#testdrive : proposta innovativa con motore a benzina alimentato come un diesel

Mazda CX30 186 CV SUV confortevole e spazioso con vocazione crossover

Raggiungiamo una suggestiva chiesetta nelle campagne del Medio Friuli  

Mentre la Casa giapponese sta progettando di rendere sostenibile l’auto elettrica, abbinando il motore rotante endotermico Vankel che adotta da sempre con successo, a quello a corrente elettrica per assicurare una ricarica rapida e anche in movimento, pure sul versante di transizione, quello delle vetture ibride, Mazda propone soluzioni efficaci, in grado di accontentare gli appassionati della guida sportiva e nel contempo gli automobilisti alla ricerca dell’efficienza ottimale e della sostenibilità dei loro spostamenti. Dopo la MX30, completamente elettrica, abbiamo testato il SUV ibrido CX30 con la tecnologia Skyactive. Si tratta di un sistema mild-hybrid che ottimizza il rendimento del motore, e secondo i tecnici giapponesi trasforma la modalità di guida proponendo emozioni nuove. Davvero? Beh, li ringraziamo per la ghiotta opportunità di poterci tuffare in una nuova frontiera della mobilità. Si tratta di un crossover, ovvero, se volessimo andare oltre ci potremmo spingere anche lungo le stradine inesplorate che solitamente portano verso i siti più suggestivi del territorio. Proviamo? Innanzitutto si tratta di un’auto che deriva dalla Mazda 3, e si distingue subito dalle cugine della Mazda per i grandi fascioni neri di materiale antigraffio che si allungano nella parta bassa delle portiere, sulla coda e accompagnano il design dell’auto fino al muso. Il motore dell’esemplare che ci è stato affidato è 2.0-X, un tipo di propulsore a benzina innovativo,

nel quale la combustione avviene per compressione, come nei diesel.

Si tratta di un 4 cilindri aspirato che si giova di un sistema di compressione che nell’immissione della benzina nella camera di scoppio imita quello che succede nei motori a gasolio. Questo, per ridurre le emissioni e i consumi, che, lo verifichiamo nel trasferimento di questo nostro primo giorno di prova, sono leggermente più bassi, mentre le prestazioni sono buone assistite dal cambio automatico a sei marce, o con il manuale a palette al volante, sfruttando i rapporti bassi per ottenere il ritorno atteso da questo motore innovativo da 186 CV. Gli interni sono spaziosi, le finiture in pelle nera traforata, i sedili sono avvolgenti, confortevoli e riscaldati, l’assistenza alla guida è di livello elevato, l’impianto di intrattenimento rende gradevole il viaggio comunque avvolto nel confort. Dicevamo della vocazione crossover. Ci troviamo nella campagna del medio Friuli, nella zona di Sedegliano, e in lontananza scorgiamo una chiesetta sperduta in mezzo alla campagna. Per raggiungerla imbocchiamo una stradina di campagna sterrata, ricoperta da quello che alcuni chiamano ‘brecciolino’, noi ghiaino o sabbia fine, e sono naturalmente sdrucciolevoli.

La Mazda CX30 è a trazione anteriore.

La guida in queste condizioni è facilitata, così proviamo a forzare un po’ l’andatura e lei risponde con sincerità, mantenendo la traiettoria impostata e rientrando subito quando cerchiamo di esagerare per testarne le reazioni. Così, quest’auto si è aggiudicata la possibilità di godere assieme a noi il paesaggio che abbiamo potuto raggiungere, arricchito dai colori autunnali, con una sosta appagante in mezzo alla natura.

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#testdrive #Mazda MX30 Electric sicura anche sullo sterrato

L’auto giapponese di carattere sperimentale ma in vendita.

#testroad tra le pianure del medio Friuli e Villa Manin di Passariano

Come stiamo a corrente? Bene, fatto il pieno in una colonnina di ricarica a poca distanza da casa, al Marina Punta Faro, dove due Case, la prima antesignana nella mobilità elettrica, l’altra leader dei motori sportivi raffreddati ad aria, hanno installato le colonnine ancor prima del lock down e dell’avvio delle politiche green sull’energia. Ma anche nel nostro caso, la ‘marca’ di quest’auto ha curato anche i dettagli per lo sfruttamento ottimale di un mezzo performante e sostenibile. Si, perché, che rigeneriate la batteria da casa o sulla colonnina, la spesa per una ricarica, che equivale a un pieno, va dai 7 ai 10 euro.

