CONTAGION SODERBERGH

È un film del 2011 di cui si è tornato molto a parlare durante il lockdown, anche grazie al tam-tam della rete, come accaduto per il libro “Spillover” di Quammen, poiché la storia è in molti aspetti sovrapponibile al periodo di pandemia che stiamo vivendo. Ovviamente essendo un film assume anche aspetti apocalittici.

Il film affronta il tema della diffusione di un virus trasmesso da goccioline respiratorie e fomiti, e del tentativo, da parte di ricercatori medici e ufficiali di salute pubblica, di identificare e contenere la malattia, e in seguito della perdita di ordine sociale in una pandemia e dell’introduzione di un vaccino per fermarne la diffusione.

Se siete facilmente suggestionabili dalle panzane che si leggono in rete, non guardate il film. Poiché è stato utilizzato dai complottisti proprio per dire che il virus era già conosciuto e che un qualche governo nel mondo l’ha prima diffuso per poi guadagnare col vaccino.
La sceneggiatura è così sovrapponibile alla realtà perché chi l’ha scritta ha fatto un gran lavoro di informazione e studio sulle altre pandemie e sulla cura degli ecosistemi.

Il film mi è piaciuto per due aspetti molto evidenti.

Il primo è il messaggio ecologista: una foresta viene tagliata, un pipistrello scappa e cerca un nuovo rifugio, si ciba di una banana e va sul soffitto di un allevamento di maiali, dove uno di essi mangia il pezzo di banana sfuggito al pipistrello. Il virus pappa nel maiale e subisce la prima mutazione combinandosi alle cellule del maiale il quale finisce sul tagliere della cucina di un cuoco, il quale abbraccia una cliente per una foto. Il virus passa nella donna dove si adatta alle sue cellule e subisce la mutazione umana diffondendosi nel mondo.
Il rispetto dell’ambiente e dell’habitat degli animali stanno diventando il punto focale dell’era moderna. Poiché anche lo sciogliersi dei ghiacciai ci pone al rischio di riportare in vita virus sopiti da millenni.

Il secondo aspetto è quello della diffusione delle notizie in rete, la quale è diventata cattiva maestra della conoscenza usa e getta.
Uno dei personaggi del film e che più ha attirato la mia curiosità è un blogger, Alan Krumwiede, che si occupa di teorie del complotto decide di lucrare sulla situazione, e si accorda con un’azienda produttrice di un rimedio omeopatico a base di forsizia per far credere che questo preparato possa curare il virus. Tramite un inganno (si finge malato e poi guarito grazie alla forsizia) ottiene milioni di contatti per il proprio blog, il chè gli fa guadagnare milioni di dollari, mentre nel mondo il virus si diffonde e miete milioni di vittime.
Dopo la scoperta del vaccino e prima che comincino le vaccinazioni, il blogger Krumwiede comincia una campagna cospirativa per convincere l’opinione pubblica che il vaccino non serva ma sia solo una trovata per speculare economicamente sulla produzione. Il blogger viene arrestato ed accusato di cospirazione, truffa e omicidio colposo: le analisi sullo stesso Krumwiede dimostrano infatti che l’uomo, non presentando anticorpi contro il virus MEV-1, non ne è stato mai affetto e che la cura omeopatica della forsizia era un inganno.

Io sono convinta che gli anti-vaccino saranno i primi a vaccinarsi ed a farlo somministrare ai propri figli, salvo continuare la loro campagna contro i vaccini.
Il personaggio del blogger dimostra come taluni personaggi siano disposti a manipolare la credenza e le paure umane per il proprio tornaconto personale. (Nel film uno dei virologi infatti sottolinea come avere un blog seguito da milioni di persona non faccia di nessuno un giornalista).

 

5201715_1510_contagion