#testdrive : Un SUV ibrido leggero a suo agio in montagna è la Mazda 2

Motore 1500 cc a benzina da 90 CV con cambio manuale a sei marce

Arriviamo al Piancavallo per la Coppa del mondo di snowboard

Un mini SUV ibrido leggero, che usa la tecnologia e la parte elettrica per ottimizzare i consumi e migliorare il rendimento. Quindi, anche se monta una batteria ausiliaria, essa non è determinante per il funzionamento dell’auto. Ovvero, l’autonomia e le prestazioni del motore dipendono dal pieno di benzina e le variazioni della temperatura dell’aria non influiscono sul rendimento. Quindi? Andiamo direttamente in montagna per vedere come si comporta sulla neve. Il trasferimento sulle strade extraurbane conferma le valutazioni sui consumi che abbiamo già elaborato, con un consumo che si aggirava sui 3,5 l x 100 Km. Ciò, nonostante abbiamo accelerato nell’ultimo tratto prima della salita perché siamo stati raggiunti dalle vetture di testa dell’evento primaverile dell’Italian Bahia. Vedremo ora in montagna, dove ci attende un’altra sorpresa. La giornata è bellissima, sole, aria tersa, le strade per buona parte pulite perché la neve era caduta all’inizio della settimana, poi le temperature si erano alzate consentendo alle strade principali di essere percorribili senza particolari accorgimenti. Ma fortunatamente per noi, non tutte. La nostra meta è Piancavallo dove la stagione sciistica, anche se si avvia alla conclusione, è ancora in corso. La sorpresa? Consiste nel fatto che sull’impianto da sci principale è in corso

la tappa della Coppa del mondo di snowboard di slalom parallelo

assegnata alla montagna friulana. Così, prima di proseguire per il test drive ci avviciniamo alla base della pista per goderci lo spettacolo. Riusciamo a raggiungere la piazzola nella quale si conclude la performance degli atleti, dopo il traguardo. La gara è di slalom parallelo, quindi il divertimento è assicurato per noi, da spettatori, anche se, deformazione professionale, seguiremo la gara con un approccio tecnico visto che avremo la possibilità di confrontare direttamente le prestazioni dei concorrenti. Finiamo anche a ridosso delle postazioni dei media, e ciò ci permetterà di incontrare alcuni colleghi e colleghe. Lo spettacolo si fa entusiasmante, quando al cancello di partenza, in cima alla pista, e lo possiamo seguire nel maxischermo, si affaccia uno dei due finalisti che veste il colore azzurro: è uno degli atleti italiani che vincerà la finale tra le ovazioni entusiaste di una folla attenta e calorosa. L’entusiasmo trasmesso dalla condivisione delle performance degli atleti con un pubblico competente sarà palpabile, paragonabile a ciò che si prova all’interno di uno stadio di calcio, quando gioca la squadra di casa. Ovviamente, al termine ci rimettiamo subito in movimento per proseguire nel nostro lavoro. Ma dopo essere rimasti per un’ora fermi con i piedi sulla neve, senza gli scarponi anche se con scarpe tecniche invernali, andiamo alla ricerca della tradizionale fetta di torta Sacher e della cioccolata con panna dalla nostra ormai ‘quasi complice’ Gelsomina, nel suo accogliente locale all’uscita del ring del Piancavallo. All’arrivo in cima, o quasi, al termine della salita interamente esposta tutta sul lato sud della montagna, un tracciato tecnico e ottimo per i test perché si snoda su un percorso completo e articolato che la

Mazda 2 ha superato in maniera convincente,

per accelerare il nostro approccio con il clima avventuroso e coinvolgente di Piancavallo avevamo incrociato un appassionato di volo libero, immaginando lo scenario fantastico che stava ammirando dalla sua postazione mobile privilegiata, un po’ più alta della nostra. Ed è da quel punto che proseguiremo ora per cercare una strada tecnica e innevata. L’obiettivo è la strada panoramica che percorre in quota il versante del complesso del monte Cavallo affacciato sulla pianura pordenonese, con un panorama a 180 gradi che spazia dalla pedemontana friulana ai monti Berici. Ma di questo, parleremo la prossima settimana.