Il che significa che equiparando un pieno di un’auto tradizionale, che ci consente mediamente un’autonomia di 600 km, spendiamo tra i 21 e i 30 euro. Evidentemente, siccome al momento i costi di ricarica dalla colonnina si equivalgono al costo di una ricarica dalla presa di casa, e il trasformatore-accessorio necessario e relativo cavo sono a bordo in dotazione, possiamo dedurre che la gestione della Mazda CX 30 Electric è davvero sostenibile. Certo, la batteria in dotazione di questo modello, che permette al motore di erogare l’equivalente di 143 CV di potenza, consente circa 200 km di autonoma, un range che per un impiego normale anche su strade extraurbane, potrebbe essere limitato. Certo è che se sulla Mazda CX 30 monteranno una batteria di maggiore capacità, ovvero, in parole povere, più grande, quest’auto sarà ancora più appetibile.

Abbiamo detto degli spazi interni, generosi, della struttura, decisamente solida, del confort, elevato. Tutto fa presupporre vi siano potenzialità da sviluppare con un propulsore ancor più potente e performante. Da gestire in tutta sicurezza. Anche la guida assistita di questa Mazda è bene all’altezza della tradizione della Casa giapponese. Che rende ancor più sicuro un mezzo già di per sé sicuro. Chissà se un giorno ci faranno provare una Mazda realizzata con questa struttura e 100/200 CV in più. La prima considerazione è che l’auto reggerebbe bene l’incremento di potenza. E potrebbe mantenere inalterato il livello di sicurezza della MX30. In ogni caso, già i duecento CV di questo modello sono sufficienti per una esperienza di guida d’alto livello. E visto che le cose stanno così, andiamo a provarla dove si conviene, ovvero, su terra.

Questo SUV è molto eclettico, e vista la struttura e le dotazioni è certamente affidabile in ogni condizione del percorso che intendessimo affrontare. Ovviamente il test sarà soft, a portata di ogni automobilista. Anche se le performance della MX30 Electric sono notevoli, a cominciare dall’accelerazione. Ecco uno sterrato liscio ma non senza ghiaino verso la banchina. Secondo voi in questi casi che cosa si fa? Certo, si spinge a fondo sul pedale dell’acceleratore. Questo SUV è di medie dimensioni, lungo 440 cm, largo 180, alto 157. Il motore elettrico eroga subito la potenza che gli chiediamo. Ricordatevi di questa prerogativa delle auto elettriche quando ne proverete una: schiacciando a fondo il pedale dell’acceleratore avrete già a disposizione la massima potenza, progressiva, in costante incremento fino a quella massima, alla velocità massima, che di solito è controllata dal limitatore di potenza. Facciamo così, ma dobbiamo fare i conti con la parte elettronica, che inibisce anche il minimo slittamento delle ruote anteriori, perché la trazione è anteriore. Il che su una strada bianca, per uno che ha cominciato con l’anteriore su terra, è una garanzia, purché si conoscano le dinamiche dell’auto e gli effetti della trazione. Ma non è questa la sede per insegnarvi come si fanno i testa coda o le derapate. Di fatto,

la MX30 procede senza incertezze o alcun comportamento che possa mettere in crisi la serenità del conducente. Proviamo anche un paio di staccate, ma tutto procede per il megio. Anche la nostra Mazda Electric. Siamo passati dalla Riviera friulana al Medio Friuli, e bivio dopo bivio sbuchiamo accanto alla Villa Manin di Passariano. Dove dormì Napoleone quando giunse fin qui per firmare il Trattato di Campoformido. Una dimora storica, che fu realizzata dal Doge di Venezia Manin, e che ospita eventi e rassegne. Stavolta ospiti sono le ragazze della Pallavolo, in procinto di partire per una tournée internazionale. Così, parcheggiata la Mazda, ci godiamo l’evento.

