#testdrive Dacia Duster Steepway alla prova della montagna

La salita e il percorso forestale ed è sempre a suo agio

Il confort a bordo non cambia nemmeno nelle strade della foresta del Cansiglio

Quindi, un mini SUV con vocazione crossover. Ora vediamo se è vero. La gita ci porta dalle pendici del gruppo del Monte Cavallo, tra la parte friulana e quella veneta dell’altopiano del Cansiglio. Non è una novità, questa meta. Ma stavolta andremo un po’ oltre quello che ci era stato concesso di fare lo scorso inverno. Raggiungiamo Caneva, poi la strada di Sarone, dove venivo ‘qualche’ anno fa nella Pizzeria Rover per le premiazioni delle gare del campionato regionale di Biliardo, perché ho fatto anche il presidente del Comitato regionale di quella Federazione sportiva, la Fibis. Da lì è già un bel vedere verso la pianura del FVG, quella Veneta, se è limpido fin verso la Riviera friulana. Ma teniamo rilassato lo sguardo in attesa di salire ancora più in alto. Beh, andiamo anche a cercare un po’ di frescura, ma visto il percorso che abbiamo individuato, se ci dovessimo perdere nelle stradine dei boschi la temperatura comunque estiva ci sarebbe d’aiuto anche nel caso volessimo fare un’escursione a piedi. Saliamo sulle rampe verso il Cansiglio e la Dacia Duster Steepway si comporta molto bene. Sale aggredendo la pendenza senza incertezze. Come senza incertezze è lo stile di guida che ci induce a tenere. Tra l’altro, la comodità dei sedili e l’equilibrato rapporto tra l’assetto, il confort degli stessi, la tenuta di strada, lo sterzo, gli pneumatici, ci permette di viaggiare su questa strada di montagna con il beneficio di una corretta e sostenibile ginnastica lombare, determinata dal ritmico susseguirsi delle curve. La mancanza del cambio automatico non si fa sentire, anzi, il cambio a 6 marce ci permette di apprezzare ancor di più la guida dell’auto in salita. In seguito vedremo la discesa, ma in questo caso, una decina di km di strada che ha fatto innamorare anche i ciclisti del Giro d’Italia e le cicliste del Giro Rosa, sono già un test sufficiente per capire che si tratta di un’auto maneggevole, duttile.

Della sua sostenibilità, visto che si tratta di un bi-fuel, diremo alla fine di questa puntata.

Arrivati alla prima forcella, basta guardare indietro per avere un primo anticipo degli scorsi che si vedono da quassù, e d’altro canto c’è da aspettarselo visto che queste montagne si ergono all’improvviso dalla pianura, sono impagabili. Ora ci sorge un dubbio: la strada che vogliamo intraprendere parte da qui o dobbiamo cercarla sul pianoro? Sul pianoro ci arriveremo dopo visto che si tratta di una sorta di anello in mezzo al bosco. Quindi? Scegliamo la strada a mezza costa, fin qui lineare e percorribile, asfaltata, ben tenuta, poi si vedrà. L’unico accorgimento, chiedere a chi soffre di vertigini di non affacciarsi al finestrino verso valle, perché si potrebbe trovare a guardare verso il vuoto. Perché la strada, si chiama delle malghe perché ne collega diverse, nasce dalle esigenze dell’alpeggio, forse ancora in epoca romana. Ci infiliamo in un vallone chiuso, e scopriamo la splendida location della malga che, pandemia permettendo, ospita da anni incentive di ragazzi delle scuole medie curiosi della vita di montagna. Qui, a mezz’ora di automobile. Il pascolo è sul pianoro soprastante, ma il paesaggio già qui è fantastico. Dopo una sobria degustazione di prodotti alpini, riprendiamo il viaggio lungo la dorsale fino al punto di non ritorno. O meglio, al quadrivio che ci indica il percorso verso Piancavallo, l’altro,

l’anello delle malghe, che è la nostra meta.

Man mano che ci si addentra nel bosco la situazione si fa più complicata. La strada diviene quasi una pista forestale, perché il fondo ha risentito degli acquazzoni dell’estate, e dove non c’è fango, spuntano sassi, un tratto in pavé, ciottoli, canalette. Insomma, non manca niente di ciò che può appagare un fuoristradista. E la Dacia Duster Steepway risponde con fedeltà sia ai comandi, rimanendo docile anche sui tratti più complicati, che alle aspettative di confort. Che non svaniscono con le irregolarità del percorso. Lungo il quale raggiungeremo altre tre malghe, fino a ritornare al punto da dove eravamo partiti, la Malga del Titti, all’inizio della, ora discesa, verso Sarone di Caneva. Dacia promossa, tanto che decidiamo di regalarle una escursione verso Brugnera, e la splendida Villa Varda, sede di interessanti esposizioni ed eventi artistico. A Brugnera non poteva mancare una tappa alla particceria Citron, a trovare Bepi, maestro cioccolatiere e capo degli artigiani dell’arte dolciaria. Ah sì, del bilancio della gita estiva dimenticavo un piccolo particolare: il costo del carburante. La Steepway è bi-fuel, ovvero benzina-GPL. Il cambio di serbatoio in caso di esaurimento è automatico e non ci si accorge quando finisce la benzina e comincia ad andare a gas. Oppure si può scegliere di viaggiare direttamente a gas. Come abbiamo fatto noi. Così, a fine serata, abbiamo fatto il conto della spesa: circa 300 km dalla Riviera friulana e ritorno, giro in montagna compreso, spendendo circa 8 euro di GPL…

#charlieinauto3/242IMG_1371 IMG_1384 IMG_1391 IMG_1406 IMG_14101 IMG_1417 IMG_1418 IMG_1431 IMG_1437 IMG_1442 IMG_1464 IMG_1472 IMG_3154 IMG_3165 IMG_3167 IMG_3180 IMG_4343 IMG_4348 IMG_4364 IMG_4377 IMG_4380 IMG_4384