Ancora lui…

Il 22 Luglio è stato nominato il Presidente del Consiglio Direttivo della Divisione Calcio Paralimpico Sperimentale.

Provate ad indovinare chi è stato eletto a quella carica?  Ebbene sì, lui: Franco Carraro, l’uomo che dal 1962 vive di incarichi e per questo è stato definito il “Poltronissimo”.

Colui che nel 1978 rassegnò le dimissioni da Presidente della Lega Calcio, in seguito alla clamorosa trattativa che fece rimanere Paolo Rossi al Lanerossi Vicenza alla cifra (allora considerata scandalosa) di 5 miliardi, affermando: “Questo calcio non mi appartiene più”, nel 2020 è ancora lì a raccattare incarichi.

Tutto questo senza scordare che, nel 2006, dopo Calciopoli, se ci fosse stato un po’ di senso di giustizia (invece di pensare solo a levarsi dalle scatole Moggi), con quello che è affiorato, dal momento che all’epoca dei fatti il Presidente della FIGC era Carraro, quest’uomo non avrebbe dovuto neanche amministrare i cessi delle stazioni.

Invece è ancora qui (segno evidente che Calciopoli fu una farsa) a ricoprire un ruolo che magari tanti altri sarebbero in grado di ricoprire. Ma è inutile, quando c’è una poltrona da occupare, Franco Carraro è sempre sulla breccia.

E’ dal 1962 (quando venne nominato Presidente della Federazione Sci Nautico) che ricopre incarichi, quasi sessant’anni. Gravina non si vergogna nel gongolare di aver nominato un personaggio del genere? Parla sempre di garantire trasparenza e poi nomina in FIGC uno che, ai tempi di Calciopoli, con la trasparenza ci faceva il bidet.

Se Gravina è stato nominato per circondarsi di gente del genere, allora non aspettiamoci tante migliorie.

Aspettiamoci, invece, già che ci siamo, anche qualche incarico per Antonio Matarrese, giusto per proseguire il percorso di rinnovamento.

Le Notti Magiche trent’anni dopo

schillaci

( Un’immagine simbolo dei Mondiali del 1990: Salvatore Schillaci e i suoi occhi carichi di grinta)

Trent’anni fa, in questi giorni iniziarono i Mondiali di calcio ospitati dall’Italia.

I Mondiali delle “Notti Magiche”, della grande illusione di vincerli e della grande delusione nel perderli ai rigori contro l’Argentina.

I Mondiali che dovevano essere di Vialli, ma furono di Totò Schillaci e dei suoi occhi spiritati, che in seguito non avremmo più rivisto, con grande rammarico dei tifosi juventini, interisti (Schillaci nel 1992/93 passò all’Inter) e italiani.

I Mondiali in cui si cominciò ad intravedere a livello internazionale la grandezza di Baggio.

I Mondiali che, dopo trent’anni, ci fanno chiedere ancora: “Ma che cazzo di uscita ha fatto Zenga?”

I Mondiali che, all’ultima partita, ci hanno fatto tifare per i tedeschi, i rivali di sempre (soprattutto in  duelli tremendamente più drammatici  di una partita di calcio) pur di non vedere Maradona alzare la Coppa, dopo che ci aveva eliminato e dopo che aveva cercato di portare, nella sfida con l’Italia, lo stadio San Paolo dalla sua parte rivangando addirittura la dominazione dei Borbone.

I Mondiali della Germania e di Lothar Matthaus, perché se la storia la scrive chi vince, in quel torneo la scrissero loro.

I Mondiali in cui quasi tutti noi avemmo una seconda squadra per cui tifare: il simpaticissimo Camerun, che fu eliminato dagli inglesi ai quarti disputando un torneo egregio.

I Mondiali in cui temevamo l’arrivo degli hooligans, ma ci pensarono i sardi ad addomesticarli.

I Mondiali degli sprechi, in cui furono realizzati stadi senza senso come il Delle Alpi, che solo sedici anni dopo sarebbe stato demolito, oppure in cui si ristrutturarono stadi talmente bene che non riusciva entrarci un’ambulanza (l’Olimpico di Roma).

I Mondiali di Matarrese, che l’anno dopo riuscì a far giocare la Finale di Champions League a Bari.

I Mondiali di Luca Cordero di Montezemolo, che come Presidente del Comitato Organizzatore della manifestazione (incarico ottenuto, crediamo, grazie anche alla benevolenza delle alte sfere FIAT) tornò in auge e i Mondiali della battuta che tutti all’epoca facevamo su di lui: “Montezemolo  di giusto ha fatto solo una cosa, mettersi con la Fenech”.

I Mondiali di Giulio Andreotti, che in quel periodo era Presidente del Consiglio, tanto per cambiare.

I Mondiali che furono una festa, ma che come tutte le feste, finirono.

Il giorno dopo Germania-Argentina, si tornò alla normalità.

Si sarebbe tornati a parlare delle beghe fra i partiti, un mese dopo Saddam Hussein avrebbe invaso il Kuwait (dando vita al prologo di quella che sarebbe stata la Guerra del Golfo), ma soprattutto finì quell’aria di festa che regnava nel paese.

Il 9 luglio, il giorno dopo in cui Matthaus alzò al cielo la Coppa del Mondo, fu come il primo giorno di scuola dopo che si è stati in vacanza.

Il problema è che le vacanze l’anno dopo ritornano, i Mondiali di calcio in Italia, chissà quando e se ritorneranno…