#testdrive #PumaEcoboost affidabile e sicura anche sullo sterrato

Controlli elettronici e la ‘parte ciclistica’ equilibrata per la sicurezza

Supera senza ridurre il confort anche il fondo sconnesso

Scattante, stabile, sicura, capace di dimostrarsi reattiva al di là delle aspettative del ‘piccolo’ motore di 999 cc a tre cilindri grazie alla parte ibrida dell’Ecoboost che scatena energia dai 125 CV a disposizione, la Ford Puma Ecoboost ST Line Ruby è capace di sorprenderci anche sullo sterrato. Ricordate? Vi avevo accennato che sugli ultimi modelli della Casa americana è disponibile la funzione L destinata a incrementare la capacità di autoricarica in decelerazione. Per fare questo, l’auto incrementa l’effetto frenante al rilascio dell’acceleratore e si comporta come se premeste contemporaneamente con il piede sul pedale del freno. Fisicamente, la sensazione che la Puma Ecoboost vi restituirà sarà quella di un mezzo sul quale si sta ricomponendo il pieno di energia, questa volta la risultante tra l’utilizzo del motore a benzina e del sistema elettrico. Troveremo la funzione L anche su un modello molto più performante e iconico, però a trazione posteriore, sul quale l’effetto di decelerazione incrementata asseconderà una guida facilitata. Che significa? Vuol dire che se all’inserimento in curva

punteremo il muso dell’auto e orienteremo le ruote verso la corda,

il punto più vicino al centro del raggio di curvatura che avremo scelto di affrontare, togliendo contemporaneamente il piede dal pedale dell’acceleratore la decelerazione incrementata indurrà l’auto a sbandare con il retrotreno e a stringere la curva, facilitandoci la manovra per renderla più sicura. Sulla Puma questo effetto temporaneamente sovrasterzante (la sbandata del retrotreno) è esaltato dal fatto che l’auto è a trazione anteriore e mal che vada, ci si può aiutare con un colpetto di freno a mano . Proviamo a vedere se è varo imboccando uno sterrato tra le campagne e i canali irrigui della Riviera friulana. Abbandonando l’asfalto inseriamo la modalità Sterrato, che la Puma ci mette a disposizione e proviamo ad affrontare

alcune buche piuttosto estese in velocità: la vettura non ne risente.

Si comporta come se stessimo viaggiando su una strada perfettamente liscia. Insistiamo più avanti, e la Puma ci conferma il confort anche sullo sconnesso, e il fatto che i controlli elettronici per i percorsi su sterrato con efficaci. Ma ecco un tratto particolarmente fangoso, così proviamo anche la funzione Bassa aderenza. Il risultato è ugualmente positivo e la Puma percorre in sicurezza, quasi come se ci trovassimo sulla vicina strada asfaltata, l’intero sterrato, senza incertezze anche dove il percorso misto e sulla parte esterna delle curve scavate dal via vai di mezzi rurali si accumula un insidioso strato di ghiaino. Ora IMG_7568 IMG_7583 IMG_7591 IMG_7595 IMG_7663 IMG_75261 IMG_8653 IMG_8659ritorniamo sulle placide strade della viabilità rivierasca abbandonando lo sterrato, pur superato brillantemente e senza che aumentasse la rumorosità dell’auto sullo sconnesso,

per goderci nuovamente il potente impianto di intrattenimento B&O.

Sui lunghi rettilinei possiamo apprezzare anche gli accorgimenti per rendere più sostenibile un’auto già evoluta, come la misurazione rendimento della guida: quando abbiamo raggiunto una velocità di crociera adeguata, il sistema elettronico ci suggerisce che è ora di cambiare stile di guida e con un simbolo a forma di acceleratore ci segnala che possiamo togliere il piede dal pedale e proseguire in ‘folle’. Il che vuol dire procedere per inerzia. Un ultimo dettaglio-suggerimento che ci consente di sfruttare maggiormente la sostenibilità di questa Ford Puma Ecoboost modello Ruby.

#charlieinauto3/373

#testdrive Hyundai Santa Fe Hybrid con un’assistenza alla guida integrale

Dal Cruise control adattivo intelligente ai fari altrettanto auto selettivi

Al sistema di telecamere 360 per parcheggiare tra i portici di Portogruaro

Il pulsante dello start per attivare la Hyundai Santa Fe Hybrid è sotto al cruscotto, sul lato destro. Vi può capitare di non percepire alcun segnale che vi confermi l’avvenuta accensione del sistema. ovvero, se siete distratti o presi da altri pensieri vi potrà capitare di non accorgervi di averla già messa in moto. Questo perché all’avvio dà la priorità alla modalità elettrica, che rimane attiva per una sessantina di km finché non chiederete al maxi Suv coreano di esprimersi al massimo delle sue performances. Ciò si rivelerà molto utile nel caso vi spostiate all’interno di una città, o vi serva uno spostamento limitato, perché, come dicevamo, se disponete di una colonnina di ricarica autonoma o alimentata dal vostro impianto fotovoltaico, ciò

vi permetterà di muovervi a costo zero.

Diversamente, se dopo avere premuto sul pulsante D, Drive sul tunnel sotto al cruscotto che è il terzo dopo il tasto R, Retromarcia, N, Neutral o Folle, P, Parcheggio, ruoterete la grossa manopola per le funzioni di guida invece che su Eco, la modalità green e con la guida soft, su Sport si attiverà istantaneamente il motore termico, al quale, per una spinta bruciante, si affiancherà automaticamente quello elettrico. A quel punto non vi resterà che schiacciare l’acceleratore e cominciare a divertirvi a guidare, assecondati dal

cambio automatico a sei marce che è molto adattivo.

Per una guida di precisione vi potrete avvalere della funzione manuale che accetterà la vostra selezione delle marce attraverso le palette al volante. Il motore di 1598 cc da 132,20 Kw scarica una spinta importante sulle ruote anteriori, e appena ci mettiamo in movimento affida l’auto a un sistema di guida assistita per la sicurezza che è pressoché autonomo. Se ci inseriamo su una strada a grande scorrimento o in autostrada, il cruise control adattivo si prenderà cura della vettura e di noi. Si tratta di un

cruise control adattivo non per nulla denominato ‘intelligente’.

