#testdrive #F90Stradale la prima #Ferrari ibrida è spinta da 1000 CV

Sui colli morenici a provare questo gioiello di tecnologia direttamente da Maranello

A presentarcela per Ineco Ramon Gazziero pilota friulano referente per FVG

Vi avevo anticipato che vi avrei fatto una sorpresa. Con l’arrivo della primavera 2021 ci avviciniamo al quarto anno dell’avventura del blog ‘charlieinauto’, e un’anteprima tra le auto per tutti ma di vari target, che vi propongo e vi ho proposto, ci sta. Parliamo di innovazione? Parliamo di un futuro che è presente? Parliamo di CV da gestire su strada, non di una delle auto sperimentali per le quali si sbandierano potenze fino a ieri improbabili, ma che se fossero immesse sui percorsi quotidiani sarebbero ingestibili. Se esordissi parlandovi della potenza vi potrei spaventare, e fuorviare. Se cominciassi dalla sigla, o l’avete già ‘sgamata’ sui social o sui siti molto specializzati, o potrebbe non voler dire niente. Però, se parlassi del tipo di motore vi potrei stupire. Quindi? Cominciamo da qui: è il primo modello ibrido di un mito dello sport del volante, e della strada. Sceso di livello? No, è salito di qualità, prestazioni, prestigio. Magari nella prospettiva di una evoluzione dei regolamenti della F1 per potervi implementare l’innovazione. Ok, ho scoperto fin troppo le mie carte: è una Ferrari. È la F90 – Stradale.

A propormi il test, Ramon Gazziero, pilota friulano referente Ineco per il FVG.

Sua proposta era anche la F812 che abbiamo provato un anno fa. Questa F90 è arrivata da Maranello, e per il trasferimento in autostrada montava gomme termiche. Così, nella guida, come mi ha detto lui, sono dovuto andare ‘di cambio’. Mi aspettavo un bolide rosso, invece il suo grigio carbonio ha dato ancor più grinta a quest’auto, a metà tra il bolide da pista e una confortevole auto stradale, come sa essere una Ferrari. Un’auto, che non può essere guidata improvvisando. Ah si!

Ha 1000 CV, per la precisione 999: 780 CV dal motore endotermico a benzina,

biturbo V8 da 3990 cc con il tradizionale sound del Cavallino leggermente ovattato dalla doppia turbina, il resto dai motori elettrici. L’appuntamento è al Golf Club Villaverde di Fagagna. Non a caso: Gabriele Lualdi, che ne è il presidente, e suo padre realizzavano alla Lima di Anduins (Ud) parti d’alta precisione e tecnologia per la Ferrari F1. Nella sua telefonata, Ramon era stato laconico, senza dilungarsi in dettagli. Ma il mio ‘naviga’, avutane notizia, aveva religiosamente registrato data e orari sul suo Iphone. Personalmente, avevo preso ‘sottogamba’ l’impegno che avrei avuto poco dopo. Pensavo ad altro anche mentre arrivavo al Golf; anche salendo a bordo. Ma proprio con questo gesto atletico ho cominciato a rendermi conto di che cosa mi stava accadendo. Meno male che di recente avevo riprovato cosa significa salire e scendere su una splendida auto d’epoca, la A110 azzurro Francia che aveva vinto Montecarlo, che ho sempre considerato bassissima.

Perché qui mi sono dovuto infilare tra il sedile e il piantone dello sterzo.

Altro che ‘sottogamba’. Eliseo Stella, che era sul posto, esperto di auto e già pilota, mi dice che lui, che è molto alto, sulla A110 aveva messo sotto al piantone un’imbottitura di gommapiuma per salvare il ginocchio destro. Ok, ora sono a bordo. Qualche cosa delle Ferrari me lo ricordo: trovi quasi tutti i comandi al volante. Il cambio è anche a palette. Ramon mi invita a mettere in moto: premo il pulsante, un breve e sordo sibilo iniziale, poi il silenzio. Ovvio, è ibrida e può viaggiare per 25 km in modalità elettrica fino a 135 km/h.

