LA LINGUA COREANA

da Wikipedia

Coreano
Hangukmal (한국말?) – Chosŏnmal (조선말?)
Parlato in Corea del Sud, Corea del Norded altri 18 paesi
Locutori
Totale 78 milioni (1999)
Classifica 13
Altre informazioni
Scrittura Hangul (dal XV secolo)
Tipo SOV agglutinante
Tassonomia
Filogenesi (controversa)
Lingua isolata o altaica
Coreano
Statuto ufficiale
Ufficiale in Corea del Sud Corea del Sud
Corea del Nord Corea del Nord
Regolato da Istituto nazionale per la lingua coreana (국립국어원 / 國立國語院)
Codici di classificazione
ISO 639-1 ko
ISO 639-2 kor
ISO 639-3 kor (EN)
Glottolog kore1280 (EN)
Linguasphere 45-AAA-a
Estratto in lingua
Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo, art. 1
모든 인간은 태어날 때부터 자유로우며 그 존엄과 권리에 있어 동등하다. 인간은 천부적으로 이성과 양심을 부여받았으며 서로 형제애의 정신으로 행동하여야 한다.
Traslitterazione

McCune-ReischauerModŭn Ingan-ŭn T’ae-ŏnal ttaebut’ŏ chayuroumyŏ Kŭ Chon-ŏmgwa Kwonrie Iss-ŏ Tongdŭnkhata. Ingan-ŭn Ch’ŏnbujŏg-ŭro Isŏng-gwa Yangsim-ŭl Pu-yŏbat-ass-ŭmyŏ Sŏro Hyungje-ae-ŭi Chŏngsin-ŭro Haengdongha-yŏ-yahanda.

Latinizzazione riveduta

Modeun Ingan-eun Tae-eonal ttaebuteo Jayuroumyeo Geu Jon-eomgwa Gwonrie Iss-eo Dongdeunghada. Ingan-eun Cheonbujeog-euro Iseong-gwa Yangsim-eul Bu-yeobad-ass-eumyeo Seoro Hyungje-ae-ui Jeongsin-euro Haengdongha-yeo-yahanda.

Map of Korean language.png
Diffusione del coreano nel mondo

La lingua coreana è parlata da circa 78 milioni di persone nella penisola coreana. I nomi locali sono: Chosŏnŏ (조선어?, 朝鮮語?) o Chosŏnmal (조선말?, 朝鮮말?) in Corea del Nord anche Hangugŏ (한국어?, 韓國語?) oHangugmal (한국말?, 韓國말?) in Corea del Sud. I diversi nomi derivano dalle diverse denominazioni della Corea del Nord o della Corea del Sud per il loro paese. La maggior parte dei linguisti classifica il coreano come lingua isolata, anche se alcuni lo includono nella controversa famiglia delle lingue altaiche.

Minoranze coreane in altri paesi

Nel territorio della repubblica popolare cinese è presente una minoranza coreana (chosŏnjok (조선족?, 朝鮮族?)). In Cina il coreano ha lo status di lingua ufficiale minoritaria riconosciuta. Nelle repubbliche dell’Asia centralegià facenti parte dell’Unione Sovietica vive una minoranza coreana denominata koryŏin (고려인?, 高麗人?) o koryŏsaramdŭl (고려사람들?, 高麗사람들?). Altre minoranze di rilievo al di fuori delle due entità statali coreane si trovano in Giappone e negli USA. Anche in Germania sono presenti gruppi rilevanti di coreani. In Argentina vivono 35.000 coreani, ma la comunità coreano-latinoamericana più rilevante è quella presente in Brasile.

