#testdrive #Mazda MX30 Electric sicura anche sullo sterrato

L’auto giapponese di carattere sperimentale ma in vendita.

#testroad tra le pianure del medio Friuli e Villa Manin di Passariano

Come stiamo a corrente? Bene, fatto il pieno in una colonnina di ricarica a poca distanza da casa, al Marina Punta Faro, dove due Case, la prima antesignana nella mobilità elettrica, l’altra leader dei motori sportivi raffreddati ad aria, hanno installato le colonnine ancor prima del lock down e dell’avvio delle politiche green sull’energia. Ma anche nel nostro caso, la ‘marca’ di quest’auto ha curato anche i dettagli per lo sfruttamento ottimale di un mezzo performante e sostenibile. Si, perché, che rigeneriate la batteria da casa o sulla colonnina, la spesa per una ricarica, che equivale a un pieno, va dai 7 ai 10 euro.

Il che significa che equiparando un pieno di un’auto tradizionale, che ci consente mediamente un’autonomia di 600 km, spendiamo tra i 21 e i 30 euro. Evidentemente, siccome al momento i costi di ricarica dalla colonnina si equivalgono al costo di una ricarica dalla presa di casa, e il trasformatore-accessorio necessario e relativo cavo sono a bordo in dotazione, possiamo dedurre che la gestione della Mazda CX 30 Electric è davvero sostenibile. Certo, la batteria in dotazione di questo modello, che permette al motore di erogare l’equivalente di 143 CV di potenza, consente circa 200 km di autonoma, un range che per un impiego normale anche su strade extraurbane, potrebbe essere limitato. Certo è che se sulla Mazda CX 30 monteranno una batteria di maggiore capacità, ovvero, in parole povere, più grande, quest’auto sarà ancora più appetibile.

Abbiamo detto degli spazi interni, generosi, della struttura, decisamente solida, del confort, elevato. Tutto fa presupporre vi siano potenzialità da sviluppare con un propulsore ancor più potente e performante. Da gestire in tutta sicurezza. Anche la guida assistita di questa Mazda è bene all’altezza della tradizione della Casa giapponese. Che rende ancor più sicuro un mezzo già di per sé sicuro. Chissà se un giorno ci faranno provare una Mazda realizzata con questa struttura e 100/200 CV in più. La prima considerazione è che l’auto reggerebbe bene l’incremento di potenza. E potrebbe mantenere inalterato il livello di sicurezza della MX30. In ogni caso, già i duecento CV di questo modello sono sufficienti per una esperienza di guida d’alto livello. E visto che le cose stanno così, andiamo a provarla dove si conviene, ovvero, su terra.

Questo SUV è molto eclettico, e vista la struttura e le dotazioni è certamente affidabile in ogni condizione del percorso che intendessimo affrontare. Ovviamente il test sarà soft, a portata di ogni automobilista. Anche se le performance della MX30 Electric sono notevoli, a cominciare dall’accelerazione. Ecco uno sterrato liscio ma non senza ghiaino verso la banchina. Secondo voi in questi casi che cosa si fa? Certo, si spinge a fondo sul pedale dell’acceleratore. Questo SUV è di medie dimensioni, lungo 440 cm, largo 180, alto 157. Il motore elettrico eroga subito la potenza che gli chiediamo. Ricordatevi di questa prerogativa delle auto elettriche quando ne proverete una: schiacciando a fondo il pedale dell’acceleratore avrete già a disposizione la massima potenza, progressiva, in costante incremento fino a quella massima, alla velocità massima, che di solito è controllata dal limitatore di potenza. Facciamo così, ma dobbiamo fare i conti con la parte elettronica, che inibisce anche il minimo slittamento delle ruote anteriori, perché la trazione è anteriore. Il che su una strada bianca, per uno che ha cominciato con l’anteriore su terra, è una garanzia, purché si conoscano le dinamiche dell’auto e gli effetti della trazione. Ma non è questa la sede per insegnarvi come si fanno i testa coda o le derapate. Di fatto,

la MX30 procede senza incertezze o alcun comportamento che possa mettere in crisi la serenità del conducente. Proviamo anche un paio di staccate, ma tutto procede per il megio. Anche la nostra Mazda Electric. Siamo passati dalla Riviera friulana al Medio Friuli, e bivio dopo bivio sbuchiamo accanto alla Villa Manin di Passariano. Dove dormì Napoleone quando giunse fin qui per firmare il Trattato di Campoformido. Una dimora storica, che fu realizzata dal Doge di Venezia Manin, e che ospita eventi e rassegne. Stavolta ospiti sono le ragazze della Pallavolo, in procinto di partire per una tournée internazionale. Così, parcheggiata la Mazda, ci godiamo l’evento.

