#testdrive : la Hyundai i30 N Line conferma l’economicità di gestione nell’extraurbano

Confort e sicurezza al voltante anche sui tragitti affollati

Giornata dedicata al volo al ‘Malignani’ e all’aviosuperficie Avro a Osoppo 

È passando alla guida di ogni giorno che la nuova Hyundai i30 N Line svela qualità inaspettate. Molto maneggevole, nel contempo, anche grazie ai cerchi da 17’ trasmette una sensazione di sicurezza al volante. Se poi analizziamo il pacchetto di elettronica che veglia su di noi, possiamo dire di essere capitati nella cosiddetta ‘botte di ferro’. Scherzo, perché il ferro ha ovviamente lasciato gran parte dello spazio occupato fino a qualche anno fa sulle auto di serie a metalli e materiali che assicurano solidità ma anche la leggerezza necessaria per consentire alle auto di esprimere le migliori performance anche sportive, ma soprattutto, visti i tempi e l’aumento dei costi delle fonti energetiche, la maggiore sostenibilità. Quest’auto della Casa coreana è mild-hybrid, ovvero ricarica una batteria in un sistema con

un motore elettrico da 48 Volt che rende davvero brillante il 1000 cc

a tre cilindri consentendogli anche di sprigionare dal doppio scarico di questa versione un rumore convincente. Così, considerato che ha stando a quanto dichiara la Casa 120 CV dalla somma tra i due motori, l’endotermico a benzina e quello elettrico, proviamo a schiacciare per provare anche il cambio manuale, ma con frizione elettronica, a 7 marce, e la sorpresa è davvero positiva, anche per un ‘vecchio’ rallysta. La i30 N Line mostra una indole sportiva che si intuiva dal suo ‘look’. Adesso si spiega il volante in pelle e i sedili, riscaldabili, con le regolazioni dello schienale e della seduta. Faccio un tratto più lungo e provo a valutare se nonostante la guida più ‘allegra’ qualcosa è cambiato rispetto al trasferimento di ieri: una sessantina di km per andare a Udine,

all’Iti ‘Arturo Malignani’, perché oggi è una giornata ‘aeronautica’,

e la conferma sul percorso extraurbano: a spanne, siamo comunque ben oltre i 20 km/l. Al ‘Malignani’ per la consegna del nuovo AMX. Sì, proprio l’aereo militare da caccia destinato all’addestramento dei futuri periti aeronautici, nella scuola friulana che è un’eccellenza internazionale. Nell’istituto è allestito anche un mini museo dell’aeronautica. Giornata dedicata al volo, perché poi raggiungiamo Rivoli di Osoppo, dove,

all’Aviosuperficie, Piccolo aeroporto, della Fondazione Lualdi

è in programma un Raduno piloti per velivoli che, sfidando il periodo post pandemico le difficoltà a riunire e attivare amici e appassionati dall’estero, Gabriele Lualdi, il Presidente della Fondazione, assieme alla sorella Carla, ha fortemente voluto questa manifestazione che segna l’apertura della struttura verso la popolazione e le comunità locali limitrofe. Per spiegare che il volo è una passione antica e condivisa, che in Friuli ha radici consolidate. In Friuli è nato il volo acrobatico, ed è da sempre terra di piloti. Lo ha confermato questo evento, che ha attirato un’ottantina di velivoli da tutta Italia, compresi alcuni storici. Per dare un adeguato riconoscimento alla manifestazione, ma in particolare ai programmi e all’attività di ‘Avro’ con la guida Lualdi, che si propone anche quale base di riferimento per le attività della protezione civile e per la sicurezza, civile, dell’area prealpina e alpina, è intervenuto anche l’assessore regionale alle Finanze, Barbara Zilli, assieme ai sindaci del territorio. Avro ha potenziato di recente i servizi: c’è il distributore di carburante per i velivoli che vi fanno base e quelli in transito, è stata potenziata la ‘clubhouse’, sono stati ampliati gli hangar ed è l’unica pista su asfalto dell’area. E si candida a essere un piccolo aeroporto per i velivoli a elica executive, quelli della cosiddetta Aviazione nazionale, capaci di trasportare non più di 8 persone, per offrire alle opportunità di sviluppo della regione una opportunità ulteriore attraverso un servizio che gli operatori utilizzano e richiedono sempre di più. f7829769-021c-4a9d-8722-3d83b464e322Detto questo, godutoci lo spettacolo degli aerei a terra e di quelli in volo, riprendiamo il nostro viaggio per voi. Ah! In mezzo a tanti motori e CV, la i30 N Line non sfigurava e anche qui, era osservata dai visitatori della base.

