La Champions League (delle italiane) 23/24 da meno dieci a dieci-Sesta giornata dei gironi

I voti alle partite delle squadre italiane impegnate nell’ultima giornata di Champions League.

Iniziamo con l’Inter (6) che crea, ma non concretizza, contro un avversario (5) quasi mai pericoloso, se non nell’occasione in cui Kubo cerca di trarre in inganno gli arbitri con una vergognosa simulazione (da -10).

Il Napoli vince “controllando” il match contro un volitivo Braga (6). I campani (7) danno l’impressione di essere padroni del match, anche se siamo ancora lontani dal vedere la squadra che l’anno scorso di questi tempi incantava. Menzione per la parata di Meret su Ricardo Horta (intervento da 9).

Una Lazio già qualificata va a Madrid e subisce un avversario parso (almeno ieri sera) superiore. I biancazzurri (5) sono sembrati poco incisivi contro un avversario (7) che si è dimostrato più forte.

Concludiamo col Milan (8) che dopo un primo tempo difficile e con un po’ di fortuna (il tiro deviato da Maignan sulla traversa) vince. Non basta per la qualificazione, ma i rossoneri dimostrano di essere squadra contro un avversario tosto (7) che non a caso sta facendo bene in Premier League. 10 a Tomori per il salvataggio sulla linea (come un goal), 8 a Joelinton e a Chukwueze per i rispettivi goal realizzati.

La Champions League (delle italiane) 23/24 da quattro a dieci-Quinta giornata dei gironi

I voti alle partite delle italiane nella quinta giornata dei gironi di Champions.

Iniziamo con un bel 7 alla Lazio, che insidiata da un Celtic coriaceo, ma poco incisivo (6), trova la vittoria (e la qualificazione agli ottavi) nel finale grazie alla doppietta di Immobile (doppietta da 9).

Il Milan invece parte subito bene, ma poi si perde (e perde) contro un Borussia Dortmund che nel secondo tempo si è mostrato superiore.  Certo, se Giroud avesse trasformato subito il rigore, la partita forse avrebbe preso un’altra piega, ma nel calcio contano i goal, non i se…. Onore comunque a Chukwueze, autore di un gesto tecnico da 10 sul goal del pareggio, 9 all’azione del Borussia sul goal del 2-1 siglato da Gittens, 5 a Maignan perché sul goal del 3-1 avrebbe potuto fare di più (il tiro di Adeyemi non era irresistibile).

Il Napoli perde, ma se la gioca. Il Real Madrid (7) vince meritatamente, ma i campani (7) riescono ad impensierirlo e a rimanere sempre “sul pezzo”, uscendo dal Bernabeu sconfitti, ma non ridimensionati. 10 all’assist di Bellingham per Joselu (alta scuola!) per il goal del 4-2, 5 a Meret perché sul goal di Paz non ci pare esente da colpe.

E’ veramente una “Pazza Inter” quella che a Lisbona gioca una partita da 4 nel primo tempo, per poi giocarne una da 8 nel secondo (che vale, applicando la media, un 6), contro un Benfica (6) bravo a sfruttare il poco dinamismo nerazzurro nella prima frazione di gioco per poi crollare nella seconda. 10 a Joao Mario per la tripletta, 9 a Frattesi per il suo goal, 9 ad Audero per l’intervento nel finale su Di Maria.

La Champions League (delle italiane) 23/24 da tre a dieci-Quarta giornata dei gironi

I voti alla prima giornata di ritorno di Champions.

Iniziamo con un bel 9 al Milan, che supera il PSG mantenendo la speranza di qualificarsi al turno successivo. I rossoneri hanno saputo tener testa colpo su colpo ai più quotati avversari, creando gioco e occasioni, con un Leao (10 per la prestazione e per il goal) finalmente tornato a fare Leao. 10 lo merita pure Giroud per il bellissimo goal di testa. Il PSG (6) ha puntato molto sulle sue individualità e poco sul suo gioco di squadra, Luis Enrique dovrà ancora lavorare parecchio.

Una Lazio non bella ma concreta e cinica (6) ha ragione di un Feyenoord (6) a larghi tratti superiore, ma che va sistematicamente a sbattere contro il muro laziale. I biancocelesti ottengono tre punti fondamentali, dimostrando di essere anche bravi a saper soffrire. 8 ad Immobile per il goal.

