#testdrive #MazdaX3 Sedan berlina elegante per una vocazione sportiva

Il confort anche sui sedili in pelle riscaldati e raffreddati

#testroad a Udine città ultramillenaria dalle molteplici attrattive

Una berlina lunga e aerodinamica con il design che la fa apparire come un coupé e interni spaziosi, per viaggiare comodamente nei cinque posti e trasportare il bagaglio necessario, gli interni sono spaziosi, impreziositi dalle sellerie in pelle scura. Al primo approccio con la Mazda 3 Sedan Skylight, salendo a bordo dal posto di guida si può avere l’impressione che il tunnel centrale possa limitare l’abitabilità dei posti anteriori. In realtà non è così e lo spazio dedicato al conducente e al passeggero è adeguato. Anzi, l’impressione da bordo è che il tunnel valorizzi l’abitacolo. Restituendo, peraltro, importanza alla leva del cambio che con l’avvento delle automatiche cominciava a sembrare in accessorio in disuso. Come abbiamo detto, sulla Sedan non si sente la mancanza del cambio automatico, e il mix tra potenza ed equilibrio tra rapporti, guidabilità, prestazioni, la rende facile da guidare e maneggevole. Ancora sulla linea, il cofano allungato e l’abitacolo arretrato aggiungono una percezione di sportività a questa berlina elegante. E come già detto, confortevole. Negli interni sono stati curati tutti i dettagli che possono conferire incrementare la sensazione di comodità che chi sale a bordo della Sedan deve provare. Quasi tutte le parti di contatto sono rivestite in pelle. I sedili anteriori sono

riscaldati, ma per la bella stagione anche ventilati.

E si sa, specie nelle lunghe percorrenze, quanto questo ‘accessorio’ sia gradito per ridurre la sensazione di stanchezza e calore che trasmette il tessuto dei sedili che si appiccica a quello dei vestiti. Il cruscotto è parzialmente analogico. Perché le lancette degli orologi sono prodotte da un display sapientemente occultato alla vista del conducente. Al centro del cruscotto uno schermo verticale, non touch screen ma comandato dal manopolone situato sul cruscotto. Sul quale tutte le bocchette d’aria sono nascoste come occultati alla vista sono gli scompartimenti a disposizione, compreso quello che si trova dietro alla leva del cambio, in mezzo alla consolle, e risulta molto utile. Consumi bassi, coppia ben presente e un rendimento fluido, consumi nelle attese. Quindi stavolta ci godiamo l’impianto di intrattenimento Bose e ci avviamo verso una città da visitare, Udine, fondata come colonia dai Romani nel 181 a. C., il primo documento ufficiale che testimonia della sua esistenza IMG_7939 IMG_7993 IMG_7907 IMG_8021 IMG_7915 IMG_7788 IMG_78601 IMG_7859 IMG_7861 IMG_7862 IMG_78631 IMG_7865 IMG_7807 IMG_7811 IMG_78131 IMG_7842 IMG_7833

risale al 983 quando il Castello fu donato dall’imperatore Ottone II

di Sassonia al Patriarca Rodoaldo. Proprio il Castello di Udine è la meta della nostra escursione odierna. Saliamo sulla cima del colle, per la ripida strada affiancata dal loggiato ad archi in stile veneziano. Abbiamo attraversato anche piazza Libertà, una delle più belle d’Italia, con la sede comunale a Palazzo d’Aronco e la Loggia del Lionello. In cima, il piazzale del Castello, ampio ed erboso, si affaccia a 180 gradi sul panorama della cerchia delle Alpi, ma anche sullo skyline morenico fatto di colline e parti pianeggianti. Accanto la Casa della contadinanza, che oggi è un accogliente ristorante. Nel palazzo del Castello c’è una mostra di antiche mappe che tracciano la storia della città. Allestita dai Civici musei.