Come sono del tipo adattivo ‘intelligente’ i fari automatici che scandagliano il nostro orizzonte nei punti oscuri nella direzione verso la quale ci muoviamo. Per esemplificare l’efficacia del cruise control adattivo ‘intelligente’, nel trasferimento da Milano alla Riviera friulana ci siamo affidati a questo sistema utilizzando soltanto il volante: se ci infilavamo nella colonna più lenta, la Santa Fe rallentava automaticamente adeguandosi alla velocità dei mezzi che ci precedevano, per poi mantenere la stessa velocità della colonna. Manteneva anche la corsia prescelta grazie al controllo laterale. Al momento del sorpasso era sufficiente sterzare verso la corsia libera per far riprendere alla Hyundai la velocità impostata in precedenza. Allo stesso modo, per esempio per entrare al grill era sufficiente immettersi dietro a un mezzo che stesse compiendo la stessa manovra e

lasciar fare al computer di bordo.

Ora è arrivato il momento di parcheggiare perché abbiamo raggiunto il centro di Portogruaro attraversando le splendide strade dallo stile e dall’architettura veneziana. È una città splendida sulle sponde del fiume Lemene, con i suggestivi portici attorno alla piazza e alle stradine lastricate in pietra o in ciottolato, circondata dalle mura medioevali che racchiudono un antico nucleo abitato di origine romana. Alcune delle strade, come le calli veneziane sbucano sul corso del fiume. Ecco il parcheggio, nel quale la Hyundai, su richiesta, si inserisce automaticamente. Non avevamo ancora detto che la nuova Santa Fe è a sette posti, due dei quali sui seggiolini posteriori che sbucano dal bagagliaio rubando parte dell’ampio spazio disponibile. Per questo è lunga m, ma ciononostante è molto maneggevole. Una qualità che ci incoraggia a parcheggiare manualmIMG_5393 IMG_5412 IMG_5421 IMG_5429 IMG_5547 IMG_5553 IMG_5569 IMG_5582 IMG_5593 IMG_5602 IMG_5608ente

agevolati dall’efficace sistema di telecamere a 360°

e che si rivelerà molto utile anche in montagna.

#charlieinauto3/3

#testdrive #Hyundai Kona Electric mantiene le promesse per l’autonomia

Un modello affidabile come tutta la serie Kona agile e scattante in montagna

Oltre 260 km parte in montagna e la batteria è ancora carica per metà

Abbiamo anticipato che la nuova Hyundai Kona Electric, ‘edizione 2023’ ma attendiamo già quella che sarà commercializzata nel 2024, accanto al restyling che le dà l’importanza dovuta rispetto al modello precedente che avevamo provato, dispone di una maggiore autonomia. Per come intendiamo l’uso dell’auto, in realtà forse uno stereotipo che abbiamo ereditato da decenni di uso di auto a benzina o diesel con la disponibilità di distributori di carburante a una media di 10 km l’uno dall’altro, per noi l’autonomia vuol dire partire con il pieno, affrontare un percorso, inserire delle varianti e variabili per ammirare paesaggi nuovi, raggiungere un luogo di ristoro, un punto panoramico, amici, un imprevisto, senza dover tenere conto della necessità di ‘rabboccare’ il serbatoio per essere sicuri di ritornare indietro.

Con i 450 km di ‘autonomia’ dichiarati con i cerchi da 19’ noi ci proviamo.

Partiamo dall’origine della #Rivierafriulana, #lignanosabbiadoro, e risaliamo in autostrada fino ad #Amaro, il tutto in Provincia di Udine, ma andiamo dal mare alla montagna, e sono già 75 km. E’ il casello della A28 che porta a Tolmezzo (Ud), capoluogo della Carnia, oppure al confine austriaco di Tarvisio lungo la ‘vecchia’ strada statale. Un percorso che si può compiere anche proseguendo in autostrada, ma ci attrae il desiderio di infilarci in una valle che abbiamo sempre lasciato scorrere accanto a noi: la Val Aupa. La sua caratteristica sta nel fatto che dal fondovalle, improvvisamente si ergono montagne di quasi 2.000 m che scorrono accanto a noi fino ad arrivare a un altipiano; poi si ridiscende verso Pontebba, nel Tarvisiano, bypassando il tortuoso percorso della Valle del Fella che conduce comunque verso l’Austria.

All’inizio dell’avventura, perché per un lungo tratto non saremo collegati con il telefono cellulare, il bel paese di Moggio Udinese, spalmato sui primi contrafforti delle prealpi, dove si trova un antico monastero di clausura, che motivò Sergio Zavoli, uno dei maestri del giornalismo televisivo, quasi cinquant’anni fa a intervistare una delle monache in una delle prime dirette televisive. Sempre a Moggio una storica cartiera che oggi produce le pregiate e costose carte colorate per avvolgere i dolciumi.

Affrontiamo la Val Aupa e la strada è davvero suggestiva, tra il bosco, tratti panoramici, tornanti e un misto accattivante che ci motiva a spingere sull’acceleratore, divertendoci, all’occorrenza a rallentare con le palette che aumentano il potere frenante del sistema di ricarica in decelerazione. Nel frattempo non abbiamo risparmiato l’utilizzo del climatizzatore né di ascoltare buona musica, visto che ovviamente il nostro motore da 218 CV o 65,4 kWh e 255 Nm di coppia è completamente silenzioso, non fosse che per il suono elettronico emesso per ridurre il pericolo di non essere percepiti da pedoni e ciclisti. L’autonomia dichiarata dalla Hyundai per la Kona Electric 2023 è di 514 km, che scende a 454 con le ruote più grandi (cerchi da 19’).

Quindi, vedete come possono cambiare le cose, e come

si modifica la disponibilità di energia modificando il rapporto tra le ruote

e i giri del semiasse, o meglio, aumentando lo sforzo che il motore deve compiere per muovere gli pneumatici con una circonferenza maggiore a parità di giri. L’autonomia cambia anche sulla base dello stile di guida del conducente, che ovviamente sulla strada della Val Aupa con un’auto in prova non può essere ‘turistica’ e ci spingerà almeno in salita a premere di più sull’acceleratore. Nel frattempo la Kona Electric 2023 ha confermato l’affidabilità degli altri modelli di Kona (diversi) che abbiamo provato. Raggiungiamo il Comune di Pontebba e cominciamo a scendere verso questa località, passando per Studena Alta e Studena Bassa, due località che pur trovandosi a pochi km dall’autostrada A23 e dall’Austria, dal vicino valico di Pramollo, hanno mantenuto le caratteristiche del paesino di montagna così com’era nell’immediato dopoguerra.

