La Final Four di Coppa Italia da zero a dieci

Dallo scorso week-end è tornato il calcio giocato. Non ci si poteva attendere calcio-champagne, visto il lungo stop, ma si è giocato di nuovo e questo ci rende contenti.

A questo proposito, pubblichiamo i nostri voti, proprio come facciamo per le giornate di campionato, su questa particolare “Final Four” di Coppa Italia.

Il Napoli (6 contro l’Inter, 8 contro la Juve), ha vinto la Coppa Italia e l’ha vinta con merito. Conte (6, media di un 8 per come ha presentato la squadra dopo mesi di forzata inattività e la dichiarazione che commenteremo adesso, da 4) naturalmente ha subito fatto il giargianese dicendo che doveva passare l’Inter, dimenticandosi di una partita d’andata persa meritatamente, ma non sarebbe lui, sarebbe la buonanima di Liedholm se facesse il contrario.  Onore dunque agli azzurri e a Ringhio Gattuso (10), perché ha dimostrato il suo valore. Bravissimo tatticamente nelle due partite giocate, specialmente del fottersene delle mode e di ritornare alla cara e vecchia marcatura a uomo, come quella in pratica riservata da Koulibaly (9 sia con l’Inter che con la Juve, è di nuovo lui) a Lukaku (5), arginando l’unico pericolo interista, giacché Lautaro (4) si marcava da solo. Se il Napoli ha alzato la Coppa Italia è comunque anche merito di Ospina, bravissimo a livello psicologico. Dopo l’errore sul goal, sarebbe potuto andare in tilt, invece si è riscattato alla grande meritando un 8.

Gattuso ha alzato la Coppa mentre la dirigenza del Milan (2 per la lungimiranza) lo guardava in tv, dopo averlo esonerato per cercare di fare un salto di qualità (per la serie Paolo Fox al confronto è Nostradamus). La partita con la Juve, con una squadra con molte assenze, fa poco testo, a parte Repic (inclassificabile)  che forse ha visto troppi film di Bruce Lee.

La Juve era la grande favorita. In due partite zero goal, occasioni create pochissime (il rigore col Milan è un’ingenuità di Conti), ha pagato la scarsa condizione atletica di Ronaldo (ci spiace, ma è 5), la fumosità di Douglas Costa (5) e un centrocampo in cui, a parte Bentancur (6, media tra il 7 col Milan e il 5 col Napoli), si fa fatica a creare gioco. Sono mesi che ci aspettiamo una verticalizzazione da Pjanic (4), inoltre i ricambi non si stanno rivelando determinanti: la mezz’oretta di Rabiot contro il Milan (3)  è stata roba da dissenteria. L’unica nota postiva è un De Ligt sempre più sicuro di sé (7), un buon segnale per il futuro.

Sarri, infine. C’era molta attesa. Doveva essere la sua partita ieri, è diventato il suo processo. Certo la delusione per lui sarà tanta, però onestamente: dopo 90 giorni di stop non ci si poteva attendere calcio-bailado, ma una squadra che creasse un minimo di pericoli agli avversari sì. Tutta colpa sua? Naturalmente no, noi un minimo di cultura sportiva ce l’abbiamo, sappiamo distinguere un allenatore da un giocatore della Playstation e sappiamo che il calcio è uno sport di squadra. Dunque il concetto che se si vince i giocatori sono dei fenomeni e se si perde l’allenatore è un asino, lo lasciamo volentieri esprimere agli altri. A lui diamo 5, come a tutta la Juventus intesa come squadra, giacché rifiutiamo di credere che, negli spogliatoi, prima della partita il buon Maurizio abbia detto ai calciatori di entrare in campo e di essere lenti e prevedibili.

Concludiamo con gli ultimi voti.

Un bel 3 alla RAI perché i replay si fanno vedere a gioco fermo, non a partita in corso, privandoci di potenziali altre azioni, lo sa pure un bambino dell’asilo, quindi tanta coreografia non serve a nulla se non ci fate vedere la partita in diretta.

Infine abbiamo un dubbio su Sergio Sylvestre. Non sappiamo se ha fatto l’imitazione di Enrico Pallazzo (chi ha visto il film Una Pallottola Spuntata sa di cosa parliamo), per la quale meriterebbe 9, o se (come probabile) non ha studiato, motivo per il quale meriterebbe 4.