#charlieinauto3/252        IMG_7769 IMG_7768 IMG_7776 IMG_7779 IMG_7600 IMG_7627 IMG_7623 IMG_7603 IMG_7608 IMG_7606 20210925_130336 20210925_130511 20210925_130758 20210925_133351 20210925_1334231 834ca19f-708c-416a-8270-543537c6ce9f IMG_8019 IMG_8021 IMG_8022 IMG_8033 IMG_8054

#testdrive nuova Hyundai i30 N Line un concentrato di tecnologia e di sostenibilità

Mild – hybrid per poter entrare nel cuore della metropoli e poi viaggiare risparmiando

Un allestimento confortevole e gradevole per la compatta berlina 5 porte di segmento C

Al primo sguardo disattento potrebbe passare inosservata. È una berlina cinque porte, due volumi, del segmento C. Ricorda altre cugine della categoria, ma osservandola nei dettagli si nota che il progettista ha voluto imprimervi una personalità diversa e una sensazione di maggiore dinamicità. Ed effettivamente, ancora dopo qualche giorno stentavo a distinguerla, dopo il tramonto, nel grande parcheggio. Finché ho notato i cerchi di taglio sportivo, mi sono abituato a vedere la coda con inserimenti stilistici nuovi, il frontale con la griglia aggressiva. Frutto delle scelte per il modello N Line, che contrassegna le vetture più dinamiche o sportive della Hyundai. La nuova I30 è proposta nella versione Mild Hybrid, ovvero, ricarica da sola una batteria ausiliaria da 48 V. il motore è da 1.0 cc T-Gdi da 120 CV, con il cambio manuale intelligente che riduce consumi ed emissioni fino al 15 per cento. Ma sui consumi e il rendimento ci soffermeremo più avanti.

Per ora godiamoci il beneficio dell’auto ibrida,

che ci consente di entrare nel cuore della metropoli, e fare due passi, finalmente più liberi dalle restrizioni, in piazza Duomo. Facendo tappa all’imperdibile Rinascente, dove, nei periodi convenuti, si possono trovare anche buone occasioni. Un caffè all’ultimo piano, sfumata la tappa al ristorante sul terrazzo con vista sulle guglie del Duomo perché bisogna prenotare, ripieghiamo verso un’hamburgheria a City Live, con ampi spazi all’aperto e nel verde, la Roadhouse. Ma ritorniamo alla i30 N Line per soffermarci sugli interni, in finta pelle nera, curati, che ammorbidiscono la tradizionale elettronica Hyundai che, come vedremo, è in grado di prendere la scena e gestire gli spostamenti dell’auto in piena sicurezza. Il volante è a due razze, con i comandi di gestione dell’auto in movimento e dell’impianto di intrattenimento, come del telefono. I display sono due, di grandi dimensioni. Quello più importante, il cruscotto, la parte centrale mista elettronica e analogica, contiene gli indicatori dei parametri di guida e per il controllo del motore. In quello più grande, in mezzo alla plancia, tutti i comandi elettronici di servizi e assistenza,

compreso il Blue Link, il servizio di assistenza online

che anche la Casa coreana ha attivato, la radio e l’impianto di intrattenimento di buona qualità. I comandi dell’impianto di climatizzazione sono sopra al tunnel. Si è fatta sera e pensiamo a rientrare. Così, su qualche centinaio di km verifichiamo i consumi. Il cambio è manuale a 6 marce, lo apprezzeremo nella guida veloce. Per ora valutiamo a velocità costante, o quasi, che cosa succede. Gli interni sono comodi e favoriscono l’insonorizzazione che è efficace. Buona la dotazione di accessori, e la sua guida è facile e intuitiva. Ah sì! I consumi? Non lasciatevi trarre in inganno dai doppi scarichi dell’allestimento sportivo, perché anche la serie N Line mantiene il suo ‘core business’: la sostenibilità. Aiutata anche dai cerchi da 17’, che accrescono nel contempo la sicurezza nella guida, non siamo soliti fare comparazioni ma credo che si collochi ai vertici della categoria: quasi da subito abbiamo intuito che saremmo andati oltre i 20 Km/l. ma alla fine del viaggio abbiamo considerato di avere consumato meno di 4.0 litri per 100 km. Ovvero, di avere percorso 25 o più km con un litro di benzina. Quindi, grintosa sì, ma anche sostenibile.