Ecco Pontebba, centro nevralgico per il traffico e le merci da e per l’Austria.

Un’occhiata ‘distratta’ all’indicatore della capacità della batteria per non farci trovare spiazzati, anche se a una quarantina di km verso la pianura ci sono due colonnine di ricarica fast, perché il nostro obiettivo è completare il giro con la stessa ‘carica’ di energia elettrica, e dopo una breve sosta di ristoro ripartiamo.

Per ora abbiamo percorso 134 kmIMG_5522 IMG_5524 IMG_5525 IMG_5533 IMG_5540 IMG_5558 IMG_5569 IMG_5574 IMG_5587 IMG_5592 IMG_5595 IMG_5596 IMG_5603 IMG_5613 IMG_5621 IMG_5628 IMG_5633 IMG_5655 IMG_5657 IMG_5673 IMG_5683 IMG_5696 IMG_5707 IMG_5710

una quarantina dei quali nel saliscendo della montagna, e lo strumento ci dice che abbiamo a disposizione ancora oltre il 60 % dell’energia. Un dato rassicurante, anche se sul percorso di ritorno, quasi tutto pianeggiante e in autostrada avremo una limitata possibilità di rigenerare la batteria con i mezzi autonomi della Kona, che è plug-in, ovvero necessita per la ricarica completa della colonnina o della rete di casa. Così entriamo in autostrada a Pontebba e impostiamo il cruise control a 125 km/h. Anche la ‘guida assistita’ è fonte di consumo di energia, e nei primi modelli di auto elettriche era sconsigliato attivarla  se si voleva aumentare l’autonomia dell’auto. Il nostro test in ‘trasferimento’ proseguirà fino a Lignano a velocità pressoché costante, ma plausibile per viaggiare, perché il traffica lungo la nostra direttrice risulterà essere ridotto. Rientriamo alla base e controlliamo lo strumento del livello di carica della batteria: segna che disponiamo ancora di oltre metà della massima capacità. Quindi? Dunque la Hyundai Kona Electric 2023 ha superato la prova dell’autonomia senza metterci mai in difficoltà o crearci momenti di ansia. Quindi ha confermato la sua affidabilità.

#charlieinauto3/321

 

#testdrive #provavintage La sportiva elettrica per Volkswagen è Cupra Born

Compatta ma spaziosa all’interno è performante e sicura: 204 CV

Aggressiva e look e colorazioni molto attraenti è piena di soprese

C’è sempre una prima volta, anche per un test driver che in sei anni ha provato oltre 170 auto di ogni fascia, tipologia, per intenderci dalle Supercar al pick-up, alla micro-utilitaria da città con cambio a cloche, italiane, anche di Maranello, francesi, tedesche, ceche, spagnole, americane, indiane, coreane, russe, cinesi, giapponesi ecc.. Quindi di quasi tutte le Case. Quasi… qualche elemento ci manca ancora per completare il puzzle, il caleidoscopio del mondo dell’automotive nazionale, europeo, globale. Di solito, a sorpresa si aprono nuovi mondi e opportunità da versanti ancora inesplorati, con risvolti inattesi e sorprese che… Beh, non ci crederete ma anche noi giornalisti del volante, ma in passato anche delle due ruote a motore, riusciamo a farci cogliere di sorpresa. Anche perché, in questo caso, per esempio, credevo che questo Marchio fosse semplicemente la parte sportiva, e un po’ particolare di una Casa storica, che conoscevo fin da bambino perché produceva le nostre Fiat con un restyling un po’ modificato, dalla Fiat 600 fino alla Fiat 1800: era la spagnola Seat.

Cupra, invece, possiede una parte del suo percorso come brand sportivo

della Seat, poi, di recente, è andato per conto suo con uno stile grintoso e sportivo. Oggi Seat e Cupra fanno parte del Gruppo Volkswagen, quindi capita che qualche progetto possa essere sviluppato in un marchio più vocato. Così è per la Cupra Born, la piccola sportiva del brand spagnolo, la prima sportiva interamente elettrica del Gruppo tedesco. Probabilmente, almeno è quanto appare confrontando le due auto, è la versione sportiva di un modello tedesco, dello stesso Gruppo. Versione decisamente riuscita, perché grinta, eleganza, stile proiettato al futuro non le mancano. La prima sorpresa? Siamo arrivati al vasto parco stampa del gruppo Volkswagen in Italia a Verona, e abbiamo trovato le auto completamente coperte di brina. Non  certo l’ideale per usare un’auto elettrica lasciataci alla colonnina della ricarica. Ma l’autonomia non risentirà del freddo. La prima vera sorpresa è

l’avere scoperto che Cupra fa anche auto elettriche, questa è la prima,

e ci si dedica con particolare cura nella progettazione. Compatta ma spaziosa all’interno, dove i sedili sono comodi e contenitivi, i posti cinque e comodi, la seconda sorpresa sta nel fatto che non è stato fatto nulla per limitare i consumi di energia, nonostante questa sia una precauzione imprescindibile per le auto elettriche per preservarne una discreta autonomia. Infatti, nonostante l’ottimo impianto stereo e altri accessori che descriveremo, riesce a percorrere con un pieno di energia elettrica 290 km: un buon risultato. Ovviamente, dovrete evitare di chiederle di continuo le prestazioni delle quali è capace, altrimenti i valori dell’autonomia scenderanno più rapidamente. La terza sorpresa è che

pur così piccola scarica alle ruote 204 CV di potenza.

