#testdrive Kamiq auto che veste a pennello chi la guida

Il segreto nel nome che in una lingua del Nord America significa proprio questo

Versatile confortevole ma anche giustamente performante il SUV Skoda comatto

Abbiamo visto come si comporta nelle condizioni più disparate. Siamo andati sulle strade del Rally Piancavallo per vedere quali sono le possibilità di un SUV con vocazione crossover ancorché spinto da un ‘piccolo’ motore di 1000 cc tre cilindri, con 110 CV di potenza. Abbiamo verificato che spesso sono particolari che all’utente di ogni giorno possono apparire di scarso significato a fare la differenza. Per esempio, su un’auto diversa, ma dello stesso gruppo, che dispone della stessa parte ciclistica, dello stesso motore, con caratteristiche strutturali analoghe, un cambio automatico nel quale l’elettronica riesce a risolvere tutte le criticità del cambio manuale può assicurare prestazioni completamente diverse. Come avevamo già visto, la gran parte dei motori di piccola cilindrata con tre cilindri, quando viene spremuta per cercare di ottenere prestazioni superiori, ma anche banalmente per affrontare un sorpasso che presenta criticità e deve essere eseguito (dovrebbe comunque essere sempre così), nel più breve tempo possibile, ha bisogno di ‘tirare fiato’ tra una marcia e l’altra. Quasi il contrario di quando, con un’auto con i sincronizzatori d’un tempo, si scalavano le marce nel corso di una guida veloce, e per accelerare l’operazione si faceva la doppietta. Doppietta che in alcune auto con cambio elettronico, automatico o assistito, oggi viene eseguita autonomamente dall’auto a ogni scalata. Con il cambio elettronico, perlomeno con il DSG della Volkswagen, questo non accade e la perfetta sincronizzazione degli ingranaggi del cambio rende fluida l’operazione. E velocizza notevolmente l’auto. Ed è il nostro caso. Tutto ciò, e non è certo poco, nella Skoda Kamiq è previsto assieme a un sistema di confort di livello elevato. Anche grazie alle ruote da 18’ in dotazione sul modello che ci hanno lasciato in prova, l’auto è in grado di superare anche i tratti di strada sconnetti, eventuali buche, asperità anche affrontate con una guida distratta assorbendo urti e scossoni per assicurare confort al conducente e ai passeggeri. L’assetto e le sospensioni tengono conto sia delle possibilità d’uso nel fuoristrada, che delle esigenze della guida su strada. La progettazione ha evidentemente considerato l’opportunità di offrire caratteristiche versatili all’auto.

Così, è nata quella che la Casa ceca definisce un city SUV compatto.

Ma in realtà è molto di più. Il risultato è infatti una vettura compatta, alta da terra, che ciononostante si guida con l’agilità di un’auto compatta. Il risultato è quindi un mezzo che vi potrebbe portare quasi ovunque, perché è facile da guidare in ogni condizione. E che spingendo sull’acceleratore, va. Probabilmente nelle attese dei progettisti c’era proprio questo risultato. Un’auto che calzasse a pennello attorno alle caratteristiche di diverse tipologie di automobilista. Da ciò il nome Kamiq. È un vocabolo della lingua del popolo Inuit, che vive tra il Canada del Nord e la Groenlandia, e sta a significare qualcosa che ‘calza a pennello’. Così, paghi delle risposte che ci ha dato questa Skoda, ci possiamo dedicare al turismo su strada. Assecondati dalla comodità di questo SUV alto da terra, con la seduta alta e comoda, l’impianto di intrattenimento di livello, dall’assistenza alla guida adattiva. Ci potremmo dedicar all’alta montagna, perché dispone del parabrezza riscaldabile, come lo sono il volante e i sedili, sia quelli anteriori, che quelli posteriori laterali. Ma scegliamo la pedemontana.

Stavolta raggiungiamo Gemona del Friuli.

Una città distrutta dal terremoto e ricostruita dov’era e com’era, come la vicina Venzone. Che si apre come un balcone fiorito sui primi contrafforti alpini. Sposandosi tra i vari livelli d’altitudine sui quali si è sviluppata si aprono paesaggi di volta in volta nuovi, verso la piana del Tagliamento, il colle e il forte di Osoppo, il monte di Muris, ma anche la pianura friulana, anche se lo sguardo si ferma sulla barriera dei colli morenici. Da visitare il Castello, il museo, ma lo stesso centro storico, la Via Bini, con le arcate, e il palazzo municipale debbono essere meta della nostra visita. A Gemona si trova anche il Santuario dedicato a Sant’Antonio. Gemona fu infatti una delle tappe del suo pellegrinaggio che si fermò a Padova. Tant’è che i devoti, da quest’anno possono affrontare il Cammino di Sant’Antonio, da Gemona a Padova, e da Padova a Milazzo dove il Santo sbarcò dopo una missione in Africa. Ma   a margine del Santuario, tra le curiosità ve n’è anche una motoristica: una religiosa, scomparsa da poco, era una grande fan della Ferrari. Conobbe il Drago e potette anche guidare qualche auto del Cavallino rampante. Non a caso, sul monte Quarnan, che sovrasta Gemona, baluardo IMG_75131 IMG_71351 IMG_7157 IMG_7174 IMG_73901 IMG_73941 IMG_7398 IMG_740011 IMG_74021 IMG_74121 IMG_7426 IMG_7436 IMG_7440 IMG_7458 IMG_7461 IMG_7464 IMG_7471 IMG_74731 IMG_7488 IMG_7489 IMG_7490 IMG_7491 IMG_7493 IMG_7496 IMG_7501 IMG_7512tra l’arco alpino e la pianura friulana, dagli anni ’80 è collocato un cippo che ricorda Gilles Villeneuve.  Una gita in quota con la Kamiq ci sta. Scendendo verso Venzone, un salto dall’amico Vincenzo, pasticcere e gelatiere per passione e mestiere, che ci ripropone la Coppa Malaga. Una delizia D’Altri tempi, che ha appreso nel suo stage professionale a Lignano Sabbiadoro, da Giorgio e Arturo De Pellegrin.

#charlieinauto3/229