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#testdrive Linea elegante ma aggressiva per la Mazda MX30 full electric

Performante spaziosa e comoda con scelte strutturali avanzate

A cominciare dalle portiere a compasso contrapposte

Diesel, benzina, GPL, metano, ibrido, elettrico… il progresso incalza, ma con esso la crisi dell’energia, causata dagli effetti della pandemia, dal progressivo esaurimento delle fonti energetiche più comuni, dalla ricerca di sistemi, metodi, accorgimenti, tecnologie che consentano di guardare al futuro più serenamente, e di affrontare un periodo di levitazione dei prezzi dei combustibili naturali motivato da più concause. Ma reale. La soluzione per una mobilità sostenibile? Alcuni non hanno dubbi: l’elettricità. Ragionando in modo generalista, potremmo concordare pienamente con questa scelta, perché il motore elettrico non inquina, non fa rumore, ha bisogno di manutenzione prossima allo zero perché le parti in movimento del motore non sono certo le complicate e delicate bielle e manovellismo, i pistoni sottoposti a una esplosione ogni fase, che per un motore a quattro cilindri significa otto ogni giro dell’albero motore. Ma nell’immediato? Il problema è il rifornimento. Se improvvisamente tutti ci dotassimo di un’auto elettrica, metteremmo in blackout il sistema delle reti elettriche per ricaricare da casa, e probabilmente non soltanto quelle destinate a uso domestico. Inoltre, quante colonnine ci vorrebbero per ricaricare un’auto per ciascun automobilista per una durata media del rifornimento della batteria, si chiama rigenerazione, che va da 1 h, ma queste colonnine sono rarissime, pressoché inesistenti o monopolizzate dai gestori dell’energia, a 10 h. E se l’auto ci serve subito e non è carica? Problemi che si intersecano, ma a una soluzione definitiva ci si arriverà per gradi. Chissà, magari con le auto che si ricaricano con un fotovoltaico installato sul tettuccio. Quelle sperimentali sono già in prova su alcune strade, ma questi veicoli avranno bisogno della luce del sole.

Dubbi a parte, trascurando questi dubbi legittimi perché la presa di corrente raggiungibile dal cortile di casa con un impianto a terra efficiente altrimenti la ricarica non partirebbe, ce l’abbiamo, le colonnine di ricarica nei punti strategici le abbiamo già mappate, quindi, partiamo.

Proviamo un’altra auto elettrica.

Che, vedremo, sa rispondere già da sola ad alcuni di questi dubbi.

È la Mazda MX30, un SUV elegante ma sufficientemente aggressivo, capace di restituire, alle sollecitazioni, il puro piacere della guida che un motore elettrico è capace di assicurare. L’avevo già detto: ricordate le automobiline elettriche delle piste Polistil o ScalextricIMG_1210 IMG_1209 IMG_12071 IMG_1208 IMG_1699 IMG_2003? Pigiavate il pollice sul pulsante che corrispondeva all’acceleratore dell’automobilina elettrica, come in quella vera su strada, e la vostra Ferrari F1, o Alfa Romeo Can Am, o Ford GT 40, o Mini Cooper in scala 1/48 o 1/24 schizzava immediatamente in avanti, pronta ad aggredire la prima curva e a sportellare l’auto dell’avversario. Beh, qui accade la stessa cosa. Ma ve lo descriveremo compiutamente, inserendo questa Mazda proiettata al futuro tra le auto elettriche che fa piacere guidare. La sua ‘mission’ è spiegata chiaramente nella sigla MX, che per la Casa giapponese significa Mazda Experimental. Ovvero, è la prima pedina della Mazda nella sfida elettrica. La linea scelta è decisamente elettrizzante. Anche i colori, ricercati e di alta qualità, aiutano a pensare elettrico. L’aspetto è molto solido e gli spazi interni generosi. Ed ecco la prima sorpresa. Finché viaggiate da soli o soltanto in due, nulla da segnalare. Finché vi serve di salire nei posti posteriori. Provate ad aprire la portiera per salire dietro… La prima impressione che proverete è che la portiera non ci sia, perché la fiancata non presenta i tratti abituali dell’auto a quattro porte. Semmai a due. Poi la sorpresa:

