SOS il mondo è malato (lunga vita ai ribelli)

Pensieri che vanno, pensieri che si affollano, pensieri che sostano e non vogliono staccarsi in nessun modo, accendo una sigaretta e butto via il fumo “personalità creativa “, sento ancora la sua voce nella mia testa : ” ebbene mia cara, lei non ha alcun problema , è dotata di una personalità creativa, e in questi casi non c’è terapia, lei è emotivamente sana in unMondo Malato.
Questo le crea dolore e la fa sentire diversa, emarginata, come sa, le persone creative amano, sognano,sperimentano, cercano di raggiungere i propri obiettivi, e di formularne dei nuovi. Lei  è connessa alla sua anima, in contatto con la sua veirtà. Non ama la competizione, la sopraffazione e lo sfruttamento, perche scorge un pezzetto di sè in ogni cosa che esiste. Non si sente capace di costruire la sua fortuna sulla disgrazia degli altri, e questo è penalizzante in una societa come la nostra, dove non si condivide piu nulla, dove esiste la legge del piu forte, dove la forma ha piu valore della sostanza.
Piu che normale il suo disagio, del resto, la competizione è sfrenata, il mondo oramai è malato di arroganza, i valori di cui lei è dotata, sono incomprensibili per la maggior parte della gente. Ama scherzare ma non ridicolizzare o prendere in giro, paga il peso delle sue scelte e osa quando c’è da osare.
Difronte alla perdita non baratta la sua dignità.
Ahimè lei non fa tendenza, ha una anima e di questi tempi risulta poco omologabile, ne prenda atto e vada a casa 
Il sole è caldo e il calore penetra nelle mie ossa …”lei mia cara “…….
Possibile, che chi ha un’anima , un suo sentire, si sente cosi fuori luogo ,da andare in analisi ?
Che brutto abito che indossa il mondo, gente all’apparenza normale: che punta il dito, che ti sbrana in branco, che sposi e poi ti ammazza, che ti supera calpestandoti, senza provare rimorso,che in testa ha solo la voglia di apparire e non bada a spese per modificare, ogni piccola parte del proprio corpo, la falsa società del bello, del magro, e se poi si va in anoressia chi se ne frega, del mordi e fuggi, dei rapporti virtuali perche piu comodi, della repulsione della vecchiaia , dei sorrisi falsi, della mancata amicizia, che è sempre pronta a rubarti qualcosa,a volte anche l’uomo, ma solo per sfizio.
Ma dove sono andati a finire quei bei rapporti face to face ? quei rapporti che davano calore e sapevano di buono, chissà che fine hanno fatto.
Mi guardo intorno e quello che vedono i miei occhi è l’assurdo: tutti incazzati, tutti lamentosi, tutti annoiati… tutti con i cellulari in mano, le donne a scattare selfie con labbroni rossi, e gli uomini di 50 anni e passa, ad atteggiarsi ad eterni giovanotti di primo pelo, la corsa in  palestra, la ricerca nei negozi del vintage, i corsi sulla legge d’attrazione a gogo…. pensieri positivi,ma che poi di positivo non hanno nulla, il dio denaro che fa da padrone e che corre nelle tasche di pochi, quegli stessi che si girano dall’atra parte, quando vedono che altri sono allo sfinimento ,il super mondo dei social, non sei nessuno se non sei iscritto come minimo su 3 /4 social a postare le tue vacanze meravigliose o l’ultima cena al ristorante e alla fine  nessuno si accorge di quanta solitudine c’è, di quanto malcontento e di quanta frustrazione si ha .
Si ! … il mondo è malato… ha bisogno di cure urgenti, per ritornare ad essere.
Un mondo di arroganza, di puro ego, alla fine esploderà.
Pensieri…. che affollano la mia mente, un traffico di parole che suonano e danzano senza tregua.
Pochi metri e sono a casa… finalmente !!!!