#charlieinauto3/231

 

#Mazda 3 skyactiv Sedan berlina morbida come la sua guida

Un motore 2000 da 186 CV per una guida fluida da turismo ‘slow’

In relax raggiungiamo Spilimbergo figlia di un villaggio fortificato romano

Abbiamo detto che sotto l’apparente mite eleganza della berlina si cela un’auto laboratorio, sulla quale siamo noi gli sperimentatori. Questa vettura ha già riscosso un buon successo di vendite, ed è piaciuta agli automobilisti, incuriositi dai contenuti e rassicurati nel contempo dalla lunga esperienza nella innovazione della Mazda. Ogg ci vogliamo godere una gita sulle strade del pordenonese e ciò che ci incuriosisce della Mazda 3 Sedan è il

sistema ibrido leggero, che nasce dalla filosofia ‘Jinba Ittai’.

Una definizione che in giapponese indica l’armonia tra il cavallo e il cavaliere. Ovvero, indica il rapporto tra il conducente e l’autovettura. Facciamo una sosta per un caffè prima di uscire sulle strade provinciali e regionali, e vediamo come va nel parcheggio. È un’auto del segmento C, ma è tra le più grandi perché misura 4,46 m ed è larga 1,79 m. Per le manovre, anche in questo caso sono ottimamente assistite dalla telecamera che rimanda le immagini allo schermo sul display centrale, che è allungato e posizionato sopra al cruscotto, ma anche dai sensori di parcheggio. Nell’occasione, diamo un’occhiata al bagagliaio: quasi 360 l. Non è grandissimo, ma c’è la sorpresa: pur essendo una quattro porte più il bagagliaio, ci permette di abbattere i sedili posteriori. Ed ecco che a bordo

con noi e un passeggero ci possono stare anche un paio di biciclette

per il cicloturismo, per sfogare la passione che ci aiuta a scaricare le tossine accumulate nella vita in città. Come in auto di produzione europea, il comando per abbattere i sedili è un po’ nascosto, ma ben accessibile ed immediato. Si tratta di due leve da tirare, poste sotto alla cappelliera. Guardiamo la Sedan da fuori: il muso lungo e schiacciato è caratterizzato dal design pulito e accattivante, , con i fari a led, molto sottili ma nel contempo anche molto potenti. La calandra di color grafite lucido è di forma ettagonale ci contiene due baffi che si concludono dentro ai fari. Una linea filante, come a sottolineare la mission dinamica dell’auto. I cerchi da 18’ stanno nello stile dell’auto. La vista laterale è guidata da un connubio tra superfici convesse e concave. L’allestimento di questo modello è di colore Black Metallic. In coda, due terminali di scarico per ricordare che

comunque è un’auto che fa 0/100 km/h in poco più di 8 secondi.

Gli interni sono molto curati. Il sistema di intrattenimento supporta sia Apple Car Play che Android Auto che si comanda tramite una manopola sul tunnel centrale. I sedili sono in pelle, molto adattivi con regolazioni elettroniche molto accurate, mentre il quadro strumenti è di percezione immediata. Dispone dell’head-up display, lo schermo che esce davanti al conducente per mostrare a portata ottica tutte le informazioni essenziali per la guida. Ripartiamo con uno stop e start: il naviga ci dice che a 100 km/h il cronometro si è fermato su 8,1”. Ci mettiamo in viaggio e la guida è fluida, senza aggressivi colpi di scena, e i sorpassi sono agevoli a qualsiasi velocità, anche se disponiamo del cambio manuale a 6 marce molto ben calibrate, con la 6. Da riposo. È comandato da una leva ergonomica molto adattiva. Superiamo il lungo ponte sul Tagliamento per dirigere verso Spilimbergo, che si affaccia sulla sponda sinistra della sua valle.

