#testdrive: #Skoda Scala Montecarlo novità bifuel a sorpresa dalla Casa boema

L’allestimento più performante con motore a benzina o a metano

Compatta e ben accessoriata con il tetto panoramico per godersi il viaggio

Una berlina compatta di fascia media, che offre grandi spazi interni, è maneggevole, e si presenta con un confort di buona qualità sia in viaggio che negli spostamenti più brevi. È la Skoda Scala, che ha sostituito la vecchia Rapid ed è arrivata nel panorama automobilistico europeo quasi in sordina, pur presentando elementi di interesse che la distinguono e sono quasi inaspettati. Una linea compatta ma aggressiva e accattivante, con potenti ed efficaci fari a led. LA Skoda Scala è un progetto verso la sostenibilità dell’auto della Casa boema interessante e singolare nella sua unicità. La prima sorpresa che la distoglie dalla media è infatti IMG_0010 IMG_0012 IMG_0023 IMG_0027 IMG_0032 IMG_0040 IMG_0028 IMG_0038 IMG_0039 IMG_0043l’alimentazione, che la rende sostenibile anche se il primo approccio aveva generato diffidenza: il modello provato, pur nell’allestimento Montecarlo, ovvero quello più performante, è alimentato sia a benzina che a gas metano. Ovviamente, ed è giusto così, quando ce l’hanno affidata si sono ben guardati dal consegnarci schede, manuali, libretti di istruzioni. E nel caso ci fossero stati, diligentemente risposti nel cassetto del cruscotto, non li avremmo consultati se non fugacemente, per non essere influenzati nella prova. Non voglio essere frainteso: non è certo rilasciando le istruzioni che la Casa, o chi per lei, può stimolare o indirizzare l’esito di un test drive. Più semplicemente, e proprio nell’ottica della massima trasparenza, sta al test driver valutare anche la facilità di approccio dell’automobilista al mezzo che si appresta a guidare. In questo caso, un po’ di diffidenza me l’aveva suscitata un approccio superficiale al cruscotto degli strumenti: la prima cosa che balza all’occhio è la presenza di

due orologi per il carburante, sistemati specularmente,

che apparentemente cominciano a segnare dalla metà del quadrante, la metà rispetto a come sono configurati nelle altre auto. Per questo abbiamo certato subito di approfondire il problema, perché avevamo progettato di iniziare la prova in una grande città per valutare duttilità dell’auto e i dati dei consumi, quindi, sarebbe stato indispensabile poter sapere di quanto carburante disponevamo, soprattutto per pianificare il rientro. La prima scoperta è stata l’impostazione singolare di questa Skoda Scala: due serbatoi, per un impiego quasi parallelo, ovvero per un’autonomia quasi analoga a benzina come a gas: il serbatoio del metano è da 18 litri, quello della benzina di soli 9 litri, ovvero, quasi la riserva di un’auto tradizionale. Quindi, l’autonomia dichiarata è di? Secondo la Casa potremo percorrere circa 330 km con l’alimentazione a gas, 110 con quella a benzina. Il motore è di 1000 cc che eroga 90 CV, è a trazione anteriore con il cambio manuale a sei marce e una buona curva di Coppia, quasi quella di una vettura con un propulsore più grande.

Un display al centro del cruscotto suggerisce la marcia più conveniente.

Beh, però è presto per svelarvi tutti i segreti della Skoda Scala. Veniamo così alla seconda sorpresa, quella che ha regalato anche ai passeggeri seduti sui comodi sedili posteriori il valore aggiunto di un grande spettacolo: il tetto della Scala è interamente finestrato, ovvero, è trasparente dal montante anteriore fino alle spalle dei passeggeri. Tanto che abbiamo che ipotizzato la scelta del nome sia stata ispirata dal fatto che dall’abitacolo si prova la sensazione di essere seduti su un dei balconi rivolti verso il Palco della Scala. Una opportunità accattivante sfruttata da subito dagli ospiti a bordo, scorrendo lungo le strade del cuore di Milano: ci ha infatti consentito di ammirare dettagli architettonici solitamente trascurati dei palazzi più arditi e delle ville storiche della capitale lombarda. Svelandoci una metropoli per certi aspetti segreta ai più.