le due porte posteriori si aprono sì a compasso, ma le cerniere

sono una all’opposto dell’altra. Questo per facilitare l’accesso ai posti posteriori, comodi, da uno spazio considerevole. Anche gli interni di questa full electric sono molto ben rifiniti. Una volta che sarete saliti a bordo, da passeggeri nei posti posteriori, vi renderete conto che gli interni sono rifiniti come quelli del salotto buono di casa. Le maniglie delle porte e la parte bassa del tunnel sono rivestite di sughero. Oltre alla comodità, la seconda impressione positiva, anch’essa immediata, è data la solidità della MX30 Electric. Ne consegue, che il confort di marcia è altrettanto di livello. Ci stiamo muovendo, ma per ora lo faremo nel pieno rispetto dei limiti che ci impone la città di Milano. La strumentazione e i comandi sono semplici e intuitivi. Al centro della plancia un display che non è touch, però il video per le immagini della telecamera è in HD. Un altro display, questo con comandi tattili, governa la climatizzazione. Sufficiente in numero di prese USB alle quali si aggiunge una presa normale. L’avviamento avviene… Beh, non posso raccontarvi tutto subito. La sensazione è che ci troviamo su una SUV sperimentale, mentre invece è già prodotto in serie, tanto che lo stiamo provando per voi.

#charlieinauto3/237

#testdrive #MazdaX3 Sedan berlina elegante per una vocazione sportiva

Il confort anche sui sedili in pelle riscaldati e raffreddati

#testroad a Udine città ultramillenaria dalle molteplici attrattive

Una berlina lunga e aerodinamica con il design che la fa apparire come un coupé e interni spaziosi, per viaggiare comodamente nei cinque posti e trasportare il bagaglio necessario, gli interni sono spaziosi, impreziositi dalle sellerie in pelle scura. Al primo approccio con la Mazda 3 Sedan Skylight, salendo a bordo dal posto di guida si può avere l’impressione che il tunnel centrale possa limitare l’abitabilità dei posti anteriori. In realtà non è così e lo spazio dedicato al conducente e al passeggero è adeguato. Anzi, l’impressione da bordo è che il tunnel valorizzi l’abitacolo. Restituendo, peraltro, importanza alla leva del cambio che con l’avvento delle automatiche cominciava a sembrare in accessorio in disuso. Come abbiamo detto, sulla Sedan non si sente la mancanza del cambio automatico, e il mix tra potenza ed equilibrio tra rapporti, guidabilità, prestazioni, la rende facile da guidare e maneggevole. Ancora sulla linea, il cofano allungato e l’abitacolo arretrato aggiungono una percezione di sportività a questa berlina elegante. E come già detto, confortevole. Negli interni sono stati curati tutti i dettagli che possono conferire incrementare la sensazione di comodità che chi sale a bordo della Sedan deve provare. Quasi tutte le parti di contatto sono rivestite in pelle. I sedili anteriori sono

riscaldati, ma per la bella stagione anche ventilati.

E si sa, specie nelle lunghe percorrenze, quanto questo ‘accessorio’ sia gradito per ridurre la sensazione di stanchezza e calore che trasmette il tessuto dei sedili che si appiccica a quello dei vestiti. Il cruscotto è parzialmente analogico. Perché le lancette degli orologi sono prodotte da un display sapientemente occultato alla vista del conducente. Al centro del cruscotto uno schermo verticale, non touch screen ma comandato dal manopolone situato sul cruscotto. Sul quale tutte le bocchette d’aria sono nascoste come occultati alla vista sono gli scompartimenti a disposizione, compreso quello che si trova dietro alla leva del cambio, in mezzo alla consolle, e risulta molto utile. Consumi bassi, coppia ben presente e un rendimento fluido, consumi nelle attese. Quindi stavolta ci godiamo l’impianto di intrattenimento Bose e ci avviamo verso una città da visitare, Udine, fondata come colonia dai Romani nel 181 a. C., il primo documento ufficiale che testimonia della sua esistenza IMG_7939 IMG_7993 IMG_7907 IMG_8021 IMG_7915 IMG_7788 IMG_78601 IMG_7859 IMG_7861 IMG_7862 IMG_78631 IMG_7865 IMG_7807 IMG_7811 IMG_78131 IMG_7842 IMG_7833

risale al 983 quando il Castello fu donato dall’imperatore Ottone II

di Sassonia al Patriarca Rodoaldo. Proprio il Castello di Udine è la meta della nostra escursione odierna. Saliamo sulla cima del colle, per la ripida strada affiancata dal loggiato ad archi in stile veneziano. Abbiamo attraversato anche piazza Libertà, una delle più belle d’Italia, con la sede comunale a Palazzo d’Aronco e la Loggia del Lionello. In cima, il piazzale del Castello, ampio ed erboso, si affaccia a 180 gradi sul panorama della cerchia delle Alpi, ma anche sullo skyline morenico fatto di colline e parti pianeggianti. Accanto la Casa della contadinanza, che oggi è un accogliente ristorante. Nel palazzo del Castello c’è una mostra di antiche mappe che tracciano la storia della città. Allestita dai Civici musei.

