PROVA: #charlieinauto2 provate per voi sulle strade

#testroad #Jeep #Renegade sui percorsi di #ItalianBahia


La piccola off road FCA sulle tracce delle supercar  fuoristrada Lungo il Tagliamento e il Cellina su carrarecce e strade interpoderali Quando sali a bordo di un’auto e diversi elementi ti ricordano che si tratta di una jeep, che cosa ti resta da fare? mi spiego meglio. Oltre al tradizionale marchio sul volante, sulle casse degli altoparlanti installati sulle porte è messo in evidenza il logo che si richiama la sagoma del muso del fuoristrada per antonomasia, con i due grandi fanali rotondi e la griglia con cinque grandi prese d’aria. Perfino sul parabrezza è stampata la silouette di una Jeep senza tettuccio, come le prime Willys-Overland, che si arrampica su una linea sconnessa. Quando premete il pulsante di avviamento, schiacciando la frizione, accendete il motore. Ma, comunque, avrete acceso il nitido display centrale sul quale campeggia il marchio Jeep. Qualche riga fa ho scritto deliberatamente jeep con la j minuscola. Perché Jeep, oltre al nome della Casa automobilistica dedita al fuoristrada forse più famosa al mondo, è ormai il vocabolo che in tutto il mondo indica un veicolo fuoristrada. Dunque, da una Jeep che cosa vi aspettate? Innanzitutto che sappia andare per i campi. Salendo a bordo mi ha ricordato l’adolescenza, quando convinsi mio padre a comperarmi la prima ,moto fuoristrada, una Beta 125 enduro, per poter raggiungere e ammirare paesaggi e ambienti lontani e nascosti. Comunque raggiungibili attraverso mulattiere, sentieri, strade e percorsi rurali. La Jeep Renegade, assieme alla versatilità sulle strade di tutti i giorni, contiene le qualità del fuoristrada. Che cosa possiamo fare per una prima verifica? L’occasione fa l’uomo… e proprio in queste ore le grave, le ghiaie dei torrenti e fiumi del Friuli sono percorse dalle supercar del fuoristrada con l’Italian Bahia. Una corsa off road estrema lungo le ghiaie del torrente Cellina e del fiume Tagliamento. Tra percorsi sassosi al limite dell’impensabile e trappole di fango capaci di inghiottire anche il battistrada delle ruote più specialistiche. Così, risaliamo verso la parte meridionale del percorso, sulla sponda destra del Tagliamento, in provincia di Venezia e in parte in quella di Pordenone. Oltre Mussons di Morsano di Strada. Le auto della gara le abbiamo avvicinate a Lignano Sabbiadoro. Dove era stato allestito l’arrivo della tappa mediana della competizione. Andavano dalle classiche fuoristrada alle dune buggye, ai prototipi che traggono ispirazione e motivazione tecnologica dalla Parigi-Dakar. Lungo la strada che da San Michele al Tagliamento dirige verso San Vito al Tagliamento. E cerchiamo una traversa che ci porti verso le terre golenali del fiume. Un paio di volte risaliamo le strade arginali per entrare nelle campagne verso l’alveo. Ma ci siamo accorti che ci trovavamo ancora troppo a sud del percorso. Finché una strada di campagna, interrotta da profonde pozzanghere, ci ha diretto verso una zona alberata, verso i rumori generati motori potenti e in tiro. Proviamo ad aprire anche noi… Niente da fare. Come ci aspettavamo la Renegade non fa una piega. Non risente delle grandi buche piene di pantano e acqua. Né dello sconnesso o della ghiaia abbondante seminata per riempire una grossa buca sullo sterrato. Nemmeno in un paio di curve secche che qualche decina d’anni fa mi servivano per affinare le la precisione del controsterzo. Che avevo imparato a gestire prima con la R4, poi con la 127. Scorgo una rampa che risale sull’argine. Avevo attivato la funzione off road sul display. E posso tenere sotto controllo sbandamento, inclinazione laterale, pendenza della rampa, accelerazione e decelerazione. Ricordate: è solo a trazione anteriore, cilindrata 1000 cc, tre cilindri, potenza 120 CV. Mi approccio alla rampa, probabilmente un accesso alla strada arginale abbandonato da tempo. E in un battibaleno mi ritrovo oltre. Proviamo un tratto di sterrato in discesa: anche sul curvone veloce, la Jeep non si scompone. Come se si trovasse …a casa sua. Nel frattempo, all’interno dell’abitacolo nulla è cambiato. E non abbiamo minimamente risentito dello sconnesso e degli inevitabili sobbalzi causati dalla strada bianca, che a un certo punto era divenuta un guado. Superato senza difficoltà. Ma non avevo dubbi. Stiamo guidando una Jeep Renegade. Della quale, nei primi sei mesi del 2019, sono stati venduti quasi ventimila esemplari. #charlieinauto2/154