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#testdrive: con #Skoda Octavia e-teck viaggiare è anche divertimento

Prestazioni adeguate e guida sicura per la wagon superaccessoriata

Consumi sostenibili per affrontare l’aumento dei costi della benzina

Un’auto che qualche anno fa avremmo chiamato ‘familiare’, e che in effetti lo è, ma poliedrica e superaccessoriata, innovativa con diverse soluzioni hi-teck. La Skoda Octavia e-teck, mild hybrid, si presta agli spostamenti in pieno confort, ma è docile in città e nel traffico intenso. Al di là delle aspettative, il motore di ‘soli’ 1000 cc tre cilindri eroga 110 CV e spinge adeguatamente questa wagon della Casa boema che, stando alle dotazioni, alla sensazione di robustezza e al volume anche di carico non è certo tra le più leggere. Infatti, come accennato, il cambio automatico a sette marce, manuale con le palette al volante o con la cloche multifunzione sul tunnel centrale, propone un sincronismo efficace e continuo tra la curva di coppia, le prestazioni, le esigenze di spinta rispetto alla maneggevolezza. Abbiamo spinto sulle strade periferiche nella funzione Sport, ed è divertente pur rimanendo confortevole e sicura.

Ora attiviamo la funzione ‘mappa’ nel cruscotto display digitale

e ci facciamo guidare verso Portogruaro, città dalle origini romane, sulle rive del fiume Lemene lungo il quale anticamente venivano trasportate le merci. Prima, avevamo incontrato dei tratti interessati dalla nebbia, e la Octavia aveva assegnato automaticamente al cruscotto-display la precedenza alle indicazioni della segnaletica stradale orizzontale e dei veicoli che ci precedevano. Ci è capitato lungo un tratto autostradale, sul quale poco prima avevamo testato i consumi:

a 125 km/h la strumentazione di bordo ci dava oltre 6 l/100 km.

Le strade di Portogruaro sono suggestive, caratterizzate dai porticati ad arco, mentre molte abitazioni sono in stile veneziano. Siamo infatti in Provincia di Venezia, ma l’influenza di numerose culture e civiltà in questa zona di scambi e di passaggio si fa sentire. Tanto che in molti qui parlano anche la lingua friulana tramandata dai nonni dai tempi dell’influenza del Patriarcato di Aquileia, quando Concordia Sagittaria, che è la località adiacente, era sede vescovile. Ora però la giornata volge al termine e rientriamo a Lignano. Si fa sera così giochiamo un po’ con la possibilità di modificare i colori e l’intensità delle luci di cortesia interne che assecondano l’atmosfera rilassante accompagnata dal buon impianto di intrattenimento, amplificata dal massaggiatore lombare attivabile sui sedili anteriori. La stagione è invernale e i punto di riferimento del gusto e i ritrovi sono ovviamente meno numerosi rispetto alla stagione balneare. Meno numerosi, ma forse anche per questo maggiormente attrattivi. Come il Terrazza Cortina Pub di Pineta di Conny e Silvia. Dove la fondatrice del locale, mamma Cornelia, di madrelingua tedesca ma ormai lignanese da decenni, prepara personalmente snack, bruschette, ma anche dolci della tradizione mitteleuropea e bevande calde, d’estate drink dedicati, capaci di fidelizzare gli ospiti di ogni età.