Il risultato è un go-kart bello da guidare, scattante ma sempre in modo controllabile. In città è semplice. Si comporta come una utilitaria, seppur elettrica, quindi vi permette di districarvi nel traffico della metropoli come guidando un giocattolo telecomandato. Sul quale però ci siete anche voi. Come funziona? Un pulsante a destra del cruscotto e si attiva. Poi, quarta sorpresa, una chiavetta che ci metterete un po’ d’attenzione per capire come farla interagire perché non è nata dal pc di un tecnico di casa nostra, vi farà scegliere tra N, la folle, R, retromarcia, o se azionare il freno di stazionamento. Le funzioni principali, ruotandola, sono

D, la marcia normale, B, credo stia per Born, amplifica l’effetto frenante

che si ottiene rilasciando l’acceleratore, ci fa risparmiare i freni, ma soprattutto aumenta la capacità di autorigenerazione dell’auto che ci fa recuperare diversi km di autonomia. Dimenticavo un dettaglio, la quinta sorpresa: il cruscotto è grande come un telefono cellulare disposto orizzontalmente. Buone dimensione per il display centrale, tant’è che tutti i dati, i valori, le indicazioni dei servizi e di utilità vi sono riportati all’interno e ripetuti sul display. Ma non lasciatevi spaventare dalle dimensioni dei caratteri sul cruscotto: sesta sorpresa le indicazioni fondamentali sono proiettate efficacemente sul parabrezza. Oggi pioviggina, e nel traffico per fare in fretta sembra di guidare una 4X4. Ma… ecco la settima sorpresa, quella più sostanziale e che ve la farà amare spassionatamente. Di che cosa si tratta? Ve lo racconto la prossima settimana. A, nel frattempo come vedete nella foto anche a Milano si incontrano automobilisti poco civili…

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#testdrive #Peugeot308 SW Hybrid 225 E-EAT8 GT non teme il freddo

Autonomia rendimento e performance confermate con temperature rigide

Mantiene la sicurezza sulle strade innevate

Quand’eravamo piccini abbiamo imparato che sfregando le mani o un panno di lana attorno alle batterie che alimentavano i nostri giocattoli o la pila per leggere di nascosto i libri sotto le coperte, ne avremmo recuperato qualche minuto di energia, per concludere il gioco o il capitolo della nostra lettura preferita. Sappiamo dunque, per averlo provato, che il freddo è un nemico degli accumulatori di energia elettrica. Lo stesso accade con le attuali auto elettriche. Un modello, forse più di un altro vede calare il range dell’autonomia residua della vettura anche in funzione della temperatura esterna. Un inconveniente al quale le case automobilistiche ovviano a prescindere adottando sistemi che preriscaldano la batteria. Altre che ne costante la temperatura a prescindere dal fatto che stiamo usando l’auto tra i rigori dell’inverno oppure in piena estate. Altre auto elettriche assieme alla batteria principale di grossa potenza e capacità per alimentare il motore per gli spostamenti, adottano una batteria ‘normale’ destinata ai servizi che si ricarica in corsa. In questo modo è possi bile utilizzare l’impianto stereo ad alta potenza di bordo, le luci di cortesia, ma ‘addirittura’ il riscaldatore dei sedili e perfino il sistema di massaggio del conducente e del passeggero. Ma non è il nostro caso, perché nella Peugeot 308 SW Hybrid 225 E-EAT8 GT

la batteria per la propulsione svolge un ruolo secondario,

essendo prevalente il motore endotermico, a benzina, da 1.598 cc Euro 6 che assieme all’unità elettrica dispone di 225 CV, mentre sempre 225 è la velocità massima dichiarata. Siamo fortunati perché pochi giorni fa è nevicato nuovamente, così il clima necessario per il nostro test si è ricreato. Trazione anteriore, tanti CV per un’auto che ha una massa a vuoto dichiarata, compreso conducente e bagaglio, di 1.762 kg. Ma quel che conta di più è la coppia massima che è di 320 NM. Così, con il cambio a 8 marce, automatico sequenziale ma anche con i comandi a palette al volante, ci divertiamo nella salita, dopo esserci rilassati preventivamente nel ‘trasferimento’

regalandoci il massaggio alla schiena che erogano i sedili anteriori.

Questa volta, io ho scelto il massaggio modalità ‘Stretching’, dovendo guidare nei tornanti e nel misto in salita, il ‘naviga’ il massaggio alle spalle. La guida di un’auto potente a trazione anteriore in salita non è difficile. Basta ricordare che all’uscita dai tornanti o dalle curve più decise l’auto tende al sottosterzo, ovvero ad allargare le curve di muso. Ma anche in tale evenienza la Peugeot 308 SW GT Hybrid conferma la sua capacità di stare in strada, anche perché è in realtà difficile che qualche cosa sfugga ai controlli elettronici della guida assistita. Che a ogni buon co to si possono escludere. Arriviamo in cima ed ecco i primi tratti bianchi, che recuperiamo in stradine secondarie. Com’era accaduto sul bagnato la macchina non sgarra, e assieme a un ottimo controllo laterale ci dimostra che l’aderenza delle gomme al terreno, o meglio al manto nevoso, certo grazie anche alle gomme invernali, è rassicurante.

Ma, e la parte ibrida, o meglio elettrica? Ci aveva aiutato ad abbattere

i consumi nell’avvicinamento alle montagne. Poi ci è stata di supporto nell’accelerazione anche in salita, e anche se l’aspetto della 308 SW GT lascia trapelare intenti sportiveggianti, alla prova dei fatti proprio la montagna si è dimostrata un’terreno’ ideale per scoprirne le attitudini. Quindi siamo arrivati sul pianoro con l’autonomia della parte elettrica (per quella endotermica non ci sono problemi perché il serbatoio della benzina è da 40 lt) un po’ in affanno. Abbiamo un po’ incrementato l’autonomia in frenata e decelerazione, ma questo effetto sarà più efficace nella discesa al rientro. Così, visto che è plug in, cioè è prevista la rigenerazione della batteria collegandoci con il suo cavo,IMG_8782 IMG_8783 IMG_8832 IMG_8826 IMG_8730 IMG_8734 IMG_8775 IMG_8822 IMG_8887 IMG_8909 IMG_8908 IMG_8904 IMG_8903 IMG_8902 IMG_8892 IMG_8898 IMG_8901 ci attacchiamo a una delle colonnine disponibili, qui da 22 Kw, e ci andiamo a gustare una cioccolata con panna e una fetta di Sacher all’Angolo di Jasmine, come da copione, in attesa di recuperare energia. Per la ricarica della batteria,

abbiamo visto che il freddo non ha inciso sui tempi di rigenerazione.

Allo stesso modo non ne risentirà il rendimento dopo la ripartenza, né la capacità di aumentare la capacità di emozionarci in discesa, nella ripresa dopo curve lente e tornanti, e lo scatto nel misto, che facilita il controllo dell’auto. Dopo la discesa riproviamo l’autonomia in modalità elettrica, ricordando che abbiamo viaggiato ‘gratis’ in discesa grazie alla capacità di autorigenerazione, che si conferma di poco inferiore ai 60 km. Quindi, adatta anche alle escursioni primaverili nelle zone naturali nelle quali la suggestione di un habitat alpino intatto non può essere alterata da rumori esterni, specialmente se intendiamo avvicinare, o essere avvicinati da qualche grazioso e socievole esemplare di fauna alpina.

