Dacia Sandero Steepway il modello del rilancio della Casa boema
Confort affidabilità prestazioni adeguate : SUV adatto a gite in montagna
Andar per monti, in auto, significa potersi godere il paesaggio, l’ambiente, un ecosistema che se fosse lasciato a se stesso, sarebbe, almeno in parte, sostenibile. Ma anche potersi divertire al volante dell’auto lungo strade che presentano, per la morfologia del territorio, caratteristiche spesso complesse, ma proprio per questo più suggestive. Così, stavolta, per farvi conoscere un sito che è l’icona della montagna friulana, e per percorrere strade che rilasciano suggestione, curva dopo curva, andiamo nella Valcanale,
nel Tarvisiano, da Camporosso a Valbruna, fino dentro la Valsaisera.
C’andiamo d’estate, per gustare un’area che è imperdibile anche quando è completamente ammantata dal biancore della neve. È in quel periodo che si possono infilare gli sci da fondo, per risalire l’intera vallata da Camporosso fino alla malga del Tedesco, un ristoro esposto al sole dove riprendere fiato per risalire fino alla polveriera, e al cuore della valle, ai piedi del maestoso Jof Fuart. Un anno, qualche anno fa, partito dal fondovalle ero risalito fin nella parte alta della vallata, spingendo sugli sci, allora si correva a passo alternato, non era ancora stato introdotto il passo pattinato, in tratti tra il bosco e il torrente, quasi sempre irrorati dalla luce solare. Finché mi sono infilato nell’ultimo tratto, meno di un km, in ombra. Non è che fin lì il clima fosse stato temperato,
si andava dai – 8 a fondovalle, fino ai – 15 in malga.
Allora lo spirito agonistico era prevalente, e si era passati da poco dagli sci con il fondo liscio da sciolinare, con paste di cera di colore diverso a seconda del grip che potevano assicurare nei diversi tratti del percorso, che si stendevano con il fornello a gas e la fiamma puntata sulla soletta dello sci. Spalmandole nella sequenza che, con il consumo progressivo dovuto all’attrito sulla neve, poteva permetterci di arrivare con quella più appiccicosa dove il fondo era più ghiacciato e scivoloso, più scorrevole dove era necessario spingere sui cristalli di ghiaccio ma anche scivolare più velocemente. Così, dopo una pausa corroborato da un piatto di goulash suppe, ho insistito verso la base della montagna. Risultato che finito improvvisamente all’ombra mi sono sentito entrare il freddo fin dentro i polmoni, e subito formare il ghiaccio ai lati della bocca e all’estremità degli occhi. Niente paura, ho accelerato il passo e sono ripartito ritornando alla malga, per darmi una riscaldata prima di ridiscendere a valle. Lì dentro il gestore mi ha avvisato di non salire fino in cima (da dov’ero appena arrivato), perché due ore prima
i militari avevano registrato la temperatura di -27…
Troppo tardi, o comunque, niente paura, shock superato. Così sono ripartito per scendere verso Valbruna e intraprendere il secondo giro (allora percorrevo la Saisera per due volte, circa 40 Km), che però ho tagliato alla Malga per rientrare a valle. Lo stesso scenario, gli stesi paesaggi delle Alpi Giulie, dominati dal Santuario del Lussari, in versione verde, non perdono la loro suggestione. Ah già, dimenticavo, la strada? Con la Dacia Sandero Steepway ci siamo divertiti a risalirla. Ha confermato la maneggevolezza ma anche l’affidabilità.
Di supporto a prestazioni inaspettate per un 1000 tre cilindri da 101 CV,
ci sono la stabilità e la tenuta di strada assicurata dalle ruote da 18′. Assieme a un ottimo rapporto tra la curva di coppia del motore, il peso non eccessivo di un SUV comunque robusto e capace di affrontare un fuoristrada impegnativo, la potenza sufficiente e i 6 rapporti del cambio manuale ottimamente calibrati. Un impianto frenante rassicurante ci permette infine di affrontare velocemente anche la discesa della Saisera. ma non va dimenticata la sostenibilità garantita dalla doppia alimentazione bi-fuel. Due serbatoi, uno da 40 lt per la benzina, e uno 50 lt per il gas GPL portano l’autonomia della Sandero a 1300 km. Ma soprattutto, ci permettono, utilizzando il gas, di andare in gita anche su distanze impegnative come in questa occasione, quasi 240 km andata e ritorno, spendendo meno 10 euro di combustibile. Missione completata dunque, e test drive, assieme al test road, con esito positivo.
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