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#testdrive Kamiq auto che veste a pennello chi la guida

Il segreto nel nome che in una lingua del Nord America significa proprio questo

Versatile confortevole ma anche giustamente performante il SUV Skoda comatto

Abbiamo visto come si comporta nelle condizioni più disparate. Siamo andati sulle strade del Rally Piancavallo per vedere quali sono le possibilità di un SUV con vocazione crossover ancorché spinto da un ‘piccolo’ motore di 1000 cc tre cilindri, con 110 CV di potenza. Abbiamo verificato che spesso sono particolari che all’utente di ogni giorno possono apparire di scarso significato a fare la differenza. Per esempio, su un’auto diversa, ma dello stesso gruppo, che dispone della stessa parte ciclistica, dello stesso motore, con caratteristiche strutturali analoghe, un cambio automatico nel quale l’elettronica riesce a risolvere tutte le criticità del cambio manuale può assicurare prestazioni completamente diverse. Come avevamo già visto, la gran parte dei motori di piccola cilindrata con tre cilindri, quando viene spremuta per cercare di ottenere prestazioni superiori, ma anche banalmente per affrontare un sorpasso che presenta criticità e deve essere eseguito (dovrebbe comunque essere sempre così), nel più breve tempo possibile, ha bisogno di ‘tirare fiato’ tra una marcia e l’altra. Quasi il contrario di quando, con un’auto con i sincronizzatori d’un tempo, si scalavano le marce nel corso di una guida veloce, e per accelerare l’operazione si faceva la doppietta. Doppietta che in alcune auto con cambio elettronico, automatico o assistito, oggi viene eseguita autonomamente dall’auto a ogni scalata. Con il cambio elettronico, perlomeno con il DSG della Volkswagen, questo non accade e la perfetta sincronizzazione degli ingranaggi del cambio rende fluida l’operazione. E velocizza notevolmente l’auto. Ed è il nostro caso. Tutto ciò, e non è certo poco, nella Skoda Kamiq è previsto assieme a un sistema di confort di livello elevato. Anche grazie alle ruote da 18’ in dotazione sul modello che ci hanno lasciato in prova, l’auto è in grado di superare anche i tratti di strada sconnetti, eventuali buche, asperità anche affrontate con una guida distratta assorbendo urti e scossoni per assicurare confort al conducente e ai passeggeri. L’assetto e le sospensioni tengono conto sia delle possibilità d’uso nel fuoristrada, che delle esigenze della guida su strada. La progettazione ha evidentemente considerato l’opportunità di offrire caratteristiche versatili all’auto.

Così, è nata quella che la Casa ceca definisce un city SUV compatto.

Ma in realtà è molto di più. Il risultato è infatti una vettura compatta, alta da terra, che ciononostante si guida con l’agilità di un’auto compatta. Il risultato è quindi un mezzo che vi potrebbe portare quasi ovunque, perché è facile da guidare in ogni condizione. E che spingendo sull’acceleratore, va. Probabilmente nelle attese dei progettisti c’era proprio questo risultato. Un’auto che calzasse a pennello attorno alle caratteristiche di diverse tipologie di automobilista. Da ciò il nome Kamiq. È un vocabolo della lingua del popolo Inuit, che vive tra il Canada del Nord e la Groenlandia, e sta a significare qualcosa che ‘calza a pennello’. Così, paghi delle risposte che ci ha dato questa Skoda, ci possiamo dedicare al turismo su strada. Assecondati dalla comodità di questo SUV alto da terra, con la seduta alta e comoda, l’impianto di intrattenimento di livello, dall’assistenza alla guida adattiva. Ci potremmo dedicar all’alta montagna, perché dispone del parabrezza riscaldabile, come lo sono il volante e i sedili, sia quelli anteriori, che quelli posteriori laterali. Ma scegliamo la pedemontana.

Stavolta raggiungiamo Gemona del Friuli.

