#testdrive come si guida un’auto elettrica da 204 CV

Al volante della docile e precisa Hyundai Kona Electric con tanta elettronica

L’autonomia in questo caso ‘fa rima’ con le performance

Come si guida un’auto elettrica? È più facile di quello che si potrebbe pensare. Innanzitutto i comandi sono semplificati, perché non c’è il cambio, quindi nemmeno la frizione. Così per gli strumenti, non c’è il contagiri, sostituito da un orologio che raccoglie le funzioni di indicatore della capacità di ricarica ed econometro, ovvero ci suggerisce come guidare per aumentare la capacità di rigenerazione della carica della batteria. Alla quale l’auto provvede in decelerazione, ma anche proporzionalmente ai comandi che le diamo. Precisato questo, saliamo a bordo: il sedile di guida, ma anche quello del passeggero, è regolabile elettricamente con i comandi posti ai lati della seduta. I sedili, regolabili anche per aumentare la capacità contenitiva dello schienale, utile in curva perché la forza centrifuga di un’auto elettrica piantata sul fondo stradale può essere notevole. E visto che siamo in inverno possiamo apprezzare il fatto che son riscaldabili. Sono pure rinfrescabili ma non è il periodo adatti per testarne l’efficacia. ‘Accendiamo’ l’auto, e lo capiamo soltanto dall’attivazione degli strumenti e dalla tensione che avvertiamo come la sensazione che sia pronta a scattare. Quindi premiamo il pedale dell’acceleratore. Si parte. La pressione del pedale è leggera perché a testare le performance ci penseremo più avanti. Come va un’auto elettrica?

L’impressione è quella di guidare un’automobilina elettrica, docile, precisa, sensibile alle

richieste. Ma dobbiamo fare attenzione, perché il suo motore elettrico eroga 204 CV. Quindi bisogna guidare utilizzando con parsimonia la pressione sul pedale dell’acceleratore. Non tanto per preservare la carica della batteria, l’autonomia dichiarata è infatti sufficiente alle esigenze quotidiane di lavoro e della vita familiare, ma per evitare di incappare in sanzioni per eccesso di velocità. Ci è d’auto sia il fatto che volendo la velocità compare in grande in mezzo all’orologio al centro del cruscotto, sia la possibilità di far uscire dal cruscotto, davanti a noi, uno schermo trasparenze sul quale vengono proiettati i dati di viaggio più importanti. Siamo in città e apprezziamo il fatto che la Hyundai è stata forse la prima auto elettrica a montare un simulatore del rumore prodotto dall’auto. È utilissimo per farsi sentire da pedoni e ciclisti nei centri abitati, si percepisce anche a distanza ed emette ultrasuoni capaci di attirare l’attenzione. Il suono udibile è simile a quello che ascoltiamo al cinema quando le immagini ci fanno scorrere davanti un’astronave in movimento nello spazio. Le strade extraurbane ci permettono di cominciare a verificare le possibilità della guida assistita che avevamo apprezzato nel trasferimento iniziale. Il cruise control adattivo ci accompagna anche nelle file delle auto ai semafori, o nelle code.

E ci evita di usare altri comandi oltre al volante.

Il sistema anticollisione ci preserva dall’apparizione improvvisa di pedoni e ciclisti: nel caso percepisca la presenza di un ostacolo imprevisto e improvviso arresta istantaneamente, ma in modo assolutamente sostenibile, la nostra Hyundai Kona Electric. Nel caso un ostacolo si presenti all’ìmprovviso lateralmente allontana qb. la vettura dall’ostacolo. Curando di non farci andare oltre il margine della nostra carreggiata. Perché nel frattempo il sistema di mantenimento di corsia ci permetterà di mantenere la vettura sulla carreggiata, anche in curva. Il nostro viaggio tra le ricchezze del territorio ci ha portato stavolta da Lignano a Portogruaro, bella città di origini romane, sviluppata dalla Repubblica di Venezia sulle rive del fiume Lemene. Tra porticati antichi, lo splendido mulino, le ville in riva al fiume.

Per rientrare sempre lungo la Riviera friulana, verso Ariis di Rivignano,

dove c’è la Villa Ottelio, l’acquario regionale dell’Ente tutela pesca, il placido scorrere del fiume Stella. La giornata sta finendo, e magari una ‘ravvivata’ alla batteria in una colonnina di ricarica ci permetterà di utilizzare al massimo delle potenzialità la Hyundai anche domani, senza altre soste. Il tempo di uno spuntino che poi diverrà la nostra cena, all’Azienda agricola e Bed and breakfast Isola Augusta a Palazzolo dello Stella, famiglia Bassani. Ottimi prodotti rurali e il Brut Edgardo, premiato nei concorsi. È stato il primo agriturismo della Riviera friulana a dotarsi di una colonnina di ricarica installata da una nota Casa specializzata nel settore già qualche anno fa. Così possiamo rientrare ristorati, assieme alla nostra Hyundai, con l’indicatore dell’autonomia ancora quasi sul pieno…

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#testdrive : eccoci alla nostra prima prova elettrica – Hyundai Kona Electric da 204 CV

Proviamo subito l’autonomia requisito fondante della sua duttilità

Viaggiando veloci in autostrada quindi senza rigenerazione automatica sarà sopra i 350 km!