#charlieinauto3/305

#prova vintage

#testdrive: Hyundai Kona N cavallo di razza che sa essere l’auto di famiglia

Bagagliaio spazioso e posti comodi in una super car performante da 280 CV

Mentre tiriamo le briglie lei gioca le sue carte ma è presto per scoprirle

Abbiamo parlato di cavallo di razza da domare. La Hyundai Kona N lo è, con il suo motore a benzina di 1998 cc, turbo, da 280 CV e 392 Nm di coppia. Di carattere ne ha da vendere. Nel contempo però, sa essere un’auto per la famiglia, perché è spaziosa quanto serve, facile anche per la guida sulle strade di ogni giorno, dotata dei sistemi di assistenza alla guida che consentono a tutti di spostarsi in sicurezza sulle strade urbane come quelle extraurbane. Un’escursione che compiamo in tutto relax, assecondati dall’ottimo impianto di intrattenimento di bordo Krell dotato di subwoofer.

Riepilogando, Kona N monta un motore 2.0 T-GDI cambio DCT a 8 marce.

Le sue prestazioni ci consentono di spostarci agilmente anche nel traffico, semplicemente grazie alla curva di coppia di un motore turbo a benzina che inizia a spingere da subito. Ma c’è un altro ausilio che monta quest’auto della Casa coreana e che si può rivelare utile soprattutto in condizioni di scarsa aderenza, permettendoci gli spostamenti in piena sicurezza su ogni tipo di fondo stradale e con tutte le condizioni metereologiche, anche le più avverse: è il differenziale elettronico a slittamento limitato (E-LSD). Che cosa fa?

Controlla meccanicamente il trasferimento di potenza alle ruote anteriori.

In questo modo gestisce la sterzata e la stabilità anche sulle curve ad alta velocità. Dunque, quando salirete a bordo non vi dovrete lasciar intimidire dal volante grintosissimo dal design N, dal pomello del cambio e dalla pedaliera in metallo, dai sedili sportivi con cuciture rosse, perché la Kona N si può guidare anche ‘normalmente’. Certo, è un peccato doversi accontentare del test stradale, perché, per esempio, la Kona N è dotata di due display touchscreen da 10,25’, con grafiche ispirate al motorsport. La modalità N di quest’ultimo modello è dotata di opportunità elettroniche intriganti, come i tempi su giro. Oltre alla mappa con design N, ecco i pulsanti personalizzabili per poter scegliere tra due modalità predefinite.

In modalità Sport o N compare un’esclusiva grafica HUD da corsa,

che ci informa sulla velocità, sui giri del motore, sulla marcia inserita per non distogliere lo sguardo dalla strada. Compito che è agevolato dal sistema Hyundai SmartSense, che comprende il Rear Cross-traffic Collision-Avoidance Assisti (RCCA), il Blind Sport Collision-Enverance Assist (BCA) e il Forward Collision-Evitance Assist. Sistemi, che a loro volta ci aiutano a individuare per tempo vetture, pedoni e cicli con i quali saremmo a rischio di collisione. Ah già… eravamo partiti per una gita nella Riviera friulana. Attraversiamo splendide strade in aperta campagna, tra distese di campi coltivati che si allungano a perdita d’occhio. Un tempo queste campagne erano zone paludose, e le terre oggi agricole sono utilizzabili perché negli anni ’20 del secolo scorso iniziò una massiccia azione di bonifica. Tutt’oggi, se le idrovore sparse sul territorio fossero spente, parte di queste zone sarebbe nuovamente ricoperta dalle acque. Paludi che erano costellate di una particolare varietà di canne, oggi a rischio di scomparsa a causa della siccità che impoverendo la portata dei fiumi consente all’acqua della laguna e del mare di risalire il loro corso, alterando l’habitat ideale dei canneti. Ci troviamo a Torviscosa, comune dell’ex Provincia di Udine, fondato a seguito della realizzazione di un centro abitato di servizio all’industria nei pressi dello stabilimento SNIA, nel centro del Paese, nel quale, dalle canne raccolte in laguna si produceva il tessuto interamente naturale Viscosa. La particolare architettura della cittadina rivierasca, che replica il modello dell’antica Roma, ha creato diversi angoli e scorci turisticamente appetibili. Da qui, lungo le suggestive strade arginali, in parte sterrate, ci dirigiamo verso la Costiera triestina, affacciata sui golfi di Panzano e di Trieste e rivolta a Grado e alla Riviera friulana, che si sviluppa anche sopra le suggestive falesie di Duino.

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#testdrive: Hyundai Bayon nel test della sostenibilità prima tra le mild-hybrid di categoria

Lo spazioso urban SUV coreano si muove su una media di 26 km/l

#testroad ad Aquileia l’antica città romana nel cuore della Riviera friulana

Ma l’auto ibrida, mild o full, conviene? Dal punto di vista della gestione della propria mobilità, calcolando i costi vivi quotidiani, trascurando gli algoritmi che tengono conto del costo d’acquisto e di altri fattori più complessi, alcune vetture ibride divengono davvero sostenibili. Ma la mobilità elettrica o quella ibrida rappresentano un futuro prossimo o ci saranno ulteriori evoluzioni ancor più sostenibili? Per il momento ciò non è ancora facilmente prevedibile. Ma ritorniamo alle vetture ibride, quelle nelle quali una tecnologia digitale assieme a un motore elettrico ausiliario assiste il propulsore a benzina, a volte un motore sempre endotermico ma diesel, per un migliore rendimento, prestazioni più elevate ma soprattutto minori consumi. Ci sono Case che hanno saputo da subito individuare soluzioni efficaci. Provando la Hyundai Bayon 1.0 mild hybrid, assieme

alle doti già descritte ne abbiamo costatato da subito la sostenibilità,

migliorata ulteriormente rispetto alla versione precedente provata un anno fa. Viaggiando sulle strade di ogni giorno ha superato i venticinque km/l. Quindi i suoi consumi si aggiravano intorno ai 3,7 l/100 km. Ciò senza rinunciare a prestazioni adeguate per poter viaggiare in sicurezza. Dotata di cambio manuale a sei marce, il suo motore di 1000 cc eroga 100 CV con il supporto del motore elettrico 48V. Dicevamo che si tratta di un urban SUV spazioso, lungo 4,18 m del peso di 1.120 kg, ed è forse l’auto più spaziosa della sua categoria. Questa volta ci siamo fatti aiutare dalle prove comparative effettuate da tester certificati, anche se le vetture paragonate le avevamo già provate anche su questo blog (#charlieinauto). Considerando le auto a benzina della stessa categoria, la Hyundai Bayon si è classificata al quarto posto, ma di gran lunga al primo posto tra le mild hybrid. Per avere un ulteriore riscontro sulle sue capacità ora ci spostiamo verso il mare,