Scrittura

La lingua coreana utilizza a partire dal XV secolo una propria scrittura, l’Hangŭl (letteralmente “scrittura del popolo Han”). Buona parte della lingua coreana utilizza prestiti di origine cinese, e infatti il metodo di scrittura cinese è utilizzato anche in Corea, anche se sta cadendo vertiginosamente in disuso. In Corea del Nord si utilizza esclusivamente l’Hangŭl. La creazione dell’alfabeto coreano risale al 1443, quando il re Sejong (r.1418-1450) della dinastia Yi/Chosŏn (1392-1910), insieme ad un gruppo di letterati confuciani del Chiphyonjon (lett. “Istituto per la raccolta della virtù”, organo poi smantellato dal successivo re Sejo) ideò un sistema di scrittura che aderisse al meglio alla lingua della penisola. Venne così ideato lo Hunmin chong’um(cin.訓民正音,lett. “giusti suoni per educare il popolo”, avrebbe preso il nome di Han’gul solamente di recente), il quale avrebbe subito un periodo di “rodaggio” della durata di tre anni, nei quali ne sarebbe stata saggiata la funzionalità, nonché studiata la recezione da parte del popolo. Non è un’esaltazione nazionalista considerare l’alfabeto coreano come una delle invenzioni più geniali della storia delle lingue nel mondo. L’han’gul è stato infatti preceduto da studi approfonditi sul coreano antico e su lingue limitrofe al territorio coreano o comunque aventi con esso contatti più o meno stretti, come il mongolo, il cinese e si pensa anche il sanscrito. Le teorie sono molteplici e focalizzate per la maggior parte sul perché della forma delle singole lettere dell’alfabeto. Le fonti e i commentari seguiti alla creazione, riportano come ognuno dei componenti di questa singolare scrittura rappresentino in modo più o meno analogico gli organi coinvolti nel processo di fonazione, es. la ㄹ([l;ɾ]) descriverebbe la forma assunta dalla lingua nella pronunzia di un fono liquido/semi-vibrante; la ㅁ [m] è una bocca stilizzata ([m] è appunto un fono bilabiale), ecc. Le consonanti geminate poi, rappresentando un suono tensificato, sarebbero rappresentate da una stessa consonante duplicata ovvero scritta due volte, es. ㅉ [ʤ’] (vs. ㅈ [ʤ]) o ㄲ[k’] (vs.ㄱ[k]), ecc. Quelle aspirate, infine, sono generalmente rappresentate con l’aggiunta di un tratto alle consonanti “piane”, quasi a simboleggiare l’aggiunta di materiale fonico (ㅈ->ㅊ;ㄷ->ㅌ;ㄱ->ㅋ). Non stupisce la somiglianza tra alcune lettere dell’han’gul e componenti di altri sistemi di scrittura. Infatti il re Sejong, personalmente o delegando il compito a terzi, fece la spola tra la penisola coreana e l’impero mongolo per studiarne lingua e sistema di scrittura. Allo stesso modo somiglianze evidenti sono riscontrabili con gli ideogrammi cinesi utilizzati nei sistemi di trascrizione antecedenti alla creazione dell’han’gul come tra ㄹ e 乙 (non a caso quest’ultimo aveva la funzione di segnalare il complemento oggetto 을/를 nello Hyang’chal). Altri studiosi avanzano l’ipotesi di un'”influenza” da parte della scrittura sanscrita ma, in ogni caso, rimarrebbe in secondo piano rispetto a quelle sopra citate. L’han’gul non fu il primo sistema di scrittura dei coreani, poiché precedentement erano stati usati gli ideogrammi cinesi.

Classificazione linguistica

La classificazione della lingua coreana è un tema discusso. Una buona parte dei ricercatori sostiene l’appartenenza del coreano al gruppo delle lingue altaiche, ma anche l’idea che si possa trattare di una lingua isolata.

A lungo sostenuta è una possibile parentela con il giapponese, con cui il coreano condivide notevoli tratti in comune dal punto di vista strutturale e grammaticale (anche se non sussistono praticamente somiglianze lessicali). In parte questa parentela linguistica è negata in base alle difficili relazioni storiche tra le due nazioni, non ultimo l’imperialismo giapponese.

La tesi del coreanista tedesco Andre Eckardt, secondo la quale la lingua coreana sarebbe addirittura imparentata con lelingue indoeuropee, che ha avuto diversi tentativi di dimostrazione con la somiglianza a prima vista impressionante di 500 vocaboli, oggi non è più accettata dalla maggior parte degli studiosi.

