#testdrive : #Mini #Clubman in perfetto stile inglese è efficiente sulle strade innevate

Più larga e lunga anche sulla neve può competere come al Monte

Veloce e rassicurante anche nel misto veloce

Adesso capisco perché il mio naviga, che da poche settimane può finalmente aspirare alla Patente A, insisteva per disporre di un piumino nuovo, effettivamente quello in dotazione si era rimpicciolito dall’anno precedente o più probabilmente si era ingrandito lui, e mi indicava una svendita per poterlo acquistare a un prezzo più conveniente. Si sa, è una Casa di moda specializzata e anche i miei piumini con questo marchio hanno sempre garantito calore, duttilità, morbidezza, durata confacenti alle attese. Ma niente marchette pubblicitarie altrimenti penserete che si tratta di un nostro sponsor. Non è così. Per accontentarlo, a scuola si guadagna questi bonus, ma anche a casa, abbiamo girato per un grande magazzino centralissimo, specializzato, poi anche nella sede milanese della Casa: eravamo però stati preceduti, e l’unica prova dell’esistenza del piumino, meglio un piumone, rimasta, era l’esemplare in esposizione nel negozio ufficiale, peraltro, per regolamento interno non in vendita e comunque di colore celeste. Per quegli strani casi della vita, e della sorte, mentre gli era stato suggerito di verificare on line l’eventuale disponibilità in altri punti vendita italiani dai quali gli sarebbe potuto essere spedito, ha scoperto che l’ultimo rimasto si trovava, lo sapete dove? In un negozio a meno di un km da casa, peraltro di amici. Quando ho ritirato con lui questa Mini, mi è venuto il sospetto che avesse sbirciato nella mailing che intrattengo periodicamente con gli addetti stampa delle Case per concordare le prove. Perché il piumino era degli stessi colori della Clubman JCW, ovvero il verde corsa inglese con due fasce bianche. Infatti, l’abbinamento tra la nota casa italiana di capi anche tecnici invernali, e non solo, e un marchio tra quelli nati e cresciuti per i giovani nel mondo dei social, ha generato un giaccone da sci che, guarda caso, ha gli stessi colori della nostra Mini Clubman JCW. Quindi? Quindi andiamo a provarlo! O meglio,

andiamo a provare l’auto sulla neve e sul fondo con scarsa tenuta.

Quando ci mettiamo al volante, avvicinandoci alle 200 auto provate in 4 anni di #charlieinauto, a volte siamo colti da una crisi di identità: sono un driver, un pilota, un automobilista della domenica, un viaggiatore slow… Ma soprattutto, l’auto sulla quale sto seduto che cos’è, e qual è? Tanto sono stati rapidi i cambi, che spesso mi è successo, al termine di un convegno, un incontro, o anche alla uscita dal cinema, di non riconoscere l’auto che avevo in dotazione tra le tante nel parcheggio esterno. Ma che cosa mi posso o devo attendere in una staccata, in un tratto improvvisamente ghiacciato, schiacciando a fondo il pedale dopo un tornante, guidando ritmicamente nel misto veloce dall’auto che ho in prova: una guida sicura, l’emozione di un mezzo da poter portare al limite, la tranquillità di un’auto da gran turismo… Riepilogando: si tratta di un 2000 cc, diesel, da 190 CV. Infatti è la Mini Clubman Cooper SD4all con allestimento JCW. I posti a bordo sono comodi ma nel contempo sicuri per spostarci anche a lungo, mentre la parte ‘ciclistica’ è adeguata alle prestazioni che, con una curva di coppia alta, anche se apparentemente la potenza non è delle più elevate, sono rassicuranti. Il fatto che questa Mini sia più larga delle altre, con quel gioco a incastro che spesso i progettisti concretizzano per mettere insieme accessori, potenzialità e caratteristiche, le assegna una tenuta di strada sull’asfalto, anche veloce, che è molto elevata.

Abbiamo già detto che anche ‘tirando’ questa Mini ha consumi contenuti,

assicurati anche dal motore diesel, e il suo utilizzo in montagna è molto divertente. Così, puntiamo con decisione su una delle strade, aperte anche se innevate, a nostra disposizione. Non ci poteva che essere una conferma: l’avevamo già provata in anteprima su un circuito innevato, ma sull’imprevedibilità, che è sempre prevedibile, di una bella strada innevata ha confermato le sue doto di affidabilità e la sicurezza garantite dal sistema elettronico di controllo di trazione sulle 4 ruote, sulla frenata, sull’assetto. Il che ci permette di esagerare un po’ e guidare in puro divertimento tra il Piancavallo e il Lago di Barcis, sempre con consumi sostenibili.