Coccolamusic3

Questa è la storia di Marco

Marco ha 17 anni e vive in una città del centro nord, è un ragazzino dal viso dolce e dalla mente veloce, timido e curioso, scopre ben presto di provare attrazione per il proprio sesso.
Dopo i primi tormenti , riconosce e accetta la sua omosessualità, la dichiara ai suoi amici piu cari, ma non si sente ancora pronto a dirlo ai suoi genitori.
Non sa come affrontare l’argomento, non sa se questo provocherà una frattura all’interno della sua famiglia e per un pò si porta tutto dentro, cercando di nascondere la sua indole, un peso che lo chiude in se stesso, che non gli permette di essere quello che è.
Marco ha sempre raccontato le sue cose, ma questa volta non è facile, del resto non si tratta di raccontare un brutto voto preso ad un compito in classe o di quella volta che ha bevuto fino a star male andando alla festa del suo compagno di classe, confidare a suoi che sta vivendo il suo primo tormento amoroso per un suo amico, pesa come un macigno.
Spesso in casa si fanno battute o ipotesi sulla sua futura ragazzetta, e suo padre dall’alto della sua esperienza, elargisce consigli. In quei momenti, Marco vorrebbe urlare del suo “amore” per un suo coetaneo, di come lo sta vivendo , del suo batticuore, ma che faccia farebbe suo padre ? e sua madre riuscirebbe a capire ? ad amarlo ? i suoi genitori saprebbero accoglierlo senza discriminarlo?
Un pensiero fisso che non lo fa dormire in pace, la vergogna e la paura del rifiuto gli stringono il cuore, ma sente dentro di se che non può piu fingere, ha bisogno di condividere con la sua famiglia.
Preso da un forte impulso ,una sera a cena, Marco dichiara la sua omosessualità, ignaro che da lì a poco, si sarebbe scatenato l’inferno.
Suo padre ne rimane sbigottito, e in preda ad un raptus, si alza di scatto dal tavolo, lo afferra da un braccio e inizia a picchiarlo ferocemente, pensando nella sua testa che il figlio va riportato sulla retta via, non contento lo siede di forza al centro della stanza , lo lega e nelle mani poggia la bibbia e lo obbliga a leggere e a recitare ad alta voce versetti contro Satana e sodomia. Il figlio va esorcizzato!!!!
Un ingrato compito,quello del genitore, non esiste un manuale di istruzione che possa indicare come fare, cosa dire, l’unico mezzo è il cuore, ci si aggrappa  all’amore che si prova.
Scoprire un genitore omofobo, è sconvolgente, disgustoso, raccapricciante, Marco andava accolto, capito, supportato e protetto, e nei momenti di confusione andava amato di piu, invece la vergogna,il tabù e la discriminazione ha prevalso sull’amore.
La rivelazione della propria tendenza omosessuale ai propri genitori costituisce per i gay una tappa importante: un gesto necessario al benessere psicologico personale, per poter vivere liberamente ed apertamente ciò che sono.
Nessun genitore, quando gli nasce un figlio, pensa, nemmeno lontanamente, che possa essere “diverso” nelle sue tendenze sessuali. Ogni padre e madre si danno da fare con tutto il loro amore per allevare il proprio figlio o figlia e dar loro le “regole” per vivere accettati e benvoluti nel nucleo familiare prima e nella società, poi.
Spesso i genitori proiettano ogni loro speranza, non ancora realizzata sui figli e sulla loro vita futura. E proprio quando padri e madri, raggiunta una certa età, iniziano a tirare i remi in barca, può succedere che il loro mondo ideale, venga sconvolto da una inaspettata rivelazione: “mamma, papà, sono omosessuale”, rivelazione che nasce dopo un lungo percorso d’accettazione e d’integrazione della propria identità sessuale.
I figli non ci appartengono, ne tanto meno la loro sessualità, l’amore che si prova verso di loro deve andare oltre le paure o i pregiudizi che si possono avere.
Difronte ad una simile dichiarazione da parte del figlio, i genitori sentono nascere dentro di loro tre momenti differenti, che vanno dal lutto, al rifiuto alla collera, cercano la loro parte di responsabilità nell’origine dell’omosessualità del proprio figlio ed i mezzi per rimediarvi. Viene allora ingiustamente, messa in causa l’educazione. Quello che inizialmente non si comprende è che l’omosessualità del figlio, non dipende da alcuna scelta da parte dello stesso o dalla educazione ricevuta, o dalla presenza /assenza da parte dei genitori per motivi vari (anche se il piu comune è quello lavorativo), ma solo dalla sua innata natura.
Lì dove è difficile accettare e comprendere, i genitori e i figli con animo sereno( si spera !) dovrebbero, chiedere aiuto ad un  psicoterapeuta, per metabolizzare il tutto.
Ma quando l’omofobia silenziosamente si fa strada, la famiglia, quel nido sicuro, diventa teatro di discriminazione e violenza inimmaginabile: non si può maltrattare, denigrare ,torturare un figlio semplicemente perché il suo amore, ha una forma diversa da quella concepita dalla società o dall’orientamento comune.
Il suo orientamento sessuale non è una scelta, ne tanto meno un vestito da indossare o un ruolo da interpretare, ma fa parte di esso e si sviluppa con lui :può essere scoperto, compreso e sviluppato, ma rimane pur sempre innato.
Non si sceglie di essere gay ma lo si è, questo non può e non deve far sentire la persona sbagliata , allontanata ,derisa, umiliata in famiglia, a scuola o sul lavoro.
La scuola, la famiglia, la società devono avere gli strumenti necessari affinchè storie come quella di Marco o di tanti altri ragazzi, non si verificano più.
L’informazione è come il pane in questi casi, bisogna parlarne, perche l’unico modo per distruggere la puara del diverso è abbattere, distruggere il seme  dell’ignoranza.