fermandoci ad Aquileia (Ud), antica città romana

della quale ancor oggi si possono ammirare resti suggestivi: dai mosaici alle ville patrizie, al porto fluviale, o ammirare lo splendido mosaico che è protetto dalla grande basilica di stile romanico. Abbiamo parcheggiato la Hyundai Bayon proprio alle spalle della basilica, e il suo stile avveniristico non sfigurava in equilibrato contrasto con l’architettura romana. I cerchi in lega da 18’ le conferiscono la grinta di una vettura che appare essere di categoria superiore. Mentre la colorazione bicromatica, con la vernice di colore micalizzato e il tetto a contrasto risalta con efficacia ma senza stonare tra il verde circostante e le antiche vestigia.

#charlieinauto3/278IMG_0011 IMG_0037 IMG_0040 IMG_0036 IMG_0039 IMG_0042 IMG_0047 IMG_0053 IMG_0055 IMG_0059 IMG_0062

#testdrive : Tipo Hybrid Cross ideale per assecondare programmi di fitness

La spinta elettrica assieme al motore a benzina da 1469 cc è pari a 130 Cv

Divertente da guidare anche sullo sterrato

Quest’anno l’estate pare voglia prorogare i benefici del bel tempo anche per buona parte dell’autunno, e se le condizioni meteo favorevoli non ci consentiranno di testare le auto anche nelle situazioni più difficili, quantomeno avremo modo di esplorare il territorio in condizioni favorevoli adatte a verificarne le performance. Tanto per cominciare, cerchiamo di non perdere la forma fisica che, anche se non siamo impegnati in prestazioni rallystiche, almeno in questo frangente, è comunque d’aiuto per viaggiare con auto sempre diverse e in tutte le condizioni. Occorre quindi mantenere il trend dell’allenamento e del fitness, e per questo oggi raggiungiamo il mare per una camminata balsamica tra la battigia e l’acqua, che aiuta a rigenerare l’organismo in vista dell’inverno. La spiaggia più vicina è quella di Lignano Sabbiadoro e la Tipo Cross sembra nata per assecondarci nel gesto sportivo. Così, da un fine settimana all’altro siamo passati dalla pedemontana, ai piedi delle Prealpi, alla Riviera friulana. L’arenile di Lignano è percorso dagli appassionati del mare che scendono anche dall’Austria e dalla Germania per non perdersi queste occasioni che preludono all’autunno. Infatti, quando riprendiamo il nostro testdrive siamo rifrancati da un clima ancora estivo. Il lungomare di Sabbiadoro si distende per qualche chilometro e la spiaggia vuota è priva di riferimenti. Meno male che la nostra Fiat Tipo Hybrid Cross SW è modello Red e il suo colore rosso fiammante la fa notare subito. Come ricordate si tratta di un modello particolare, con un allestimento speciale, che dispone anche dei

rivestimenti dei sedili Seaqual Yarn e di un filtro per l’abitacolo

con trattamento anallergico. È una vettura full hybrid, anche se la Fiat, visto che si muove con autonomia elettrica soltanto per un breve tempo e preferisce usare l’energia per ridurre i consumi e favorire lo spunto in accelerazione, cosa che effettivamente le riesce bene, la considera una mild-hybrid. Lo si nota anche nei trasferimenti, per esempio quando ci serve la spinta supplementare per effettuare un sorpasso. Il flusso di energia in ausilio al motore, ovvero la corrente che viene impiegata dal piccolo motore ausiliario viene esemplificato graficamente anche nel nitido display centrale. Le dotazioni per la sicurezza attiva di questa Tipo sono complete: per esempio dispone anche del sistema di rilevamento dei veicoli sopraggiungenti, che segnala con i led gialli negli specchietti retrovisori esterni, rossi come il resto dell’auto. Ma è anche Cross, ed è quindi inevitabile provarla su un bello sterrato, di quelli scorrevoli che rilasciano tanta polvere. Ne troviamo uno sul nostro percorso accanto a un canale delle terre di bonifica della Riviera friulana. Anche in questa occasione Tipo Hybrid Cross non smentisce le sue qualità e ci consente di affrontare il tratto con scarsa aderenza in piena sicurezza. Mantiene infatti la sua stabilità anche sul fondo sabbioso.

A ogni buon conto il freno a mano è a bacchetta,

ma l’auto è un  po’ lunga per pensare al derapage… In fondo allo sterrato arriviamo a Torviscosa, una città aziendale creata a partire dagli anni ’20 del secolo scorso e sviluppata nel dopoguerra attorno allo stabilimento della Snia che vi realizzava fibre tessili, la viscosa. Caratteristiche le strade e la struttura urbanistica in un’area ricca di acque di risorgiva. Un po’ di relax nel parco accanto alla grande piscina olimpionica a cielo aperto e andiamo a vedere il museo del territorio in uno dei fabbricati di accesso alla città che è sovrastato da una caratteristica torre dove il direttore dello stabilimento all’epoca della sua costruzione, Mariotti, vi aveva realizzato un avveniristico ristorante panoramico. Riprendiamo il nostro viaggio e il testdrive sulle strade pianeggianti, per dirigere verso Strassoldo, frazione di Cervignano del Friuli. È in corso la suggestiva manifestazione Castelli aperti, occasione per ospitare l’iniziativa xxx, che vede una miriade di artigiani proporsi con le proprie opere e realizzazioni, dagli abiti, ai complementi di arredo, agli accessori per i giardini, alle opere d’arte, ai cibi di pregio. Un’altra grande occasione di svago e di arricchimento culturale offerta nella Riviera friulana grazie all’iniziativa dell’intraprendente e appassionata castellana. Anche qui il colore sgargiante della Tipo Red fa bella figura tra i muretti di pietra.