Città fondata nell’undicesimo secolo dai conti carinziani Spengenberg,

che vi arrivarono quali vassalli del Patriarcato di Aquileia, costruendo il castrum de Spengenberg, che dà il nome alla località. Catello che potrebbe risalire all’epoca romana mentre nella frazione di Gradisca è presente un IMG_8325 IMG_8293 IMG_8292 IMG_8298 IMG_83011 IMG_82891 IMG_8286 IMG_82821 IMG_82291 IMG_8231 IMG_83091 IMG_8311 IMG_8297castelliere preistorico. Si trova sull’antica strada da Roma, più vicino e in Friuli, da Sacile, verso la Germania. Fu popolato da famiglie lombarde, toscane ed ebraiche e nel 1284 fu avviata la costruzione del Duomo, un monumento pregevole di stile romano-gotico. Nella stessa epoca il Palazzo del Daziario, la Casa del Capitano, la Loggia che ospita ora il Municipio, ed è contornato da un giardino di rosai antichi. Nel 1326 si dotò di un proprio sistema di leggi: lo Statuto della Terra di Spilimbergo. Nel 1420 passò alla Repubblica di Venezia. Nel 1500 il castello fu ricostruito con forme rinascimentali e contiene opere di Giovanni Antonio Pilacorte, del Pordenone, di Pomponio Amalteo e di Irene da Spilimbergo. Assieme ai complessi citati, da visitare Corso Roma, il centro storico con edifici antichi e multicolori; la Torre occidentale, che era l’ingresso al Borgo Nuovo; al Chiesa di San Giovanni; la Torre Orientale della seconda cinta muraria e la Casa dipinta con affreschi del ‘600 sulla vita di Ercole.

Testdrive #Mazda Sedan Skyactive-X una vettura-laboratorio confortevole

Il motore rotante a benzina alimentato a compressione come un diesel o con le candele

Una berlina da 186 CV che svela la sua potenza con progressione

Che si trattasse di una Casa vocata all’innovazione, è cosa assodata, e che intorno a una scelta vincente avesse giocato il suo sviluppo tanto da vincere anche alla 24 Ore di Le Mans, forse non lo ricordano tutti. Tuttavia, è bene considerare che già nella prima parte del secolo scorso l’azienda giapponese aveva fatto evolvere per poi consolidarlo nella sua produzione di serie il motore rotante. Che monta tutt’ora. Così, anche nel caso che consideriamo questa volta, l’auto che proveremo con voi ha qualche cosa al di fuori dal comune. Parliamo della Mazda, in questo caso, della 3 Skyaxctiv-X Sedan. Una berlina elegante che nella morbidezza della linea svela il carattere di auto fluida e progressiva, ancorché potente. Come al solito, chi ce l’ha affidata è scarno di informazioni. Ma va bene così, perché in questo modo il test non sarà influenzato dai suggerimenti del gestore del Parco stampa. Non è uscita oggi, ma quest’auto adotta per la prima volta il motore e la tecnologia Skyactiv: il propulsare a benzina che funziona come un diesel. La tecnologia è SPCCI, che sta per Spark Controlled Compression Ignition.

Funziona sia a combustione tramite l’accensione delle candele, che a compressione.

Propone un rapporto di compressione migliorato e adotta un sistema ibrido leggero. Non solo, ma questa Mazda 3 prosegue la filosofia Mazda che prevede l’armonizzazione tra auto e conducente, che viene definito pilota. Anche se questa non è una vettura sportiva. Il motore di 2000 cc eroga 186 CV ma li scarica in modalità morbida e progressiva. Privilegia infatti una guida elastica. Quindi, riepilogando, il motore funziona con accensione spontanea, ovvero

sfruttando temperatura e compressione con una miscela molto magra, IMG_76581 IMG_7656 IMG_7662 IMG_7660 IMG_7668 IMG_7671 IMG_7673 IMG_7675 IMG_76741 IMG_7678 IMG_7681 IMG_7683 IMG_7705 IMG_7712 IMG_7713 IMG_7720 IMG_7721 IMG_7723