Coccolamusic3

Sii uomo

Ci sono notevoli differenze fra il cervello di un uomo e quello di una donna. Il cervello femminile ha l’ippocampo più esteso, il quale di solito fa mantenere meglio l’attenzione e la memoria. Il cervello maschile ha una corteccia parietale più estesa, che è d’aiuto per difendersi da un attacco. Il cervello maschile affronta le sfide diversamente da quello femminile. Le donne trasmettono informazioni attraverso il linguaggio… dettagli… empatia…
Gli uomini invece non più di tanto. Questo non significa che sono meno capaci di provare emozioni. Sanno parlare dei propri sentimenti… solo che il più delle volte, preferiscono non farlo.
….”Sii uomo!” La gente lo dice in continuazione.
Ma cosa significa in fondo? Riguarda la forza? Riguarda il sacrificio?
Riguarda la vittoria?….Forse è più semplice.
Bisogna sapere quando non fare il macho, non accettare uno stupido braccio di ferro o anteporre il proprio orgoglio ai sentimenti.
A volte ci vuole un vero UOMO per mettere da parte il proprio ego, ammettere la sconfitta e semplicemente iniziare di nuovo tutto da capo!

 

Coccolamusic3

Un uomo per strada..

Faccio una piccola premessa questa poesia di cuore l’avevo regalata ad una persona per me speciale che purtroppo ha deciso di buttarla nonostante ne fosse molto innamorato, gesto d’impeto credo o di rabbia cmq sia me la riprendo e la posto qui per chi vorrà apprezzare!

 

“Tutto intorno è silenzioso, la notte con le sue calde braccia si affretta ad avvolgere, un mantello di velluto nero cala su ogni cosa rallentandone la corsa, nel cielo la luna risplende con i suoi capelli argentati e intorno le stelle birichine e luccicose danzano qua e là . Per strada il rumore di passi frettolosi, un uomo racchiuso nel suo giaccone, con le mani in tasca e il naso in su, si affretta a rincasare. Il vento che soffia lento gli accarezza i capelli, scompiglia le sue ciocche e lui si stringe di più a sé, i suoi pensieri gli fanno compagnia in una notte buia, saltellando seguono i suoi passi, a volte veloci e a volte più lenti, come in una danza seducente.
L’ombra di sé lo insegue, e gioca a nascondersi per poi riapparire senza però rallentarne il passo. Nessun rumore infastidisce il suono delle sue scarpe, un tempo strette e nuove, ed ora comode e consumate dai giorni e dagli anni, per tutti i cammini intrapresi e per tutte le strade esplorate. La luce dei lampioni soffusa  illumina la strada e ad ogni battito un respiro, aria sotto forma di nuvola esce dalla sua bocca, ed un solo pensiero lo tormenta, arrivare presto a casa. In lontananza da una finestra, al secondo piano di un vecchio palazzo, che ancora é possente e maestoso, si intravede la luce accesa e le tendine spostate dai vetri, due occhi attenti sulla strada, speranzosi di vedere quell’uomo attraversare la strada e avanzare per poi perdersi in un portone di vecchio stampo e finalmente giungere a destinazione.”