Una città distrutta dal terremoto e ricostruita dov’era e com’era, come la vicina Venzone. Che si apre come un balcone fiorito sui primi contrafforti alpini. Sposandosi tra i vari livelli d’altitudine sui quali si è sviluppata si aprono paesaggi di volta in volta nuovi, verso la piana del Tagliamento, il colle e il forte di Osoppo, il monte di Muris, ma anche la pianura friulana, anche se lo sguardo si ferma sulla barriera dei colli morenici. Da visitare il Castello, il museo, ma lo stesso centro storico, la Via Bini, con le arcate, e il palazzo municipale debbono essere meta della nostra visita. A Gemona si trova anche il Santuario dedicato a Sant’Antonio. Gemona fu infatti una delle tappe del suo pellegrinaggio che si fermò a Padova. Tant’è che i devoti, da quest’anno possono affrontare il Cammino di Sant’Antonio, da Gemona a Padova, e da Padova a Milazzo dove il Santo sbarcò dopo una missione in Africa. Ma   a margine del Santuario, tra le curiosità ve n’è anche una motoristica: una religiosa, scomparsa da poco, era una grande fan della Ferrari. Conobbe il Drago e potette anche guidare qualche auto del Cavallino rampante. Non a caso, sul monte Quarnan, che sovrasta Gemona, baluardo IMG_75131 IMG_71351 IMG_7157 IMG_7174 IMG_73901 IMG_73941 IMG_7398 IMG_740011 IMG_74021 IMG_74121 IMG_7426 IMG_7436 IMG_7440 IMG_7458 IMG_7461 IMG_7464 IMG_7471 IMG_74731 IMG_7488 IMG_7489 IMG_7490 IMG_7491 IMG_7493 IMG_7496 IMG_7501 IMG_7512tra l’arco alpino e la pianura friulana, dagli anni ’80 è collocato un cippo che ricorda Gilles Villeneuve.  Una gita in quota con la Kamiq ci sta. Scendendo verso Venzone, un salto dall’amico Vincenzo, pasticcere e gelatiere per passione e mestiere, che ci ripropone la Coppa Malaga. Una delizia D’Altri tempi, che ha appreso nel suo stage professionale a Lignano Sabbiadoro, da Giorgio e Arturo De Pellegrin.

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#testdrive #Skoda Kamiq SUV a vocazione off road sicuro e performante

Anche in montagna conferma le prestazioni e la maneggevolezza

Veloce sulle rampe stabile nel misto e in discesa

Tre cilindri, apparentemente pochi rispetto alle auto alle quali siamo tradizionalmente abituati. In realtà anche le auto con motori così piccoli rispetto alle nostre abitudini sono in grado oggi di svolgere il loro compito con efficacia. Spesso, anche di più. E se prima di salire a bordo, nessuno te l’avrà detto, in auto come la Skoda Kamiq questo ‘dettaglio’ non emergerà da solo. Nemmeno sottoponendo l’auto a tortura. Perché ci pensa l’insonorizzazione dell’abitacolo a ovattare il rombo del tre cilindri turbocompresso. Scherzo, ovviamente, ma volevo dire, nemmeno tirandole il collo. Le turbine che oggi sono montate su queste auto sopperiscono in fatti molto bene alle criticità che ci si attenderebbe dalla cilindrata ridotta. In questo caso, 110 CV ci sono tutti. Ma la sua la dice soprattutto il cambio DSG a 7 marce. Che è arrivata l’ora di provare in montagna. Abbiamo visto come si comporta sulle strade dei rally. Vediamo che cosa succede su un percorso di montagna, con la strada veloce ma in salita, pur segmentata dai tornanti, poi tratti in falsopiano. E al ritorno la discesa. Il tutto a portata di mano, perché a un quarto d’ora dalla città. Che, chi conosce quest’area della Penisola, è Pordenone, e la strada ovviamente è la salita del Piancavallo. Siamo ancora nel periodo di semi lockdown, e così tutto fa presupporre che il percorso di prova prescelto sarà libero, e ci consentirà di testare bene l’auto. Ve l’abbiamo già raccontato, ma lasciamo alle nostre spalle il grande pannello dedicato a Marco Pantani, sua la scalata da record in bicicletta su questa strada, e schiaccio il pedale dell’acceleratore, lasciando fare al cambio automatico.