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#testdrive : arriva dal nuovo film di #Spiderman e ora vediamo com’è nella neve

La Hyundai Tucson da 230 CV trasmette sicurezza anche sul fondo gelato

Un’escursione fino in fondo in una delle valli più fredde

Abbiamo visto che la nuova Tucson della Hyundai guarda al futuro. Non a caso compare nel nuovo film Spiderman divenendo così un’auto simbolo per i giovani fan dell’Uomoragno. Il nuovo design mira a evidenziare il suo carattere deciso anche se non del tutto appariscente bensì quasi sotto profilo. In effetti 230 CV, anche se camuffati in parte dalle performance del motore elettrico da 45V che compensa quelle già brillanti del 1600 a benzina, non sono pochi. Così, come abbiamo fatto altre volte, non ci resta che andare a provarla laddove la tenuta di strada si può rivelare più critica. Ovvero, tra le montagne innevate. Per sicurezza, anche se è ancora inverno, ci andremo a infilare in una delle vallate più fredde del nostro arco alpino

che è la Valsaisera, nel Tarvisiano.

È una chicca per gli appassionati della montagna e del mondo della natura, il Paradiso dei fondisti per antonomasia, perché è percorsa da una pista che scorre tra il bosco, il torrente innevato, la malga, un’ex polveriera, e risale, o discende l’intera vallata, da Valbruna alle pendici del Jof Fuart. Proprio in quell’angolo sperduto e isolato da creste altissime si registrano le temperature più fredde del nordest. Anche a me è capitato di arrivarci, quando ancora lo sci nordico, o da fondo, si praticava esclusivamente spingendosi con il passo alternato, e non ancora con la tecnica più veloce e performante, meno faticosa, del passo pattinato, in una delle giornate trabocchetto. Il clima era splendido, sole lucente, l’aria tersa ancorché gelida, la temperatura fresca ma, sciando, sopportabile. Arrivato al nono km del primo di due giri, quindi già quasi al giro di boa, all’epoca i 40 km alla volta erano la prassi, ho deviato verso il fondo della vallata e seguendo la pista così com’era tracciata sono finito nella zona in ombra: quasi d’improvviso ho avuto una sensazione di gelo scendere fin dentro i polmoni, e mi si sono perfino congelate le lacrime accanto agli occhi, dove non erano riparati dagli occhiali. Preso alla sprovvista ho accelerato, ed è stata una fortuna perché aumentando la prestazione mi sono riscaldato per arrivare indenne alla malga e al punto di ristoro, un paio di km più a valle, sul tracciato di ritorno. L’oste, prudentemente al riparo all’interno del locale, mi ha confidato che due ore prima, gli Alpini che avevano un presidio oltre la Piana dell’Angelo, così chiamata perché gelida e un po’ più in alto, avevano registrato la temperatura di -27°!

Questa volta non andrà così, anche se è piuttosto fresco, innanzitutto perché fa meno freddo, poi perché sarò al riparo della Tucson, che assieme a un confortevole impianto di intrattenimento dispone di un ottimo sistema di riscaldamento, anche dei sedili e del volante. Imbocchiamo la strada che sale in mezzo al bosco e provo ad affondare sul pedale dell’acceleratore. Schiaccio a fondo e in breve chiedo all’auto di scaricare i CV custoditi tra il cofano e la trasmissione, nel modello in prova anteriore.

Ma la Tucson parte in progressione come se fossimo sull’asfalto asciutto

e accelera senza disperdere energia, e carburante, con lo slittamento delle ruote. Facile, direte voi, sul dritto e in salita… Per fortuna la strada prosegue in falsopiano permettendoci di apprezzare lo scenario da fiaba con gli alberi innevati fin verso il Santuario del Monte Lussari, che si trova qualche centinaio di metri più in alto raggiungibile con la cabinovia.

Ammiriamo tutto questo grazie al tettuccio quasi interamente finestrato.

Quindi, non mi resta che togliere improvvisamente il piede dall’acceleratore. Ma ‘la musica non cambia di molto’: la Tucson mantiene la direzione che le ho imposto e anche frenando si ferma senza bloccare le ruote, nonostante in questa zona di nel sottobosco il fondo passi spesso dall’innevato al ghiacciato. Ed ecco un tratto misto. Anche in questo caso la situazione non cambia e la Hyundai trasmette la sicurezza che è capace di assicurare. Ecco la Baita del Tedesco, il ristoro con i parcheggi, ma decidiamo di andare fino in cima, alla Piana dell’Angelo, oltre il torrente Saisera, fino ai piedi dei sentieri che portano al Rifugio Marinelli e su altri splendidi sentieri per le escursioni. Siamo arrivati a destinazione. Quindi, non ci resta che parcheggiare per goderci una bella passeggiata nella neve, ovviamente nei punti dove batte il sole.

