PROVA: #charlieinauto2 provate per voi sulle strade

#testdrive #Volkswagen #T-roc nata per attrarre è ora il modello più venduto della Casa tedesca


 Una linea compatta e giovane con molteplici versioni dal 1000 tre cilindri alla performante da 300 CV Confortevole e risparmiosa nei viaggi è all’occorrenza performante nonostante il peso e i 1270 CV Quando è stata presentata, l’obiettivo era quello di “dare nell’occhio”. Di colpire un pubblico giovane e modaiolo e non solo. Una linea che pur rimarcando gli stili della Volkswagen si staccava dalla consuetudine. Anche perché il suo compito era proprio quello di staccarsi dalla routine, e dalla serie di SUV che l’avevano preceduta. Colmando una fascia nella quale mancava una media cilindrata elegante ma grintosa, particolare ma dalla sagoma che sa fidelizzare lo sguardo su linee più curve e morbide. T-roc vuole infatti staccare dalla quotidianità, dare un’immagine, e non solo, di solidità e compattezza, di affidabilità e tenuta di strada. Sintetizzata nel “roc” con il quale è stata battezzata, che sta per roccia. La T, un acronimo per farla considerare nella serie di Volkswagen più richieste e affermate, tutte chiamate con nomi che iniziato con la lettera “t”, come Tuareg e Tiguan. Oggi, di T-roc se ne vedono parecchie per strada. Anche perché ne è stata realizzata una serie articolata di motorizzazioni, dal 1000 cc, l’ormai tradizionale tre cilindri a benzina, al diesel più potente, alla versione con il motore che eroga 300 CV. Ora anche alla versione spider. Un SUV compatto, con vocazione fuoristradistica, con buone rifiniture interne. Che, stavolta, proviamo (si tratta della 49. auto testata da Charlieinauto) nella versione con motore 1000 tre cilindri a benzina da 115 CV. Che, scopriamo subito, è grintoso. E sufficiente a consentire alla T-roc, questa pesa 1.270 kg, di essere brillante. A dispetto della cilindrata imitata. Non è la prima 1000 cc che proviamo. Questa reagisce prontamente all’acceleratore. E fila via veloce coadiuvata da una buona tenuta di strada. Cominciamo dall’abituale trasferimento autostradale. Fissiamo la velocità nel cruise control, che è analogo ai più recenti delle auto VW, adattivo, rapido nel correggere anche la traiettoria se attiveremo il controllo di scorrimento nella carreggiata. E lasciamo fare a lei. Tergi automatico. Fari automatici. Proveremo il tutto strada facendo. È notte e questo ci è d’aiuto per prendere confidenza con l’auto. Passano i km e calcoliamo il consumo, che a velocità costante e sufficiente per viaggiare si aggira sui 5/6 litri per 100 km. Bene, se si considera che T-roc è un’auto robusta e compatta. Facciamo una sosta al grill. Apriamo il portellone posteriore, e il suo peso ci conferma la solidità dell’auto. Ed evidenzia l’efficacia della scelta dei rapporti e della taratura del motore. Che nonostante il peso non banale dell’auto assicurano una spinta efficace al propulsore e consumi al di sotto della media. Il cambio, ma non sappiamo se sia un vantaggio o uno svantaggio rispetto ai consumi, è manuale a sei marce. Il motore di 1000 cc a tre cilindri non sarebbe facilmente compatibile con le esigenze di spunto e tiro ai bassi del cambio automatico. E men che meno, risulterebbe vantaggioso caricare su queste prestazioni anche il doppio differenziale della eventuale trazione integrale: quindi, la T-roc 1.0 TSI è a trazione anteriore. E riesce a sfiorare i 190 km/h. Colleghiamo il cellulare al Car Play, il programma per connettere le applicazioni dell’Iphone o dell’Android. E ci lasciamo trasportare nella notte, assistiti dai programmi musicali di relax. È estate e arriviamo a Lignano Sabbiadoro, passando per le verdi campagne rivierasche. E località costellate di attività di pregio, dell’enologia, dell’agroalimentare, senza trascurare la cucina giovane e veloce. Per raggiungere il molo d’imbarco per la motonave Saturno, nella Darsena vecchia, che ci porterà in una fantastica gita in laguna, tra i casoni dei pescatori e i nidi dei cign #charlieinauto2/158