Skoda Kamiq sale veloce e maneggevole.

Soprattutto reattiva ai comandi. Provo a esagerare e passo al manuale con la leva del cambio che diventa come un comodo e preciso joystick. E mi comincio a sentire come se fossi speciale. Anche nei tornanti Kamiq conferma le sue qualità di grimpeur. Il tutto mantenendo il confort sia per il conducente, che per il passeggero, il mio ‘naviga’ abituale, che si sta divertendo moltissimo. Continuiamo a salire, e la bellezza del paesaggio amplifica il divertimento. Incrociamo un deltaplano. Il suo pilota vola più o meno alla nostra altezza. Ed ecco le prime chiazze di neve, quindi forse su ce ne sarà. Ma la strada è pulita e non troviamo alcuna difficoltà sul percorso. Ecco il falsopiano, la strada è più veloce ma si sale ancora. Arriviamo al piazzale. Sinceramente speravo in un po’ di ghiaccio, qualche zona dove mettere alla prova il sistema antislittamento dell’auto. Trovo un tratto di brecciolino, poi mi lancio verso la pedemontana. Il percorso è confortevole nonostante le premesse. Ma visto che è proprio tutto libero ci possiamo sbizzarrire nel test. E poi fare due passi nella neve fresca. Ecco un bel misto sulla strada che corre a mezza costa, in alto, attorno alla montagna. C’è un po’ di tutto, anche il ghiaino trascinato sulla strada probabilmente dalle piogge recenti.

E i sistemi di controllo di Skoda Kamiq tengono al test.

Provo a spingere di più dove c’è un po’ di ghiaino e la prova è superata elegantemente. Non ci resta che scendere di nuovo a valle dopo un paio di tappe per scrutare il paesaggio.

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#testdrive Skoda Kamiq SUV comodo ma brioso e scattante

IMG_7569IMG_75681IMG_7538IMG_75441IMG_7623IMG_7545IMG_7108IMG_7349IMG_7374IMG_7271Con il piccolo motore a 3 cilindri il cambio DSG fa la differenza

Al Piancavallo dimostra le sue qualità: comodità ma anche prestazioni

Un SUV con vocazione crossover, ma dedicato alla strada. La montagna è la sua specialità. Abbiamo detto che, nel gruppo, la Casa della Freccia indiana punta molto sulle rifiniture e il confort. Così anche la Kamiq è allineata su questa linea. Per esempio, l’insonorizzazione dell’abitacolo è alta, e ci permette di godere delle potenzialità, ma non fraintendete, delle qualità dell’impianto di intrattenimento. Ovviamente, l’interfaccia con l’Iphone, tramite Car Play, e con Android è quasi istantanea, le prese di ricarica sono nel nuovo formato della Apple, ecc. Così la musica può essere caricata anche direttamente dal telefonino, oltre che dall’ottima radio DAB. Nel frattempo,

all’esterno, il 1000 tre cilindri da 110 CV canterà la sua melodia,

a metà strada tra il melodico e il rombo aggressivo. Comunque un sound pieno e morbido, che per chi l’ascolta fa pensare a un’auto più grande. Tutto questo per darci conforto, perché, per provarla in montagna, decidiamo di farci portare nel pordenonese, verso Piancavallo. Ma c’è un problema: la strada è impegnata. E l’impedimento, per chi ama i motori come noi, non sarà certo spiacevole, anzi. Dev’essere stato uno scherzo del mio naviga. Durante la settimana ho altro da pensare che ai test drive, salvo dover fare degli spostamenti diversi dal solito, e così posso unire l’utile al dilettevole. Così mi era sfuggito che questo fine settimana si corre il Rally del Piancavallo. A lui sicuramente no, visto che quando gli e lo chiedo fa finta di niente. A questo punto, non ci resta che l’imbarazzo della scelta, per convenienza di orari e distanze, e di coprifuoco notturno. A nostro favore,