#charlieinauto3/231

 

Testdrive #Mazda Sedan Skyactive-X una vettura-laboratorio confortevole

Il motore rotante a benzina alimentato a compressione come un diesel o con le candele

Una berlina da 186 CV che svela la sua potenza con progressione

Che si trattasse di una Casa vocata all’innovazione, è cosa assodata, e che intorno a una scelta vincente avesse giocato il suo sviluppo tanto da vincere anche alla 24 Ore di Le Mans, forse non lo ricordano tutti. Tuttavia, è bene considerare che già nella prima parte del secolo scorso l’azienda giapponese aveva fatto evolvere per poi consolidarlo nella sua produzione di serie il motore rotante. Che monta tutt’ora. Così, anche nel caso che consideriamo questa volta, l’auto che proveremo con voi ha qualche cosa al di fuori dal comune. Parliamo della Mazda, in questo caso, della 3 Skyaxctiv-X Sedan. Una berlina elegante che nella morbidezza della linea svela il carattere di auto fluida e progressiva, ancorché potente. Come al solito, chi ce l’ha affidata è scarno di informazioni. Ma va bene così, perché in questo modo il test non sarà influenzato dai suggerimenti del gestore del Parco stampa. Non è uscita oggi, ma quest’auto adotta per la prima volta il motore e la tecnologia Skyactiv: il propulsare a benzina che funziona come un diesel. La tecnologia è SPCCI, che sta per Spark Controlled Compression Ignition.

Funziona sia a combustione tramite l’accensione delle candele, che a compressione.

Propone un rapporto di compressione migliorato e adotta un sistema ibrido leggero. Non solo, ma questa Mazda 3 prosegue la filosofia Mazda che prevede l’armonizzazione tra auto e conducente, che viene definito pilota. Anche se questa non è una vettura sportiva. Il motore di 2000 cc eroga 186 CV ma li scarica in modalità morbida e progressiva. Privilegia infatti una guida elastica. Quindi, riepilogando, il motore funziona con accensione spontanea, ovvero

sfruttando temperatura e compressione con una miscela molto magra, IMG_76581 IMG_7656 IMG_7662 IMG_7660 IMG_7668 IMG_7671 IMG_7673 IMG_7675 IMG_76741 IMG_7678 IMG_7681 IMG_7683 IMG_7705 IMG_7712 IMG_7713 IMG_7720 IMG_7721 IMG_7723

il che fa risparmiare carburante, sia con la tradizionale scintilla della candela. Non solo, ma è stata aggiunta una quinta candela in una precamera di scoppio che accende una miscela di carburante particolarmente ricca. Così questo motore funziona in questo modo, cioè come un diesel, sotto i 4000 giri, poi come uno tradizionale a benzina. La parte ibrida, definita light, offre un po’ di coppia ai bassi regimi di giri. Quindi, stiamo guidando un’auto laboratorio. Così cominciamo dal trasferimento in autostrada. Prima però proviamo una partenza. Ci aiuta il casello della A4: il cambio è manuale a 6 marce, e ciononostante capiamo che è in grado di raggiungere i 100 km/h da fermo in quasi 8 secondi. Una berlina a tre volumi, o meglio la versione con la coda della Mazda 3, se guidata con oculatezza restituisce un consumo ragionevole. Che riducendo la velocità si avvicina anche ai 18 km. La Casa dichiara un consumo medio di 16,5 km/l. che a fine prova sarà confermato dal nostro test. Prima di partire da Milano però, visto che al momento del test eravamo all’uscita dal secondo lockdown, abbiamo fatto un giro per i negozi della zona dei Navigli. Scoprendo diverse chicche che forse solo la rarefazione temporanea dei passanti ci poteva svelare: come il fioraio specializzato in rose, che ha arredato la propria show room con arredi degli anni ‘70/’80.

#charlieinauto3/231