Una storia.. Tante storie nessuna nuova

Una storia… tante storie nessuna storia.

Con un diario in mano e una tazza di caffè fumante,
in una sera di primavera, sento la voglia e il desiderio
di raccontare … la prima pagina è bianca con righe
sottili , la mano impugna la pena , e le prime parole
iniziano a danzare ,prima lentamente ,quasi sottovoce
e poi sempre più veloci e incalzanti.
Quando si decide di avere un diario, si è consapevoli
di affidare a quel semplice oggetto, pensieri mai detti
a nessuno, misteri di cui l’anima non ne sopporta
più il peso, fantasie che rallegrano il viso, segreti che
rosicchiano e che spingono per essere scoperti.
Il diario è il tuo confessore, che silenziosamente
acquisisce le tue verità, e tu non fai alcuna resistenza:
scrivi fiumi di parole.
La storia che piano piano inizia a delinearsi, ha un
sapore leggermente amaro, tutto ha un inizio, ma qui
non c’è…. per noia, per solitudine, per sentito dire, un
viaggio irreale é iniziato .. nomi e visi sconosciuti,che
si accalcano gli uni sugli altri, spinti da un malcontento
unico ,ingenui ,si affidano e confidano in gruppi
invisibili di un noto social.
Tu che la prima volta entri ,non comprendi inizialmente le dinamiche, segui
la corrente, battute, risate mute, faccine colorate, cerchietti rosa e azzurri, finestre che danzano sulle note di un bip a te sconosciuto,
codici binari, Nick fantasiosi, frasi ad effetto e sceriffi con stelline luccicanti, pronti a difendere un recinto virtuale, i leaders (così si fanno chiamare).
Tutti concentrati ad apparire in una gigantesca finestra, e tutti con una realtà ricca  di successo, di abbondanza (che di questi tempi,
non è mai troppa!) e a trovare la formula giusta per affascinare
il malcapitato ignaro ,che ancora brancola
nel buio più totale. E come Pinocchio, nel paese dei balocchi, credi di poter essere uno di loro.
Hai davanti a te un nuovo mondo, che
fai fatica ad accettare, ne puoi comprendere
qualcosa solo attraverso la tua parte irrazionale:
Un gioco che con un click puoi, in qualsiasi momento tu voglia, far
sparire, senza lasciare traccia alcuna.
Vieni catapultato in un girone infernale, dove il male
è camuffato sotto le mentite spoglie del bene.
Stonato da quella fervida eccitazione
inizi ad esplorare, stanze piene di utenti, ognuno con un profilo, colorato e adornato da immagini e suoni, che ti spingono a fantasticare su uomini e donne mai visti, che però, entrano nella tua mente, attraverso parole e faccine colorate.
Inizia la danza della manipolazione psicologica.
Le tue fragilità, le tue paure vengono carpite e usate
a fortificare un legame tra te e i falsi detentori di
verità sconosciute.
Ma quello che non riesci a vedere è la tua
trasformazione in un puro zombi !
In questo caos di post e di piccole finestre, che si aprono con domande sempre più pressanti: “chi sei, che lavoro fai” , senza accorgertene entri a far parte di una idea più grande di te, in un ingranaggio che difficilmente riesci a gestire.
Una droga, che non innietti nelle tue vene o nelle tue narici, ma che circola nella tua mente, che prende possesso della mente lentamente, quasi come una goccia che rosica la roccia, e di botto ne sei attratto.
Solo un ingenuo, può credere di poterne uscire quando vuole e come vuole:
“Un’altra volta ancora e poi non entro più, basta un click e tutto svanisce, entro solo per giocare, non cerco nulla” tutte frasi che si usano
per non farsi travolgere in una simile assurdità.
Facile a dirsi ma non a farsi!
Il problema nasce quando ti leghi ad una immagine travestita di niente, che riesce a farti provare emozioni, a farti sognare, quel qualcosa che insistentemente cerchi nella tua vita e che non trovi.
Credi di poter gestire la cosa, ma in realtà ne sei talmente preso
manipolato, che non ne puoi fare a meno. I giorni si succedono e le ore impiegate sono tante, a volte lo fai durante il tuo lavoro, e quando sei impegnato nelle tue faccende reali, ti affretti pur di entrare in quel magico mondo, quasi fiabesco con fate, cavalieri, maghi, streghe e troll.
Tutto va bene se non indaghi,  non fai domande,
se continui a interpretare il tuo ruolo  invasato da un incantesimo, (il personaggio con la sua chattata unica, sui generis)
se continui a credere a quello che ti dicono ,ma dentro di te si fa strada una forza particolare che ti obbliga al risveglio e inizi a far marcia indietro, ecco
che il velo si squarcia, la magia finisce e l’incantesimo svanisce.
Vieni catapultato in una amara realtà, dove tutto è il contrario di tutto, dove la tua mente l’ha fatta da padrona, facendoti credere ad una fantasia, ad una illusione travestita, per un bisogno forte di autostima, di essere desiderato, considerato, di far parte di un qualcosa dove sentirsi a proprio agio, dove non apparire ma semplicemente essere.
Non puoi fare altro che chiudere tutto e correre il
più lontano possibile, se servisse a qualcosa, ma il punto in questa storia non è la virtualità, ma tu, utente tra gli utenti.
La morale, se mai esiste una morale, è che tutto gira intorno a te e a quello che dovresti essere e non hai il coraggio di essere, perche è molto più facile acconsentire ad un sistema che tenta a stritolarci e a renderci sempre più simili gli uni agli altri, che ribellarsi e far vibrare la luce interiore che ognuno di noi possiede.  La felicità, l’amore sta solo in noi, e tutto accade se siamo noi a volerlo.