il fatto di essere stato l’addetto stampa delle prime edizioni della gara,

dalla fondazione con l’indimenticabile ‘Iccio’ Perissinot, Giancarlo Predieri, Angelo Presotto, poi per il Motorstars, con i fratelli Pedicini. A portata di mano per chi proviene dalla Riviera friulana c’è Clauzetto, con tratti tecnici. Ricordo che a Clauzetto, nel dopo terremoto ‘Iccio’ vi svolse parte del servizio civile nei VVF, come me, per la ricostruzione del Friuli. Ma dimenticavo: siamo qui per provare la Skoda. In gara ce ne saranno, ma ovviamente Fabia. L’abbiamo provata parecchio tempo fa su #charlieinauto, e anche per #FVGdascoprire. Ora ne è uscito un modello aggiornato, ma ovviamente mi riferisco a quella stradale. Quella che vedremo qui è tutt’altra cosa. Abbiamo detto che la Kamiq usa la parte ciclistica e meccanica di altre due auto del Gruppo VW, che abbiamo già provato. Ma che, rispetto a quei modelli, ha poco a che fare. Perché, in questo caso, oltre all’assetto curato e all’impianto frenante commisurato, il cambio VW DSG a sette rapporti fa la differenza.

Spunto, partenza, fluidità di guida e di marcia sono frutto di questo gioiello

della maccatronica, che come sapete è l’insieme della meccanica e dell’elettronica. Infatti, la centralina ottimizza i tempi di movimento degli ingranaggi e la loro sincronizzazione, facendo risparmiare tempo a ogni cambiata. E soprattutto limitando l’inerzia al minimo permettendo al motore, ancorché piccolo ma con 110 CV, di esprimere il massimo senza dispersioni di potenza. Così, sul bel misto che si avvicina alla pedemontana cominciamo a vedere che la marcia è scorrevole, con una vocazione corsaiola. Rende possibile una guida nervosa, sportiva, agile, ma in caso di necessitò, o di scelta, permette una guida morbida e rilassante, nei trati veloci come su quelli impegnativi. Se le chiediamo di più, la sua marcia è divertente. È sufficiente passare al cambio automatico che si comanda con la praticissima leva sulla consolle, che si trasforma in un praticissimo joystick, come quello della Playstation. Ecco ginalmente un paio di tornanti, con il rettilineo breve e subito quello successivo, un paio di curve strette e il misto per dare potenza. Beh, è proprio divertente perché la Kamiq è stabile come un SUV, scattante come un’auto sportiva.

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#testdrive un cross over e SUV compatto confortevole e divertente

Skoda Kamiq e il cambio automatico per lasciare alle spalle auto più grosse

Dotazioni, elettronica, sostenibilità: ibrida per l’uso di ogni giorno

Una Casa automobilistica che nella memoria di chi è nato dalla metà dell’altro secolo evoca ricordi lontani, memorie ataviche, immagini dell’altro secolo che quando ancora non navigavamo nell’universo del web ci mostravano frammenti di altri mondi, di altre realtà. Allora, non era facile vedere sulle nostre strade, in Friuli o nella Riviera friulana passare una Skoda, che era prodotta e venduta in Cecoslovacchia, oltre la Cortina di ferro. Il primo incontro significativo con un’auto della Casa contraddistinta dalla freccia alata l’ho avuto, vi cito ancora questa esperienza personale poi basta con i ricordi, all’Arboe Rally, in Carinzia: era valido per l’Alpe Adria Rally Cup ed ero stato invitato dall’organizzatore, Vic Dietmeier, assicuratore viennese che aveva saputo guardare lontano verso la nuova Europa, ed era il sosia di Carol Wojtyla. Avrei dovuto scriverne per Rombo, per il Messaggero Veneto e per l’Eco dello sport, un settimanale che usciva il martedì anticipando dopo i commenti lo sport in vista del fine settimana. In una foresta alpina austriaca,