Ok. È arrivato il momento di … Parlare di auto full electric. Per farlo siamo stati fortunati perché iniziamo da una delle auto top di questo genere, non certo un marchio new entry ma proprio per questo è in grado di proporre un prodotto completo, affidabile, e parecchio brillante. Ma soprattutto, dotato di una autonomia sufficiente per consentirne un utilizzo normale nelle condizioni d’uso quotidiano, sia per il lavoro che per il divertimento. La Hyundai Kona Electric è lo sviluppo della Kona ibrida che abbiamo già testato. Con un motore esclusivamente elettrico da 204 CV. Si, avete capito: un motore elettrico molto performante. Ma sicuro, perché l’elettronica, come vi racconteremo, tiene sempre sotto controllo le performance dell’auto, come la guida, le manovre. Il colore di quella che ci hanno affidato rende l’idea di EV. Anzi, bicolore: grigio-azzurro elettrico con il tetto color grigio perla. La stagione per testarla è quella giusta, l’inverno, non completamente pronunciato ma ci permetterà di trovare la neve in montagna.

Primo steep: il trasferimento da Milano a casa, in Friuli.

Dalla sede Hyundai del capoluogo lombardo, anzi, dal centro di Milano per sopperire alle esigenze di approvvigionamento alimentare condizionate dai ‘lockdown’, circa 370 km. Ce la faremo? Autonomia dichiarata oltre 480 km. Ma ci avevano anticipato che molto dipende dal ‘piede’ di chi sta al volante. E per una volta non dal ‘piede pesante’, ma dalla sensibilità che consenta di gestire un’auto performante nel trasferimento ottenendo il massimo dell’autonomia. Lo stesso accade con i motori endotermici, che siano a benzina o diesel. Il problema è che la strada che dovremo percorrere è per gran parte autostrada. Quindi, per non rendere il viaggio eccessivamente gravoso e noioso, si tratterà di viaggiare, tenendo conto dei ‘consumi’, tra i 110 e i 120 Km/h. Poi, un paio di accelerate per vedere se tira, pungolati anche dal ‘naviga’ seduto al fianco, volete che non le diamo? Le auto elettriche, c’è quella che lo fa in modo più marcato, quella meno efficace,

sono dotate di un sistema di ricarica che rigenera la batteria

in decelerazione, in frenata, con un altro sistema che descriveremo la prossima volta. Ma, per tutte queste condizioni, occorre una strada con percorso misto, meglio ancora se in saliscendi. E non è certo il caso dell’autostrada. Allora ecco il compromesso: se la batteria sarà scesa oltre la metà della carica disponibile, cioè sotto metà serbatoio, cercheremo di ricaricarla a metà strada circa, ovvero a Verona. Teniamo sotto controllo gli strumenti, a dire il vero molto efficaci, precisi, visibili: assieme al grande orologio centrale che ci può indicare sia la velocità come la quantità di ricarica istantanea, c’è anche l’indicatore della quantità di ‘carburante’ ancora presente nella batteria. Ma, ciò che più importa, l’autonomia rimanente.

Dopo circa 170 km tra metropoli e autostrada ne restano ancora 235 di autonomia.

Quindi, considerando il giro nel centro di Milano, le accelerate dal casello per vedere …come va, direi bene. Ma si sta facendo tardi, ed è bene essere in grado di arrivare fino a casa a una velocità ragionevole, e di non avere sorprese, perché di notte, con il lockdown, senza sapere dove trovare eventuali colonnine di ricarica sul percorso, sarebbe un po’ azzardato. Così, la prima scoperta simpatica: il Comune di Verona mette a disposizione nelle colonnine pubbliche la ricarica gratuita. È sufficiente scaricare l’applicazione. Ci accontenteremo di ravvivare la batteria, perché la colonnina è di media capacità, da 22 Kw, tempo di ricarica completa restante 3h e 40’. Poi ne troveremo ad alta capacità in grado di restituirci la rigenerazione completa della batteria in 1 h e 10’. Un bel risultato no!? Ora si riparte. Ho capito come funziona:

velocità di crociera sul filo dei 130 km/h per i prossimi 200 km.