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#testdrive : #Scoda Scala Montecarlo tra le auto più sostenibili

Emissioni ridotte a metano e abitacolo più pulito per chi viaggia

Confort su strada per un auto che vi permette di esplorare nuove frontiere

Bifuel: un concetto inusuale, dal quale le problematiche energetiche del momento ci hanno allontanato. Ma è conveniente o no? Mi riferisco al motore endotermico alimentato con due tipologie completamente diverse di combustibile: la benzina verde e il gas metano. Anzi, in questo caso, meglio metano e benzina verde. Inquina di meno il motore endotermico o quello elettrico? Non sto qui a disquisire su questo argomento, perché è stato confermato da più parti che non sono le automobili la fonte principale di inquinamento, mentre le conseguenze dell’eventuale massificazione della mobilità elettrica, al momento, lo sarebbero molto di più per la necessità di produrre una quantità enorme di energia elettrica, per le problematiche attinenti lo smaltimento delle batterie, ancorché utilizzate per una seconda vita nei sistemi fotovoltaici delle abitazioni. Stavolta parliamo invece della convenienza di utilizzare un motore per auto con doppia alimentazione. Riprendiamo l’argomento ricordando che stiamo provando un modello della Skoda avanzato e ancor poco diffuso sulle strade italiane che è la Scala Montecarlo. Un modello confortevole, ben accessoriato, dotato di sistemi di sicurezza passiva ma soprattutto attiva molto avanzati. Eravamo rimasti al grande tetto interamente finestrato, che ci ha regalato splendidi scorci verso i tetti e i piani alti dei palazzi di Milano. Soltanto salendo a bordo dell’auto ci siamo resi conto del fatto che è alimentata dai due tipi di combustibile, da subito dal fatto che il cruscotto si compone anche di due grandi orologi digitali speculari nel primo dei quali, mentre prevale il tachimetro, c’è l’indicatore di livello del serbatoio del metano, nell’altro, dove c’è il contagiri, quello della benzina.

La prevalenza, ricordo, in questo caso è data al gas.

L’abbiamo provata su un tragitto medio-lungo, e va innanzitutto detto che non si avverte il passaggio dall’alimentazione a gas a quella a benzina, che in caso di esaurimento del primo avviene automaticamente. Vi ricordo ancora che il motore è un 1000 cc tre cilindri, che dispone della frizione automatica anche se il modello è con cambio manuale a 6 marce, trazione anteriore. Il rendimento del motore, abbiamo visto, è lo stesso sia che si proceda a gas che a benzina, mentre dispone di una buona coppia anche se ha ‘soltanto’ 90 CV e il propulsore è di piccole dimensioni. La sorpresa deriva proprio dal rendimento del motore, che è capace di percorrere circa 30 km con un libro di gas, tra i 25 e i 27 km con un litro di benzina, e i serbatoi sono commisurati a questo rendimento e alle necessità abitali di autonomia.

Le funzioni del motore sono Eco, Normal, Sport e Individual.

Il consumo ottimale, abbiamo visto viaggiando, si ottiene con il motore gestito nella funzione Eco. ma anche selezionando le altre opzioni, che pure agiscono in modo sensibile sul ‘tiro’ del motore, sull’assetto e quindi anche sulla capacità di tenuta di strada della Scala, i consumi restano vicini ai livelli indicati. Con questa Skoda Scala Montecarlo, la versione più performante e dall’allestimento aggressivo, abbiamo viaggiato comodamente perché dispone di un buon impianto di intrattenimento, mentre per quando riguarda la climatizzazione, la Scala dispone del sistema Air Care, per la eliminazione del pulviscolo presente nell’abitacolo. Mentre le regolazioni del clima sono personalizzate e diversificate. Una ‘marcia’ in più per rendere gradevoli gli spostamenti in auto anche nel traffico congestionato. Così, dalla Riviera friulana, da alcuni dei locali di riferimento della grande città balneare friulana, la Vineria Fabbri di Sabbiadoro, la Braceria Carbon Neri di Pineta, il Barincentro di Sabbiadoro, abbiamo raggiunto Udine tramite la A4, e abbiamo iniziato un gioco avvincente: la ricerca delle decorazioni, immagini, scritte più avvincenti sui portelloni posteriori dei TIR. A Udine abbiamo voluto fare un salto indietro nel tempo per visitare il Luna park nel Giardin Grande, il grande piazzale di forma ovale al di sotto del Colle sovrastato dal Castello Patriarcale. Qui non abbiamo saputo resistere a un richiamo imperdibile: i go kart su pista in legno dell’amico Casagrande: un po’ di allenamento su un fondo che certo non favorisce l’aderenza delle ruote alla pista non guasta. Non si finisce mai di imparare.

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#SUBARU FORESTER PREMIATA IN CANADA CON ‘TOP SAFETY PICKS PLUS 2015’ PER LA SICUREZZA

Subaru Forester fuoristrada 'multi target'
Subaru Forester vero fuoristrada vestito da festa

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EREDE DELLE PRIME 4X4 CHE GIA’ NEGLI ANNI 80 CONSENTIVANO DI CORRERE SULLE PISTE DA SCI La prima volta che ho guidato una Subaru 4 WD è stato al Rally internazionale del Piancavallo,  del quale sono stato addetto stampa per le prime dieci edizioni. Il ricordo di quell’esperienza mi ritrasmette l’emozione di allora. C’erano alcune Subaru a disposizione dello staff della gara nella montagna pordenonese e in Carnia. Che era guidato, tra gli altri, dall’indimenticabile Maurizio Perissinot. ‘Iccio’, così lo chiamavamo, era un copilota della Lancia Rally e del gruppo Fiat. Che a fine gara, dopo le premiazioni, era l’edizione 1983, mi disse: -“dai Carlo, andiamo a provarla”… Il percorso che ‘Iccio’ aveva scelto per me era una delle piste da sci della località turistica della montagna pordenonese. Fortunatamente, o forse no, non era innevata perché eravamo a settembre. Ricordo ancora che l’auto, che era a una delle prime uscite, era una SW. Il primo, o uno dei primi esempi di auto stradali a quattro ruote motrici. Così abbiamo provato questa ‘giardinetta’, che era una via di mezzo tra un’auto sportiva e una familiare, con un po’ di rincorsa in salita. E quando la situazione si stava facendo complicata, perché mi rendevo conto che eravamo saliti di qualche centinaio di metri, e che tra noi i la fine della pista c’era soltanto il declivio erboso, ‘Iccio’, senza neanche scomporsi, mi disse: -“Problemi Carlo? Sterza e scendiamo”. Onorato della fiducia del coequiper iridato, che mi aveva accompagnato in quella che sarebbe potuta diventare una insana avventura, per un giovane rallysta-giornalista come me, fidandomi a mia volta cecamente di lui, ho eseguito perfettamente la manovra. Imboccando la discesona della pista. D’altro canto, avevo capito che arrivati a quel punto, non avevo alternative.