il che fa risparmiare carburante, sia con la tradizionale scintilla della candela. Non solo, ma è stata aggiunta una quinta candela in una precamera di scoppio che accende una miscela di carburante particolarmente ricca. Così questo motore funziona in questo modo, cioè come un diesel, sotto i 4000 giri, poi come uno tradizionale a benzina. La parte ibrida, definita light, offre un po’ di coppia ai bassi regimi di giri. Quindi, stiamo guidando un’auto laboratorio. Così cominciamo dal trasferimento in autostrada. Prima però proviamo una partenza. Ci aiuta il casello della A4: il cambio è manuale a 6 marce, e ciononostante capiamo che è in grado di raggiungere i 100 km/h da fermo in quasi 8 secondi. Una berlina a tre volumi, o meglio la versione con la coda della Mazda 3, se guidata con oculatezza restituisce un consumo ragionevole. Che riducendo la velocità si avvicina anche ai 18 km. La Casa dichiara un consumo medio di 16,5 km/l. che a fine prova sarà confermato dal nostro test. Prima di partire da Milano però, visto che al momento del test eravamo all’uscita dal secondo lockdown, abbiamo fatto un giro per i negozi della zona dei Navigli. Scoprendo diverse chicche che forse solo la rarefazione temporanea dei passanti ci poteva svelare: come il fioraio specializzato in rose, che ha arredato la propria show room con arredi degli anni ‘70/’80.

#charlieinauto3/231

 

#testdrive Kamiq auto che veste a pennello chi la guida

Il segreto nel nome che in una lingua del Nord America significa proprio questo

Versatile confortevole ma anche giustamente performante il SUV Skoda comatto

Abbiamo visto come si comporta nelle condizioni più disparate. Siamo andati sulle strade del Rally Piancavallo per vedere quali sono le possibilità di un SUV con vocazione crossover ancorché spinto da un ‘piccolo’ motore di 1000 cc tre cilindri, con 110 CV di potenza. Abbiamo verificato che spesso sono particolari che all’utente di ogni giorno possono apparire di scarso significato a fare la differenza. Per esempio, su un’auto diversa, ma dello stesso gruppo, che dispone della stessa parte ciclistica, dello stesso motore, con caratteristiche strutturali analoghe, un cambio automatico nel quale l’elettronica riesce a risolvere tutte le criticità del cambio manuale può assicurare prestazioni completamente diverse. Come avevamo già visto, la gran parte dei motori di piccola cilindrata con tre cilindri, quando viene spremuta per cercare di ottenere prestazioni superiori, ma anche banalmente per affrontare un sorpasso che presenta criticità e deve essere eseguito (dovrebbe comunque essere sempre così), nel più breve tempo possibile, ha bisogno di ‘tirare fiato’ tra una marcia e l’altra. Quasi il contrario di quando, con un’auto con i sincronizzatori d’un tempo, si scalavano le marce nel corso di una guida veloce, e per accelerare l’operazione si faceva la doppietta. Doppietta che in alcune auto con cambio elettronico, automatico o assistito, oggi viene eseguita autonomamente dall’auto a ogni scalata. Con il cambio elettronico, perlomeno con il DSG della Volkswagen, questo non accade e la perfetta sincronizzazione degli ingranaggi del cambio rende fluida l’operazione. E velocizza notevolmente l’auto. Ed è il nostro caso. Tutto ciò, e non è certo poco, nella Skoda Kamiq è previsto assieme a un sistema di confort di livello elevato. Anche grazie alle ruote da 18’ in dotazione sul modello che ci hanno lasciato in prova, l’auto è in grado di superare anche i tratti di strada sconnetti, eventuali buche, asperità anche affrontate con una guida distratta assorbendo urti e scossoni per assicurare confort al conducente e ai passeggeri. L’assetto e le sospensioni tengono conto sia delle possibilità d’uso nel fuoristrada, che delle esigenze della guida su strada. La progettazione ha evidentemente considerato l’opportunità di offrire caratteristiche versatili all’auto.

Così, è nata quella che la Casa ceca definisce un city SUV compatto.