Tanto oramai so che ce la faremo. Rassicurato anche dal fatto che a 500 m da casa ci sono due colonnine di ricarica, una Tesla, una Porsche, dove comunque pago le spese condominiali. Il rifornimento sarà gratuito ma le regole d’uso, non in vigore d’inverno, diverranno poi improbabili. Apro lo sportello che cela il ‘tappo di rifornimento’. La Kona Electric è dotata anche della presa per la colonnina a ricarica veloce, non certo questa. Innesto la spina dalla colonnina e sul cruscotto compare il tempo di ricarica previsto dal computer dell’auto: 9h 40’. Evidentemente si tratta di colonnine da 7 o 11 Kw. Ma domani è festa e il tempo per fare il pieno, la notte ‘sotto casa’, ce l’abbiamo.

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#testdrive: Variant perché Versatile W come la Wagen che ha vinto la Dakar

Spazi generosi e prestazioni confacenti anche alla guida veloce

L’ultima generazione di Passat votata al confort in sicurezza

Come abbiamo visto, la Passat Variant è una sintesi efficace dell’adattabilità di un’auto alle esigenze del guidatore provetto, come di quello meno esperto che si mette al volante di un’auto performante ma non vuole osare oltre le proprie abitudini. È sempre stata considerata una vettura da lavoro, perché lo spazio interno, a seconda dello stile dell’epoca di uscita del modello, è sempre stato tra quelli più generosi, amplificato dalla facilità di carico che l’ha fatto considerare con favore da rappresentanti, viaggiatori, artigiani. Finché le esigenze e le condizioni del mercato dell’auto sono cambiate, e l’attenzione dei progettisti si è spostata verso le prestazioni e il confort. Il risultato l’ho descritto nelle news precedenti. Ma, non pago, ho voluto avere la riconferma di un percorso che ci ha portati dalle strade di campagna alle Alpi, fino ai settori innevati sui quali questa Volkswagen si è comportata benissimo. Sempre affidabile e reattiva, con la capacità di rispondere alle sollecitazioni in modo morbido ma sempre efficace. Ovvero, in grado di rassicurare anche il driver più motivato. Grazie anche al cambio automatico DSG a doppia frizione, capace di rispondere in modo emozionale anche alla guida manuale con le palette al volante. Complice il lockdown che ci ha lasciato libertà di spostamento sulle strade come se fossimo stati sempre ben distanti dalle direttrici di un traffico momentaneamente paralizzato, non è stato difficile ottenere performance brillanti e test convincenti sull’affidabilità della Passat, di questa Passat Variant. Variant, nelle serie della Casa tedesca che riguardano per esempio la Golf, e la Passat, contrassegna i modelli più spaziosi e versatili. Con funzioni variabili: dal trasporto di un paio, forse tre biciclette a sedili ribaltati, al carico di bagagli, amico quattrozampe compreso per una vacanza, visto il periodo, in montagna, al trasloco di suppellettili, da casa all’appartamento al mare… Ma anche, pur con il bagagliaio carico di bagagli e valige, a trasportare in comodità una famiglia verso le vacanze. Ma la Passat ce l’hanno affidata dal Parco stampa di Verona perché la testiamo in tutte le condizioni. E oggi per lei sarà una giornata soft, perché anziché la neve, la pioggia non cade da tempo, optiamo per un sobrio percorso di collina. Sobrio, si fa per dire perché le strade da queste parti, specie in lockdown, sono una palestra di guida capace di appagare le attese dei test driver. I colli morenici del Friuli, dagli inizi del secolo scorso divenuti sede ambita per residenze stellate immerse nel verde e affacciate verso un panorama da fiaba. Un intervento dell’uomo che non ha alterato il pregio dell’area. Da Fagagna a Santa Margherita del Gruagno, a Moruzzo, è un susseguirsi di scorci da fiaba. Di punti panoramici dai quali lanciare lo sguardo verso la pianura friulana, le valli del Natisone e il Collio goriziano, Udine, il Medio Friuli e giù fin verso la Laguna e la Riviera friulana e il mare. Ci avviciniamo all’area collinare ed ecco un bel tratto misto, la strada larga e invitante, che poi chiude verso la collina. Spingiamo un po’ e la Passat non smentisce le aspettative. Ma soprattutto, trattiene fuori dall’abitacolo suoni, rumori, sollecitazioni, mantenendoci come seduti in un comodo salotto. Semmai, motivati dal sound pieno ma ovattato del diesel, e piuttosto coccolati dall’ottimo impianto di intrattenimento con tanto di subwoofer potenti ma equilibrati. Ah già… e i consumi? Beh, ce n’eravamo quasi dimenticati. Al di là del fatto che tra EV, ibride, GPL, Metano, benzina, non l’ho mai nascosto a nessuno, e sarebbe pura ipocrisia non dovessi esclamare con convinzione ‘sempre W il diesel’. Come già ripetuto più volte, anche questo diesel è molto elastico e risponde con il tiro necessario anche alla guida sportiva. I consumi poi restano davvero sostenibili, nonostante le dimensioni dell’auto e il ‘piede pesante’, e si attestano ben oltre i 20 km/l. Quindi? Beh, ho già detto tutto: ora godiamoci il panorama, e l’auto.

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