la sopravvivenza OS e la sopravvivenza DFS nei pazienti positivi e negativi a PD-L1. Nello studio sono stati arruolati 702 pazienti randomizzati a ricevere Pembrolizumab 200 mg per via endovenosa ogni tre settimane per un massimo di 18 cicli, oppure a sottoposti a osservazione.

Si stima che a circa 82.290 persone negli Stati Uniti verrà diagnosticato un cancro alla vescica nel 2023 e che circa il 7% dei casi di cancro alla vescica sono localmente avanzati al momento della diagnosi. A livello globale, ci sono stati circa 573.000 nuovi casi. Il cancro della vescica muscolo-invasivo è il cancro della vescica che si è diffuso nel muscolo profondo della parete vescicale, mentre il cancro uroteliale localmente avanzato è il cancro che inizia nelle cellule uroteliali e si diffonde dal punto di origine ai tessuti o ai linfonodi vicini. Nonostante l’intervento chirurgico, fino al 50% dei pazienti con cancro della vescica presenta una recidiva entro 12 mesi.

Pembrolizumab è una terapia anti-PD-1; agisce aumentando la capacità del sistema immunitario dell’organismo di contribuire a rilevare e combattere le cellule tumorali.

Pembrolizumab è un anticorpo monoclonale umanizzato che blocca l’interazione tra PD-1 e i suoi ligandi, PD-L1 e PD-L2, attivando così i linfociti T che possono colpire sia le cellule tumorali che le cellule sane.

ENGLISH VERSION

Keytruda ( Pembrolizumab ) has significantly improved disease-free survival as adjuvant therapy versus observation for patients with localized muscle-invasive urothelial carcinoma and locally advanced urothelial carcinoma

The Phase 3 AMBASSADOR trial ( KEYNOTE-123 ) evaluating Keytruda, an anti-PD-1 therapy, met one of its dual primary endpoints of disease-free survival ( DFS ) for the adjuvant treatment of patients with localized muscle-invasive urothelial carcinoma ( MIUC ) and locally advanced urothelial carcinoma versus observation.

At a pre-specified interim analysis review conducted by an independent Data Monitoring Committee, Keytruda has demonstrated a statistically significant and clinically meaningful improvement in DFS versus observation in these patients after surgery.

The trial will continue to evaluate its other dual primary endpoint of overall survival ( OS ).

The safety profile of Keytruda in this trial was consistent with that observed in previously reported studies; no new safety signals were identified.

Up to half of patients with bladder cancer who undergo surgery will experience recurrence within a year, underscoring the need for new treatment options in the adjuvant setting.

These positive results highlight the potential of Keytruda to prevent recurrence after surgery for patients with localized muscle-invasive or locally advanced urothelial carcinoma.

This trial was sponsored by the U.S. National Cancer Institute ( NCI ), part of the National Institutes of Health.

AMBASSADOR ( KEYNOTE-123 ) is a randomized, open-label phase 3 trial evaluating versus Keytruda observation for the adjuvant treatment of patients with localized MIUC and locally advanced urothelial carcinoma. The dual primary endpoints are OS and DFS, and secondary endpoints include OS and DFS in PD-L1 positive and negative patients.

The trial enrolled 702 patients who were randomized to receive Keytruda ( 200 mg intravenously every three weeks for up to 18 cycles ) or undergo observation.

It is estimated that approximately 82,290 people in the U.S. will be diagnosed with bladder cancer in 2023, and approximately 7% of bladder cancer cases are locally advanced at diagnosis. Globally, there were approximately 573,000 new cases. Muscle-invasive bladder cancer is bladder cancer that has spread into the deep muscle of the bladder wall, and locally advanced urothelial cancer is cancer that begins in the urothelial cells and has spread from where it started to nearby tissue or lymph nodes. Despite surgery, up to 50% of patients with bladder cancer experience recurrence within 12 months.

Keytruda is an anti-programmed death receptor-1 ( PD-1 ) therapy that works by increasing the ability of the body’s immune system to help detect and fight tumor cells.

Keytruda is a humanized monoclonal antibody that blocks the interaction between PD-1 and its ligands, PD-L1 and PD-L2, thereby activating T lymphocytes which may affect both tumor cells and healthy cells.

Urothelial Carcinoma

Keytruda, in combination with Enfortumab vedotin, is indicated for the treatment of patients with locally advanced or metastatic urothelial carcinoma ( mUC ) who are not eligible for Cisplatin-containing chemotherapy.

This indication is approved under accelerated approval based on tumor response rate and durability of response. Continued approval for this indication may be contingent upon verification and description of clinical benefit in the confirmatory trials.

Keytruda, as a single agent, is indicated for the treatment of patients with locally advanced or metastatic urothelial carcinoma ( mUC ): who are not eligible for any Platinum-containing chemotherapy, or who have disease progression during or following Platinum-containing chemotherapy or within 12 months of neoadjuvant or adjuvant treatment with Platinum-containing chemotherapy.

Keytruda, as a single agent, is indicated for the treatment of patients with Bacillus Calmette-Guerin-unresponsive, high-risk, non-muscle invasive bladder cancer ( NMIBC ) with carcinoma in situ with or without papillary tumors who are ineligible for or have elected not to undergo cystectomy.

Merck’s KEYTRUDA® (pembrolizumab) Met Primary Endpoint of Disease-Free Survival (DFS) in Certain Patients With Muscle-Invasive Urothelial Carcinoma (MIUC) After Surgery

Xagena Oncologia

MelanomaOnline.net OncoGinecologia.net OncoImmunoterapia.net OncologiaMedica.net OncologiaOnline.net TumoriOnline.net TumoriRari.net

 

OncologiaMedica.net

 

1 2