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#testdrive un urban SUV per andare in vacanza sui rilievi dolci ma impegnativi della Val d’Orcia

Con la Hyundai Bayon tra siti termali antichi di rara bellezza

Maneggevolezza e performance hybrid su anche su terra vocati al rallysmo

Avevamo iniziato questa nostra nuova avventura al volante partendo, come spesso accade perché la gran parte delle Case dispone per il Nord Italia di una sede o di un riferimento a Milano e dintorni, dalla metropoli. E avevamo visto che se è vero che molti accreditano la Hyundai Bayon tra le vetture da città, dove si comporta molto bene per quanto riguarda i consumi, la maneggevolezza, la duttilità, è anche vero che sui percorsi extraurbani rivela doti interessanti. Visto che ci siamo, cogliamo l’occasione per valutare come stanno le cose al volante di questo SUV coreano di classe B nel ruolo di crossover. Una prima parte della prova l’abbiamo sviluppata sugli sterrati della Toscana, percorsi un tempo dalle speciali del Rally di Sanremo.

E maneggevolezza, duttilità e sicurezza non avevano compresso il confort.

Abbiamo visto che sulla distanza il sistema mild hybrid da 48 V con il motore tre cilindri GDI da 998 cc e 100 CV di potenza assicura confort e consumi adeguati anche sulla distanza. Byon, dal norme della città di Bayonne, capoluogo dei Paesi baschi francesi, è infatti in grado di ‘veleggiare’, ovvero di correre come se il cambio fosse in ‘folle’. Ciò le consente di spostarsi sulla distanza in modalità silenziosa, morbida, confortevole. E l’abbiamo provato sulla A1. Ora vediamo che cosa succede in montagna. Sulle strade di una montagna che anche se non altissima, presenta percorsi bellissimi, molto suggestivi e nel contempo tecnici. Le strade della Toscana, specialmente dove stiamo per andare, presentano caratteristiche non facili, perché affrontano colline in un continuo alternarsi di dosi, curve, tratti in salita e in discesa che regalano paesaggi fatati. Infatti, da Chianciano ci spostiamo verso la Val d’Orcia, che si apre con uno scenario fantastico al passo de La Foce, a pochi km dalla città delle terme.

Obiettivo è il Monte Amiata, di palese origine vulcanica, il rilievo più

cospicuo che separa l’entroterra toscano dalla Maremma e dalla costa del Tirreno. Questa posizione assicura un clima interessante, che anche se è caldo ma secco, di giorno, ovviamente d’estate, la sera è rinfrescato dalla brezza salmastra che arriva dal mare. la meta, un piccolo borgo a 1/3 del monte, Bagni San Filippo. L’intera area ha caratteristiche termali, con acque dalle proprietà curative importanti. Qui, come a Bagno Vignoni, l’acqua sgorga caldissima dal sottosuolo ricca di carbonato di calcio. A Bagni San Filippo, chiuse per motivi anagrafici dei proprietari storici le terme connesse all’hotel privato, è sempre accessibile il Fosso bianco, una valletta-meraviglia arabescata da imponenti formazioni di carbonato di calcio create dalle acque bianche, sulfuree, terapeutiche, che sgorgano a distanza di pochi mesi da punti diversi, creando cascate, pozze, vasche di temperature diverse.

Ma il bagno e le immersioni le faremo dopo.

Ora proviamo la Bayon tra la salita che porta ad Abbadia San Salvatore, il misto che separa la rocca di Casstiglioni d’Orcia da San Quirico d’Orcia e Montalcino, le morbide curve verso Montichiello o la salita in crescendo verso Radicofani. Prima di conquistarci un buon piatto di Ribollita, i pici all’aglione o un piatto di Chianina da abbinare a un Rosso di Montepulciano o salendo nella scala delle pietanze con un Brunello, chiediamo alla Bayon di darci il massimo delle sue potenzialità. E anche questa Hyundai ci conferma capacità da ‘grimpeur’, uno spunto efficace grazie all’apporto del motore elettrico, e consumi confortanti. Ovvero, quest’auto accreditata come urban SUV si adatta perfettamente anche alle vostre esigenze per una vacanza breve sulle strade più impegnative.