Un Napoli confusionario, ma che comunque di occasioni ne crea (perciò gli diamo 6), si ferma sul pareggio davanti all’Union Berlino (6), mancando l’occasione per ipotecare il passaggio del turno. Gli azzurri, lo abbiamo scritto, ci sono parsi confusi e quanto costruito ci è parso più iniziative dei singoli che non frutto di un lavoro di squadra. 3 alla fase difensiva sul goal del pareggio tedesco: non si lasciano praterie così!

L’Inter soffre ma alla fine ha ragione di un Salisburgo volitivo, ma impreciso. I nerazzurri (6) non brillano, ma nel finale dimostrano la loro superiorità su un avversario non terribile, ma che comunque ha disputato la sua partita (6 agli austriaci). 5 a Frattesi per come ha fallito l’occasione da goal avuta nel primo tempo.

La Champions League (delle italiane) 23/24 da uno a nove-Terza giornata dei gironi

I voti alla terza giornata dei gironi di Champions League.

Cominciamo con l’Inter (6), che senza brillare più di tanto, porta a casa tre punti importanti contro un Salisburgo (6) che gioca la sua partita e segna pure un goal da 8 con Gloukh.

Lo stesso discorso fatto per l’Inter vale per un Napoli (6) “Massima resa minimo sforzo” che espugna Berlino senza brillare e subendo spesso l’iniziativa dell’Union (7) che un po’ per sfortuna (il goal annullato è veramente questione di centimetri) e un po’ per imprecisione, perde immeritatamente. 8 all’azione personale con cui Kvaratskhelia confeziona l’assist a Raspadori per il goal-partita.

Una brutta Lazio (4) è succube di un Feyenoord dimostratosi (almeno ieri sera) decisamente superiore in tutto e per tutto. I biancocelesti sono stati dominati dagli olandesi, che hanno messo Gimenez (8) in condizione di colpire la loro difesa con una doppietta.

Concludiamo con quello che forse era il match più atteso: quello di Parigi, dove il Milan (5) nonostante una discreta partenza è stato sconfitto (forse un po’ troppo pesantemente) dal PSG, che ha comunque dimostrato la sua superiorità. 9 a Mbappé per il suo goa l (in cui mette in mostra il suo arcinoto mix di velocità e tecnica), 1 a Pulisic perché ancora adesso, a distanza di ore, ci chiediamo perché non abbia tirato in porta invece di effettuare un passaggio “Ad Minchiam”.

La Champions League (delle italiane) 23/24 da zero a nove-Seconda giornata dei gironi

I voti al secondo turno di Champions.

Cominciamo con l’Inter (8), che dopo un primo tempo equilibrato prende il largo e vince meritatamente, tanto che l’ 1-0 finale sembra stretto ai nerazzurri per quanto creato. Menzione per Lautaro (8), che non segna, ma gioca una partita di livello.

Una partita di livello l’ha giocata anche il Napoli (8), che ha affrontato il Real Madrid (8) a viso aperto e solo la sfortuna (ci riferiamo all’autogoal di Meret) gli ha impedito di raccogliere un risultato positivo che avrebbe meritato. 4 a Kepa per l’uscita sul primo goal partenopeo, 4 a Di Lorenzo perché gli rende il favore con un passaggio sconsiderato a Bellingham sull’azione del pareggio madrileno, 9 a Bellingham per l’ “assolo” sul goal del 2-1 (e 5 alla difesa del Napoli perché nell’occasione è stata “molle”).

Se con l’Atletico ha raccolto meno di ciò che meritava, ieri a Glasgow la Lazio (6) ha invece invertito la situazione, portando a casa tre punti d’oro, contro un avversario (7) che sinceramente meritava di più per quanto prodotto. I biancazzurri hanno infatti spesso patito il gioco e il pressing avversario, ma con un pizzico di fortuna hanno ottenuto la vittoria, grazie al goal di Pedro (8).

Concludiamo con il Milan (6), che contro il Borussia Dortmund (6) non gioca una grande partita ma spreca alcune occasioni propizie per portarla a casa. La più clamorosa è quella di Giroud nel primo tempo (errore “alla Calloni”: 2), ma anche quella di Chukwueze poteva essere sfruttata meglio (errore da 4). Zero a Florenzi per il cascatone nel finale (roba da Campionato del Mondo di tuffi).

La Champions League (delle italiane) 23/24 da uno a dieci-Prima giornata dei gironi

Ritorna la nostra rubrica concernente le partite delle squadre italiane nella più importante competizione europea per club.

Iniziamo col Milan (8), cui manca purtroppo solo il goal per avere ragione di un Newcastle (5) dominato in lungo e in largo per quasi tutto il match. 8 a Sportiello per la parata nel finale, 1 a Leao per l’improbabile colpo di tacco tentato (tra l’altro con un compagno libero cui passare il pallone): roba da circo Orfei.