Il consumo medio dichiarato è di 16,7 km/l, ma va da 0 a 200 in 6.7“…

Mi avvio sulla discesa e raggiunta una certa velocità, credo 70 km/h, parte automaticamente il motore a scoppio, e con lui il suo fantastico sound, ammorbidito dagli interni. Il display sul cruscotto è essenziale ma splendido, con effetto in 3D, ed esaustivo. Una considerazione importante: una volta dato gas non avrò più modo di guardare il tachimetro, ma sarà meglio così. D’altronde ogni pilota tiene conto del tachimetro soltanto quando sta completando un lungo rettilineo e gli serve un riferimento per la staccata. Prima, avevo fatto un giro esplicativo sul sedile del passeggero, e Ramon mi aveva introdotto alla F90. Potrà sembrare strano, ma dentro quest’auto, al volante di quest’Auto c’è molto da sapere e da imparare. Anche dai consigli essenziali ma ineludibili di Ramon. Capire che,

passando da 780 CV a 1000,

anche se F90 ci mette a disposizione due motori elettrici sulle ruote anteriori e si trasforma in 4wd, e uno sul cambio che ci dà uno spunto ulteriore, a ogni cambiata quando eroga la massima potenza ci fa sentire la tendenza ad ‘aprire’ di coda, è intuitivo. Ma fortunatamente, ma non per tutti, è intuitivo non togliere in quel momento il piede dall’acceleratore, per fare in modo che la potenza e l’elettronica di questa Ferrari aggiustino il tutto. Mentre, sapere che invece di insistere sui freni conviene lavorare di cambio e scalare o lasciar scalare le marce all’auto per non surriscaldare le gomme termiche, è una info, che come altre me la poteva trasferire soltanto l’amico pilota. Ma veniamo al clou di questo test drive, alle mie sensazioni ed emozioni. Sì, perché di auto con più di 700 CV ne avevo già provate, F812 compresa. Però, per fortuna, avevo appena restituito un’auto elettrica, un SUV performante da 204 CV: l’accelerazione era importante e in pochi secondi ti trovavi a sforare i limiti del buon senso, ovviamente dove era consentito. Così ero in parte preparato all’idea di guidare un’auto semi-elettrica. Ciononostante, la sensazione più forte l’ho provata all’inizio del giro di prova con Ramon: quando ha ‘aperto’: non sapevo che cosa mi attendeva, e la sensazione è stata così brutale che mi ha colto di sorpresa anche se stavo attendendo l’effetto della sua accelerata.

Per alcuni istanti mi sono sentito d’improvviso mancare il fiato.

Ero compresso idealmente tra una bolla d’aria inesistente e il sedile al quale ero ancorato saldamente dalle cinture da corsa a bretella. Il motivo? L’accelerazione dichiarata è 0-100 in 2”! A guidarla, la F90 sembra uno dei prototipi da salita o pista. È precisa e implacabile nel misto, estremamente rassicurante nonostante le prestazioni da brivido. Parti, e conti pochi secondi, ma sei già abbondantemente oltre i 200… Lasci scalare le marce a lei e sei pronto a innestarti nella stradina in mezzo ai campi, deserta, nella quale ti puoi divertire a mettere alla prova la tua capacità reattiva per trovare un limite all’auto. Ma non ci arriverai mai. Per farlo, ci vorrebbe una pista. Come sempre, guidandola, le sensazioni ed emozioni si appiattiscono, e vince l’adrenalina, che come sapete è un ormone di difesa. Stimola le reazioni per mettervi all’altezza di quanto di inatteso vi sta accadendo. E guidando la sensazione provata dal sedile del passeggero è scomparsa. E la F90 si è rivelata gestibile, sostenibile, affidabile, sicura. Tutto questo è il risultato di una progettazione molto avanzata, che ha consentito di collocare il motore molto in basso, all’altezza dei mozzi delle ruote posteriori, riducendo la distanza del baricentro dalla strada fino all’inverosimile, per renderla incollata alla strada. Vedendola da fuori,

quasi non si direbbe che dentro la scocca ci sia una bomba performante,

perché la linea è aggressiva, ma elegante. Con tanti controlli elettronici che si escludono parzialmente quando da Sport passiamo in Racing, e chiediamo il massimo all’auto. Un massimo nel quale le decisioni del pilota restano e divengono essenziali per gestire questa meraviglia tecnologica. Ma ciò che mi ha colpito di più è il fatto che le rifiniture interne, la configurazione dei due posti secchi e il confort, l’aspetto esteriore, sono studiati per farne un’auto ‘normale’, utilizzabile da chiunque, ripeto, purché davvero esperto e responsabile, sulle strade di tutti i giorni. Perfino il prezzo, per chi se lo può permettere ovviamente, è pensato per rendere accessibile la F90. Io che ho avuto l’onore di provarla e vederla da vicino, potendo fare un raffronto con prodotti meno performanti ma esclusivi perché realizzati da Case che non hanno la stessa capacità produttiva avrei pensato che costasse qualche ‘milionata’ di euro. Invece ce la potremmo cavare con soli… 430 mila euro: una bella cifra ma al di sotto del valore reale dell’auto.

#charlieinauto2/213

https://www.facebook.com/carlo.morandini.9/videos/10219544706871660…

 

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#testdrive #F90Stradale la prima #Ferrari ibrida è spinta da 1000 CVultima modifica: 2021-03-07T02:54:39+01:00da charlieinauto