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#testdrive : arriva dal nuovo film di #Spiderman e ora vediamo com’è nella neve

La Hyundai Tucson da 230 CV trasmette sicurezza anche sul fondo gelato

Un’escursione fino in fondo in una delle valli più fredde

Abbiamo visto che la nuova Tucson della Hyundai guarda al futuro. Non a caso compare nel nuovo film Spiderman divenendo così un’auto simbolo per i giovani fan dell’Uomoragno. Il nuovo design mira a evidenziare il suo carattere deciso anche se non del tutto appariscente bensì quasi sotto profilo. In effetti 230 CV, anche se camuffati in parte dalle performance del motore elettrico da 45V che compensa quelle già brillanti del 1600 a benzina, non sono pochi. Così, come abbiamo fatto altre volte, non ci resta che andare a provarla laddove la tenuta di strada si può rivelare più critica. Ovvero, tra le montagne innevate. Per sicurezza, anche se è ancora inverno, ci andremo a infilare in una delle vallate più fredde del nostro arco alpino

che è la Valsaisera, nel Tarvisiano.

È una chicca per gli appassionati della montagna e del mondo della natura, il Paradiso dei fondisti per antonomasia, perché è percorsa da una pista che scorre tra il bosco, il torrente innevato, la malga, un’ex polveriera, e risale, o discende l’intera vallata, da Valbruna alle pendici del Jof Fuart. Proprio in quell’angolo sperduto e isolato da creste altissime si registrano le temperature più fredde del nordest. Anche a me è capitato di arrivarci, quando ancora lo sci nordico, o da fondo, si praticava esclusivamente spingendosi con il passo alternato, e non ancora con la tecnica più veloce e performante, meno faticosa, del passo pattinato, in una delle giornate trabocchetto. Il clima era splendido, sole lucente, l’aria tersa ancorché gelida, la temperatura fresca ma, sciando, sopportabile. Arrivato al nono km del primo di due giri, quindi già quasi al giro di boa, all’epoca i 40 km alla volta erano la prassi, ho deviato verso il fondo della vallata e seguendo la pista così com’era tracciata sono finito nella zona in ombra: quasi d’improvviso ho avuto una sensazione di gelo scendere fin dentro i polmoni, e mi si sono perfino congelate le lacrime accanto agli occhi, dove non erano riparati dagli occhiali. Preso alla sprovvista ho accelerato, ed è stata una fortuna perché aumentando la prestazione mi sono riscaldato per arrivare indenne alla malga e al punto di ristoro, un paio di km più a valle, sul tracciato di ritorno. L’oste, prudentemente al riparo all’interno del locale, mi ha confidato che due ore prima, gli Alpini che avevano un presidio oltre la Piana dell’Angelo, così chiamata perché gelida e un po’ più in alto, avevano registrato la temperatura di -27°!

Questa volta non andrà così, anche se è piuttosto fresco, innanzitutto perché fa meno freddo, poi perché sarò al riparo della Tucson, che assieme a un confortevole impianto di intrattenimento dispone di un ottimo sistema di riscaldamento, anche dei sedili e del volante. Imbocchiamo la strada che sale in mezzo al bosco e provo ad affondare sul pedale dell’acceleratore. Schiaccio a fondo e in breve chiedo all’auto di scaricare i CV custoditi tra il cofano e la trasmissione, nel modello in prova anteriore.

Ma la Tucson parte in progressione come se fossimo sull’asfalto asciutto

e accelera senza disperdere energia, e carburante, con lo slittamento delle ruote. Facile, direte voi, sul dritto e in salita… Per fortuna la strada prosegue in falsopiano permettendoci di apprezzare lo scenario da fiaba con gli alberi innevati fin verso il Santuario del Monte Lussari, che si trova qualche centinaio di metri più in alto raggiungibile con la cabinovia.

Ammiriamo tutto questo grazie al tettuccio quasi interamente finestrato.

Quindi, non mi resta che togliere improvvisamente il piede dall’acceleratore. Ma ‘la musica non cambia di molto’: la Tucson mantiene la direzione che le ho imposto e anche frenando si ferma senza bloccare le ruote, nonostante in questa zona di nel sottobosco il fondo passi spesso dall’innevato al ghiacciato. Ed ecco un tratto misto. Anche in questo caso la situazione non cambia e la Hyundai trasmette la sicurezza che è capace di assicurare. Ecco la Baita del Tedesco, il ristoro con i parcheggi, ma decidiamo di andare fino in cima, alla Piana dell’Angelo, oltre il torrente Saisera, fino ai piedi dei sentieri che portano al Rifugio Marinelli e su altri splendidi sentieri per le escursioni. Siamo arrivati a destinazione. Quindi, non ci resta che parcheggiare per goderci una bella passeggiata nella neve, ovviamente nei punti dove batte il sole.

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