Raggiunge uno strameritato pareggio la Lazio (8), che ha giocato meglio dell’Atletico (avvantaggiato da una sfortunata deviazione su un tiro che non sarebbe finito da nessuna parte). Gli spagnoli (6) hanno poi cercato di contenere ed amministrare la gara, ma uno straordinario Provedel (10) prima gli ha negato il raddoppio con una gran parata su Lino e poi si è preso il lusso di siglare il pareggio con una mossa da attaccante puro. 3 ad Immobile per il goal mangiato nel secondo tempo.

Un’Inter opaca (5) pareggia immeritatamente (bisogna riconoscerlo) contro il Real Sociedad (8). Gli spagnoli sono stati autori di una gran partita e il loro torto è stato quello di non chiudere il match. 9 a Sommer per la super-parata con cui evita il 2-0, abbiamo invece una personale domanda a Bastoni (1) riguardo al goal di Brais Mendez: “Ma che minchia hai combinato?”.

Concludiamo con l’unica squadra italiana vincente in questo turno: Il Napoli (7) che domina il match, ma un po’ la seratona di Matheus (9) e un po’ l’imprecisione azzurra, fanno sì che un volenteroso Braga (6) tenga il Napoli sulle corde, tanto che alla fine solo un colpo di fortuna permette agli uomini di Rudi Garcia di portare a casa i tre punti. 8 a Di Lorenzo e a Bangna per i loro due goal.

La Champions (delle italiane) da zero a dieci-La Finale

I voti alla Finale di Champions, che vedeva coinvolta una squadra italiana,  prima però un piccolo pensiero.

Ha vinto il City, ma l’Inter non ne è uscita certo sminuita, dal momento che se l’è giocata alla pari. Con più fortuna i nerazzurri avrebbero potuto pareggiare e giocarsi la partita ai supplementari. Sulla sfortuna nerazzurra però noi abbiamo un pensiero: la Dea Bendata ha aiutato clamorosamente l’Inter nei sorteggi (arrivare in Finale beccando Porto, Benfica, Milan, schivando: City, Real, Chelsea, Bayern Monaco non è certo abilità e va detto che se i nerazzurri avessero incontrato una di queste corazzate invece delle squadre che hanno affrontato, quasi sicuramente la Finale se la sarebbero guardata in televisione), quindi niente recriminazioni da questo punto di vista.

Ora, i voti.

10

Rodri. Il suo goal regala la prima, storica, meritata (per quanto riguarda il percorso Champions) vittoria del City.

9

Acerbi e Bastoni. Cosa potevano fare di più per arginare i mitraglieri (e in particolare ”Il Mitragliere”) del City?

Anitta. Può piacere o no come cantante, ma sinceramente preferivamo quando hanno inquadrato lei a quando inquadravano  Materazzi in tribuna.

Pep Guardiola quando si è buttato per terra. Roba da Benny Hill, che ci ha fatto divertire. Anche in questo, un grande.

Simone Inzaghi. Per come ha preparato la partita e per come l’ha gestita, poi naturalmente sugli episodi lui nulla poteva fare.

8

Stones. Il migliore del City.

Di Marco. Solo la sfortuna gli nega un goal che avrebbe meritato, per la prestazione di livello (tra l’altro non la prima).

7

Ederson. Per la parata nel Finale su Goessens. Per il resto incertezza a palate e colpo del suddetto culo quando Lukaku lo colpisce addosso (che è gesto ben diverso da una parata).

6

Fodden. 6 è la media tra il 10 per il modo in cui si crea l’occasione da goal che lo porta davanti ad Onana, 2 per il modo in cui la spreca, ovvero tirando una ciofeca in bocca al portiere nerazzurro.

5

Haaland. Ben arginato e poco rifornito, vero, ma è innegabile che da lui ci si attendeva di più.

4

Il primo tempo. Tremendamente noioso e senza un’azione goal degna di nome. A parte ad Allegri che profetizza momenti di calcio del genere compiacendosene, a chi può essere piaciuto?

3

Lukaku. Non per come toglie il pallone sul colpo di testa di Di Marco (lì è sfiga e basta), ma per come spreca il colpo di testa del possibile 1-1 sparandolo in bocca ad Ederson.

Zero

Marco Materazzi. Per principio. Poteva fare a meno di aizzare gli animi con certe dichiarazioni. Sei dell’Inter? Bene, ma non accendere falò, non ce ne sono già abbastanza di polemiche? Evidentemente per lui no, allora pensiamo che bene fanno i tifosi juventini oggi a sfotterlo ripetutamente sui social.