Anche una parentela con il cinese è da escludersi, visto che il coreano non ha alcun tratto in comune con le lingue del gruppo sino-tibetano. Le parole sino-coreane scritte con caratteri cinesi sono infatti prestiti entrati nell’uso in seguito agli stretti rapporti culturali con la Cina, senza che tra le due lingue esistano relazioni di parentela. I seguenti tratti comuni portano a pensare che il coreano vada inserito nel gruppo delle lingue altaiche:

  1. Armonia vocalica
  2. Restrizione del sistema consonantico ad inizio parola
  3. Agglutinazione
  4. mancanza di alternanza vocale – consonante
  5. mancanza di pronomi e di pronomi relativi e di congiunzioni
  6. Presenza di forme verbali composte

Storia

Il coreano è oggi una lingua unitaria, che non presenta (eccetto i vari dialetti) varietà regionali, ma nell’antichità quest’unitarietà non esisteva. Si suppone che le lingue da cui il coreano si sarebbe sviluppato si siano suddivise all’inizio della nostra era nel gruppo delle lingue Puyŏ 부여 (夫艅) nel nord e delle lingue Han 한 (韓) nel sud. Fonti cinesi del III secolo lo confermano.

Forme arcaiche: lingue delle tribù Puyŏ

Dal gruppo Puyŏ si è sviluppata la lingua dell’Impero di Koguryŏ (anche: Goguryeo; 고구려 (高句麗)); I secolo d.C. fino al 668d.C.). La lingua di Koguryŏ è l’unica documentata delle lingue del gruppo Puyŏ. Dall’analisi del lessico presente si desume che sia una lingua vicina al gruppo tunguso dalle caratteristiche tipicamente altaiche. La lingua di Koguryŏ presenta sorprendenti somiglianze con il coreano medio da un lato e con il giapponese arcaico dall’altro. Così per esempio avremo in Koguryŏ *tan, *tuan e in giapponese arcaico tani (valle); in Koguryŏ *usaxam e in giapponese antico usagi (coniglio). In base a queste ed altre coincidenze (come nei numeri) si sostiene in parte l’ipotesi di parentela tra il coreano e il giapponese tramite il Koguryŏ come lingua ponte. Contemporaneamente il Koguryŏ può essere considerato la prova dell’appartenenza del coreano alle lingue altaiche.

Forme arcaiche: Lingue delle tribù Han

Dalle lingue delle tribù Han si è sviluppata la lingua di Paekje (anche: Baekje; 백제 (百濟)), crollato nel 660 d. C). I frammenti rimasti oggi della lingua di Paekje dimostrano che questa è molto vicina al coreano medio e alla lingua del regno di Silla (anche: Silla; 신라 (新羅)) sia nel lessico che nella morfologia.

Unificazione sotto il regno di Silla: il coreano antico

Quando il regno di Shilla (anche: Silla; 신라 (新羅)) sottomise nel VII secolo gli altri regni coreani e raggiunse l’egemonia sulla regione, non solo cancellò le lingue precedenti, ma unificò per la prima volta le tribù coreane anche politicamente. Questo processo, che non è considerato a sufficienza nell’evoluzione della lingua coreana, può essere paragonato da un punto di vista storico all’egemonia del latino, una lingua parlata in origine da un popolo di pastori nei dintorni della futura città diRoma, che si impose su tutto il territorio italiano dopo che Roma conquistò queste terre. In sostanza si può parlare di una lingua coreana comune solo a partire dal periodo del regno di Silla. Ed è proprio la lingua di Silla del periodo dei tre regni ed in seguito, quella di Silla Unificato (668-934 d.C.), a costituire il coreano antico, fase che la cronologia linguistica fa terminare con l’avvento della dinastia Choson. Sulla lingua di Silla numerose sono state le inferenze, in particolare alla luce di alcune fonti che riporterebbero come questa lingua fosse dissimile da quella parlata a Paekche e Koguryo, popolazioni, almeno secondo i rispettivi miti di fondazione, entrambe derivanti da un ramo dei Puyo settentrionali e che quindi avrebbero una matrice linguistica comune. Ma altre fonti notano come il regno di Silla non abbia incontrato nessuna difficoltà linguistica nel processo di unione dei tre regni; o meglio, una disparità è notata in maniera più evidente nei riguardi della lingua di Koguryo ma non in quella dello Stato di Paekche. Una risposta può essere trovata nel fatto che la popolazione di Paekche parlasse in realtà una lingua diversa da quella dell’élite al potere, avendo quindi alla base, un’origine, quella del popolo, comune a Silla (entrambi altri non erano che un’evoluzione dei tre stati Han nel meridione coreano) mentre ai vertici dello Stato, una matrice tutta settentrionale, secondo il mito di fondazione appunto, derivante dal ramo dei Puyo. La lingua di Silla ci permane se non grazie quasi esclusivamente ai componimenti Hyang-ga riportati nel Samguk yusa del monaco Ir’yon (1285). Il trapezio vocalico del coreano antico è composto di 7 vocali: un’anteriore la [i], tre centrali ([ɨ], [ə] ed [æ]) e tre posteriori ([u], [ɔ] e [a]-posteriore centrale-). Da ricordare che il coreano antico non aveva ancora sviluppato la serie delle consonanti geminate/tensificate (es. ㅆ,ㄸ, etc.), mentre erano già presenti le aspirate. Esisteva una distinzione fonologica tra gli allofoni del coreano moderno [l] e [ɾ] e molto probabilmente le consonanti finali di sillaba erano “rilasciate”, a differenza del coreano contemporaneo. Per quanto riguarda la      morfologia, il coreano antico, già presentava una forma di armonia  vocalica, nonché alcuni marcatori come /i/ per il soggetto (/ka/ sarà  introdotto solo nel XVI secolo) e congiunzioni come -/ko/ e -/myɔ/ “e”/”e  poi”. La scrittura era e resterà fino al 1443/1446 di tipo ideografico.