Ma in realtà è molto di più. Il risultato è infatti una vettura compatta, alta da terra, che ciononostante si guida con l’agilità di un’auto compatta. Il risultato è quindi un mezzo che vi potrebbe portare quasi ovunque, perché è facile da guidare in ogni condizione. E che spingendo sull’acceleratore, va. Probabilmente nelle attese dei progettisti c’era proprio questo risultato. Un’auto che calzasse a pennello attorno alle caratteristiche di diverse tipologie di automobilista. Da ciò il nome Kamiq. È un vocabolo della lingua del popolo Inuit, che vive tra il Canada del Nord e la Groenlandia, e sta a significare qualcosa che ‘calza a pennello’. Così, paghi delle risposte che ci ha dato questa Skoda, ci possiamo dedicare al turismo su strada. Assecondati dalla comodità di questo SUV alto da terra, con la seduta alta e comoda, l’impianto di intrattenimento di livello, dall’assistenza alla guida adattiva. Ci potremmo dedicar all’alta montagna, perché dispone del parabrezza riscaldabile, come lo sono il volante e i sedili, sia quelli anteriori, che quelli posteriori laterali. Ma scegliamo la pedemontana.

Stavolta raggiungiamo Gemona del Friuli.

Una città distrutta dal terremoto e ricostruita dov’era e com’era, come la vicina Venzone. Che si apre come un balcone fiorito sui primi contrafforti alpini. Sposandosi tra i vari livelli d’altitudine sui quali si è sviluppata si aprono paesaggi di volta in volta nuovi, verso la piana del Tagliamento, il colle e il forte di Osoppo, il monte di Muris, ma anche la pianura friulana, anche se lo sguardo si ferma sulla barriera dei colli morenici. Da visitare il Castello, il museo, ma lo stesso centro storico, la Via Bini, con le arcate, e il palazzo municipale debbono essere meta della nostra visita. A Gemona si trova anche il Santuario dedicato a Sant’Antonio. Gemona fu infatti una delle tappe del suo pellegrinaggio che si fermò a Padova. Tant’è che i devoti, da quest’anno possono affrontare il Cammino di Sant’Antonio, da Gemona a Padova, e da Padova a Milazzo dove il Santo sbarcò dopo una missione in Africa. Ma   a margine del Santuario, tra le curiosità ve n’è anche una motoristica: una religiosa, scomparsa da poco, era una grande fan della Ferrari. Conobbe il Drago e potette anche guidare qualche auto del Cavallino rampante. Non a caso, sul monte Quarnan, che sovrasta Gemona, baluardo IMG_75131 IMG_71351 IMG_7157 IMG_7174 IMG_73901 IMG_73941 IMG_7398 IMG_740011 IMG_74021 IMG_74121 IMG_7426 IMG_7436 IMG_7440 IMG_7458 IMG_7461 IMG_7464 IMG_7471 IMG_74731 IMG_7488 IMG_7489 IMG_7490 IMG_7491 IMG_7493 IMG_7496 IMG_7501 IMG_7512tra l’arco alpino e la pianura friulana, dagli anni ’80 è collocato un cippo che ricorda Gilles Villeneuve.  Una gita in quota con la Kamiq ci sta. Scendendo verso Venzone, un salto dall’amico Vincenzo, pasticcere e gelatiere per passione e mestiere, che ci ripropone la Coppa Malaga. Una delizia D’Altri tempi, che ha appreso nel suo stage professionale a Lignano Sabbiadoro, da Giorgio e Arturo De Pellegrin.

