Comoda e adatta alla guida veloce non risente delle condizioni stradali
La versione più popolare della WV può divenire il fulcro dell’assistenza
Chi non ha mai guidato una Volkswagen? Giovani e meno giovani, prima o poi si sono trovati al volante di un’auto ‘del popolo’ o di una vettura delle altre tre Case del Gruppo. Ma se è stata fondata per assicurare a tutti i tedeschi la possibilità di acquistare un’auto per spostarsi, lavorare, dare un impulso di crescita e sviluppo alla società tedesca, con il passare del tempo la Casa di Wolfsburg si è adeguata alle esigenze degli automobilisti. Che sono state sempre più pretenziose con l’arrivo del benessere. I modelli di vetture realizzata dalla Volkswagen, o meglio dalla VW, un acronimo tra quelli più efficaci e che evoca immediatamente il prodotto al quale si riferisce, sono davvero tanti. Anche le loro varianti. Alle quali si aggiungono i modelli di questi mesi, a propulsione ibrida o elettrica. Personalmente, ne ho guidati a benzina, diesel, GPL, perfino metano. Un voto sul motore identificandolo per il combustibile che lo alimenta? Rischierei di essere parziale. Ma, probabilmente, chi avrà la pazienza di leggere tutto articolo, al termine del test drive capirà come la penso. Ma andiamo per ordine. La VW nasce nel 1937 con l’obiettivo di motorizzare il popolo tedesco. Ma soprattutto per favorire lo sviluppo della Germania. Negli anni ’30 del secondo millennio il numero di auto per abitante era questo: 1 ogni 100 in Germania, 1 ogni 28 in Francia, 1 ogni 6 negli Stati Uniti. Pochi anni dopo la fondazione della VW, grazie al Maggiolino in Germania c’era già un’auto ogni 54 abitanti. Il resto è storia della motorizzazione di giovano e non. Perché della simpatica auto con i parafanghi avvolgenti e muscolosi, talmente caratterizzata che perfino la Disney l’ha resa protagonista di un film di successo, ne sono stati prodotti 21,5 milioni di esemplari. Con una storia lunga una vita. Ricordiamo che anche nei rally italiani c’era un equipaggio tedesco che correva con il maggiolino, anche all’Alpi Orientali e al San Martino. Nel 1966, fino all’anno scorso, la VW si è inserita, spesso imposta nel mondo dei rally con Volkswagen Motorsport, il suo reparto corse. Vincendo quattro Parigi-Dakar, nel 1989, 2009, 2010 e 2011 e quattro titoli piloti e mondiali costruttori , dal 2013 al 2016. Fin alla conversione del reparto allo studio delle vetture elettriche. Tre i risultati di prestigio con la Golf gruppo A, con il terzo posto nei rally del Portogallo, di Argentina e della Costa d’Avorio, e la vittoria in Costa d’Avorio. Nel 2011 debutta la più piccola Polo R WRC. Ma noi, stavolta, ci occuperemo di un modello di VW quasi al top di gamma, l’evoluzione di un’altra auto che ha motorizzato non soltanto gli automobilisti tedeschi, ma milioni di famiglie in tutto il mondo: la Passat. La Variant, la familiare che abbiamo provato, dal look aggressivo ma rassicurante, rappresenta l’ottava generazione di questa vettura da viaggio e adatta a trasportare la famiglia in vacanza, con spazi davvero ampi nell’abitacolo e per i bagagli. Ed è il risultato dell’esperienza maturata da VW con oltre 30 milioni di esemplari venduti nel mondo. È una componente importante anche nelle flotte aziendali. Il restyling di questo modello ha reso più importante la parte estetica, arricchito gli interni, adeguato alle pretese degli automobilisti tecnologia e motorizzazioni. Ridisegnati i paraurti, è stata rinnovata la calandra, mentre al centro dell’ampio portellone per un carico sempre più agevole c’è la scritta Passat, e sopra il marchio VW, che assieme al tasto per aprire il bagagliaio cela la telecamera per la retromarcia. I gruppi ottici sono full led, davanti e dietro. Con una potenza dei fari notevole. I cerchi da 17 a 19 pollici. Se è ottima come auto per la famiglia, si può rivelare efficace nel mondo dei rally per l’assistenza veloce. L’abbiamo provata sulle rampe, e discese del Piancavallo, nel pordenonese, e il motore diesel di 2000 cc da 190 CV ci ha dato parecchie soddisfazioni. Il cambio automatico è efficace, anche in una guida sportiva. Così la frenata è efficace, e nella versione GTE si possono distinguere le pinze dei freni colorate di blu. La si guida con sicurezza anche se si deve forzare un po’ l’andatura. Nonostante le dimensioni, è lunga 4,77 metri, la si guida ‘con un grissino’, reciterebbe un noto spot televisivo. Tra le coccole a bordo, assieme all’ottimo impianto stereo, la ricarica wireless per il cellulare, una presa tipo C per i nuovi smartphone. E la possibilità di scegliere tra 30 colori per le luci di ambiente degli interni. Lo schermo centrale è da 10.2” consente anche l’accesso alla strumentazione digitale rinnovata e personalizzabile. Reca anche la terza generazione della piattaforma modulare di entertaitment mentre è possibile abbinare l’Iphone senza fili. Con il quale si può sia aprire che avviare la Passat. La quale si distingue per consumi contenuti anche viaggiando di fretta. Quando la trazione integrale, abbinata ai sistemi di sicurezza e assistenza alla guida elettronici, possono far sentire superfluo l’autista. Ecco perché, il pilota, ha scelto di andare a provare la Passat in montagna. La precisione di guida e il tiro ai bassi assicurato dalla coppia bassa rendono la guida della Passat, in questo caso diesel, divertente e sicura. Non ci è capitato, ma probabilmente anche in caso di emergenza non riserva sorprese. I sedili sono morbidi, comodi e avvolgenti. Mentre la visibilità dall’interno è notevole. Un’auto, quindi, per viaggiare, anche più in fretta per lavoro, senza rinunciare a un confort che può rendere più sereno un viaggio. Così, sul filo del ‘lockdown’ ci fermiamo a Lignano Sabbiadoro, per andare a visitare la chiesetta di Santa Maria del Mare, trasportata agli inizi del secolo dalle rive del fiume Tagliamento nella Pineta dell’attuale villaggio Bella Italia per salvarla dalle piene. E in tempo per ammirare l’alba dal pontile di Punta Faro, guardando verso oriente.
Carlo Morandini