 Coreano medio

 Lo sviluppo del coreano medio iniziò circa nel X secolo. Fino  all’introduzione di una scrittura coreana nel XV secolo, l’Hangŭl, i  documenti linguistici sono solo frammentari e contenuti nell’allora comune  scrittura cinese. Verso la fine del XVI secolo, all’epoca dell’invasione di  Toyotomi Hideyoshi, si possono notare tuttavia cambiamenti fonologici e  morfologici, che erano stati raggiunti nel XVII secolo all’epoca dell’Impero  di Chosŏn. La nuova lingua coreana si differenzia sostanzialmente dal  Coreano medio e rappresenta sostanzialmente la lingua parlata ancora  oggi in Corea.

Coreano moderno

Nella storia recente ci sono state evoluzioni differenti divise da una politica linguistica, causate dalla divisione del paese. Nella Corea del Sud la lingua standard si basa nella pronuncia e nell’ortografia sul dialetto della capitale Seul, nella Corea del Nord la lingua standard è il dialetto di Pyongyang. Le differenze esistenti tra i dialetti coreani sono tuttavia marginali, tanto che il coreano viene capito bene da tutti i coreani (eccezion fatta per i dialetti parlati sull’isola di Jeju). La lunga divisione della Corea ha tuttavia portato ad uno sviluppo diverso tra Nord e Sud. Nel lessico della Corea del Sud sono entrati numerosi prestiti dall’inglese americano, come ad esempio 뉴스 (Nyusŭ) notiziario. In Corea del Nord invece si tenta di esprimere concetti nuovi tramite la derivazione di parole nuove che siano “coreane  pure”. Rifugiati della Corea del Nord apprendono a fatica nella fase iniziale

 

molte parole inglesi a loro sconosciute.

Suoni

Consonanti    

Le consonanti coreane

Bilabiale Alveolare Post-
alveolare
Velare Glottidale
Nasale /m/ /n/ /ŋ/(finale di sillaba)
Occlusiva
e
Affricata
semplice /p/ /t/ /t͡ɕ/ /k/
tesa /p͈/ /t͈/ /t͡ɕ͈/ /k͈/
aspirata /pʰ/ /tʰ/ /t͡ɕʰ/ /kʰ/
Fricativa semplice /s/ /h/
tesa /s͈/
Liquida /l/

Il simbolo dell’Alfabeto fonetico internazionale (IPA) <◌͈> (virgolette diritte posizionate sotto il simbolo, rappresentato qui da un cerchio “segnaposto”) si usa per denotare le consonanti tensificate /p͈/, /t͈/, /k͈/, /t͡ɕ͈/, /s͈/. Il suo uso ufficiale nelle estensioni dell’alfabeto fonetico internazionale è per l’articolazione “forte”, ma si usa nella letteratura per la voce cavernosa o cupa. Le consonanti coreani hanno anche elementi di voce rigida, ma non si sa ancora quanto questo sia tipico delle consonanti cavernose. Esse sono prodotte con una glottide parzialmente ristretta e con una pressione aggiuntiva subglottidale in aggiunta alle pareti tese del tratto vocale, all’abbassamento laringeo, o ad altre espansioni della laringe.