#charlieinauto3/229  

#testdrive #Skoda Kamiq SUV a vocazione off road sicuro e performante

Anche in montagna conferma le prestazioni e la maneggevolezza

Veloce sulle rampe stabile nel misto e in discesa

Tre cilindri, apparentemente pochi rispetto alle auto alle quali siamo tradizionalmente abituati. In realtà anche le auto con motori così piccoli rispetto alle nostre abitudini sono in grado oggi di svolgere il loro compito con efficacia. Spesso, anche di più. E se prima di salire a bordo, nessuno te l’avrà detto, in auto come la Skoda Kamiq questo ‘dettaglio’ non emergerà da solo. Nemmeno sottoponendo l’auto a tortura. Perché ci pensa l’insonorizzazione dell’abitacolo a ovattare il rombo del tre cilindri turbocompresso. Scherzo, ovviamente, ma volevo dire, nemmeno tirandole il collo. Le turbine che oggi sono montate su queste auto sopperiscono in fatti molto bene alle criticità che ci si attenderebbe dalla cilindrata ridotta. In questo caso, 110 CV ci sono tutti. Ma la sua la dice soprattutto il cambio DSG a 7 marce. Che è arrivata l’ora di provare in montagna. Abbiamo visto come si comporta sulle strade dei rally. Vediamo che cosa succede su un percorso di montagna, con la strada veloce ma in salita, pur segmentata dai tornanti, poi tratti in falsopiano. E al ritorno la discesa. Il tutto a portata di mano, perché a un quarto d’ora dalla città. Che, chi conosce quest’area della Penisola, è Pordenone, e la strada ovviamente è la salita del Piancavallo. Siamo ancora nel periodo di semi lockdown, e così tutto fa presupporre che il percorso di prova prescelto sarà libero, e ci consentirà di testare bene l’auto. Ve l’abbiamo già raccontato, ma lasciamo alle nostre spalle il grande pannello dedicato a Marco Pantani, sua la scalata da record in bicicletta su questa strada, e schiaccio il pedale dell’acceleratore, lasciando fare al cambio automatico.

Skoda Kamiq sale veloce e maneggevole.

Soprattutto reattiva ai comandi. Provo a esagerare e passo al manuale con la leva del cambio che diventa come un comodo e preciso joystick. E mi comincio a sentire come se fossi speciale. Anche nei tornanti Kamiq conferma le sue qualità di grimpeur. Il tutto mantenendo il confort sia per il conducente, che per il passeggero, il mio ‘naviga’ abituale, che si sta divertendo moltissimo. Continuiamo a salire, e la bellezza del paesaggio amplifica il divertimento. Incrociamo un deltaplano. Il suo pilota vola più o meno alla nostra altezza. Ed ecco le prime chiazze di neve, quindi forse su ce ne sarà. Ma la strada è pulita e non troviamo alcuna difficoltà sul percorso. Ecco il falsopiano, la strada è più veloce ma si sale ancora. Arriviamo al piazzale. Sinceramente speravo in un po’ di ghiaccio, qualche zona dove mettere alla prova il sistema antislittamento dell’auto. Trovo un tratto di brecciolino, poi mi lancio verso la pedemontana. Il percorso è confortevole nonostante le premesse. Ma visto che è proprio tutto libero ci possiamo sbizzarrire nel test. E poi fare due passi nella neve fresca. Ecco un bel misto sulla strada che corre a mezza costa, in alto, attorno alla montagna. C’è un po’ di tutto, anche il ghiaino trascinato sulla strada probabilmente dalle piogge recenti.

E i sistemi di controllo di Skoda Kamiq tengono al test.

Provo a spingere di più dove c’è un po’ di ghiaino e la prova è superata elegantemente. Non ci resta che scendere di nuovo a valle dopo un paio di tappe per scrutare il paesaggio.

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#testdrive Skoda Kamiq SUV comodo ma brioso e scattante

IMG_7569IMG_75681IMG_7538IMG_75441IMG_7623IMG_7545IMG_7108IMG_7349IMG_7374IMG_7271Con il piccolo motore a 3 cilindri il cambio DSG fa la differenza