La Champions (delle italiane) da nove a zero-Semifinale d’andata

Ritorna la nostra rubrica sulle partite delle italiane in Champions. In questo caso si tratta non delle partite, bensì della partita, visto che si le due squadre italiane ancora in lizza si trovavano di fronte.

L’Inter (9) ha vinto e dominato senza discussioni il Milan. I nerazzurri ieri ci sono sembrati più forti, più in forma, più tutto rispetto ad un Milan (5) che nel primo tempo ci è sembrato Joe Frazier nel famoso match di Kingston contro Foreman, in cui beccò sei KO in tre round. Al di là dell’assenza di Leao, sicuramente pesante, i rossoneri hanno comunque faticato e atleticamente si sono dimostrati inferiori ai cugini. 9 al goal di Dzeko, 9 all’azione del secondo goal nerazzurro firmato Mkhitarian. Nel Milan l’unico che ci è sembrato “in palla” è stato Tonali (7), per il resto i rossoneri sono stati poca roba e se vogliono sperare nel miracolo dovranno avere tutto un altro atteggiamento nel match di ritorno. Infine 4 all’arbitro Gil Manzano e ai suoi collaboratori, perché quando ha (giustamente) tolto il rigore all’Inter allora doveva ammonire Lautaro per simulazione. Sono mancati pure un giallo a Mkhitarian grosso come una casa e un provvedimento per il pugno di Krunic (roba da zero) a Bastoni (cosa stavano guardando al VAR?).

La Champions (delle italiane) da cinque a dieci-Quarti di finale di ritorno

I voti alle partite delle italiane nel ritorno dei quarti in Champions.

Il Milan (8) si qualifica col Napoli e lo fa con merito. Gli azzurri, dopo un primo quarto d’ora arrembante, calano e i rossoneri ne approfittano creando tre occasioni da goal una più grossa dell’altra. Al terzo tentativo fanno centro, grazie ad un’irresistibile Leao (la sua cavalcata sul goal di Giroud è da 10). Il Napoli reagisce, ma Kvaratskhelia sbaglia il rigore e Osimhen (goal da 8) segna troppo tardi. Kvaratskhelia per mesi è stato l’uomo in più del Napoli, mentre martedì è stato inconsistente (rigore sbagliato a parte, non ci è sembrato “in palla”: 5 al georgiano).

L’Inter (7) passa meritatamente il turno, contro un Benfica che (adesso è chiaro) una Juventus confusa e senza identità aveva reso più forte di quello che è. I lusitani (6) si battono, ma l’Inter è stata superiore. 9 al goal di Barella e 9 a quello di Correa.

La Champions 22/23 delle italiane da zero a dieci-Quarti di finale d’andata

Ecco i voti alla partite delle squadre italiane in Champions.

L’Inter va a vincere meritatamente a Lisbona. Una squadra ordinata, tenace, aggressiva quando necessita, ha ragione dei portoghesi (5: si dimostrano inferiori all’Inter) e ipoteca l’accesso alla semifinale. Bravi tutti, ma sugli scudi Bastoni (due assist al bacio, uno sfruttato da Barella, l’altro no da Dumfries, entrambi da 9), Onana (pochi interventi, ma decisivi:8) e Mkhitaryan (8 anche a lui, perché è stato il migliore in un centrocampo che ha comunque funzionato benissimo).

Veniamo allo scontro tutto italiano fra Milan e Napoli. L’hanno spuntata i rossoneri (8), ma il Napoli ha semplicemente pagato il black-out degli ultimi venti minuti del primo tempo (7 agli azzurri). Nei partenopei si è vista la mancanza di Osimhen, mentre i rossoneri hanno dimostrato di essere squadra organizzata, capace tanto di difendere quanto di offendere. 9 all’azione del goal di Bennacer, impreziosita dalla magia da 10 con cui Brahim Diaz si libera di due avversari contemporaneamente, 9 all’azione personale con la quale Leao sfiora un goal da far venir giù lo stadio, 9 alla parata di Maignan su Di Lorenzo, 5 ad Anguissa per il fallo ingenuo con cui rimedia il (giusto) secondo giallo. Infine 2 all’arbitro Kovacs perché non ammonire Leao dopo che quest’ultimo spacca la bandierina del calcio d’angolo (gesto da zero) è un errore troppo marchiano. Senza contare che all’inizio lascia correre troppo, contribuendo a creare il clima di nervosismo che si è potuto vedere nel secondo tempo.