Neve

L’inverno mi salutò col suo grido, che durò qualche attimo, poiché il suono della tormenta di neve divenne in poco tempo silenzio. Tirai su la persiana per riuscire a vedere una porzione più ampia di cielo, quasi a voler scorgere con occhi affamati il punto in cui nascevano i fiocchi. I tetti man mano che la neve scendeva in una danza fitta, sparivano sotto la coltre bianca, insieme alle strade, ai marciapiedi e alle panchine accanto ai lampioni. Le luci colorate e intermittenti del Natale, provenienti dalla strada e dalle finestre dei palazzi di fronte, danzavano nel bianco riflettendosi sul foglio di carta che avevo sulle ginocchia. Quel quadro naturale di una bellezza dirompente  mi suggeriva pensieri che mai avrei voluto perdere, o farmi sfuggire o mandar via. Decisi perciò di ricorrere alla carta, che da sempre era mia complice in questo. Li scrissi a mano su di essa, con dell’inchiostro indelebile blu. Li avrei riletti insieme alle emozioni che mi attraversavano i muscoli, il polso e le dita che sorreggevano la penna. Abbandonai, così, i tasti del telefono e fotografai prima con gli occhi, poi con le parole, quel momento solo mio…

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Vieni ti presto le mie scarpe

Se tu vuoi e solo se tu vorrai, ti presto le mie scarpe, si hai capito bene, le mie belle scarpe, quelle che hai sempre anelato. Così potrai percorrere la stessa strada calpesta dai miei piedi, immergerti nelle mie stesse acque dal fondale profondo e capire quanto difficile sia la risalita . Lo so… una simile offerta ti imbarazza ma vorrei che tu, con le mie scarpe, potessi percorrere il sentiero sacro della mia vita e magari capirne il significato senza giudicarne le scelte, vivere ciò che io ho vissuto e spiegarmi poi se ancora ti da fastidio il mo percorso. Solo se tu vorrai indossandole capirai cosa ho provato io, come mi sono sentita e forse non giudicherai con austerita’ quanto siano state strette o quanto male mi abbiano fatto.
Vieni prendi le mie scarpe e solo dopo potrai dirmi se anche i tuoi piedi sono doloranti .