Vocali

I fonemi vocalici brevi del coreano I fonemi vocalici lunghi del coreano

Le vocali fondamentali del coreano

Monottonghi /i/ , /e/ , /ɛ/ , /a/ , /o/ , /u/ , /ʌ/ , /ɯ/ , /wi/
Vocali precedute da intermediari,
o Dittonghi
/je/ , /jɛ/ , /ja/ , /wi/ , /we/ , /wɛ/ , /wa/ , /ɰi/ , /jo/ , /ju/ , /jʌ/ , /wʌ/

Allofoni

/s/ diventa un’alveolo-palatale [ɕ] davanti a [j] o [i] per la maggior parte dei parlanti (sebbene vi siano alcune differenze nella lingua tra Corea del Nord e Corea del Sud). Questo accade con la fricativa tensificata e anche con tutte le affricate. Alla fine di una sillaba, /s/ cambia in /t/ (esempio: beoseot (버섯) “fungo”).

/h/ può diventare una bilabiale [ɸ] davanti ad [o] o [u], una palatale [ç] davanti a [j] o [i], a velare [x] davanti a [ɯ], una [ɦ]sonora tra suoni sonori, e una [h] altrove.

/p, t, t͡ɕ, k/ diventano [b, d, d͡ʑ, ɡ] sonore tra suoni sonori.

/l/ diventa [ɾ] con flap alveolare tra vocali, e [l] o [ɭ] alla fine di una sillaba o accanto ad un’altra /l/. Notare che una finale di sillaba scritta “ㄹ”, quando è seguita da una vocale o da una semivocale (i.e., quando il carattere successivo inizia per “ㅇ”), migra alla sillaba successiva e diventa così [ɾ].

Tradizionalmente, /l/ non era permesso all’inizio di una parola. Scompariva davanti a [j], o altrimenti diventava /n/. Tuttavia, l’afflusso di prestiti linguistici occidentali ha cambiato questa tendenza, e ora la /l/ iniziale di parola (per lo più da prestiti linguistici inglesi) è pronunciata come una libera variazione o di [ɾ] o di [l]. La proibizione tradizionale della /l/ iniziale di parola divenne una regola morfologica chiamata “legge iniziale” (두음법칙) in Corea del Sud, che è propria del vocabolario sino-coreano. Tali parole conservano la loro /l/ iniziale di parola in Corea del Nord.

Tutte le costrittive (occlusive, affricate, fricative) sono [p̚, t̚, k̚] senza rilascio alla fine di una parola.

Le consonanti occlusive /p, t, k/ divengono occlusive nasali [m, n, ŋ] davanti ad occlusive nasali.

L’ortografia hangul non riflette queste regole di pronuncia assimilatoria, ma mantiene piuttosto la morfologia sottostante, in parte tradizionale. Dato questo, è talora difficile dire quali fonemi siano effettivamente presenti in una certa parola.

Una differenza tra gli standard di pronuncia della Corea del Nord e del Sud è il trattamento di [r] iniziale e di [n] iniziale. Ad esempio,

  • “lavoro” – nord: rodong (로동), sud: nodong (노동)
  • “storia” – nord: ryŏksa (력사), sud: yeoksa (역사)
  • “femminile” – nord: nyŏja (녀자), sud: yeoja (여자)

Morfofonemica

I morfemi grammaticali possono cambiare forma a seconda dei suoni precedenti. Esempi includono -eun/-neun (-은/-는) e -i/-ga (-이/-가). A volte invece possono essere inseriti dei suoni. Esempi includono -eul/-reul (-을/-를), -euro/-ro (-으로/-로), -eseo/-seo (-에서/-서), -ideunji/-deunji (-이든지/-든지) e -iya/-ya (-이야/-야). Tuttavia, -euro/-ro è alquanto irregolare, dal momento che si comporterà diversamente dopo una consonante rieul.

Particelle coreane
Dopo una consonante Dopo un rieul Dopo una vocale
-ui (-의)
-eun (-은) -neun (-는)
-i (-이) -ga (-가)
-eul (-을) -reul (-를)
-gwa (-과) -wa (-와)
-euro (-으로) -ro (-로)

Anche alcuni verbi possono cambiare forma morfofemicamente.