dalla strada sterrata sbucò completamente di traverso una Skoda,

seguita da una fitta nuvola di polvere, che riuscimmo a evitare a stento. Mentre l’auto, non ricordo chi fosse il pilota, l’auto una 130 RS,IMG_7024 IMG_7051 IMG_72361 IMG_7232 IMG_7234 IMG_7228 IMG_7229 IMG_7040 IMG_7044 IMG_7036 800px-Skoda_120s si era già dissolta nel polverone. Erano gli anni ’80 e si trattava di una delle tre auto ufficiali della Casa cecoslovacca iscritte al Campionato. Ovviamente, erano auto a trazione posteriore, con parecchi CV di potenza, e sul muso una importante serie di fari. In quel periodo, nelle gare su terra erano molto forti, perché probabilmente i loro piloti erano agevolati negli allenamenti sulla neve rispetto ai nostri driver. La prima Skoda che ho provato, pochi anni fa era tutt’altra cosa. Si trattava della Kodiak, lunga, spaziosa all’interno, molto confortevole, allestita per sette persone. Il livello di rifinitura, gli accessori l’allestimento erano già di qualità, la guida di questo SUV spazioso era comunque agile e nel contempo sicura. Skoda faceva già parte del Gruppo Volkswagen. A distanza di un paio d’anni, quasi tre, ecco

l’occasione per provare l’ultima arrivata della Casa Ceca, la Kamiq.

Si percepisce subito che ora ci troviamo davvero su un altro pianeta rispetto alle sue ‘nonne’ degli anni ’80. Si tratta di un SUV compatto, che però all’interno è molto spazioso. Il livello delle rifiniture, dell’elettronica, degli accessori è elevato. Il confort interno è buono. I sedili sono molto accoglienti e morbidi. Ma? Ma è spinta da un motore 1000 cc a tre cilindri a benzina. Che abbiamo provato già sull’Arona e sulla T-Cross, perché utilizzano la stessa meccanica. Una macchina abbastanza voluminosa e ben rifinita e accessoriata non può essere leggerissima. Quindi, rendimento, prestazioni, consumi?

Il trucco c’è, e si sente: è il cambio DSG della Volkswagen, sette marce,

peraltro anche in questo caso molto bene assortite, che la frizione a doppio disco automatica si permette di cambiare in una frazione di secondo senza lasciare alcuno spazio al motore per le incertezze e le attese che si possono invece riscontrare su auto simili con motori 1000 cc a tre cilindri, dotate però del cambio manuale. Se le provate, noterete che tra una marcia e l’altra, anche in ascesa verso il rapporto più alto bisogna lascia respirare il motore, che dopo una frazione di secondo, ma se volte tirare sembra un tempo interminabile, è pronto a rilanciarvi in avanti. Certo, in questi piccoli propulsori viene un po’ meno l’effetto del freno motore, ma l’impianto frenante di questa Skoda è all’altezza anche delle situazioni più intricate. Quindi, vediamo che cosa succede al semaforo: schiaccio a fondo il pedale dell’acceleratore e ripartiamo. Lei cambia da sola: 1, 2, 3, siamo già oltre i 100 km/h, 4, e così via. Le altre auto le vediamo negli specchietti. Ora stiamo entrando in città, a Udine. Ci aspetta una riunione all’Università per un corso sulla mobilità stradale e i risvolti economici. Sarò relatore, ma non parlerò di tutto questo. I miei racconti sui nostri test drive li riservo a voi. Ma prima un’occhiata all’abitazione più vecchia della città della città, la casetta gotica del ‘300.IMG_7052 IMG_7040 IMG_7042 IMG_7044 IMG_7039 IMG_7038 IMG_7027 IMG_7047

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