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Io.. Cacciatrice dei miei orizzonti

Ti è mai capitato di cercare la luna, di stare seduto tra le stelle, di socchiudere gli occhi per il loro scintillare, e di sentirti bene come mai nella tua vita, leggero come una nuvola soffice e di avere stampato sul tuo viso un sorriso di quelli magici che non hai mai fatto neanche nei periodi più belli della tua esistenza? Chiese Gaia a Ciro, che nel mentre stava seduto e a capo chino, sofferente, per un dolore inaspettato, che gli strozzava il petto e lo costringeva a singhiozzare, piccole goccioline salamastre che scendevano lentamente sul suo bel viso. “purtroppo no!” rispose, “ho sempre seguito la corrente bassa e non ho mai cavalcato le onde per paura di rimanerci sotto, ho dato importanza al consenso, che in quell’istante esaltava il mio ego, che mi teneva stretto in catene, sai com’è vero Gaia?”
“Si Ciro…. so com’è, ma ho desistito. Mi faceva incazzare da morire e non mi faceva certamente assaporare la felicità, anche di un solo istante. Ho fatto a botte con tutti e ho anche sanguinato di brutto, per potere avere un attimo indiscusso di felicità , ma soprattutto per poter essere una vera persona libera, libera dalle mode, dai gruppi, da quel continuo ostentare un  essere sempre perfetto, sempre incline ad un volere non mio per poter stare al passo di un sistema malato. Un enorme drago infuocato che ti spinge verso un ingranaggio, un tic tac impreciso malsano che divora senza pietà alcuna.
Ho lottato e a volte ho guerreggiato con il drago , che cercava  di ributtarmi nell’oscurità e a me il buio non è mai piaciuto! Io amo il sole, quel tiepido calore che fa sudacchiare la mia pelle olivastra, il cielo terso azzurro e il mare che onda dopo onda mi cosparge di salsedine. Vedi Ciro ho remato controcorrente, ho rischiato ed ho avuto anche tutti contro ma non mi interessava, era più importante la libertà, quella libertà che fa bene al cuore, che ti fa sognare, che poi lo sai… sognare non costa nulla, se non la fatica di andarci vicino e provare quella sensazione di leggerezza impagabile”.
Ciro l’ascoltava estasiato e nel mentre asciugava i suoi bellissimi occhi scuri e per la prima volta vide la sua vita attraversagli il cuore, come quando vedi un film in tv, quante scelte del cazzo che aveva fatto, quanti bivi sbagliati che  aveva intrapreso solo per sentirsi parte di un gruppo ed ora? Ora aveva capito… ma c’era ancora tempo? Ora il tempo scorreva veloce in quel letto e lui non ne aveva la forza, un solo un desiderio albergava nella sua testa, il desiderio di cavalcare un onda gigante, attraversarla e uscirne indenno. “Gaia” sussurrò  “perché non ti ho incontrato prima, perché proprio ora che non ho piu voglia ed energia?” Gaia dolcemente gli prese la mano la strinse e rispose senza indugio “perché ora è il tempo giusto, il tempo di sorreggerti, di spronarti a ritrovare la tua luce, quella luce magnifica di cui sei dotato, sono qui per questo” rimasero a guardarsi per moltissimo tempo, mentre il giorno lentamente andava a morire e lei stringeva la mano di Ciro fiduciosa di vederlo nuovamente ruggire come un leone, cacciatore del suo orizzonte, in una savana sempre più feroce. Lei non aveva dubbi, Ciro avrebbe sconfitto il drago era solo questione di tempo. Sapeva, quanto grande fosse il suo valore, quanto ancora aveva da dare, lei ne era certa che nel cuore di quell’uomo, ora fragile e indifeso esisteva un tesoro nascosto di ineguagliabile bellezza.

Coccolamusic3