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#testdrive lungo la strada delle vacanze con la #Hyundai Bayon in prova sulla distanza

Carica di bagagli per la gita ma i consumi del 998 3 cilindri sono adeguati

In Toscana nella città delle terme e sugli sterrati dei rally mondiali

A occhio e croce, dentro quella coda particolare che chiude con due spigoli ammorbiditi, parte in vetro parte della carrozzeria, cè parecchio spazio. La prova? Partiamo per una breve ma ‘sudata’ vacanza, visto il clima, verso la Toscana. Quindi, a bordo, visto che è estate non ci servirà un bagaglio molto impegnativo, ma in ogni caso, tra vestiti e scarpe per il trekking, le passeggiate, le escursioni, gli abiti estivi, ma regolari, i capi per il termalismo, perché andremo nella culla delle terme antiche, un po’ di spazio ci servirà. Inoltre, c’è lui, Dylan, il cane del ‘naviga’. Ce la faremo? Ma certamente. E

senza rinunciare minimamente al confort che avevamo testato

nei giorni scorsi. Frutto di un progetto innovativo, la Hyundai Bayon è una mild-hybrid, ovvero: in corsa ricarica la batteria che alimenta un motore elettrico ausiliario di 48 V, a complemento del piccolo motore di tre cilindri in linea T-GDI Hybrid. il tutto, per arrivare a una potenza di 110 CV da gestire con il cambio manuale a sei marce e la trazione anteriore. La frizione è del tipo ‘intelligente’ IMT per il motore MHEV. Oggi riproviamo a testare i consumi: non ci sarà d’ausilio la frizione intelligente che ci permette di ‘veleggiare’ in modalità ‘coasting’ alla velocità di 70 km/h. Perché oltre 500 km del nostro percorso sarà affrontato in autostrada. Per goderci la trasferta, l’impianto di intrattenimento di bordo che è di buona qualità, e il confort assicurato dalle sospensioni elettroniche improntate alla morbidezza, e per non caricare di inutile stress i passeggeri, il viaggio lo facciamo a 120 km/h, a circa 2000 giri. Velocità alla quale la Bayon ci conferma i dati forniti dalla Casa che sono per un consumo di 6,4 km per 100 km, ovvero 15,6 km/l, che scende a 6,2 l/100 km a 130. Un dato confortante, perché oltre al carico in quest’auto proposta come un SUV da città, a gravare sui consumi c’è anche il fatto che abbiamo viaggiato sempre con il climatizzatore in azione, sovraccaricato quasi per l’intero tragitto visto che la temperatura esterna è sempre stata elevata.

Il viaggio è stato molto confortevole,grazie all’ottima climatizzazione, ma anche agli interni curati della BayonIMG_6601IMG_6594IMG_6849IMG_6852 IMG_6853 IMG_6855 IMG_6862 IMG_6865 IMG_6872 IMG_6907 IMG_6915 IMG_6923 IMG_6938 IMG_6929 IMG_6942.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

L’uscita della A1 prescelta è quella di Chiusi, per proseguire verso Chianciano, la città termale per antonomasia, per la cura delle malattie epatiche e per la salute del fegato. Un settore del mondo turistico che i cambiamenti della società hanno messo un po’ in crisi, ma per Chianciano, non cambia il fascino della città vecchia. Dopo la tradizionale passeggiata e gli snack al caffè con terrazza panoramica, scendiamo per i vicoli stretti del bordo antico, e dirigiamo verso Montepulciano, altro caposaldo dei borghi medioevali della Val d’Orcia. Per sostare in un ristorante tipico, sempre panoramico, la vista spazia da qui al lago Trasimeno, connesso all’omonima e secolare azienda vitivinicola e olearia. Alla ripartenza installiamo sul tetto della Bayon la telecamera che il fido ‘naviga’ si porta sempre dietro, e ci infiliamo in uno sterrato polveroso. Uno di quei tracciati resi famosi, fin quaggiù, dal rally mondiale di San Remo. Inutile specificare che la Bayon si guida anche in questo caso con due dita, grazie alla tanta elettronica che la mantiene sempre perfettamente in linea, la asseconda in curva, evita lo slittamento delle ruote anche nei tratti più sabbiosi confermando il livello raggiunto dall’elettronica della Casa coreana.

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