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#testdrive e se con la Sedan andassimo sullo sterrato

Elettronica e assetto ci assistono per una esperienza di guida morbida e controllata

Dal Medio Friuli a Osoppo a Portogruaro, nel Veneto Orientale

Berlina, elegante, sportiva, la guida morbida: quindi che cosa ci manca? Non è destinata proprio a questo ambiente, ma un giretto sulle strade bianche bisogna che lo facciamo. Parte dei nostri testdrive si svolgono nel Friuli Venezia Giulia, e per un’auto come la Mazda 3 Skyaxctiv-X Sedan, ancorché robusta e affidabile, anche lo sterrato deve essere morbido, e lo troviamo nella zona dei riordini fondiari, nel Medio Friuli. Vediamo subito che cosa succede nella partenza, anche se senza forzare, perché 186 CV per un 2000 non sono pochi da scaricare sulla terra nattuta: il controllo elettronico è nelle aspettative di una Mazda e ci troviamo in breve a essere lanciati sul lungo rettilineo. Ricordo che la trazione

è anteriore, è un’auto lunga e le gomme che montiamo non sono fatte proprio per quello

che stiamo facendo. Quindi, staccata e innesto pulito con traiettoria alla corda, e ne usciamo senza scomporci né perdere velocità. La marcia è scorrevole e senza incertezze. Quindi la Sedan sarebbe alla portata di tutti. Non vorrei esagerare, ma… neopatentati compresi, ovviamente purché abbiano appreso i fondamentali e, in caso di derapage, sappiano che non conviene togliere completamente il piede dall’acceleratore, evitando in modo assoluto di toccare il pedale del freno per evitare un dritto clamoroso. Come, lo ripetiamo per gli allievi distratti e per evitare confusione, alla guida di una 4X4 una volta affrontata una curva stretta, un tornantone, su terra o neve, la tecnica da usare è quella di puntare con decisione il muso alla corda, tenendo sempre schiacciato a fondo l’acceleratore. Poi l’auto fa tutto da sola, o quasi. Basta aiutarla a raddrizzare la traiettoria alla fine. Ma anche lo sterrato finisce, ormai gran parte delle strade esistenti sul territorio, dal mare alla montagna, sono asfaltate. Qui, da Taipana, a Canebola, Subit, Prossenicco, Canal di Grivò, icone del rallysmo a Nordest dall’Alpi Orientali al San Martino di Castrozza, come all’isola d’Elba, dal Calamita al mitico e imperdibile Volterraio, al monte Perone. Ciò effettivamente toglie ai giovani la possibilità di provare la sana ebrezza di una guida veloce su un fondo stradale che non è un buon tenitore, imparando che cosa significa controllare un’autovettura in condizioni difficili. Evitando di potersi trovare impreparati, nella malaugurata, ma possibile situazione di emergenza che è in agguato su tutte le strade. La capacità, la classe, la superiorità di ogni pilota sta

nel riuscire a prevedere gli imprevisti, e a indovinare, nel caso di strade nuove

o con scarsa visibilità, quale sarà l’andamento della curva successiva per impostare la guida più sicura, e nel caso dello sport, la traiettoria più efficace. Così, finiamo per goderci le strade da Sedegliano, dove abbiamo visitato una interessante mostra sul Terremoto del Friuli del 1976 alla Corte degli artisti, in collaborazione con il Comune di Gemona e della proloco di Venzone, al Medio Friuli alla pedemontana, e arriviamo vicino a Osoppo, dove si trova il piccolo aeroporto della Fondazione ‘Lualdi’ presieduta da Gabriele Lualdi. Ricordate, ce l’ha ‘prestata’ tra un atterraggio e l’altro per provare un’auto. In questo caso i test su strada e non solo sono stati sufficientemente esaustivi. E la Mazda C3 Sedan Skylight non si è mai fatta cogliere alla sprovvista. Né ci ha fatto trovare impreparati. Quindi, stavolta, ci dedichiamo al volo, magari lasciandoci scivolare sulle ali di un aliante. Ma lo vedremo in un’altra puntata di #charlieinauto. Più tardi scenderemo verso Portogruaro, nel Veneto orientale. Città di origini antiche, con tracce dalla preistoria, nella quale, visto che dominano il paesaggio urbano le acque fluviali, prevale l’architettura veneziana assieme alle arcate classiche del mondo rurale. Un centro ricco di vitalità e momenti di cultura, che mantiene la sua tradizione e i frammenti di storia assieme agli scorci suggestivi del fiume Lemene in pieno centro storico. Accanto al campanile che ce la mette tutta per assomigliare alla Torre di Pisa, per lo sbandamento laterale.

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