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#testdrive : la nuova Hyundai Kona Electric ottimizza le opzioni per la sicurezza

Non rinuncia alle performance con la versione da 204 CV 

Nemmeno la neve mette in difficoltà il SUV super elettrico coreano

L’avevamo già provata, ricordate? E’ stata la prima esperienza con un’auto full-electric, e avevamo dovuto riposizionare tutte le nostre abitudini endotermiche per individuare innanzitutto le introvabili colonnine, o quanto meno, nella nostra zona, posizionate in siti lontani dalle nostre abitudini, per poi ritarare il modo di viaggiare, programmando gli spostamenti in funzione della autonomia e dei punti di ricarica. Anche in questo caso, le colonnine fast sono comunque ancora troppo rarefatte. Per fortuna a sopperire a queste criticità, nel frattempo in parte ridotte dall’installazione di nuove colonnine sul territorio, c’erano, almeno per noi, quelle sistemate a due passi da casa, al Marina Punta Faro di Lignano Sabbiadoro. E con la Kona Electric il riposo notturno era più che sufficiente per raggiungere la ricarica completa anche senza disporre di un impianto Fast. Nel frattempo la situazione è migliorata. Sarà perché abbiamo acquisito anche la mentalità dell’automobilista dotato di una vettura elettrica, ma anche perché a due anni di distanza la Hyundai Kona Electric, versione 2022 è ovviamente stata ottimizzata. Innanzitutto raddoppiando l’offerta, perché è prodotta nella versione con motore e batterie da 39,2 o da 64 KW, il che significa disporre di un’auto con tempi di ricarica ridotti ma commisurati alla potenza della macchina, oppure di un SUV davvero performante. Poi, perché per entrambi i modelli è stata estesa l’autonomia ed è stato migliorato il rendimento. Così ora quella da

64 KW eroga ben 204 CV, e assicura 484 km di autonomia

(per quella da 136 CV l’autonomia è di 305 km). Il che la rende davvero sostenibile perché riduce la necessità di ricercare i punti di ricarica e amplifica il raggio d’azione dei vostri spostamenti. In realtà, sulla notevole capacità di ricarica utilizzando il sistema che è una sorta di dinamo, come quelli che montavamo sulla ruota anteriore delle biciclette per accendere i fanalini, e si amplifica azionando la paletta di sinistra al volante, c’eravamo già soffermati nel test drive della versione precedente: era stato sufficiente discendere da una montagna impervia per una ventina di minuti frenando esclusivamente con le palette per ottenere un’autonomia vicina ai 450 km, anche dopo un lungo trasferimento in autostrada. Stavolta andiamo oltre e la Kona si è rivelata ancor più rassicurante. Ricordate il luogo comune, ma comprovato, secondo il quale la carica delle batterie, qualora esposte alle basse temperature, dura di meno? Per questo, visto che siamo in inverno programmiamo una gita in montagna. Non ad alta quota, come facciamo spesso, ma tra le dolci vallate della Carnia.

Raggiungiamo il capoluogo, Tolmezzo, e ci spostiamo verso Sutrio

per ammirare la magica rappresentazione dei Presepi sparsi per l’intero borgo montano. Qui, la suggestiva sorpresa che ci accompagnerà fino alla discesa verso la pedemontana friulana: una silenziosa, morbida, sempre affascinante nevicata. Una sorpresa che non ci ha certo colti impreparati, perché la Hyundai è dotata di gomme invernali adeguate alla potenza, è a trazione anteriore, ma soprattutto dispone di una dotazione elettronica di alto livello. La guida assistita l’abbiamo riprovata nel trasferimento. Quella su fondo con scarsa aderenza anche, ma con la neve fresca, il test sarà ancora più rassicurante. Sulla Kona Electric, che dispone anche dei sedili riscaldati, i comandi delle funzioni sono concentrati sul tunnel davanti al poggiagomiti del conducente. Da lì si decide che risposta avere dal motore e

la modalità di guida: Eco +, Eco, Normal, Sport.

Eco + serve quando la batteria comincia esaurirsi e permette di raggiungere la ricarica più vicina. Però, dovendo risparmiare l’assorbimento di corrente disattiva tutti i controlli, il climatizzatore, e i sedili riscaldati. In Eco, si risparmia energia ma l’auto rimane reattiva. Ma vediamo come si comporta sulla neve… Il test la promuove come d’altronde la gran parte dei modelli della Casa coreana grazie al computer di bordo che si occupa di garantire la tenuta di strada, evitare lo slittamento delle ruote motrici, impedire che l’auto non reagisca ai comandi o abbia reazioni impreviste. In sintesi, ci troviamo a viaggiare sotto alla fitta nevicata, quindi, prima che i mezzi antineve e spargisale entrino in azione, in piena sicurezza, come se stessimo guidando sull’asfalto sotto la pioggia. Così ci possiamo godere la bellezza del paesaggio innevato e gli effetti di luce creati dalla neve fresca.

#charlieinauto3/265

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