Al Piancavallo dimostra le sue qualità: comodità ma anche prestazioni

Un SUV con vocazione crossover, ma dedicato alla strada. La montagna è la sua specialità. Abbiamo detto che, nel gruppo, la Casa della Freccia indiana punta molto sulle rifiniture e il confort. Così anche la Kamiq è allineata su questa linea. Per esempio, l’insonorizzazione dell’abitacolo è alta, e ci permette di godere delle potenzialità, ma non fraintendete, delle qualità dell’impianto di intrattenimento. Ovviamente, l’interfaccia con l’Iphone, tramite Car Play, e con Android è quasi istantanea, le prese di ricarica sono nel nuovo formato della Apple, ecc. Così la musica può essere caricata anche direttamente dal telefonino, oltre che dall’ottima radio DAB. Nel frattempo,

all’esterno, il 1000 tre cilindri da 110 CV canterà la sua melodia,

a metà strada tra il melodico e il rombo aggressivo. Comunque un sound pieno e morbido, che per chi l’ascolta fa pensare a un’auto più grande. Tutto questo per darci conforto, perché, per provarla in montagna, decidiamo di farci portare nel pordenonese, verso Piancavallo. Ma c’è un problema: la strada è impegnata. E l’impedimento, per chi ama i motori come noi, non sarà certo spiacevole, anzi. Dev’essere stato uno scherzo del mio naviga. Durante la settimana ho altro da pensare che ai test drive, salvo dover fare degli spostamenti diversi dal solito, e così posso unire l’utile al dilettevole. Così mi era sfuggito che questo fine settimana si corre il Rally del Piancavallo. A lui sicuramente no, visto che quando gli e lo chiedo fa finta di niente. A questo punto, non ci resta che l’imbarazzo della scelta, per convenienza di orari e distanze, e di coprifuoco notturno. A nostro favore,

il fatto di essere stato l’addetto stampa delle prime edizioni della gara,

dalla fondazione con l’indimenticabile ‘Iccio’ Perissinot, Giancarlo Predieri, Angelo Presotto, poi per il Motorstars, con i fratelli Pedicini. A portata di mano per chi proviene dalla Riviera friulana c’è Clauzetto, con tratti tecnici. Ricordo che a Clauzetto, nel dopo terremoto ‘Iccio’ vi svolse parte del servizio civile nei VVF, come me, per la ricostruzione del Friuli. Ma dimenticavo: siamo qui per provare la Skoda. In gara ce ne saranno, ma ovviamente Fabia. L’abbiamo provata parecchio tempo fa su #charlieinauto, e anche per #FVGdascoprire. Ora ne è uscito un modello aggiornato, ma ovviamente mi riferisco a quella stradale. Quella che vedremo qui è tutt’altra cosa. Abbiamo detto che la Kamiq usa la parte ciclistica e meccanica di altre due auto del Gruppo VW, che abbiamo già provato. Ma che, rispetto a quei modelli, ha poco a che fare. Perché, in questo caso, oltre all’assetto curato e all’impianto frenante commisurato, il cambio VW DSG a sette rapporti fa la differenza.

Spunto, partenza, fluidità di guida e di marcia sono frutto di questo gioiello

della maccatronica, che come sapete è l’insieme della meccanica e dell’elettronica. Infatti, la centralina ottimizza i tempi di movimento degli ingranaggi e la loro sincronizzazione, facendo risparmiare tempo a ogni cambiata. E soprattutto limitando l’inerzia al minimo permettendo al motore, ancorché piccolo ma con 110 CV, di esprimere il massimo senza dispersioni di potenza. Così, sul bel misto che si avvicina alla pedemontana cominciamo a vedere che la marcia è scorrevole, con una vocazione corsaiola. Rende possibile una guida nervosa, sportiva, agile, ma in caso di necessitò, o di scelta, permette una guida morbida e rilassante, nei trati veloci come su quelli impegnativi. Se le chiediamo di più, la sua marcia è divertente. È sufficiente passare al cambio automatico che si comanda con la praticissima leva sulla consolle, che si trasforma in un praticissimo joystick, come quello della Playstation. Ecco ginalmente un paio di tornanti, con il rettilineo breve e subito quello successivo, un paio di curve strette e il misto per dare potenza. Beh, è proprio divertente perché la Kamiq è stabile come un SUV, scattante come un’auto sportiva.

#charlieinauto3/227    IMG_7630IMG_7631