Intossicazione da Paracetamolo

Paracetamolo

L’intossicazione da Paracetamolo, anche noto come Acetaminofene, può causare entro qualche ora dall’ingestione una sindrome gastrointestinale e dopo 1-3 giorni danni epatici. Dopo un episodio di sovradosaggio acuto, la gravità del danno epatico può essere determinata sulla base dei livelli plasmatici di Paracetamolo. Il trattamento prevede la somministrazione di N-Acetilcisteina che previene o riduce al minimo l’epatotossicità

 

Il Paracetamolo è un farmaco ad azione analgesica e antipiretica largamente utilizzato sia da solo sia in associazione ad altre sostanze, ad esempio nei comuni preparati da banco per le forme virali da raffreddamento, o nei farmaci destinati al trattamento del dolore acuto e cronico. In Italia è conosciuto maggiormente col nome commerciale di Tachipirina, ma il farmaco è noto anche con molti altri nomi. ( Wikipedia )

Sintomatologia dell’intossicazione

Un’intossicazione di lieve entità può non provocare sintomi oppure, e se presenti, i sintomi di intossicazione acuta da Paracetamolo sono di solito lievi fino a 48 ore o poco più dopo l’ingestione. I sintomi possono essere suddivisi in 4 stadi, e comprendono anoressia, nausea, vomito, dolore nell’ipocondrio destro. Possono svilupparsi insufficienza renale e pancreatite talvolta senza insufficienza epatica. Dopo 5 giorni, l’epatotossicità si risolve o evolve in insufficienza multiorgano, che può avere esito fatale.

Trattamento del’intossicazione

Se è verosimile che il Paracetamolo sia ancora presente nel tratto gastrointestinale si somministra Carbone attivato.
L’N-Acetilcisteina è l’antidoto per l’intossicazione da Paracetamolo. Questo farmaco è un precursore del glutatione, riduce la tossicità del Paracetamolo, aumentando le riserve di glutatione epatico e mediante altri meccanismi. Previene la tossicità epatica inattivando il metabolita tossico del Paracetamolo, N-acetil-p-benzochinonimina, prima che questo danneggi le cellule epatiche. Tuttavia, non reverte il danno epatico già indotto.
In caso di intossicazione acuta, si somministra N-Acetilcisteina se l’epatotossicità è considerata probabile in base alla dose di Paracetamolo assunto o alla concentrazione plasmatica. Il farmaco è più efficace se somministrato entro 8 ore dall’ingestione di Paracetamolo. Dopo 24 ore, il beneficio dell’antidoto è discutibile, ma deve essere somministrato. Se il grado di tossicità è incerto, la N-Acetilcisteina deve essere somministrata fino a quando la tossicità è esclusa. L’N-acetilcisteina è ugualmente efficace se somministrata per via endovenosa o per via orale.
L’insufficienza epatica viene trattata con terapia di supporto. I pazienti con insufficienza epatica fulminante necessitano di trapianto epatico. ( Manuale MSD )

 

Farmacovigilanza.net

 

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