Grammatica

Come già detto sopra, il coreano è una lingua agglutinante. Altre peculiarità del coreano sono le rigide regole dellamorfologia verbale e dei suffissi onorifici. Sia il verbo che il sostantivo può essere marcato morfologicamente all’interno di una frase a seconda degli atti linguistici utilizzati e dal valore topologico. Per i verbi questo si concretizza essenzialmente conprefissi, suffissi e infissi, nei sostantivi con posposizioni.

Verbi

I verbi coreani si dividono in due gruppi principali: verbi d’azione, che descrivono attività in corso di svolgimento (먹다meogda mangiare, 감사하다 gamsa hada ringraziare) e verbi di qualità, che caratterizzano proprietà o condizioni e quindi anche la funzione dell’aggettivo che in italiano spesso segue (싸다 ssada essere economico, 까맣다 ggamada essere nero). Una posizione particolare è assunta dal verbo “이다 ida“, che corrisponde al verbo essere in italiano e che funge quindi da copula.

Il verbo coreano si compone nella sua forma all’infinito di una radice e dell’affisso “다” -da. Dalla radice si costruisce la forma composta (detta anche radice estesa), la base per ulteriori forme verbali soggette ad espansione, come la forma del passato.

Esempio per il verbo 먹다 meogda (mangiare):

meog Radice verbale
먹다 meogda Forma dell’infinito composta da radice + 다 -da
먹어 meogeo Forma verbale composta da radice + 어 eo
먹었다meogeossda Forma del passato sviluppata dalla forma verbale composta + forma del passato ㅆ ss + desinenza dell´infinito 다 -da: “aver mangiato”

Sistema dei morfemi onorifici

Il sistema coreano dei gradi di cortesia (onorativo) è piuttosto complesso. Il verbo coreano descrive attraverso forme diverse il contesto sociale della comunicazione. Per questo le forme di cortesia assumono una posizione determinante in base al rapporto tra il parlante e l’ascoltatore (p.e. onorativo I e onorativo II) oppure con il soggetto della frase (p.e. infisso onorativo-si-). Diversamente dal “lei” italiano, nella scelta della forma di cortesia non ha in principio molta importanza il rapporto di conoscenza tra interlocutori. Infatti anche il meno anziano di due fratelli può pretendere l’uso di forme di cortesia. Parallelamente ai cambiamenti nella struttura sociale si sta arrivando al livellamento e alla svalorizzazione delle forme di cortesia.

Una divisione dei registri del parlato non è regolata in maniera uniforme nella letteratura. Le diverse forme di cortesia possono essere in parte utilizzate di pari passo. I due registri del parlato importanti che si incontrano più di frequente nel parlato quotidiano sono l’onorifico I e l’onorifico II e corrispondono entrambi all’italiano “lei”. In coreano, per esempio, devono essere sempre anteposti.

Onorifico I

Questa forma viene costruita tramite la forma verbale composta e il suffisso 요 -yo . In origine era usata soltanto nel dialetto di Seul principalmente da parlanti di sesso femminile, ma è ora estesa a tutta la Corea e ad entrambi i sessi. Viene utilizzata nella maggior parte dei casi (ma non esclusivamente) nei confronti di estranei di rango uguale o inferiore, ma non tra adulti in rapporto di amicizia.

Onorifico II

Questa forma viene costruita tramite la radice verbale e il suffisso ㅂ니다 / 습니다 -bnida / -seubnida (o ㅂ니까 / 습니까 -bnikka / -seubnikka nelle frasi interrogative). Viene tuttavia utilizzata nella maggior parte dei casi (ma non esclusivamente) nei confronti di anziani, di persone di rango sociale verosimilmente più alto o in occasioni formali, in particolar modo quando a più persone viene rivolta la parola. Anche gli annunciatori della televisione utilizzano questo livello linguistico.

Infisso onorifico -shi-

La maggior parte dei verbi possono essere dotati dell´infisso onorifico 시 -shi- in aggiunta alla forma onorifica. Questo infisso può per esempio comparire quando due interlocutori chiacchierano ad un registro linguistico inferiore, ma discutono di una persona di rango sociale maggiore non presente. Allo stesso modo si può costruire una forma particolarmente cortese.