LA PRIMA VOLTA …VERSO IL VUOTO

Ed è stato come la prima volta al ‘salto’ delle rive del torrente Cormor, alle porte di Udine: la palestra dei fuoristradisti, in moto, degli anni ‘60/’70, come me. Quando mi sono trovato per la prima volta in cima al ripidissimo discesone con la mia Beta 125 enduro, confesso che per un attimo avrei voluto ritornare sui miei passi, pardon, sui miei solchi. Ma poi, dopo quella prima volta, nulla mi avrebbe fermato. Così è stato con Subaru. Tanto che, dopo le prime decine di metri, la discesa era talmente ripida che ho avuto la tentazione di toccare i freni, ovviamente a disco ai quali non ero abituato. E l’auto cominciato a staccare il retrotreno da terra, per effetto della forza di gravità. In tutta serenità, ‘Iccio’ mi ha esortato:-“Beh, accelera no”. Così, forse, è cominciata la mia dimestichezza con le discese, sterrate, erbose, asfaltate… Perché da quel momento, tutto, al volante, mi sembrava più logico: avevo trovato l’auto che sfida, vincendo, le leggi della fisica. Da allora sono passati trent’anni. La casa delle Pleiadi, la costellazione celeste raffigurata nel marchio giapponese, da allora ha consolidato la sua supremazia nel fuoristrada sicuro, comodo, elegante. Ottimizzando in particolare l’allestimento interno. L’esperienza, il tempo, e miliardi di km percorsi dai propri clienti e dai suoi collaudatori, sono serviti per ottimizzare i prodotti della sua gamma di qualità. Forester, significa Suv che si arrampica quasi …sui muri, con un prezzo d’acquisto e di gestione ragionevoli.

UN POTENTE FUORISTRADA TRAVERSITO DA AUTO

Ma anche vettura potente, di classe superiore. Si può scegliere la versione più adatta alle proprie necessità, alle attese, e …alle disponibilità economiche. Infatti, tra la versione 2000 e quella 3500, da 148 a 170 cv di potenza, il prezzo di listino quasi raddoppia. Ma racchiude tutta una serie di migliorie, accorgimenti per ottimizzare il confort, arricchire l’allestimento, che ne fanno elevare ulteriormente la qualità. L’avete mai guidata? All’inizio avevamo un po’ di ritrosia: si tratta di un SUV, o di un vero fuoristrada? L’enigma si sarebbe dissolto dopo poche decine di km. La guida di Forester è docile: asseconda i comandi del guidatore. L’auto, si intrufola quasi come un’utilitaria tra le stradine strette. Ma se si schiaccia il pedale, il SUV sprigiona di colpo la potenza che, all’occorrenza, gli consente di superare pendenze da brivido. Tutto questo, nel massimo confort. Come se stessimo guidando un’auto berlina di dimensioni medio-grandi.

PROVIAMOLA!

Quando ci hanno affidato l’auto, non avevamo fatto troppe domande a chi ce l’ha consegnata. Se non quelle di base sulla regolazione del sedile di guida. Che è completamente automatizzata, e comandata da due regolatori per le tre funzioni. I sedili, all’occorrenza, sono riscaldabili. Abbiamo preso in mano la chiave? Che farne? Abbiamo realizzato che è sufficiente che essa si trovi nella vettura, per poter attivare il pulsante di accensione del motore, mentre si tiene premuto il pedale del freno. Questo, perché Forester ha il cambio automatico, o manuale/sequenziale, con i comandi al volante. Che ci permettono di utilizzare i rapporti più vantaggiosi nel fuoristrada. Usciamo dal parcheggio aiutati dalla telecamera posizionata in coda, E proviamo a divincolarci nel traffico extraurbano. Realizzata da maestri del 4×4, Forester è molto docile e scattante. Se poi nel misto-stretto vogliamo tenere giù il pedale, e abbiamo attivato il 4×4, il gioco è fatto: è perfettamente incollata alla strada. Ci parlano di un sistema frenante d’avanguardia che ne ha fatto l’auto dell’anno in Canada e in Russia. Per errore facciamo un piccolo esperimento: ci scappa di pigiare appena sul freno con il piede sinistro, quasi fosse la frizione. Meno male che eravamo saldamente trattenuti dalle cinture: l’auto si è fermata poco oltre il punto sul quale si trovava quando abbiamo toccato il pedale del freno. I consumi, basta non esagerare con l’acceleratore, sono nella norma. E il fuoristrada? Beh, non potevamo non tornare sul Piancavallo per imboccare una delle poche strade alpine concesse dai regolamenti ambientali. Sembrava che Forester fosse nata su quei percorsi.

DALLE DOLOMITI FRIULANE AI PERCORSI LAGUNARI E FLUVIALI

Da lì abbiamo provato a scendere lungo una delle prove speciali del Rally del Piancavallo, ora percorsa dalle auto del Piancavallo dedicato alle auto storiche. E la guida è stata davvero divertente. Con Forester che non faceva che eseguire i comandi, anche sull’alfalto, come ha fatto sullo sterrato, anche spinta al limite. Un trasferimento tra le strade statali e l’autostrada per verificare i consumi, che sono stati rassicuranti nonostante la massa e il peso rassicuranti della vettura. Ed ecco i begli sterrati veloci attorno agli argini della Laguna di Marano e del fiume Stella, tra Carlino, Palazzolo, Precenicco e Latisana, nella Riviera Friulana. scorrevoli, veloci. Sul misto Forester danza come un’auto ‘normale’, 4X4. Nelle curve più strette, è sufficiente dare fondo alla potenza. Che esprime al pieno delle potenzialità, in pochi istanti. Una garanzia di sicurezza in tutte le condizioni. Quindi? Un’auto versatile e completa, da utilizzare per lavoro, ma anche per portare a spasso la famiglia, per viaggiare. E, grazie ai consumi contenuti, da impiegare anche tutti i giorni. Anche se non si dispone di un budget importante per la sua gestione. Basta scegliere la versione più adatta alle proprie esigenze-possibilità. #charlieinauto