#testdrive il pick-up sostenibile porta il nome della Grande muraglia

Un fuoristrada da lavoro a basso livello di inquinamento perché alimentato anche a GPL

La Great Wall: basso consumo con tecnologie per la migliore aderenza in ogni condizione

Non vi aspettavate di poter salire a bordo di un’auto cinese… Effettivamente arriva da un mercato con usi e abitudini un po’ diverse dalle nostre. Ma come vedremo, alla fine le esigenze e le soluzioni tecniche prescelte sono le stesse. Francamente, nemmeno io mi sarei aspettato questa interessante novità. Anche perché, non si sarebbe trattato di un’auto tradizionale, bensì di un pick-up. E che pick-up. Un tipo di veicolo che ho sempre considerato un mezzo da lavoro. In alcuni casi da fuoristrada estremo, o quasi. Così, quando me l’hanno proposto, ho accettato subito. Il ritiro a Brescia, nel cuore della Franciacorta, dove ha sede la base del parco stampa. Dove trovo una gradita sorpresa: il proprietario è una ‘vecchia’ conoscenza, un pilota che veniva a correre in Friuli, alla Cividale-Castelmonte, negli anni ‘70 e ’80, quando già scrivevo di motori su Autosprint e parlavo dalle prime radio private, e ‘pirata’. Ah già, dimenticavo. Sinceramente la Casa non la conoscevo ancora, perché non avevo mai trattato l’argomento pick-up: è la Great Wall, l’auto Steed 6. Ovviamente me ne hanno affidata una davvero accattivante: color grigio verde, roll-bar e cerchi nero opaco. Le finiture cromate, dalle maniglie delle quattro porte (cinque i posti nell’abitacolo) al rivestimento delle minigonne laterali, che sono in realtà importanti predelle utili per salire e scendere, specialmente su un terreno difficile. Cominciamo a prendere confidenza con il mezzo. Quattro ruote motrici, ma l’amico già pilota ci avverte che ‘apre dietro’. Ma questo, semmai, lo verificheremo sul fondo con scarsa aderenza. L’avviso mi ha però un po’ condizionato nei primi km. Anche se quasi da subito di autostrada, la A4. Si tratta di

un veicolo importante, di notevoli dimensioni (5 metri e 34 cm), ma molto maneggevole.

Divertente da guidare con il grande volante a quattro razze, che per le dimensioni ci ricorda quello dei mezzi da trasporto collettivo e dei camion degli anni ’60. Ma ne apprezzeremo la funzionalità con l’uso. La leva del cambio tradizionale, a cinque marce, ci sono anche le ridotte, è al centro del tunnel, dove, poco più indietro, c’è il freno a mano. I comandi per le ridotte sono sotto alla consolle centrale, sovrastata dal display di buone dimensioni e molto visibile con comandi e indicazioni facilmente intuibili. Lo stile della carrozzeria è accattivante, tra il vintage e l’elegante. Ma è anche aggressivo. Su strada, o fuori, dunque, fa la sua bella figura. Dimenticavo una caratteristica importante, che già nel trasferimento in autostrada ho potuto apprezzare: la Steel 6 in prova era bi-fuel: benzina-GPL. Il risultato è che a dispetto dei due serbatoi, di carburante e di gas, di grosse dimensioni,

i coati sono sostenibili ; la rendono paragonabile a un’auto di ogni giorno.

Ma anche un mezzo ecologico. Il motore è Mitsubishi a benzina con iniezione elettronica Delphi: consumi bassi nonostante il peso del veicolo, che è di 1905 kg. Basse emissioni, per un motore da 2378 cc con 120 CV di potenza. Dietro di noi, il cassone per il carico, con un comodo portellone che si apre orizzontalmente e diviene un utile supporto per facilitare il carico. Sotto una predella per salire e scendere facilmente nel cassone anche a portellone chiuso. Volendo, e probabilmente renderebbe la Steel 6 ancor più sostenibile, è possibile installare un telo che copre il cassone. Arriviamo verso la Riviera friulana, e proviamo a fare un giro in campagna. Scegliamo le rive del fiume Stella per cominciare con un approccio soft, con il fuoristrada leggero. Perché le gomme non sono da cross over, ma tra le 4 ruote motrici e le ridotte, dovremo cavarcela. E così è infatti… provo a schiacciare un po’ l’acceleratore. E la Steel 6 risponde bene ai comandi e alle sollecitazioni. Monta infatti una trazione integrale che la fa passare automaticamente dalle 2 alle 4 ruote motrici a seconda delle esigenze di trazione. E un sistema elettronico che assicura la trazione anche nelle condizioni più estreme, bloccando lo slittamento delle ruote motrici. Nel contempo, nella guida normale, la Steel 6 passa automaticamente dalle 4 alle 2 ruote motrici consentendo all’auto di risparmiare combustibile.

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#testdrive il pick-up sostenibile porta il nome della Grande muragliaultima modifica: 2020-03-08T17:23:23+01:00da charlieinauto