Registro di cortesia nelle forme verbali compost   

L’uso di form      e interlocutorie nelle forme verbali composte è sostanzialmente possibile e corrisponde dal punto di vista della cortesia ad un registro appena inferiore all´italiano “tu”. Nei confronti di bambini piccoli, amici molto stretti e alcuni membri della famiglia è la norma, mentre non viene quasi mai impiegato nei confronti della maggior parte degli adulti, a meno che il parlante non intenda scatenare una lite.

Forme di saluto

In Corea, per esempio la comune forma di saluto deve essere anteposta alle diverse forme onorifiche.

안녕 annyeong accettabile solo tra amici stretti
안녕 하세요 annyeong haseyo Onorifico I + infisso onorifico: comune formula di saluto di cortesia normale. “Che lei possa avere pace!”
안녕 하십니까? annyeong hasimnikka? Onorifico II + Infisso onorifico: forma di saluto più cortese. “Lei ha pace, caro signore/cara signora?”

Sostantivi

I sostantivi coreani non hanno sostanzialmente né genere né numero né caso. Tuttavia a seconda della necessità si può aggiungere una marca grammaticale corrispondente come posposizione. La tabella seguente mostra una lista delle possibili posposizioni. (Non pretende di essere in alcun modo completa). (m. K. o o. K. = con o senza consonante nella pronuncia)

m. K. o. K. Utilizzo
-i -ga Nominativo
-eun -neun Nominativo (Tema della frase)
께서 께서 Nominativo (Onorifico)
Genitivo
에게 에게 Dativo (solo per persone)
한테 한테 Dativo (anche per animali)
Dativo (Onorifico)
Accusativo
Espansione locale (in concomitanza di verbi di movimento)
Stato in luogo
Tempo determinato
에서 에서 Stato in luogo (con attività e verbi di qualità)
에서 에서 da (Provenienza in concomitanza di verbi di movimento)
부터 부터 da (con tempo determinato)
까지 까지 fino (con espansioni locali e temporali)
Numerale
insieme a qualcuno (spesso in concomitanza di 함께)
으로 Direzione
으로 Mezzo
Plurale
anche

Il genere viene determinato, a seconda delle necessità, da un prefisso:

남- maschile
여- femminile
수- maschile (con animali)
암- femminile (con animali)

I sostantivi possono anche essere omessi purché il tema e il rema dell’enunciato possano essere dedotti dal contesto. Una tipica frase coreana può così presentarsi anche completamente senza sostantivi.

Lessico

Oltre alle parole “puramente coreane” una buona parte di lessico coreano (dal 40 fino al 60%) consta di prestiti stranieri che sono stati presi nel corso della storia dal cinese. Ragioni per questo numero eccezionalmente alto di parole sino-coreane sono i frequenti contatti che la Corea ha curato nel corso di tutta la sua storia nei confronti della sua “grande sorella” cinese, così come la filosofia del confucianesimo, elevata in Corea al rango di religione di Stato. In tempi più recenti sono stati presi prestiti dall’inglese particolarmente in Corea del Sud e adattati alla fonologia coreana (per esempio 컴퓨터Kŏmpyuteo per “computer”).

Scomparsi quasi del tutto sono invece i prestiti dal giapponese. Invece del giapponese 벤토 bento, ancora utilizzato ai primi del XX secolo all’epoca del colonialismo giapponese, il cibo mangiato al giorno d’oggi in lattina si chiama con una parola puramente coreana: 도시락 dosirak. La ragione della scomparsa di prestiti giapponesi è il ricordo doloroso del tempo dell’occupazione giapponese della Corea che queste parole richiamano alla mente.

Rari, ma presenti, sono prestiti dal tedesco. Con 호프 hopeu (adattamento secondo la fonologia coreana della parolatedesca “Hof” = corte, cortile), si usa caratterizzare in Corea una bettola in cui si servono bevande e in particolar modo birra, secondo lo stile occidentale. 아르바이트 areubaiteu (da “Arbeit”, lavoro) significa, come anche il giapponese arubaito, lavoro interinale, saltuario, mentre con 닥스훈트 dakseuhunteu (da “Dachshund”) si definisce il bassotto.

 

LA LINGUA COREANAultima modifica: 2016-08-22T09:44:44+02:00da blogtecaolivelli2