#Testdrive: sembrerebbe quasi una citycar se non fosse per il look deciso e sportivo

Il cofano trattiene a stento un motore di 2000 cc e 450 Nm di coppia!

Da o a 100 km/h in? Per stavolta accontentiamoci di immaginarci il sound

Superata la nebbia con gli efficaci fari a led tour nella #Rivierafriulana

IMG_5159 IMG_4767 IMG_4768 IMG_4769 IMG_4770 IMG_4771 IMG_4772 IMG_4721 IMG_4722 IMG_4716 IMG_4720 IMG_4703 IMG_4706 IMG_4699 IMG_4700 IMG_4702

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Non si può dire che non si tratti di un’auto impegnativa: 231 CV nel cofano di un’auto così compatta! Per fortuna il progettista ha pensato anche alla nostra incolumità. Dopo l’escursione pre-natalizia nella capitale economica del Paese imbocchiamo la strada di casa, o meglio, l’autostrada di casa. Per quanto riguarda i posti anteriori, i sedili molto comodi sono anche avvolgenti, di foggia decisamente sportiva, e riportano i marchi Mini e la bandiera inglese, simboli dell’allestimento sportivo e delle auto della Casa già inglese e oggi tedesca, cioè il John Cooper Works. I comandi sono a portata di mano e consentono di avere sempre in pugno la situazione. Un po’ sacrificati, in profondità, sono i due posti posteriori. Ma è così per tutte le vetture cabrio, e d’altro canto, se si vuole viaggiare in più di due persone su una super car come questa, qualche sacrificio lo si accetta volentieri. Sicurezza pensata su misura: la Mini Cabrio, che è ‘spinta’ da un

motore 2000 turbocompresso che offre la bellezza di 450 Nm di coppia,

corre su un sistema assistito a quattro ruote motrici, gestito in modo da assicurare la trazione e la spinta in modo differenziato, e dove occorre, a ciascuna delle quattro ruote della vettura. Ma questo lo verificheremo più avanti. Per ora, limitiamoci a giocare con un primo approccio alle prestazioni della Mini Cabrio, andando anche alla ricerca di qualche effetto speciale che scopriremo in corso d’opera. Il primo approccio con le prestazioni, al solito, alla ripartenza dopo l’ingresso nel casello autostradale dove sono a nostra disposizione, nel primo tratto, ben sei corsie. Quindi, un’accelerata nel rispetto del codice e della sicurezza ce la possiamo permettere: lascio fare al cambio automatico ma

non sono in grado di lasciargli inserire la quinta di 8 marce, perché

sono già molto vicino al limite di velocità. Così, mi limito a prendere confidenza con le modalità di funzionamento che si selezionano con un piccolo interruttore a leva, replica in stile vintage dei vecchi interruttori della Mini posto sotto al display centrale, accanto all’interruttore, simile, dell’accensione. La prima funzione è Green, che ci stimola a una condotta di guida adeguata indicandoci quanti Km di autonomia siamo riusciti a guadagnare tenendo il piede più leggero sul pedale dell’acceleratore. Questa funzione ci offre una Mini più morbida e scorrevole e leggermente meno performante, ma più sostenibile. Normal, restituisce all’auto le prestazioni standard. Sport, riflette onomatopeicamente sulla vettura il carattere con il quale è stata pensata. Ma serve una premessa per rassicurare gli appassionati e i potenziali fruitori di questo mezzo performante: viaggiando a velocità costante, anche utilizzando il suo cruise control adattivo che è molto rassicurante,

a 120 km/h il consumo va dai 17 ai 19 km/l.

Nonostante il tettuccio apribile, quindi privo di sistemi di insonorizzazione, la rumorosità di scorrimento percepita all’interno dell’auto è molto contenuta. Salvo… eh sì! Essendo ancora l’inizio del nostro test drive, ci mancava di scoprire una funzione che viene attivata con un comando apparentemente marginale: Sport. Si attiva spostando nella modalità manuale la leva formato joystic del cambio, ovvero con una leggera spinta verso il conducente. Ma non basta. Una sorta di booster ci aspetta e si mette in azione spingendo l’ultimo dei cinque interruttori a leva al centro dell’auto, sulla plancia appena al di sopra della leva del cambio. Servirà per i sorpassi in sicurezza. Ma facciamo un passo alla volta. Complice, ancora una volta, la sosta di ristoro all’autogrill, alla ripartenza verso casa, il ‘naviga’, sempre attento nella ricerca e alla scoperta delle sorprese che ogni progettista riesce a inserire con obiettivi e target sempre diversi, da individuare auto dopo auto, ci spinge a inserire la funzione Sport. Lo facciamo a cuor leggero, dopo avere verificato, nelle prime decine di km di viaggio, che i consumi della Mini Cabrio, nella guida normale sono sostenibili. E lo facciamo con l’auto in leggero movimento: non appena abbiamo attivato il comando, abbiamo percepito al volante, alla seduta, sotto il piede, l’unico da utilizzare visto che la frizione è ovviamente automatica anche con il cambio manuale sia che si utilizzi con i comandi a paletta che con la leva sul tunnel centrale, la trasformazione avvenuta sotto di noi.

La Mini si è istantaneamente irrigidita e leggermente abbassata, lo sterzo

è più rigido, ma soprattutto, l’auto è molto più reattiva alle sollecitazioni dell’acceleratore. Non abbiamo ancora riacceso l’impianto di intrattenimento Harman Kardon, commisurato al fatto che l’abitacolo non è molto insonorizzato, quindi è di alta qualità e buona potenza, e per questo ci accorgiamo che d’improvviso la nostra Mini Cabrio ha cambiato la voce e si fa sentire. Infatti, un dispositivo comandato elettronicamente modifica il sound emesso dal doppio tubo di scarico situato al centro della coda dell’auto. Ma queste sono soltanto le premesse, perché il bello del test drive arriverà ora, quando, reinserendomi sull’autostrada, proverò ad affondare il piede sul pedale dell’acceleratore: i 231 CV scaricati alle 4 ruote motrici con un cambio perfettamente coordinato con la progressione della vettura e una curva di coppia che arriva a 450 Nm parlano e cantano da soli. Ma anche in questo caso, i dettagli ve li tutti svelerò la prossima settimana.

Vicino a casa, ci concediamo un tour del gusto nella #Rivierafriulana.

Per ora, al rientro, siamo vicini alle festività, così ci dedichiamo a un tour breve tra le aziende vitivinicole e agroalimentari di eccellenza della Riviera friulana. Questa volta rientrando a Lignano facciamo tappa a Pertegada,  frazione di Latisana, accanto alla strada regionale 354, all’Azienda agricola Lorenzonetto Cav. Guido, accolti da Guido, con i figli Marco e Mara. Una vasta gamma di prodotti enologici, oltre 25 etichette, ma anche la Birra artigianale Agricola Australian Pale Ale, leggera, rivolta a chi deve guidare e si deve attenere alle regole più degli altri degustatori, e ,l’olio. Il viale di accesso scorre infatti tra un vigneto e un grande uliveto. Poi scendendo a Lignano, una tappa per l’aperitivo al Bar Fontana di Mattia Bianchin, nella centralissima Piazza Fontana, accanto al Villaggio di Natale, prima di dedicarci alla cucina alla brace di Carbon Neri, a Pineta, di Francesco Rizzi e Cati. Infine, il digestivo o un drink dal sapore mitteleuropeo al Terrazza Cortina di ‘Conny’ e Lucia, a Pineta. dove, però, forse abbiamo fatto un po’ tardi: comincia ‘già’ ad albeggiare…

#charlieinauto3/263