CANCRO AL SENO: Orserdu nel tumore al seno avanzato o metastatico ER-positivo HER2-negativo con mutazione ESR1

Stemline

Orserdu ( Elacestrant ), un nuovo trattamento per il cancro al seno che offre efficacia in una sola somministrazione per os al giorno. Orserdu rappresenta la prima innovazione nella terapia endocrina in quasi due decenni

Approvato in Europa Orserdu come monoterapia per pazienti con carcinoma mammario avanzato o metastatico ER+ HER2- e con mutazione ESR1

La decisione dell’autorità di regolamentazione dell’Unione Europea si applica specificamente alle donne e agli uomini in postmenopausa con carcinoma mammario positivo per il recettore degli estrogeni ( ER ) ( ER-positivo ), HER2-negativo, localmente avanzato o metastatico con una mutazione attivante ESR1.

Le pazienti eleggibili devono inoltre manifestare una progressione della malattia dopo almeno una linea di terapia endocrina, incluso un inibitore di CDK 4/6.

Ogni anno in Europa, a più di 550.000 persone viene diagnosticato un cancro al seno, nel 70% con malattia ER-positiva.

Le mutazioni ESR1 sono presenti fino al 40% dei tumori al seno ER+, HER2- , in fase avanzata o metastatica, e rappresentano un noto fattore di resistenza alla terapia endocrina standard, rendendo questi tumori più difficili da trattare.

Dopo l’approvazione della Commissione Europea, Orserdu è il primo trattamento specifico per pazienti con tumori al seno ER+, HER2- avanzati o metastatici che presentano mutazioni ESR1.

La decisione è stata supportata dai risultati dello studio EMERALD in fase avanzata, che ha dimostrato una sopravvivenza libera da progressione ( PFS ) statisticamente significativa con Orserdu rispetto alle cure standard.

In un sottogruppo di pazienti i cui tumori presentavano mutazioni ESR1, Orserdu ha raggiunto una sopravvivenza PFS mediana di 3,8 mesi rispetto a 1,9 mesi nella coorte di terapia standard e ha inoltre ridotto il rischio di progressione o morte del 45%.

Inoltre, un’analisi post hoc di sottogruppi dello studio EMERALD riguardante i risultati di sopravvivenza senza progressione ha mostrato che la durata del precedente trattamento con inibitori CDK4/6 era positivamente associata a una più lunga sopravvivenza libera da progressione nel gruppo Orserdu ma non nella terapia standard.

Per i pazienti con mutazioni ESR1 trattati con inibitori CDK4/6 per 12 mesi o più prima della randomizzazione in EMERALD, Orserdu ha raggiunto una sopravvivenza PFS mediana di 8,6 mesi contro i 1,9 mesi con lo standard di cura, con una riduzione del 59% del rischio di progressione o morte.

Fonte: Stemline Therapeutics – Menarini 2023

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Pre-ASCO: attesa per i dati dello studio NATALEE riguardanti Kisqali nel carcinoma mammario in fase iniziale

Novartis Oncology

Lo studio NATALEE potrebbe aprire a Kisqali ( Ribociclib ) un mercato del valore di circa 6 miliardi di dollari, secondo gli analisti di ODDO BHF. Lo studio sta testando l’inibitore CDK4/6 come terapia adiuvante dopo l’intervento chirurgico nel carcinoma mammario HR-positivo e HER2-negativo

Poiché Ibrance è fuori dal gioco del setting adiuvante dopo due flop, la potenziale rivalità di mercato si riduce a Kisqali e Verzenio / Verzenios ( Abemaciclib ), che vanta un’approvazione di prim’ordine nei pazienti ad alto rischio.

Kisqali si rivolge a una popolazione di pazienti più ampia che include pazienti sia ad alto che a rischio intermedio. Verzenio è autorizzato a trattare solo pazienti con cancro con interessamento dei linfonodi, mentre Kispali si rivolge anche a pazienti con linfonodi negativi. Secondo le stime di Novartis, la popolazione NATALEE coprirebbe un gruppo di pazienti che è da due a tre volte più grande dell’attuale indicazione di Verzenio.

A marzo, Novartis aveva affermato che lo studio NATALEE aveva raggiunto il suo endpoint primario in un’analisi ad interim, con Kisqali che ha conferito un vantaggio significativo nella prevenzione della recidiva della malattia invasiva. Kisqali aveva mostrato un “beneficio costante” nei pazienti in stadio 2 e 3 indipendentemente dal coinvolgimento linfonodale.

Fonte: FiercePharma, 2023

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Aggiornamento in Oncologia: Cancro al seno

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Aggiornamento in Medicina

Saggio a 21 geni per predire il beneficio della chemioterapia nel tumore al seno con linfonodi positivi

Il punteggio di recidiva basato sul test del cancro al seno a 21 geni è stato clinicamente utile nel predire un beneficio della chemioterapia nel tumore mammario negativo a HER2 ( recettore del fattore di crescita epidermico umano 2 ), positivo a HR ( recettori ormonali ), negativo ai linfonodi ascellari.
Nelle donne con malattia linfonodale positiva, il ruolo del punteggio di recidiva rispetto alla previsione di un beneficio della chemioterapia adiuvante non è ben definito.
In uno studio prospettico, sono state assegnate in modo casuale donne con tumore mammario HR-positivo, HER2 negativo, da uno a tre linfonodi ascellari positivi e un punteggio di recidiva di 25 o inferiore ( i punteggi vanno da 0 a 100, con punteggi più alti ad indicare una prognosi peggiore ) alla sola terapia endocrina o alla chemioterapia più terapia endocrina ( terapia chemioendocrina ).
L’obiettivo principale era determinare l’effetto della chemioterapia sulla sopravvivenza libera da malattia invasiva ( iDFS ), e se l’effetto fosse influenzato dal punteggio di recidiva.
Gli endpoint secondari includevano la sopravvivenza libera da recidive a distanza.
In totale 5.083 donne ( 33.2% in premenopausa e 66.8% in postmenopausa ) sono state randomizzate e 5.018 hanno partecipato allo studio.

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