Real Madrid-Milan trent’anni dopo

Oggi un servizio di XXL SPORT MEDIASET ci ha ricordato che esattamente trent’anni fa si è disputata una partita che ha fatto epoca: Real Madrid-Milan. Questa partita, nella storia del calcio italiano, rappresentò una svolta storica, che cambiò le abitudini del calcio nostrano. Finì 1-1, fu però un risultato bugiardo. Non perché venne annullato un goal buono a Gullit, ma perché fu forse la prima volta che vedemmo una squadra nostrana andare al Santiago Bernabeu a dire alle Merengues: “Se non vi dispiace, la partita la facciamo noi”, imponendo il proprio gioco. Fino ad allora, quando si andava al Bernabeu (e non solo al Bernabeu, ma quando si andava ad affrontare una squadra straniera “di livello” in casa sua) il motto era: “Cerchiamo di non prenderle”.  Non che prima  mancassero le squadre che avrebbero potuto tentare di imporre il proprio gioco (la Juve trapattoniana, con sei campioni del mondo più Platini e Boniek in formazione, a nostro avviso aveva poco da invidiare come organico  al Milan di Sacchi), ma il modo di ragionare era questo. Fu pertanto sensazionale vedere i giocatori del Real Madrid che in casa loro, erano pressati al limite della propria area e non sapevano in certi casi cosa fare del pallone.

Il merito, piaccia o no, fu di Arrigo Sacchi da Fusignano. Fu anche, va riconosciutogli, di Silvio Berlusconi, poiché lasciando da parte la politica, fu lui a scommettere su questo allenatore, che fino a due anni prima aveva allenato in Serie B e basta, ma che sovvertì il modo di pensare del calcio italiano.

Certo, senza Maldini, Baresi, Donadoni e specialmente i tre olandesi, avrebbe faticato molto di più a sovvertirlo, è ineccepibile, ma lui ci mise del suo (e parecchio).

Che Sacchi non era un allenatore come gli altri però, non fu Berlusconi a capirlo per primo, ma quello che senza dubbio è stato il più grande General Manager che il calcio nostrano abbia mai avuto: Italo Allodi. Quando lavorava alla Fiorentina, fu proprio quest’ultimo a portare Sacchi nella città del Giglio dal Rimini (dove allenava in Serie C1) per affidargli la guida della squadra Primavera.

Non è forse un’eresia dunque pensare che  quella sera di Madrid del 1989 lasciò di stucco tanti appassionati come noi, ma non Italo Allodi, il quale aveva già capito che Sacchi avrebbe rivoluzionato il calcio italiano.